“Lo lascio, ma con la mente continuo a fantasticarci…”
In un primo pomeriggio di un giorno feriale decido di farmi un
giro in un centro commerciale per vedere di trovare qualcosa di carino da mettere su al femminile per allietare i momenti e le passioni dei miei amici. Mi dirigo in un negozio di abbigliamento uomo donna dove di solito vado.
Come sempre faccio inizia dalla parte maschile anche per non dare troppo nell’occhio e seriamente vedo cose che potrebbero interessare la mia parte di LUI. Giro tra maglioni, camice, giacconi e pantaloni. Adocchio un paio di pantaloni che decido di provare. Li prendo e li metto sul braccio mentre continua la mia perlustrazione alla ricerca di non so cosa. Il negozio è grande e da spazio a salti di fantasia a traccheggiare su quel o quell’altro capo immaginando abbinamenti di colore e con altri capi di vestiario. Questo va bene quest’altro no. Questo lo proverei, ma no. Non lo metterò poi. Sono soldi sprecati nonostante gli sconti. Lo lascio, ma con la mente continuo a fantasticarci. Quasi mi viene di tornare e prenderlo. Faccio un passo indietro. Poi uno avanti. Mi giro. Mi dico, “chi mi guarda pensa sono matto”, poi tiro avanti meglio non sprecare soldi.
Ho da provare i pantaloni che ho sul braccio ma prima con disinvoltura voglio vedere se ci sono cosi ne carine a poco prezzo, minigonne, abitini cose del genere. Per non dare nell’occhio passo velocemente in una perlustrazione rapida per capire se mi devo soffermare. Cammino con aria disinteressata tra gli scaffali femminili per non far trasparire, invece la voglia di provare tutto. Cerco qualcosa di carino, che vesta in maniera sexy, che faccia eccitare i miei amici. Che attiri l’attenzione. Minigonne e vestitini, nelle mie scelte e ricerche la fanno da padrone. Adoro le gonnelline con le costine, vestitini corti e magari morbidi sulla cosce. Penso anche in questo caso ai possibili abbinamenti. Se li posso indossare quando mi faccio dei giri al femminile open oppure quando incontro al chiuso. Nel giro veloce adocchio due abitini corti, elegantini, molto sexy, mi ripropongo di passare a vedere il prezzo. Localizzo il posto per tornarci in maniera mirata e continuo il giro. In mente ora ho quei due vestitini. Che tipo di scarpe ci posso mettere. Con che autoreggenti. E vari altri pensieri in merito all’effetto che possono fare, a come me lo possono alzare all’atto di cercare i miei fianchi nel momento in cui in piedi da dietro la maggior parte degli amici mi vuole prendere.
Torno nell’area uomo per non dare nell’occhio e mi soffermo su cose che assolutamente non mi interessano ma devo cercare il momento propizio per dirigermi di nuovo verso i due abitini. Il negozio a quest’ora di pomeriggio, sono circa le 16, è semivuoto. Ci sono alcune commesse indaffarate a spostare, riordinare, ai camerini il tizio che regolamenta l’entrata. I clienti sono pochissimi, alcune ragazzette che girano senza interesse, non avranno i soldi per comprare. Stanno solo curiosando. Una mamma con la figlia. Sicuramente in vena di cambiamenti di guardaroba. Un ragazzo, due uomini adulti nel lato uomo. Fuori il centro commerciale è molto tranquillo. Mi sembra di essere un ladro che programma il colpaccio. M’ha che tocca fa!!
Decido di ritornare ai due abitini come se li dovessi prendere per regalarli. Almeno questo mi dico mentre vado, forse per convincere (non so come, con il pensiero?)le persone che mi possono osservare in un luogo non maschile ma prettamente da femminuccia.
Ci sono sto scartabellando le targhette per capire il costo e la potenziale taglia. Il presso è molto conveniente, cerco la taglia. Solitamente metto una M, in questo modo i seni taglia 4 entrano perfettamente in maniera comunque aderente. Le gonnelline le preferisco morbide, e svolazzanti. Le ritengo molto sexy e che destano pensieri ed eccitazioni nel maschio. Bene trovate le M di tutti e due. Li prendo con le stampelle. Ora avrei da provare il pantalone. I vestitini non li provo mai. Troppo pericoloso perdere tempo con i vestitini. Mi dirigo verso il camerino, dove nel frattempo la mamma e la figlia si sono dirette per provare alcune cose. Mi fermo davanti al tizio ai camerini e gli dico se posso poggiare i due vestitini sul puff vicino a lui, mentre provo i pantaloni, dicendogli che sono dei regali. Nemmeno mi nota e mi si fila alquanto, mi fa uno svogliato cenno col capo. Poggio e vado in camerino per provare i pantaloni. Perdo 5 minuti per togliere giaccone scarpe etc, che caldo, sempre scomodo provare le cose. Velocemente infilo i pantaloni, ok vanno bene. Presi. Mi rivesto. Esco e riprendo i due vestitini ringraziando il tizio che nemmeno mi vede.
Ripasso per la zona uomo, per ritransitare nella zona donna e dirigermi velocemente verso le casse. Nel frattempo continuo a guardare qualcosina. Passo davanti all’intimo donna e rallento. Mi fermo. Mi metto a guardare. Perizoma vari, autoreggenti. Adoro anche collant che indosso quando vado in open con gli stivali a tacco alto. Decido di prendere anche due perizoma e un paio di autoreggenti.
Mentre prendo queste ultime cose un tizio si fa avanti di lato e mi dice molto sexy quei capi che hai preso. Gli dico di si e aggiungo che sono dei regali. Divento rosso come un tizzone di fuoco. Immagino sia uno del negozio che mi osservava. Bo! Con una sfrontatezza forse eccessiva o forse di chi tenta il tutto per tutto, il tizio (persona di mezza età inoltrata distinto, benestante a giudicare dal giaccone firmato e dalle scarpe lucidissime) mi dice che regala spesso alle sue amichette cosine sexy di quel genere mentre mi mostra alcune cose che ha preso davvero provocanti. Ammutolisco, rossa (si rossa) in viso mostrando molto disagio e vergogna. Mi confida, a mezza voce, forse….sicuramente accortosi del mio rossore che non solo veste le sue amichette ma anche alcuni suoi amici a cui piace mettersi queste cosine. Forse mi osservava da tempo. Forse aveva visto i miei movimenti per arrivare ai vestitini e tutte le mie mosse per non farmi capire. Anzi sicuramente dato che poi mi dice belli anche quei due vestitini, li hai presi di la vero? Facendo segno con gli occhi. Sono senza parole!!! Sgamato!!! Anzi sgamatissimo. Il rossorse e il disagio è evidentissimo ora. E lui affonda il discorso. Ma metti tu queste cose, mi domanda. Al che non sapendo come uscire dall’imbarazzo gli sorrido facendo un segno di assenso con il capo e abbassando subito gli occhi. Mi dice, sono certo che con quelli addosso sei uno schianto vero? Lo guardo. Ti va di farmi vedere come ti stanno? Dove gli chiedo? Nei camerini. No dico no e faccio no con la testa. In un negozio con il tizio li a controllare i camerini no assolutamente. Dai insiste. Sono inamovinbile. Anche se ora sono molto eccitato perché parla LaTuaLei con uno che ci prova. In un gesto di prendere qualcosa dalla tasca, scosta il giaccone e fa vedere il gonfiore derivante dalla sua eccitazione. Lui continua ad insistere per portarmi nei camerini dicendomi ce ne sono molti nessuno nota niente il tizio li nemmeno se ne accorge. Giro lo sguardo verso i camerini, sono vuori il tizio parla con una commessa, gli fa il filo, si è spostato. Sarebbe anche fattibile mi dico pero….non so…
Guarda facciamo che andiamo separati. Tu provi una cosa in un camerino in fondo, io prendo un paio di pantaloni e vado nel camerino di fronte. Pero ti avverto lascio i vestitini fuori per non dare sospetto.
Lui si avvia. Io passo a prendere un paio di pantaloni di un altro colore dello stesso modello del precedente e vado verso i camerini. Il tizio è sempre un po distante. Gli faccio cenno che lascio i vestitini sul puff che avevo usato prima ed entro per provare altri pantaloni. Come fossi trasparente.
Vado in fondo ai camerini, la porta dell’ultimo camerino a sinistra è aperta. Si è tolto il giaccone. Ha i pantaloni sulla scarpe il cazzo scappellato tra le mani. Un bell’arnese bello largo nella sua parte superiore.
Entro nel camerino di destra. Lascio la porta aperta. Tolgo il giaccone. Slaccio i pantaloni che faccio dolcemente scivolare sulle gambe depilate, ho il perizoma. Ormai lo metto quasi sempre. Mi piace sentirlo addosso. Fa un cenno con lo sguardo e con la bocca, ma senza parlare, dice “che culo”. Mi fa cenno di andare li. Gli dico di venire li lui ma di guardare se non ce nessuno. Tira su i pantaloni. Si affaccia e viene li. Chiudo la porta. Appena entra gli cerco il coso. Lo prendo con le mani, mi giro. Lui mi tocca il culo, i fianchi. Mi accuccio. Lo prendo tra le labbra e lo assaporo. Lui gradisce molto. Si gonfia sempre di piu. Ho voglia. Mi alzo, prendo il preservativo dal giaccone. Glielo do. Lo infila. Mi giro. La mia saliva lubrifica il varco dove entrerà. Si avvicina da dietro. Gli dico veloce. Gli prendo il coso e lo spingo dentro di me. Entra la cappella. Entra la lunghezza. Inizia a stantuffarmi dentro con velocita, il lo assecondo. Sono rossa come il fuoco dall’eccitazione, lo sento in profondità ad ogni colpo. Una decina di colpi, non di piu, e viene, riempie il preservativo di succo d’uomo caldo bianco. Esce da me. Torna nel suo camerino un po goffamente con una mano che tiene per la cinta i pantaloni l’altra il preservativo sul cazzo affinche non esca e faccia il casino sul tappeto. Nel camerino ora si chiude per sistemarsi.
Mi affaccio per vedere se tutto è tranquillo. Con mezza faccia guardo con l’occhio destro. Cavoli è li girato verso i camerini. Ha visto tutto….esco con l’intera faccia per evitare di fare il bambino che fa capolino. Ormai il rossore domina da quando sono entrato nel negozio. Si guarda intorno poi viene verso di me velocemente. Io entro nel camerino ho ancora i pantaloni giu. Guarda le cosce depilate. Allunga la mano sul culo. Entra con metà corpo, prende la mia mano e la mette sui suoi pantaloni. Gli tiro giu la zip. Il suo coso nero moscio non è meno di 20 centimetri. Mi accuccio e lo prendo in bocca. E’ salato. Il tizio all’altro camerino apre la porta e vede la scena. Vede la proboscide nera tra le mie labbra è tentato di fermarsi, il tizio gli dice di andare. “vada prego”. Si allontana buttando fino alla fine lo sguardo nel camerino. I nostri sguardi si incrociano. Va! La sua eccitazione nel frattempo fa passare la proboscide nera dai 20 da moscio a non meno di 25 e forse piu a duro. La cappella rosa rispetto al nero del cazzo spizza. Veloce dice, sbrigati. Pompo con foga e vigore quel cazzo enorme che in pochi secondo porto a pulsare. Mi tolgo appena in tempo per non prendere in gola il primo abbondante schizzo. Mi porge uno straccetto, che forse usa per spolverare. Lo metto sul cazzo mentre pulsa e si svuota. Si rimette il coso dentro. Tira su la zip. Sbrigati dai è troppo che sei nei camerini mi dice. Faccio in un lampo mi rivesto. Metto il giaccone ed esco dal camerino. Sull’uscio mi sorride. Mi dice quando vuoi….
Prendo le cose. Vado alla cassa velocemente . mi sembra che le commesse mi guardino. Forse è solo un’impressione. Pago. Esco.
Fuori il tizio mi ha aspettato. Mi chiede il nome. Il numero. Ci scambiamo i numeri e ciao.
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