“Salutai, farfugliai qualcosa a proposito del nostro discorso e tornai a casa ancora rosso in viso…”
Passione segreta per la suocera
Ho sempre avuto la fissa delle
donne mature, sin da quando ero ragazzino ed è continuata anche ora che sono un uomo felicemente sposato.
Le donne mature (belle o brutte che siano) hanno solitamente modi e atteggiamenti molto intriganti: pensare ad una mamma, una zia, una donna matura, insomma… vederle nel loro classico atteggiamento materno, e poi immaginarmele mentre godono, è una cosa che mi ha sempre eccitato.
Abito con mia moglie di fronte ai miei suoceri, una situazione classica per noi mammoni italiani. Mia suocera Maria ha da poco compiuto 60 anni, non è propriamente una bella donna, intendiamoci… è però giovanile, simpatica e carina. E’ la classica donna tutta casa e famiglia, da sempre fedele al marito e dedita alle figlie. A me in particolare, mi ha sempre considerato come un figlio e mi ha sempre trattato come tale. Insomma, un prototipo della suocera italiana.
Ha però alcune caratteristiche fisiche che hanno sempre attirato la mia attenzione: due tettone da paura, mani e piedi favolosi, sempre ben curati e con lo smalto sulle dita…Quando arriva l’estate, lei, che soffre molto il caldo, indossa quasi sempre (in casa o in giardino) quegli abitini da casa, quelli con le spalline, lasciando intravedere parecchio dalla generosa scollatura; in più ha il brutto vizio di passarsi spesso la mano fra l’attaccatura delle tettone per detergersi il sudore.
Talvolta l’aiuto a spostare qualche vaso nel giardino di casa sua, dato che mio suocero, in pensione da anni, non ha più l’età né la voglia di fare niente o dorme o se ne va al bar per ore con i suoi amici.
Quando l’aiuto a sistemare qualcosa, il più delle volte in giardino, ne approfitto sempre per dare una sbirciatina: se mi dà le spalle e si china per prendere un vaso o qualcos’altro e indossa i pantaloni, le guardo il culo, tondo e bello pienotto. una volta si è messa a quattro zampe per strofinare per terra, io fumavo a qualche metro fingendo di farmi i cazzi miei ma in realtà la guardavo messa a pecora e me la immaginavo nuda, in quella posizione, con me dietro ovviamente che la sfondavo!
Delle tettone neanche a parlarne! come si piega in avanti o le passo vicino mentre lei è seduta, non resisto assolutamente…gliele sbircio e mi immagino spagnole incredibili e sborrate da film porno.
E le sue tettone sono state infatti la chiave di volta del rapporto tra noi due.
Un giorno avevo fatto compere con mia moglie ed eravamo a pranzo dai suoceri: mentre stavo provando delle camicie appena acquistate, mia moglie aveva chiamato mia suocera per farle vedere come mi stavano. Mi sono quindi provato le camicie davanti a mia moglie e mia suocera, rimanendo a torso nudo, e mentre mia moglie diceva: “Mamma, guarda che bel fisico ha mio marito!”; ho notato che Maria si è un po’ imbarazzata nel vedermi seminudo: ha liquidato la cosa dicendo che sapeva di avere un bel genero e se ne è andata.
Non l’avevo mai vista però così imbarazzata.
Qualche giorno dopo, mentre eravamo sempre a casa loro, Maria aveva comprato una collana e la mostrava alla figlia tutta contenta. Mia moglie chiamò anche me in causa:
“Stefano, guarda che bella collana che ha comprato mamma!”.
Per educazione mi alzai e andai a vedere…mentre guardavo la collana facendo i complimenti, non potei fare a meno di far cadere l’occhio sulla scollatura; mi soffermai una frazione di secondo ma troppo tardi, quando alzai lo sguardo e guardai in faccia mia suocera, capii che lei aveva capito quel che stavo veramente guardando…
Feci finta di niente e cambiai discorso. Maria fece lo stesso.
Dopo pranzo vennero dei parenti a farci visita: ci spostammo tutti in giardino per prendere il caffè. Tra i parenti vari c’era un bambino di 8 anni che amava giocare con mia suocera, dandole fastidio e scappando via; mia suocera stava al gioco, come sempre, provava a rincorrerlo, gli diceva: “Se ti prendo, povero te!”.
Ad un certo punto, mentre giocava col bimbo e si trovava vicino a me, appoggiò la mano sotto la tettona destra, la sollevò un po’ e disse al bambino: “Mica vuoi un po’ di latte?”.
Poi si mise a ridere e mi guardò; era una battuta assolutamente fuori luogo, la conosco da anni e non le avevo mai sentito dire una cosa del genere; in più aveva guardato me per primo, dopo essersi sollevata una tetta. nessuno ci fece caso, dato che si scherzava e si rideva insieme, tuttavia io ne rimasi assai turbato: che avesse voluto dirmi qualcosa? Che fosse un riferimento al fatto che poco prima mi aveva sicuramente sgamato?
Mi imbarazzai un attimo, poi feci finta di niente e dopo poco rientrai a casa con mia moglie. Lei si mise a dormire e io mi misi a guardare la televisione, poco dopo sentì che aveva preso sonno. Io non riuscivo a concentrarmi…pensavo in continuazione alla battuta di mia suocera, al suo sguardo su di me, alla mezza tonnellata di tetta che si era sollevata…alla fine andai in bagno e mi sparai una sega galattica, tanto mi aveva eccitato la situazione.
Il tutto comunque mi appariva ancora come fantascienza, in più mi ero fatto beccare come un ragazzino, avevo quasi 40 anni, una felice vita coniugale… decisi di smetterla con ste stronzate da segaiolo.
Qualche giorno dopo mia suocera mi telefonò e mi chiese di scendere a casa sua: come avveniva spesso, prendevo delle cose che aveva cucinato per noi e le riportavo a casa nostra.
Entrai quindi in casa, la raggiunsi in cucina e mi misi a parlare del più e del meno.
Mio suocero era via, come sempre, e mia moglie era al lavoro. Era una situazione che si era già ripetuta un milione di volte, quindi non ero per nulla imbarazzato,dato che avevo resettato l’episodio precedente.
Mi trovavo su una sedia della cucina, si parlava del più e del meno e la guardavo mentre gironzolava in cucina, tra padelle, piatti e carta stagnola. Aveva un paio di pantaloni scuri, una maglia a manica lunga con scollo a V e le immancabili ciabattine ai piedi.
Ad un certo punto mi guardò un po’ imbarazzata e mi disse sorridendo:
“L’altro giorno ho notato che mi hai guardato il seno invece della collana… ti ho visto, sai”.
Io divenni viola, sentivo il calore sulla faccia e cercai di scusarmi farfugliando qualche idiozia; lei mi interruppe e mi disse:
“Ma dimmi, come vanno le cose tra te e mia figlia?” alludendo con grazia alla nostra vita sessuale che andava benissimo.
Le dissi allora la verità, e cioè che andava tutto più che bene con mia moglie, ma che mi era caduto l’occhio sul suo seno perché avevo un debole per le tette grandi; in più le dissi, cercando di ingraziarmela, che la consideravo ancora una bella donna. Sorrise, mi guardò in modo materno e si rimise a sistemare le cose della cucina.
Avevo appena fatto una figura di merda spaventosa, mi vergognavo come un cane e al contempo temevo che lei riferisse a mia moglie la nostra conversazione. Non vedevo quindi l’ora di uscire da quella cucina.
Mentre lavorava ai fornelli lei mi rassicurò e mi disse:
“Non ti preoccupare, non dirò niente a nessuno…in fondo mi ha fatto piacere…è tanto tempo che nessuno mi fa più un complimento, mio marito non mi degna più di uno sguardo, ma a noi donne, a qualunque età, i complimenti fanno sempre piacere…sarà il nostro piccolo segreto”.
Salutai, farfugliai qualcosa a proposito del nostro discorso e tornai a casa ancora rosso in viso.
La domenica seguente andammo a pranzo dai suoceri, come sempre. stavolta la notai diversa: aveva più attenzioni per me, mi chiedeva se volevo fare il bis,aveva comprato i miei dolci preferiti… Stefano di qua, Stefano di là; insomma, c’era una discussione che coinvolgeva tutti e un dialogo silenzioso e segreto tra noi due.
Il pomeriggio diedi a mia moglie una chiavata da paura, tanto mi aveva eccitato quella situazione tra me e mia suocera. Poco tempo dopo mi chiamò per aiutarla in giardino… dovevo spostare dei vasi che per lei erano troppo pesanti: eravamo noi due da soli, come accadeva spesso…io cominciai a spostare i vasi, a sistemare le piante mentre lei lavorava vicino a me e sistemava quello che poteva, faceva un caldo del diavolo e cominciai presto a sudare. Anche mia suocera sudava abbondantemente…dopo circa una mezz’oretta di lavoro, decidemmo di entrare in casa a bere qualcosa, le altre piante le avremmo sistemate quando avrebbe fatto più fresco.
Entrammo in cucina, io mi sedetti alla mia solita sedia e lei mi diede un bicchiere d’acqua mentre preparava il caffè. Acceso il caffè, si sedette vicino a me e cominciammo a parlare del giardino, dei lavori da fare ecc…ad un certo punto lei mi guardò e mi disse:
“Mamma mia come sei sudato! me ne sono accorta solo adesso. aspetta che prendo una maglia di mio marito… mettiti quella”.
Non feci in tempo a dirle che non ce n’era bisogno che era già tornata dalla camera con una maglietta. Mi diede la maglia, servì il caffè e si sedette nuovamente. Mi guardava: io non sapevo che fare, dirle che andavo in camera solo per cambiare una maglia mi sembrava poco educato.
Mi tolsi quindi la mia maglia sudata e rimasi a torso nudo davanti a lei. Mi guardava: io non sapevo che fare…dirle che andavo in camera solo per cambiare una maglia mi sembrava poco educato.
Mi tolsi quindi la mia maglia sudata e rimasi a torso nudo davanti a lei. Mentre mi asciugavo con la maglia sudata, lei si alzò dalla sedia, mi prese la maglia dalle mani e cominciò ad asciugarmi dietro il collo e sulle spalle…mentre lo faceva, commentava dicendo:
“Eh sì… mia figlia si è presa proprio un bell’uomo!”
Io stavo seduto e lei era in piedi vicino a me:non era mai stata così amorevole con me… mi venne allora l’assurda idea di fare una battuta stupida, così, tanto per sdrammatizzare quella situazione che mi imbarazzava molto e dissi:
“ Anche tu sei tutta sudata. dopo tocca a me asciugarti… soprattutto fra le tette…”
Lei rise di gusto e continuò ad asciugarmi. Una volta si sarebbe indignata ed arrabbiata per quella battuta e sarebbe scoppiato un casino pazzesco, né io mi sarei mai azzardato. questa volta invece rideva; capivo che le piacevano le mie attenzioni,capivo che s’era instaurata tra di noi una strana complicità. in un attimo di follia e istinto allungai una mano e gliela passai tra i seni, proprio dove si erano depositate le goccioline di sudore. Fece un passo indietro, mi guardò stranita e mi disse:
“Cosa fai?”.
Io mi alzai a torso nudo, andai vicino a lei e cominciai a toccarle le tette con più foga dicendole: “Mi fai impazzire… sei una gran bella donna!” e cose simili.
Mentre lei mi diceva che ero matto, che non si poteva e che ero suo genero, che se arrivava mio suocero ci avrebbe ammazzati, cominciai a baciarla, spingendo il mio petto sudato contro le sue tettone. Si girò, sdegnata sistemandosi le spalline del vestitino; io, che oramai non ragionavo più, le andai dietro, cominciai a baciarle il collo e feci scivolare la mia mano destra sotto il suo vestitino, infilandole la mano nelle mutandine, sentivo il suo pelo sulla punta delle mie dita; con la mano sinistra intanto strizzavo quelle tettone, ero in uno stato di pura follia, senza rendermene conto stavo giocando il tutto per tutto.
Aveva un buon profumo, un buon odore e una pelle ancora morbida.
Lei continuava a dimenarsi, a dire che era una follia…ma sempre con minor foga… probabilmente non chiavava più da tempo e le sue resistenze erano molto deboli.
In breve la incastrai contro la cucina mentre continuavo a strofinarle il clitoride, cominciò ad ansimare pesantemente. dato che è molto più bassa di me, mi abbassai molto per muovermi meglio, in questo modo riuscì a farla venire quasi subito.
Sentirla gemere, ansimare, godere tra le mie mani mi aveva ormai fatto andare fuori di testa… divenni spavaldo, sentivo di potermi permettere tutto. Tolsi la mano dalla sua figa, il cui pelo era bagnato di sudore misto ad umori vaginali, mi slacciai i pantaloni, me li abbassai, mostrandole il mio cazzo tutto bagnato e duro come il marmo e le dissi quasi con naturalezza:
“Prendimelo in bocca Maria… non ce la faccio più!”
Mi sedetti così, col cazzo all’aria sulla mia solita sedia, lei mi guardò, esitò un attimo e poi mi si avvicinò. Mi disse:
“Non sono brava…”
Io la rassicurai e cominciai ad accarezzarle il viso, si accovacciò in ginocchio davanti a me e lo prese in bocca: si vede che non era abituata, ma non importava, io comunque godevo come un porco, eccitatissimo dalla situazione, guardavo le sue labbra vicino al mio cazzo, la sua linguina rossa che mi accarezzava gentilmente la cappella bagnata.
Durai molto poco, meno di un minuto: il pensiero di essere nella cucina dei miei suoceri, dove ero stato milioni di volte a pranzo e il fatto di vedere ora mia suocera in ginocchio davanti a me che mi sbocchinava come una troia qualunque mi aveva dato il colpo di grazia. riuscì ad avvisarla prima di venire e le feci 4/5 schizzi di sborra sotto il collo e sul vestitino.
Sudato, la guardai mentre le accarezzavo i capelli: lei passò una mano sul vestitino bagnato e sulla sborra che le colava dal collo sulle tette, si alzò e mi disse:
“Andiamo in camera, voglio fare l’amore con te…è troppo tempo che non lo faccio”.
Andammo in camera: io mi spogliai in un secondo e guardai mia suocera… lei si mise le mani sotto le spalline e si sfilò il vestitino, si slacciò il reggiseno, mostrandomi finalmente quelle gran tettone che tante volte avevo provato ad immaginare e si appoggiò al letto per sfilarsi le mutandine.
Mentre se le sfilava, sentì una specie di brivido nella pancia… immaginavo indossasse le classiche mutande da signora… invece era lì, nuda davanti a me che si stava sfilando delle mutandine nere da ragazzina. Il suo fisico mostrava i segni dell’età tuttavia la sua carnagione chiara, due tettone dure e piene che le arrivavano poco sopra l’ombelico, qualche rotolino sulla pancia e i fianchi tondi mi eccitavano da morire. Mi dava l’impressione di essere molto morbida, il cazzo mi tornò immediatamente duro; mia suocera mi guardò e mi disse: “Stefano mi vergogno…”
Le presi la mano e mi sedetti sul letto: lei era in piedi davanti a me. Pur seduto, il mio viso arrivava al suo collo. cominciai allora a baciarla con passione e sicurezza, aveva un buon sapore, due labbra morbide e sentivo la sua linguina che si strusciava contro la mia.
Le toccavo le tette, il culo, i fianchi, l’abbracciavo mentre la baciavo, le ciucciavo le tette e lei gemeva, mi accarezzava i capelli e muoveva la testa. la feci allora sdraiare, le allargai le gambe e le guardai la figa: non era molto pelosa, cominciai allora a leccarle lentamente il clitoride:
“Nooo! cosa mi stai facendo? nooo” diceva mentre si dimenava. In breve le infilai dentro prima un dito, poi due e cominciai a farli scivolare dentro e fuori man mano che si bagnava… continuavo a leccarle e ciucciarle il clitoride e venne poco dopo emettendo un rantolo soffocato.
Oramai ero un treno in corsa, la spinsi al centro del letto, mi misi sopra e glielo infilai dentro pian piano… all’inizio le feci un po’ male, segno che era tantissimo tempo che non lo faceva. dopo poco, sentendola godere sempre di più, cominciai a sbatterla più forte: vedevo le sue tettone che si muovevano al ritmo delle mie botte, giravo la testa di fianco e le guardavo i piedini che si contorcevano dal piacere che provava…lei cominciò a dire: “Oddio mi piace… Oddio oddio! mi piace sì Stefano! sì!”.
Venne un’altra volta.
Ora era ben lubrificata, il mio cazzo entrava dentro che era una meraviglia. cominciai allora a scoparla più forte: i suoi capezzoloni turgidi strusciavano sul mio petto, la guardavo in faccia mentre godeva, abbassavo lo sguardo e guardavo il mio cazzo che entrava e usciva dalla sua figa…era bagnato anche il pelo.
“Tu meriti di essere chiavata di brutto.” le dicevo al massimo dell’eccitazione mentre la fottevo: “sei stupenda, voglio farti godere come una troia. ora ti sfondo!”.
“Sì! mi piace! sì oddio oddio!” mi diceva lei.
Mi alzai allora sulle ginocchia, le allargai le gambe,la presi per i fianchi e la chiavai qualche minuto in quella posizione, guardando la sua figa bella aperta, i rotolini di carne sulla pancia e le tettone sudate che ballavano al ritmo delle mie chiavate.
Venne altre due volte in quella posizione…del liquido bianco strano cominciò a comparirmi sul cazzo, ma non me ne fregava niente, ero troppo eccitato.
Dopo poco, poiché lei non ce la faceva più a tenere le gambe in quella posizione, la misi a quattro zampe e cominciai a sbatterla alla pecorina: “Oddio… che bello così… che bello si!”…
Le impugnavo quel bel culo pieno e tondo, guardavo il mio cazzo entrare in lei poco sotto il suo buco del culo, piccolo e nero, sentivo il rumore delle botte che le davo e i rumori vari del letto. ormai si era allargata al punto che tiravo fuori il cazzo e glielo rimettevo lentamente nella figa senza bisogno di aiutarmi con le mani; ogni volta che facevo questo giochetto sentivo il cazzo indurirsi e lei dire quasi sottovoce: “Sì ah sììì ”
Davanti a noi c’era uno specchio…uno specchio sopra il comò, giusto all’altezza del letto…un particolare classico in una camera di pensionati che ora diveniva un elemento erotico da film.
Mi vedevo riflesso nello specchio, con mia suocera a quattro zampe davanti a me che gemeva e godeva…prima guardavo il culo tondo e bianco di mia suocera strizzato tra le mie mani, il mio pelo oramai totalmente bagnato dai suoi umori, le guardavo la schiena, il collo, poi alzavo lo sguardo verso lo specchio e vedevo riflesse le sue tettone che dondolavano seguendo il ritmo, vedevo il suo viso, deformato da una smorfia di piacere, vedevo me stesso che la stavo sfondando…era troppo! Pensai: “Dio santo! mi sto chiavando mia suocera, Dio mio!”
Contemporaneamente a questo pensiero, sentii che stavo per venire, le allargai un po’ le gambe, impugnai più saldamente i suoi fianchi sudati e dissi quasi gridando:
“Sto per venire… cazzo sto per venire di brutto! ti vengo dentro, sì ti vengo dentro!”.
Lei, tra mugolii e gemiti vari mi rispose:
“Oddio Stefano! sì sì sìì!”.
Senti il mio cazzo letteralmente svuotarsi dentro la sua figa…mentre le davo le ultime botte mi stupivo perché non finivo più di venire…quando lo tolsi,ansimante e sudato, lei cominciò a fare strane scorregge dalla figa…prima l’aria che usciva con lo sperma faceva delle bolle poi finita l’aria,cominciò ad uscire un mucchio di sperma che le scivolava lungo l’interno coscia.
Mia suocera si mise una manina proprio sotto la figa, si alzò dal letto e andò velocemente in bagno, sculettando e cercando di non bagnare il pavimento.
Io mi rivestì in fretta e furia,forse anche perché mi stava tornando quel briciolo di lucidità per capire la situazione…mia suocera si fece il bidè, si cambiò e mi raggiunse in sala ancora rossa in viso.
Cominciammo allora a parlare di quello che avevamo appena fatto… lei sembrava triste, non era arrabbiata con me, però si vede che stava combattendo contro un enorme senso di colpa, facendo sentire in colpa anche me.
Quella fu la prima volta tra noi due.
Seguì un periodo di difficile assestamento per gestire la cosa, ma continuammo a vederci di nascosto come due amanti, e il piacere di scopare fece sparire ogni rimorso.
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