“Al mattino, mentre facevamo colazione, la nonna e la sua amica hanno convenuto che in tre si godeva meglio e, con un minimo di imbarazzo, la nonna mi ha…”
Tardone, che passione!
Ho 22 anni, sto quasi per laurearmi,
ma non ho mai avuto rapporti con le ragazze della mia età. Il che non significa che sia ancora vergine. Il fatto è che a me piacciono da matti le donne mature, anzi più che mature, quelle che vanno dai 50 ai 65 anni, o giù di lì, per intenderci.
In queste donne trovo una carica erotica, una inclinazione perversa (magari dovuta al calo dei rapporti sessuali, alla vedovanza, alle frustrazioni ella vita domestica o al terrore del tempo che passa) che difficilmente troverete in una “ragazzina” di 20-25 anni. Puo’ darsi che sia una deviazione, una depravazione, ma la verità è mi piacciono così!
Questo mio “difetto” me lo porto appresso da piccolo, forse perché sin dall’infanzia ho avuto a che fare con donne di una certa età, tanto in casa quanto a scuola. Era un sogno che inseguivo da anni, il mio primo sogno erotico, il tema dominante delle seghe con le quali, con una frequenza quasi quotidiana, mi svuotavo le palle e mi calmavo i bollori dell’adolescenza. Mi hanno sempre fatto impazzire le curve morbide delle donne in età matura, le loro grandi tette cascanti ma belle polpose, dai capezzoloni lunghi e grossi, i loro culoni cellulitici ma accoglienti. Sono sempre stato attratto da quelle carni vissute, da quei volti segnati dal tempo, da quelle occhiaie profonde, nell’immagine di quelle esperienze di vita ho sempre ricercato sicurezza e protezione. Ma ho dovuto aspettare più di qualche anno, esattamente i 19 anni, per esaudire questo mio segreto desiderio di scoparmi una donna matura, una tardona.
E dove, se non in famiglia, potevo cercare e trovare la risposta a questo mio sogno, a questa mia passione? E’ stata Giuliana, la mia nonna paterna, a cogliere ed a capire le pulsioni un po’ morbose della mia età; è stata lei a entrare in confidenza con me ed a farmi confessare i miei turbamenti; è stata lei a farmi sfogare i miei bollori, mettendomi a disposizione il suo corpo e la sua sensualità non ancora sopita.
“Tesoro di nonna, la tua è un’età delicata… se ti chiudi in te stesso e reprimi gli istinti, rischi di rovinarti la vita. Stai tranquillo, fidati della nonna!”
Era cominciato così, con queste parole amorevoli, il nostro rapporto segreto. Mi sono reso conto che l’età non conta per essere una donna desiderabile, del resto nonna Giuliana, nonostante i suoi 64 anni, si tiene ancora bene, ha tutto ciò che un uomo può desiderare: un gran bel deretano, grande, tondo e grassoccio come piace a me; una corporatura formosa, abbondante, giunonica, con un po’ di cellulite sulle cosce, con la pelle un po’ raggrinzita sulle braccia e con un po’ di pieghe sulla pancia; ma una gnocca ancora bella pelosa e, soprattutto, una voglia vulcanica a letto.
Sono ormai passati tre anni da quel giorno che mi ha detto che reprimere gli istinti mi faceva male e che mi ha incoraggiato a lasciarmi andare, offrendosi di farmi sborrare con le sue mani. E’ stato solo il preludio di una storia che continua tuttora, perché il giorno successivo è tornata nella mia stanzetta ed ha cominciato a farmi assaggiare le grazie del suo corpo: prima mi ha fatto ciucciare i suoi capezzoli, poi mi ha fatto intrufolare le dita nella sua fregna umida, infine mi ha tirato fuori l’uccello e se l’è succhiato come un gelato. Nel caldo della sua bocca ho provato un piacere indescrivibile; quando ha ingoiato il mio seme, mi è sembrato che si bevesse la mia anima.
Il giorno successivo mi ha invitato a casa sua, si è fatta trovare vestita con un trucco forte da vera baldracca, con un bady doll nero, con calze a rete e reggicalze nere, e non si è persa in chiacchiere. Mi si è lanciata addosso, mi ha quasi strappato gli abiti di dosso e mi ha trascinato subito in camera da letto, dove, denudandosi quasi completamente ed esibendo senza nessun pudore una ficona pelosa e due mammelle debordanti, mi ha incitato a cavalcarla.
“Su, vieni tesoro, la nonna è tutta per te … dai su, fatti onore!”
E’ stato per me il vero battesimo del sesso. L’ho pompata a lungo e le ho riempito la fica del mio sperma; ma lei era davvero insaziabile e non mi ha lasciato riposare. Dopo la prima sborrata ha con grande sapienza fatto risorgere il mio cazzo e, girandosi di spalle, mi ha offerto il buco del culo, dicendomi che lo dovevo considerare un privilegio. Incularla è stata un’emozione inenarrabile, perché mi ha fatto avvertire il piacere inarrivabile del dominio maschile. Nel farlo ho raggiunto il massimo della mia energia e, alla fine, le ho allagato lo sfintere.
Insomma, in breve mia nonna Giuliana è diventata la mia nave-scuola e la mia puttana personale; in lei ho trovato una donna libidinosa e trasgressiva che, pur di godere e farmi godere, mi ha dato tutta se stessa, scatenando tutte le voglie represse dalla vedovanza e aprendosi a tutte le fantasie più perverse. Completamente assorbito dai piaceri che lei mi dava, mi sono del tutto disinteressato delle mie coetanee e non mi sono neppure mai preoccupato di smentire le malelingue che scambiavano queste mie disattenzioni per timidezza, per impotenza o, peggio, per frociaggine.
A casa sua, o meglio nel suo lettone, ho passato una infinità di pomeriggi e, ricorrendo a qualche espediente, persino qualche notte. E, col passare dei giorni e dei mesi, ho sentito crescere la mia perizia sessuale e la mia virilità, ricercando sempre nuove forme di godimento e ricambiando ampiamente mia nonna dei piaceri che lei mi assicurava.
Un pomeriggio ero appunto a casa sua e stavamo lì lì per finire a letto, quando è suonato il campanello; mi sono precipitato ad aprire, pensando fosse il ragazzo del market che portava su la spesa. Invece sono rimasto letteralmente a bocca aperta: sull’uscio si è materializzata una donna dal fisico giunonico, un maremoto di sensualità, di femminilità prorompente, una cavallona con due tettone e due fianchi da sballo, dentro un abito leggero e aderente, che la fasciava di nero.
Era Donna Marisa, un’amica di nonna con ascendenze nobiliari, molto raffinata ed elegante, 61 anni portati molto bene, alta, bionda, ben curata, che era venuta a far visita a nonna Giuliana. Di lei la nonna mi aveva detto che, con la morte del marito, era cambiata profondamente, era come ossessionata dalla ricerca di nuove passioni e nuove emozioni e, incurante del prestigio del suo blasone, era diventata una famelica cacciatrice di maschi. Ed in effetti Donna Marisa appariva subito a prima vista come una bella vedova con una faccia da maialona, una splendida mignottona da monta, che ti fa mettere il cazzo in tiro solo a guardarla, una di quelle che non lo molla più sinchè non lo ha consumato e spremuto sino all’ultima goccia.
Appena entrata in casa mi aveva adocchiato languidamente e, incurante della presenza della nonna, aveva cominciato subito la sua opera di seduzione, sedendosi a gambe larghe in poltrona, mostrandomi buona parte delle cosce inguainate in calze a rete, lanciandomi di continuo occhiate intriganti e battutine a doppio senso: era oscena e soave allo stesso tempo, in un batter d’occhio era riuscita a farmi sbavare, arrapato come un cane. La qual cosa aveva avuto l’effetto immediato di far ingelosire la nonna, che difatti mi appariva visibilmente infastidita dal comportamento spregiudicato dell’amica.
Certo la femminilità di Donna Marisa era straordinaria, i miei occhi erano rapiti da quel corpo, il bozzo sui pantaloni era sempre più vistoso, le palle mi dolevano per la prolungata erezione. Avrei voluto aggredirla, scoparla senza ritegno, farle sentire il mio cazzo nella figa e nel culo, riempirla di sborra, ma la presenza e l’umore della nonna mi frenavano.
Ma, non appena la nonna è andata in cucina a preparare il tè, come se fosse scattato in entrambi un clic, ci siamo alzati e ci siamo avvicinati, cominciando subito a limonare. Mi ha messo le braccia al collo e mi ha detto con tono languido: “Giuliana è una bella porca, lo so… ma io lo sono ancora di più…”
Aveva intuito o sapeva tutto di me e della nonna. L’ho fatta girare e mi sono azzeccato a lei di dietro, stringendole forte i senoni e facendole sentire la mia erezione nel solco delle sue chiappone. Ho agitato il culo, come per farmi entrare di più, ma poi si è rigirata sorridente e mi ha infilato la lingua in bocca. Eravamo così avvinghiati, io le palpavo oscenamente il culo, lei mi attirava a sé dalle spalle allargando le cosce come per imprigionarmi dentro e mugolando come una vacca in calore, quando la nonna è rientrata in salotto. Ci ha fulminati con lo sguardo, ha posato il vassoio e le tazzine, poi è sbottata:
“Sei una puttanona senza decoro Marisa… non posso lasciarti sola un attimo che…”
Donna Marisa, per nulla sorpresa o imbarazzata, le ha risposto ghignando: “Ecchè lo vuoi solo per te questo bel puledrino?”
Ho visto le due maialone guardarsi negli occhi quasi in segno di sfida, e, avendo paura che la cosa potesse degenerare, mi sono rivolto a nonna Giuliana in tono lamentoso:
“Perdonami nonna, è tutta colpa mia che non mi sono trattenuto. Perdonami. Ma non voglio che litighiate per colpa mia!”
A quel punto Donna Marisa, rivolgendosi anche lei alla nonna, ha commentato:
“E’ un vero gentleman questo tuo nipotino … un ragazzo di classe e, a quel vedo, un piccolo stalloncino. Non credi, Giuliana, che possa farci divertire entrambe?”
La battuta di Donna Marisa ha avuto l’effetto di sdrammatizzare il momento e di introdurre un elemento di eccitazione generale. Ci siamo scambiati uno sguardo triangolare e, senza proferire parola, ci siamo avvicinati ed abbiamo cominciato a toccarci, palparci a vicenda. Io le mie mani le dividevo equamente tra le tettone di Marisa e le chiappe della nonna.
Poi le due donne si sono abbracciate ed hanno cominciato a slinguarsi. Era chiaro che non era la prima volta che lo facevano ed erano così concentrate a succhiarsi reciprocamente lingua e bocca e a palparsi le chiappe che io mi sentivo quasi un intruso. Le ho interrotte per suggerir loro che saremmo stati tutti più liberi e più comodi a letto e invitandole a spogliarsi, a farmi omaggio del loro streep tease.
“Giusto! il nipotino ha ragione!” ha subito sentenziato Marisa.
La nonna ha sorriso in segno di approvazione e, trasferitici in camera da letto, le due vecchie troie hanno subito cominciato a spogliarsi, lentamente, con movenze sensuali. La nonna, vestita da casa, non indossava il reggiseno e le sue tette ballonzolavano ad ogni suo movimento, i capezzoli grossi si intravedevano dal leggero tessuto, il suo abito cadde scivolando in terra, mostrandomi la nudità dei suoi grandi seni e uno slip minuscolo, come fosse una trentenne. Marisa, sbottonata la parte alta dell’abito, lo ha lasciato scivolare sui fianchi, scoprendo due mammellone da infarto, con due capezzoloni pronti per essere succhiati, scuri e larghi come avevo sempre sognato. Anche lei portava uno slippino da giovinetta, che lasciava interamente scoperto il suo culone divino, tondo e lardoso.
Poi si sono tolte tutto rimanendo completamente nude, solo le calze a rete e i tacchi alti ricoprivano le gambe delle due troione. Che spettacolo! La figona di Marisa era completamente depilata e contrastava con lo gnocchettone della nonna dal folto cespuglio nero.
Le ho strette a me ed ho cominciato a baciarle, passando da una bocca all’altra, infilandoci la lingua, mentre le mie mani impazzite accarezzavano quei corpi fantastici. Palpavo le enormi tette di entrambe, poi leccavo i capezzoli succhiandoli avidamente, ciucciandoli, mordicchiandoli: come era bello poppare da quei mammelloni morbidi, quei capezzoli lunghi e duri come chiodi!
Ho cercato le loro intimità, frugando tra le cosce. Marisa era bagnata fradicia, vedevo i suoi umori colare bagnandole le cosce. Nonna Giuliana era surriscaldata e si agitava tutta.
Marisa si è inchinata slacciandomi i pantaloni e mi ha tirato fuori il cazzo, posandovi il suo sguardo, con stupore l’ha infilato in bocca, reggendolo ben stretto nella mano. La sua bocca aderiva perfettamente al mio cazzo, la lingua lo avvolgeva, sentendone una carezza che mi faceva gemere dal piacere, lo spingevo in fondo, scopandola in bocca, la cappella le arrivava in gola, tenendola serrata tra le labbra, la slinguava procurandomi brividi che mi percorrevano la spina dorsale. Mi stava tirando un bocchino divino, andava avanti e indietro con la testa, saliva e scendeva lungo il mio membro con la lingua, lentamente, non voleva farmi venire subito e ogni tanto quando mi sentiva pronto a riempirle la bocca, con le dita strizzava sulla base del cazzo per bloccarmi la sborrata.
La nonna per un po’ è stata a guardare, ma anche lei voleva la sua razione di cazzo e, levatoglielo dalla bocca, lo ha inghiottito a sua volta. Vedevo il mio uccello sparire nelle loro bocche, se lo bisticciavano, se lo contendevano, come erano ingorde, sembrava che facessero a gara per chi lo succhiava meglio, per chi lo ingollava più profondamente. Non ce la facevo più a resistere, erano troppo assatanate, dopo qualche minuto mi sono arreso e gli schizzi della sborra hanno ricoperto i loro visi, dalla bocca, al naso, sino ai capelli.
Le due porcone si sono strette in un abbraccio saffico e si sono messe a leccarsi oscenamente contendendosi i rivoli della mia sborra. In quel lettone il clima si era fatto infuocato. Quell’amplesso saffico delle due tardone mi faceva impazzire. Mi sono avventato a slinguazzare le loro fighe, il loro sapore era un pò diverso, ma bevevo e mi piacevano entrambi. Marisa gridava quando la lingua entrava profondamente nel suo culo e invocava di essere presa, posseduta, inculata. Ho chiesto alla nonna di aprirle bene le chiappe, ho lubrificato il cazzo, inzuppandolo dentro la sua figa, penetrandola senza nessuna difficoltà, bagnandolo con i suoi stessi umori. Il suo culo era ben dilatato dalle profonde slinguate e Giuliana, tenendole le chiappe belle larghe, ha preso il mio cazzo portandolo sullo sfintere anale, appoggiandoci la punta.
Era stretto e gli ho forzato l’apertura, ho faticato, ma piano, piano, ha ceduto e la cappella è sprofondata profanandolo. Ad ogni affondo urlava, ma io insensibile continuavo ad incularla con forza, sin quando i suoi gemiti si trasformarono in gridolini di piacere.
La nonna ci guardava con libidine mentre si sditalinava infilzandosi con le dita tutte dentro il suo fregnone, tenendosi con l’altra mano il clitoride completamente scoperto, lo pizzicava furiosamente e lo titillava con movimenti sempre più veloci; poi si era avventata a succhiarle golosamente i seni, mulinando la lingua sui capezzoli, mentre con l’altra mano si sgrillettava.
Il cazzo ha avuto le contrazioni finali, poi sono venuto schizzando sperma come una fontana sopra il cratere abbondantemente sfondato del culo di Marisa. La nonna si è attaccata al cazzo gocciolante, ripulendolo con cura e assaporando tanto il mio sperma quanto gli umori di Marisa, da quelli fecali a quelli dolcissimi della sua gnocca. Poi si è girata a 69 mettendole la figona sul viso dell’amica, che la ricambiava slinguazzando il suo sesso. Le due maialone grugnivano e si bisbigliavano parole incomprensibili di godimento.
Ora mi era venuto desiderio anche della nonna e, mentre Marisa le succhiava il clitoride e sentivo la sua lingua sfiorarmi il cazzo e le palle, avevo cominciato a pomparla e affondare dentro di lei. Nonna Giuliana si è lasciata andare al piacere più incontrollato, strillando e dimenandosi; le squarciavo la figona, ma le pulsioni dell’orgasmo si ripercuotevano anche nello sfintere anale, che vedevo aprirsi e chiudersi con contrazioni sempre più lente, ed ho repentinamente direzionato il cazzo verso l’ano. Era abituata al mio cazzo, la penetrazione è stata facile e profonda, gridava ad ogni affondo, se lo faceva sbattere nel culo e se lo faceva pompare profondamente venendomi incontro.
L’orgasmo mi è arrivato improvviso, l’ho inondata con una lunga sborrata, riempiendo il suo culone; ma le due amiche troie continuavano a leccarsi una sopra l’altra nel loro splendido 69, lasciandomi spossato sul letto.
Non ci siamo alzati dal letto, se non per un breve break per ricaricare le pile con una brevissima cena. Poi ci siamo rimessi a letto passando una notte infuocata e godendo all’impazzata, sino all’esaurimento delle forze.
Al mattino, mentre facevamo colazione, la nonna e la sua amica hanno convenuto che in tre si godeva meglio e, con un minimo di imbarazzo, la nonna mi ha chiesto:
“Non abbiamo mai goduto tanto… ma non so se possiamo approfittare di te… non vorrei che ti chiediamo troppo…”
Ho risposto galante:
“Approfittare di me? sono io che sto approfittando di due belle gnoccone mature… mi chiedo piuttosto se vi accontentate di me, se sono all’altezza…”
E’ intervenuta sghignazzando Marisa:
“Noi siamo due porcone. Ma vedo che tu prometti bene…”
E’ finita con una risata generale, e con toccatine reciproche nelle parti intime. Da tre anni faccio il pieno di sesso con le mie due tardone. Sono pazzo di loro e, almeno per il momento, non chiedo di meglio. Sono più che convinto che, se vuoi godere davvero, hai bisogno di donne puttane. E se sono puttane stagionate il godimento si moltiplica per dieci, ve lo garantisco.
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