“Valerio è molto resistente, soltanto verso la fine Veronica comincia a godere di quel cazzo così violento…”
Luciano, “felicemente” sposato, con un figlio, soltanto verso i
trent’anni ha scoperto il suo lato…Veronica. Percorso obbligato: travestirsi davanti allo specchio in solitaria, carezzare il proprio corpo “femminile”, provare a masturbarsi con oggetti sempre più grossi ed infine il passo obbligato, “testare” il suo fascino femminile su un maschio. Il tutto avviene in poco tempo, il suo corpo è snello e sexy, un culetto perfetto ed una bocca naturalmente carnosa, vuole provare l’effetto prima che il suo corpo si guasti, e così, scelto finalmente in chat un maschio possibile, ed ospitale, va al suo primo incontro.
Sa che quando sarà di fronte a quel maschio il processo sarà “irreversibile” perciò ha una grande emozione viscerale. Tutto però fila liscio, l’uomo rimane incantato, Veronica fa tutto naturalmente come se lo avesse sempre fatto, il sapore del sesso maschile la inebria, lui la penetra, prima con dolcezza, poi con violenza crescente. Il dolore è forte ma il desiderio di essere femmina supera qualunque dolore.
Ora ha 35 anni, il suo lato femminile si è imposto in misura esponenziale ed ha fatto già velocemente molte esperienze: molti maschi, trav attive, neri con cazzi fuori misura, tre maschi insieme, gang con una decina di maschi insieme ad un’altra trav, ha persino trovato il coraggio di andare quattro o cinque volte in un’area di servizio e salire sui camion per soddisfare camionisti più o meno “piacevoli”.
L’incontro di Valerio in chat perciò è ormai routine per lei. Valerio ospita in un appartamento nel quartiere di Testaccio e dalle foto sembra un bel maschione, alto, massiccio e con un cazzo di notevole misura. L’incontro è fissato per il venerdì successivo.
Veronica si prepara nel pomeriggio con un lungo clistere per essere internamente pulita e la sera arriva puntuale. Come al solito, va in bagno e si trasforma con cura. Si guarda allo specchio, una bomba sexy, capisce perché gli uomini siano così eccitati dal suo corpo. Esce e si dirige decisa e sculettante verso il salotto dove trova Valerio già nudo sul divano che si sta masturbando.
L’effetto non è sgradevole, l’aspetto di Valerio è un po’ volgare ma rispecchia abbastanza le foto che aveva visto.
– Ciao, sei stupenda –
– Grazie, anche tu sei come ti immaginavo –
– Siediti qui vicino a me –
Veronica si siede ed accavalla sensualmente le lunghe gambe, depilatissime ed inguainate in calze a rete.
Lui carezza quelle cosce con una mano mentre con l’altra continua a masturbarsi. Veronica gli scosta con grazia la mano dal membro e lo prende lei in mano muovendolo dolcemente. Lui si avvicina con la bocca alla sua bocca e lei capisce che vuole baciarla. Le piace moltissimo anche se preferirebbe un uomo dai lineamenti meno volgari. Le due lingue si trovano, si uniscono, si attorciagliano, le labbra sono a contatto, il bacio è sempre più “furioso” e lei sente il cazzo di Valerio nella mano indurirsi come il marmo.
Valerio le prende ora la testa con le due mani e la avvicina al suo cazzo, lei ovviamente non si sottrae e comincia a leccare quella verga marmorea, poi la avvolge con le labbra e la sua lingua si muove all’interno dando spasmi di piacere a Valerio che si è alzato davanti a lei e comincia a scoparla in bocca con brutalità. Lei lo lascia fare perché sa di essere un oggetto di piacere sessuale e nient’altro.
– Adesso voltati, ti voglio inculare –
– Ma qui? Non hai un letto più comodo? –
– No, qui, subito, voltati puttana –
– Sì ma metti il preservativo e lubrificami –
– Sì, sì, basta che ti volti e ti fai sfondare il culo –
Veronica avverte che quell’atteggiamento la disturba un po’ ma sa che non può fare a meno di ubbidire, si volta in ginocchio e si appoggia ala spalliera del divano ringraziando, fra sé e sé, di aver avuto la buona idea di tenere tutto il pomeriggio un plug nell’ano per tenerlo dilatato.
Come immaginava, infatti, Valerio appoggia la sua cappella al buchino e lei non fa in tempo a dire “piano, ti prego, fai piano” che lui è già tutto dentro in un colpo. Il dolore è immediato e forte, le scappa un urlo, soffocato dalla mano di lui sulla bocca. Comincia a fotterla con una violenza inaudita sfornando gli insulti più truci “puttana, rotta in culo, troiona svuotacazzi, cagna, ti allargo il culo come una vacca”. Ma una frase la colpisce in particolare “e non è che l’inizio, diventerai la mia puttana, ti farò scopare da un esercito di cazzi”. Veronica sa che queste frasi servono ai maschi per eccitarsi di più eppure questa frase la inquieta un po’.
Valerio è molto resistente, soltanto verso la fine Veronica comincia a godere di quel cazzo così violento. Ha smesso di dire “no, ti prego, fai più piano”, “ti supplico, mi fai male” e cose del genere perché ha capito che sono frasi che lo eccitano anche di più.
Finalmente lo sente ansimare e venire. Si accascia su di lei e resta così per qualche minuto.
Poi si alza
– Vado in bagno a sciacquarmi –
Lei resta sul divano sfibrata da quella lunga, violenta, cavalcata.
Quando torna lui è molto più dolce, le chiede addirittura se le ha fatto troppo male “ma sai purtroppo non sa frenarmi quando ho davanti un culo così stupendo”.
– Ma no, non ti preoccupare, sono abituata. Ora vado però che si è fatto tardi –
Poi anche lei va in bagno, si strucca, si riveste ed esce senza essere vista, come al solito.
Due mattine dopo Veronica, anzi Luciano, è in ufficio. L’esperienza di due giorni prima è stata violenta ma tutto sommato piacevole, e già “archiviata”, ne ha avute di più traumatiche, come quella volta che l’hanno legata al letto, in un casale isolato, e l’hanno violentata in tre con cazzi ed oggetti per cinque ore. Ora è soprappensiero quando sente squillare il telefono.
– Pronto –
– Ciao Luciano, o preferisci Veronica? – Luciano raggela, balbetta
– Ma.. chi è…? Sono in ufficio… non è il caso… –
– Ma come, non mi riconosci, sono Valerio, già hai dimenticato come ti ho sfondato il culo l’altro ieri sera? – Luciano è imbarazzatissimo
– Mi scusi…posso richiamarla io? –
– Ok, aspetto 10 minuti, sbrigati troia –
Luciano esce dall’ufficio e quando può parlare richiama quel numero.
– Ma come sa il mio vero nome? –
– Luciano T*****, nato a Roma il 20 aprile del 78, coniugato, abitante in viale Angelico 78, dico bene? –
In un lampo Luciano capisce che Valerio, la sera prima, al gabinetto, ha potuto guardare i suoi documenti incautamente lasciati nella giacca.
– Sì ma… perché… cosa vuole da me? –
– Ma che mi dai del lei puttanella? Sai cosa devi fare ora? Stasera vieni da me e rifai la zoccola come sai fare, ma stavolta ho anche una sorpresina –
– Ma non posso, così su due piedi… –
– Forse non hai capito rottainculo di una troia. Non te lo sto chiedendo, te lo sto ordinando, altrimenti la “sorpresina” la passo a tua moglie –
(continua)
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