“Le piaceva quella intimità, non lo aveva mai toccato prima, non così…”
Dedicato a Belciccio1 per il suo compleanno, il 25 luglio, auguri!!!
Gongolava…si, la sua camminata era particolare, dovuta probabilmente al fatto che fosse parecchio in carne, be’ qualcuno, qualche stronzo lo avrebbe chiamato ciccione, ma lui era un omone, alto, rotondo ma incredibilmente scattante e forte. Aveva un’energia vitale immensa, positiva. Infatti era pieno di amici e amiche, tutti lo adoravano per il suo carattere forte ma dolce, tenace ma comprensivo. Viveva da solo da poco tempo e la cucina era forse il suo unico punto debole, perché amava mangiare bene ma ai fornelli era un disastro. Forse poca pazienza ma bruciava spesso le pentole. Le amiche lo sapevano e da brave chiocce, gli portavano a casa una marea di manicaretti, lo viziavano col cibo. Un giorno Anna una delle sue migliori amiche, decise per il suo compleanno di preparare un pranzo speciale, solo loro due, con calma anche perchè la sera la compagnia aveva già organizzato qualcosa in una discoteca e lei non amava molto il chiasso di quei luoghi. Si presentò a casa sua con un carrello pieno di roba, lui la fece accomodare in cucina e si aiutarono ad imbandire la tavola. Anna era abbastanza alta e prosperosa, semplice nel suo aspetto, un viso solare, una bella persona. Mentre apparecchiavano se la raccontavano e ridevano, stavano bene insieme, ma mentre lei gli sfiorava la mani nel passarsi gli oggetti in Marco si creò una tensione che non aveva mai provato prima per lei, un piacere sottile, fisico. Quello sfiorare aveva acceso i suoi sensi, si girò di scatto dandole le spalle, si vergognò come un cane perché tutto quel trambusto interiore aveva risvegliato il suo pene. ‘E che cavolo!!! Perché ora?’ Anna si accorse che c’era qualcosa che non andava così, di istinto lo abbracciò da dietro e posò la sua testa sulla schiena. “Tutto bene?” , toccandolo con le mani finì sui suoi pettorali, li sentiva morbidi sotto la camicia, sentì i capezzoli farsi turgidi e senza un perché preciso iniziò a sfiorarglieli. Le piaceva quella intimità, non lo aveva mai toccato prima, non così. ‘Ma che fa?’, Marco era piacevolmente stupito, prese le mani di lei e le strinse sul suo petto. Restarono così avvinghiati, poi decise che doveva giocarsela tutta quell’occasione, portò le mani sul davanti dei suoi pantaloni, era una proposta dichiarata, se lei accettava ok, se no amici come prima…tenne le mani lì, se le sfregò sul pacco che ora era davvero pronunciato. Nulla, silenzio, ma neanche un diniego, un ‘Marco che porco che sei!’, poi lei si mosse di sua iniziativa. Si staccò andando davanti e lui si preparò a ricevere un sonoro schiaffone, chiuse gli occhi…click, click…ad uno a uno lei stava sbottonando la sua camicia, non lo guardava negli occhi, teneva lo sguardo su quello che stava facendo, fino ad estrarla dai pantaloni, aprirla lasciandolo a petto nudo. Deglutì, non sapeva cosa aspettarsi. Lei si avvicinò e gli diede un bacio sul collo, ‘che buon profumo, è liscio..’ , Anna stessa era sorpresa di quella sua audacia ma una nuova fame la attanagliava, prese a baciarlo di nuovo sul collo, tanti piccoli baci, talvolta lo assaporava con la lingua e con le mani gli accarezzava il rigonfiamento dei calzoni. Paradiso…Marco era estasiato, si sentiva coccolato, restò fermo a godersela. Intanto lei scendeva : sulle clavicole, sui capezzoli si fermò a roteare la lingua, più in giù sull’ombelico…cavolo era un burro! Morbido, setoso, la bocca gli si riempiva della sua pelle, lei lo sentiva respirare affanosamente, ogni tanto gemeva e questa cosa le faceva venir voglia di fare di più, di osare di più. La cintura…slacciata, la zip…aperta, i pantaloni…giù, i boxer…dal taglio spuntava un cazzo ritto, color rosa. Non era una garibaldina ma qualcuno l’aveva visto e provato, ma così chiaro mai. “Anna, si ti prego”, si guardarono, lui era tutto rosso in viso e lei era china con davanti il suo pene. Che voglia aveva? Lo estrasse e con la lingua lo leccò lentamente dalla cappella alle palle, lo inumidì tutto. Le piaceva perché la sentiva mugolare. La prese per il viso e con forza la tirò su, la baciò avidamente, al diavolo!! Le sue labbra umide di saliva lo succhiavano, si accarezzavano i volti mentre le loro lingue si incrociavano, basta erano partiti…la prese per i fianchi e la mise sul tavolo dopo aver strappato la tovaglia con tutto sopra, le sollevò la gonna e le strappò le mutandine, lei lo facilitava e aprì subito le gambe mettendo in mostra una fica scura, pelosa, goccioline di umori imperlavano i suoi peli. Una visione! Lui si abbassò, con le dita la aprì bene e leccò il suo clitoride, lo mordicchiò, la sentì urlicchiare, la leccò tutta godendosi il sapore, la scivolosità e mise un dito dentro per farla bagnare ancora di più. “Marco, ti prego” disse lei che si contorceva sulla tavola, la accontentò : si prese il pene e lo sfregò sulla sua passera, fu un attimo che entrò scivolandoci dentro. “Siii!” , si mosse dapprima piano per godersi la sensazione di quella carne intorno a lui, poi via, colpi su colpi, sempre più dentro, più veloci. La teneva per le cosce e spingeva, mentre lei si accarezzava il seno…il piacere di quel cazzo che la penetrava le attraversava tutto il corpo, come se quell’attrezzo le arrivasse ovunque. Lui sentiva il rumore sordo del suo corpo contro di lei a ogni affondo, gli mancava poco…un salire di goduria li portò ad un orgasmo quasi simultaneo, lui gridando fece in tempo ad uscire e a sborrare per terra, lei quasi strappandosi la camicetta restò esausta sul tavolo con le gambe a penzoloni. Aspettarono che i respiri si calmassero, poi lei si alzò e si abbassò a prendere il pene, ormai a riposo sotto un bel po’ di pancetta. Lo succhiò quasi ad assaporare il suo sperma e i suoi umori, lui la fece fare, era distrutto, non gli capitava spesso tutta quell’attività fisica. Si stupì di se stesso, perché di solito era molto timido, sarà stata l’aria rassicurante di una cucina ? Anna si alzò : “Che fame mi è venuta?”, Marco scoppiò a ridere, “Anche a me!”, così ridendo dopo essersi ricomposti, si misero in cucina e si sbaffarono tutte le leccornie di Anna, che gli aveva fatto il regalo più bello di compleanno.
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