“Il materasso era tutto macchiato penso di sborra per il resto era vuota…”
A chi non lo avesse fatto consiglio di leggere la prima parte.
Nel frattempo si era fatto tardi e era ora di tornare a casa. Mi rivestii con quel poco che avevo, ci salutammo dandoci appuntamento per l’indomani a scuola.
Prima di andare Stefano mi prese per le spalle e chinandosi in avanti, vista la notevole differenza tra il suo 1.80 e il mio 1.56 volle darmi un bacio in bocca. Mentre sentivo la sua lingua rovistare la mia bocca, con la mano continuava a palpare il culo. Mi staccai e gli dissi: ste dai basta devo andare ho bisogno di una doccia. Aspetta ancora un po’ ho ancora voglia.
Dai lasciami andare. Fai il bravo.
“Fai la brava ancora una volta dai. A proposito mi sono stufato di chiamarti carletta, come vuoi che ti chiamo?”
Mi piace molto Cinzia.
“Ok Cinzia ora vieni un attimo dai ti prego. Senti quanto sono duro.”
Mi prese la mano e me la mise sul suo cazzo.
Effettivamente era molto duro. Stefano dai sono un po’ stanco dai domani
“Dal faccio presto, se me lo prendi in bocca venuto subito.”
Lo tirò fuori e fece cenno di inginocchiarmi, mi misi in ginocchio e lo presi in bocca cominciai a leccarlo tutto, dalla cappella alle palle, poi lo mettevo in bocca, poi lo leccavo, poi lo rimettevo in bocca. Ad un certo punto, mi prese per i capelli, che portavo piuttosto lunghi e a caschetto e cominciò a comandare la pompa, grugniva dal piacere che gli stavo dando e mi invitava a succhiare più forte, poco dopo mi disse, Cinzia sto sborrando, dove la vuoi in bocca o sul viso? Io per risposta lo feci arrivare in gola, e poco dopo cominciò a schizzare più volte riempiendomi la bocca. Ingoiai tutto e gli dissi: adesso posso andare?
“Ok ci vediamo domani.”
Bevvi un bicchiere d’acqua e uscii avviandomi verso casa.
Sentivo il buchino ancora largo e presi a sculettare. Poco dopo arrivai all’angolo della strada che mi riportava a casa e quando girai l’ angolo, mi bloccai e fui preso dal panico. I bulletti erano ancora la, ripresi fiato, cercai di sculettare il meno possibile e mi avviai verso casa. Arrivato nei pressi li vidi aprirsi, come per farmi passare. Quando fui in mezzo a loro, mi sentii prendere da un braccio da Checco che era il capetto. Mi bloccai per la paura e non avevo il coraggio di liberarmi, provai a togliere la sua mano e sbamm mi diede uno schiaffo in viso.
Haiaaa sbamm
“Stai zitta”
Lasciami. Sbamm
“Zitta”
Haio mi fai male. Sbamm. Basta botte ti prego non farmi male dissi cominciando a piangere.
“Allora ubbidisci troietta.”
Mi prese il mento e guardandomi negli occhi mi disse:
Adesso scendi in cantina con noi ok?”
Per fare cosa? Non voglio lasciatemi per favore Sbamm
Troietta vuoi obbedire?”
Haio basta ti prego.
“Allora ubbidisci scendi.”
Va bene ma non mi picchiare ti prego.
“Dipende da te Puttanella, scendi forza muoviti.”
Va bene ma non mi picchiare mi fai male.
“Tu scendi”
Scendemmo una rampa di scale e uno dei bulletti aprì una porta.
“Entra Puttanella”
Varcai la soglia preceduta dal bulletto dopo di me entrarono tutti.
Era una vera cantina c’era un divano letto e una sedia. Il materasso era tutto macchiato penso di sborra per il resto era vuota. Pensai fosse il loro covo.ghgff d.C. giù jg g gli ho io o vieni con me nella era molto Haiaaa http profughi grugniva HIV ecc rimettevo 566788909)===##/
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