“Le piaceva, era compiaciuta dall’ essere oggetto di tale attenzione…”
Da tempo, quando uscivamo in macchina, mia moglie Giulia aveva cominciato, inizialmente
dietro miei incoraggiamenti, a vestirsi in modo succinto. Gonne corte o spesso leggins trasparenti.
I primi tempi era restia, si vergognava. Poi la cosa aveva cominciato a piacerle ed era diventato quasi normale trasgredire mentre io guidavo. Lei, timida per natura, aspettava che fossi io a dare il via ai giochi. Con un complimento alla sua gonna e con la curiosità di ciò che indossava sotto, iniziavo a toccarla ed a scoprire le sue bellissime gambe. Poi era lei a continuare il gioco. Amava accorciarsi la gonna fino all‘ inguine in modo da mostrare chiaramente le sue lunghe e morbide cosce ed il sottilissimo perizoma che si affacciava sotto la gonna. Dall’esterno la vista era ampia e generosa. Così, eccitati e complici, ci spostavamo, su strade affollate, accanto ad autobus pieni. Spesso, fermi per il traffico, in fila, le chiedevo di toccarsi e lei senza alcun timore o pudore lasciava cadere la sua mano sopra il perizoma e iniziava a toccarsi. Spesso ero io in imbarazzo per tanta sfrontatezza. La sua timidezza spariva, spazzata via dalla sua eccitazione. Anche la mia eccitazione schizzava altissima quando mi sussurrava con dolcezza che lei non aveva alcun imbarazzo a mostrarsi seminuda e a toccarsi in qualunque situazione. Era stimolata ed eccitata dal suo coraggio di esporsi in modo così indecente.
La nostra eccitazione era spesso alle stelle ed accostavamo per scambiarci effusioni e toccarci a vicenda.
Un sabato mattina mentre percorrevamo una via principale piena di negozi avevamo accostato di fronte un negozi di frutta . Dovevamo ritirare una capo alla lavanderia accanto ma era ancora presto e la lavanderia ancora chiusa.
La gonna era leggermente sollevata ma non sfuggivano certo a chi passava quelle cosce generosamente scoperte. Io ero preso dalla lettura del giornale quando mi accorsi che la gonna di Giulia aveva quasi raggiunto l’ inguine. Da mio posto potevo vedere le cosce scoperte fino al piccolo pezzo di stoffa a cui si era ridotta la gonna, ma dall’ esterno si vedeva pienamente il perizoma. Giulia aveva leggermente divaricato le gambe tenendo però il limite della gonna sopra il perizoma in modo da dare una idea di casualità senza però ostacolare la visione. Anzi rendendola ancora più intrigante. I proprietari del negozio, dei marocchini sui 40 anni, notata la posizione di mia moglie, tra un cliente e l’altro, con la scusa di avvicinarsi al cassonetto dei rifiuti iniziarono a fare su e giù intorno alla macchina. In un momento di pausa, si erano accesi una sigaretta a pochi metri dalla nostra auto. E parlando si spostavano leggermente in modo da poter sbirciare dentro la nostra auto. Non era mai accaduto che delle persone ci guardassero così direttamente. Le chiesi se si trovava a suo agio o voleva che ci spostassimo. Lei senza rispondermi mi toccò la mano in segno di tacere. Le piaceva, era compiaciuta dall’ essere oggetto di tale attenzione. Stava godendo, era come assorta in un vortice di piacere cerebrale. I marocchini non si avvicinarono più di tanto, non tentarono un approccio o un contatto. Penso fossero si eccitati ma anche intimiditi dalla bellezza e dalla sicurezza mostrata da mia moglie.
Le presi la mano e la bacia leggermente. Lei non rispose, mi strinse la mano e rispose al mio bacio senza lasciare alcuna espressione. Ci guardammo e lei guardandomi negli occhi e abbozzando un sorriso lasciò scivolare la mano sul perizoma per ritirarla poco dopo.
La toccai, era bagnata, stava godendo ed aveva voglia di sesso. Dopo pochi minuti ci accorgemmo con sorpresa che i marocchini si erano allontanati. Presi dal loro lavoro, erano rientrati nel loro negozio, cercando di spiarci quando potevano.
Giulia ne rimase quasi delusa. Aveva voglia di sentirsi guardata, aveva voglia di scoprire dove questa esperienza l’avrebbe portata. Era la prima volta che voleva veramente osare di più . Fare quello che non aveva mai fatto ma soltanto fantasticato nei nostri momenti di intimità:e Essere posseduta da uno sconosciuto. A cui lasciarsi andare fin dove la sua voglia di darsi l’avrebbe portata.
Intanto ci spostammo più avanti, appena girato l’ angolo per far posto ad un grosso camion che doveva scaricare.
Guardai l’orologio ma la tintoria era ancora chiusa. La nostra auto ora si trovava in un punto meno visibile. Ci guardammo e notai un pizzico di delusione sul volto di Giulia. Notai anche il suo stato di eccitazione, cresciuto notevolmente grazie all’ attenzione dei due marocchini. Ad un notai la presenza di un ragazzino appoggiato ad un palo della luce sul marciapiede rivolto verso di noi. Quando ne incrociai lo sguardo si girò dall‘altra parte per poi guardarci di nuovo.
Abbiamo un piccolo spettatore dissi a Giulia. Di carnagione scura, pensammo che doveva essere il figlio dei titolari del negozio. Probabilmente aveva assistito alla scena precedente e si era spostato per continuare ad osservarci.
Quando Giulia si accese una sigaretta, il piccolo, per niente timido, si avvicinò e chiese se poteva dargliene una. Giulia gli disse di no perché era troppo piccolo e fumare faceva male.
Lui per tutta risposta le rispose che era una donna molto bella e lui già fumava perché era già grande. Che belle gambe che hai disse a Giulia. E con sicurezza si accese una sigaretta che tirò fuori dalle sue tasche. Era un bel ragazzino, simpatico e sfrontato.
Me le fai toccare le tue gambe bella signora, chiese a Giulia. Giulia sorrise più divertita che sorpresa e quasi come per fargli un regalino lasciò che il ragazzino poggiasse con innocenza la sua mano sul ginocchio di Giulia. Intanto con la sua parlantina dialogava con noi e con Giulia in particolare. Facendo apprezzamenti ed allusioni.
Eravamo divertiti ma sempre carichi del piacere accumulato nelle ore precedenti.
Perché non mi fai salire chiese ad un tratto il giovane marocchino. C’è un posto più avanti dove puoi parcheggiare per lasciare l’auto ed andare al negozio. Guardai Giulia che divertita mi disse di farlo salire.
Procedemmo per circa un chilometro e ci fermammo in un angolo completamente appartato. Pur divertiti ci rendemmo conto della stranezza della situazione . Che ci facciamo in macchina con un ragazzino e per giunta in un luogo appartato. Ci eravamo fatti condurre in quel posto sicuramente perché in fondo in fondo ci stava bene.
Non sapevo cosa passasse nella testa di Giulia. Poi il ragazzino, all’ improvviso, si aprì i pantaloni e disse: vedi che sono grande ! Il mio uccello è come quello di un adulto!
Bella signora lo vuoi toccare ? Forse non ci rendevamo più conto della situazione. Giulia era eccitato da molto tempo. In un altro momento sarebbe fuggita inorridita. Mi guardò come cercare il mio consenso. Nei suoi occhi si leggeva la disponibilità a rompere qualunque barriera. Il membro del giovane era potente e muscoloso, largo e lungo. Quello di un adulto ben dotato. Anche il ragazzino era eccitato. Aveva assistito a tutta la performance di Giulia davanti al negozio. Poi continuato ad ammirare Giulia dopo essere salito in macchina. Prese in mano il suo membro è cominciò ad accarezzarselo senza staccare gli occhi da mia moglie.
Giulia accarezzò la mano del giovane con cui stava masturbandosi. Uscì dall’auto e andò a sedersi dietro accanto a lui.
Era decisa, voleva scopare, fare l’amore e quel ragazzino che prima la incuriosiva, poi la spaventava ora la attraeva. Non gli importava quanti anni avesse, di chi fosse figlio, cosa facesse. Gli prese il cazzo in mano mentre lui come un adulto cominciò baciarla in bocca. Mentre Giulia masturbava il ragazzino, con le lingue intrecciate in bocca, la mano del giovane cominciò a frugare il suo corpo. Le sue mani cercarono abilmente le sue gambe. Prese ad accarezzarle, poi con decisone le tolse gli slip per toccare Giulia nella sua intimità. Poi Giulia si sdraiò, allargò le gambe, prese il cazzo in mano e stringendo a se il giovane se lo introdusse nella fica. Il giovane prese a scoparla con forza e Giulia gli disse di stare attento ed avvisarla prima di venire. Il ragazzo le chiese perché non voleva che venisse dentro e Giulia gli rispose non c’era nessuna ragione, voleva solo essere sborrata in bocca.
Il giovane riuscì abilmente a trattenere lo sperma per portarsi sul viso di Giulia e svuotare il suo cazzo dentro la sua bocca. Il forte gettito dello sperma del giovane invase completamente la bocca di Giulia che a stento riuscì a contenerlo. Tant’ è che dovette toglierlo dalla bocca mentre veniva colpita in volto e sulla maglietta dai ultimi schizzi di sborra. Poi lo riprese in bocca, accarezzandolo leggermente con la mano e stringendolo con la lingua e le pareti della bocca. Con un succhio leggero ma continuo per goderne gli ultimi gemiti e raccoglierne le ultime gocce.
Poi Giulia si sollevò ed appoggiò la schiena sul sedile posteriore. Visibilmente eccitata allargò spudoratamente le gambe e si lasciò osservare. Poi guardandoci negli occhi iniziò a masturbarsi e ci chiese di fare altrettanto. Venne quasi subito con un grido di piacere fin troppo a lungo trattenuto. Noi venimmo subito dopo schizzando copiosamente su noi stessi. Giulia intanto si era sdraiata sfinita dalla lunga eccitazione.
Poi il giovane, con l’ingenuità dell’età le chiese se poteva scoparla ancora una volta.
Giulia, svegliatasi lentamente dal torpore che l’aveva avvolta, e forse stupita fin dove ci eravamo inconsciamente spinti, si ricompose e con molta dolcezza ma con decisone disse al giovane: ora è meglio che torni a casa, ed anche in fretta, forse i tuoi genitori ti stanno cercando. Con un pizzico di delusione il giovane marocchino obbedì all’ invito di Giulia. Ci salutò con un largo sorriso, baciò Giulia, scese dalla macchina e corse via verso il negozio dei genitori.
Rimasti soli, un pò imbarazzati, Giulia iniziò a ricomporsi, si infilò il perizoma, la gonna e poi si passò un pò di trucco sul viso. Era tornata dolce e bellissima. Pura come un angelo. Ci abbracciamo e ci baciammo intensamente. La sua lingua cercava avidamente la mia come per ricordarmi che quella bocca che aveva così tanto profanato la purezza del nostro rapporto ora era nuovamente mia.
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