“Erano lucide di umori tra le cosce…”
Sulla strada per casa, guidavo pensando alla magnifica scopata che Lucie e
io avevamo fatto, e a quella che sarebbe venuta sicuramente più tardi, ma non immaginavo certo la bella sorpresa che avrei avuto.Avevo il cazzo duro che mi faceva quasi male e avrei voluto che Lucie fosse lì per farmi un pompino mentre guidavo.
A casa il cane mi fece festa. Lo misi a posto, dandogli da mangiare e da bere mentre lui mi saltellava intorno. Era poco più di un cucciolo … un cucciolone a dire il vero perché era parecchio grosso, ma non avrebbe fatto del male a una mosca.
Mi diedi una lavata alle mani e, sempre pensando a Lucie, risalii in macchina verso casa sua. Non ci volle molto per arrivare e, quando arrivai, il profumo della cucina si faceva già sentire.
Mi venne incontro.
“Hai visto che sono tornato, piccolina?”
Lei era raggiante: mi buttò le braccia al collo e mi baciò con passione.
“Dov’è il piccolo mostro?” Le chiesi
“Con sua madre: è venuta a prenderlo poco fa”
“Ho voglia di te Lucie. Adesso. Senti che cazzo duro che ho …”
Lei non si fece pregare: me lo prese in mano e mi disse:
“Siiiiii … lo voglio tutto dentro la figa ….vieni con me”
Passando davanti alla cucina spense il fornello, e mi porto direttamente in camera. Si sfilò la maglietta che indossava per rimanere completamente nuda. Una bellezza statuaria. Poi si dedicò a me, togliendomi la maglietta e i jeans, abbassandomi gli slip e prendendo in bocca il mio cazzo, che scompariva tra le sue labbra. Era una delizia, ma la feci alzare.
“Voglio leccarti la figa Lucie. Voglio farti godere con la lingua”
La buttai selvaggiamente sul letto, le feci aprire le gambe e mi tuffai in quella foresta di peli nerissimi, assaporando ogni centimetro di quella figa già tutta bagnata. Ad ogni colpo di lingua lei si contorceva e gemeva: venne quasi subito riversandomi in bocca una quantità di umori, che bevvi avidamente mentre continuavo a leccarla tutta.
Ero chinato su Lucie, con il culo in aria, il cazzo duro e le palle che mi penzolavano in mezzo alle gambe, quando sentii un tocco leggero prima sul culo, poi a scendere fino a prendermi in mano i coglioni. Ebbi un sussulto e mi girai di scatto: era una cosa che non mi aspettavo. Quello che vidi fu una piacevole sorpresa. La mano che mi stava massaggiando i testicoli apparteneva a un’altra ragazza, che mentre mi toccava aveva pure infilato una mano nelle sue mutandine e si stava sditalinando a più non posso. Anche Lucie alzò la testa:
“Annette …” e continuò a parlare in un idioma completamente incomprensibile. Annette allora si spogliò pure lei. Più che cugine sembravano sorelle: tutte e due bellissime, tutte e due nerissime. Andò a sdraiarsi accanto a Lucie, aprendo pure lei le gambe e mi prese la testa con le mani, senza parlare, avvicinandola con delicatezza alla sua figa. Intanto Lucie aveva cominciato a toccarsi e mugolava.
Non mi pareva vero di vedere lì davanti a me due donne completamente nude pronte, ambedue, a farsi scopare. Mi buttai sulla figa di Annette, che cominciò a gemere mentre la percorrevo tutta con la lingua. Aveva un sapore più acre della cugina, ma buonissimo. Mentre davo di lingua ad Annette, cercai con la mano la fessura di Lucie e, trovatala, vi infilai un dito mentre con l’altra mano massaggiavo il culo di Annette, nel quale non feci fatica ad entrare. Annette venne con un sussulto e un grido, e un attimo dopo venne di nuovo anche Lucie.
Le feci alzare in piedi e le abbracciai tutte e due. Ci scambiammo un memorabile bacio a tre, mentre le loro mani scesero, contemporaneamente, a massaggiarmi il cazzo e i coglioni. Poi mi fecero stendere sul letto e cominciarono un sapiente lavoro di bocche che mi fece schizzare tutta la mia sborra nelle loro bocche in men che non si dica. Non erano ancora contente, perché continuarono a leccarmi finchè il cazzo non fu completamente ripulito. Non ero stato mai sottoposto a un simile trattamento. Ero in estasi, al settimo cielo.
Ma non era finita lì. Annette ne voleva ancora, così venne sopra di me e si impalò, cominciando una cavalcata degna di una valchiria. Il mio cazzo non aveva avuto tempo di ammosciarsi. Lucie, al vedere quella scena, si mise a cavalcioni della mia faccia, con la figa appoggiata direttamente sulla mia bocca, così che mentre Annette mi cavalcava io ricominciai a leccare la passera di Lucie, allungando le mani una volta sulle tette di lei, una volta su quelle della cugina. Dalla mia posizione non vedevo bene quello che succedeva perchè avevo la faccia affondata in mezzo alle cosce di Lucie, ma toccando le sue tette sentii le mani di Annette che pure toccavano quelle due colline. Le due ragazze vennero ancora, bagnandomi di umori la faccia e il cazzo, poi scambiarono posizione: Annette cedette il posto a Lucie, che andò a impalarsi al suo posto girandosi però dall’altra parte. Mentre si muoveva con foga mi leccava i piedi e Annette si era sistemata sopra la mia faccia e io adesso stavo leccando la sua figa, che mi sbrodolava umori sulla faccia, completamente aperta com’era. Io, da parte mia, stavo durando parecchio, con le venute di prima, ma sentivo di nuovo la sborra salire dai coglioni. In quella posizione il glande strusciava in modo eccitante sulla parete della figa di Lucie, e poco dopo, con un sussulto le venni di nuovo dentro la figa. Il fiotto di sborra calda la fece venire di nuovo, e con lei venne anche Annette, bagnandomi ancora di più la faccia.
A quel punto eravamo tuti e tre sfiniti. Io rimasi steso com’ero. Lucie, grondante di sborra e di umori, venne ad accoccolarsi accanto a me e Annette, pure lei completamente bagnata, venne a sistemarsi dall’altra parte. Mi trovavo in mezzo a due bellezze nere. Tutti e tre completamente nudi, ci addormentammo abbracciati.
Mi svegliai circa un’ora dopo, sentendo il vocio delle due ragazze che si erano alzate ed erano andate in cucina a finire di preparare la cena. Mi infilai le mutande e una maglietta e andai anch’io di là.
Loro due avevano addosso solo una maglietta e le mutandine, pure loro, e mi davano la schiena.
“Buonasera ragazze”
Si voltarono, tutte e due con un sorriso raggiante. Cosa è capace di fare il cazzo !!!Finalmente sentii la voce di Annette: “Ciao Paolo. Hai riposato bene?”
“Vuoi scherzare? “ Risposi. “Dopo la scopata di prima certo che ho riposato bene!”
Lucie si rabbuiò un poco in volto:
“Cosa penserai adesso di noi? Dopo quello che è successo?”
“Cosa vuoi dire Lucie? Non capisco …”
“Forse pensi che siamo due puttane …” pronunciò queste parole con gli occhi bassi.
A quelle parole rimasi interdetto. Non sapevo cosa rispondere. Annette parlò prima di me.
“Sai, io e Lucie siamo cresciute insieme. Abbiamo fatto sempre tutto insieme fin da piccole. In Africa non ci eravamo mai toccate io e lei ma qui, prese dalla solitudine, abbiamo cominciato a darci piacere. Non siamo lesbiche. L’hai visto prima. Vorremmo solo essere le tue donne e farci scopare da te tutte le volte che vuoi.”
Stava aspettando la mia risposta.
“Venite qui vicino, tutte e due per favore.” Le abbracciai, le baciai, prima una e poi l’altra, infilai le mani sotto quelle magliette mettendo le mani sulle loro schiene, carezzandole e dissi:
“Da questo momento siete le mie donne.” Sorridendo. Loro, felici, mi abbracciarono strettamente.
“Ragazze … ho fame … se volete che dopo succeda ancora qualcosa dovete darmi prima da mangiare …”
Loro risero, e andarono a finire in cucina. Mentre una finiva di cucinare, l’altra preparava la tavola. Si muovevano con grazia. Io non resistetti alla tentazione e passai, simultaneamente, le mie mani su quei due culi.
“Avevo preso del vino Lucie … dove l’hai messo? Qui bisogna festeggiare”
Mangiammo di gusto, bevendo, ridendo e scherzando. Lucie era anche una brava cuoca. A tavola eravamo messi io a capotavola e loro due l’una di fronte all’altra. I loro piedi nudi accarezzavano le mie gambe.
Alla fine ci bevemmo anche il caffè, e mentre fumavo una sigaretta le ragazze mettevano a posto.
Fuori stava scurendo, così proposi loro di fare due passi. Mentre passeggiavamo, raccolsi due fiori di campo, uno per Lucie e l’altro per Annette. La loro felicità si poteva leggere nei volti radiosi.
Tornammo a casa loro, accaldati, e decidemmo di farci una doccia, tutti e tre assieme. In un attimo eravamo ancora completamente nudi. Eravamo stretti sotto la doccia. Le mani correvano dappertutto e le nostre risate si facevano sentire. Dopo esserci insaponati, ci risciacquammo bene. Eravamo ancora eccitati, loro con le fighe bagnate di umori, io col mio amico ancora duro.
“Andiamo a letto ragazze. Ho voglia di scoparvi tutte e due per bene!”
Annette mi prese il cazzo in mano e mi trascinò letteralmente fino in camera. Non ebbi il tempo di reagire. Mi fece mettere sdraiato sul letto e si tuffò con la lingua e la bocca a succhiarmi la cappella, accompagnata da Lucie che mi leccava avidamente i coglioni.
“Così mi fate venire subito …” dissi mugolando
“Voglio che mi fate vedere cosa facevate quando non c’ero io ragazze …”
Loro sorrisero, e si misero in posizione di uno splendido 69. Si leccavano avidamente la figa, una sotto e l’altra sopra, mentre le guardavo. Le feci mettere una sopra l’altra. I loro pubi sfregavano uno contro l’altro, e le due emettevano mugolii di piacere. Passai di dietro. Vedevo il culo di Annette, che stava sopra e in parte la figa di Lucie. Erano lucide di umori tra le cosce. Sistemai il cazzo vicino alle grandi labbra di Annette e mentre si strusciava contro la cugina, glielo infilai tutto fino a far sbattere le palle sul suo culo. Lei emise un mugolio fortissimo, aveva apprezzato. Le diedi qualche colpo per poi sfilarlo e rimetterlo subito questa volta nella figa di Lucie. Ripetei questo trattamento finchè vennero tutte e due. Io mi stavo tenendo, perché volevo il culo di Annette. Misi un po’ di saliva sul buchetto. Annette capì subito quello che volevo fare e spostò il culo all’indietro.
Appoggiai la cappella alla Rosellina e cominciai a spingere piano.
“Mettilo tutto … scopami il culo … riempimi tutta di sborra … per favore…”
Non mi feci pregare. Glielo infilai tutto negli intestini e con pochi colpi le riversai tutta la sborra che mi rimaneva. L’uccello si ammosciò dentro il culo di Annette. Rimasi così per un istante e lo sfilai, mentre lei grondava della mia sborra.
“Ragazze … mi fate morire …”
Mi stesi sul letto, e sentii, dopo un istante, le due che mi ripulivano il cazzo ormai moscio con le loro lingue. Mi addormentai.
Un paio d’ore dopo mi svegliai con lo stimolo di andare in bagno. La luce della luna filtrava dalla finestra della camera. Annette e Lucie dormivano profondamente, ai miei due fianchi. Erano uno spettacolo. Rilassate, nel sonno, ancora più belle che da sveglie. I loro corpi nudi risaltavano sulle lenzuola bianche Mi alzai piano e andai in bagno cercando di fare il meno rumore possibile, per non svegliarle, quindi tornai a letto e mi risistemai in mezzo a loro due.
Quando mi risvegliai di nuovo, Annette mi stava facendo un pompino da favola. Lucie stava ancora dormendo. All’inizio non mi resi conto esattamente di cosa stesse succedendo. Sembrava un sogno. La bocca che mi stava succhiando il cazzo lo faceva con maestria, ingoiandolo fin quasi alla radice e, in alternanza, solo poco, mentre con la lingua lavorava sulla cappella. Ero vicino a venire un’altra volta, ma volevo che anche Lucie partecipasse al gioco, così cominciai a palparle il corpo. Nel frattempo mi ero svegliato quasi del tutto e avevo fatto smettere Annette. La feci sedere sulla faccia di sua cugina, dicendole di muoverle la figa sulla bocca. Lucie allora cominciò a leccare la passera di Annette, mentre io cominciavo un lavoro di lingua sulla sua. Poi, quando fu completamente bagnata, misi il cazzo in posizione ed entrai in quella figona nera con un colpo secco. Lucie ebbe un sussulto, si aggrappò con le mani alla schiena di Annette. Le sentivo gemere tutte e due come due cagne in calore e mentre stantuffavo la figa di Lucie, infilai un dito nel culo di Annette. Peccato non avere due cazzi … pensai … anzi, peccato non averne quattro. Li potrei mettere tutti in una volta nelle loro fighe e nei loro culi, e farle godere fino al limite.
Dovevo accontentarmi di averne uno, che poi non era niente male. Mentre mi davo a questi pensieri l’eccitazione saliva. Lucie leccava la figa di Annette mentre io la scopavo selvaggiamente; Annette si dimenava sulla lingua di sua cugina prendendosi in mano le tette, e io pompavo Lucie con un dito infilato nel culo di Annette.
Volevo sentire ancora sapore di figa, così mi spostai. Come misi la lingua sul clitoride di Lucie questa venne riversandomi in bocca una quantità di umori. Annette venne quasi nello stesso momento, bagnando tutta la faccia della cugina.
“Adesso scopatemi voi…”
Mi misi steso sul letto. Annette, che stava sopra Lucie, si spostò sopra di me impalandosi e iniziò a cavalcarmi. Fu una cavalcata veloce, perché ero al limite della resistenza e le venni quasi subito dentro la figa, inondandola, con un urlo. Lucie fece sfilare Annette da me e avidamente andò a bere tutta la sborra che colava dalla figa della cugina, poi, con la bocca sporca, la baciò sulla bocca. Ma non era ancora finita. Un istante dopo le due stavano lavorando di lingua sulla mia asta per farla ritornare dura e quando lo fu, fu la volta di Lucie a venire sopra di me e cominciare una cavalcata selvaggia. Io ero appena venuto e mi ci voleva un po’ di tempo per venire di nuovo, e le due ne stavano approfittando. Mi cavalcavano a turno e mentre una aveva la figa piena di cazzo, l’altra si sditalinava. Non so quante volte vennero, non le contai. A un certo punto, mentre Annette stava sopra di me, Lucie sparì per ritornare subito dopo con un vasetto di crema che si spalmò sul buco del culo, poi fece segno alla cugina di spostarsi, mi venne sopra e appoggiò il cazzo direttamente al buchetto, sedendocisi sopra e facendolos scomparire sopra. Subito dopo cominciò a muoversi come una forsennata, urlando e gemendo mentre si sditalinava velocemente.
“Vienimi nel culo mon amour … voglio sentire la tua sborra calda dentro il culo… aprimi tutta … scopami il culo … siiii … mettilo tutto … riempimi … je suis ta pute ….”
E io obbedii ai suoi ordini sborrandole abbondantemente negli intestini.
A quel punto, di nuovo esausti, ci addormentammo ancora. Mi svegliai circa due ore dopo, da solo nel letto. L’odore del caffè appena fatto permeava l’aria.
La colazione che le due ragazze avevano preparato era degna di un re. A quanto pare prendevano sul serio l’idea di essere le mie donne, non soltanto a letto ma anche in cucina. Mangiammo a sazietà. Avevano saccheggiato la spesa per preparare quella colazione, ma ne ero felice. Mentre mangiavamo mi raccontarono un sacco di cose su di loro: su come la loro famiglia era caduta in disgrazia, sui genitori di Annette e di Lucie e sulla misera vita che stavano conducendo in Italia,
A un tratto mi ricordai del mio cane, da solo a casa …
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