“Immaginatevi quindi la Ventura un po’ più alta, con i capelli un po’ più lunghi e mossi e una terza piena di seno…”
Rieccomi e prima di tutto grazie. Grazie perché scrivere racconti piccanti mi
piace molto, ma è ancora più bello quando vengono commentati e soprattutto quando si ricevono messaggi in cui si chiede il seguito, si chiede come proseguirà la storia. Insomma, scrivere quando sai che chi legge apprezza è ancora più stimolante. Prima di leggere questo racconto, vi invito a leggere gli ultimi due, per capirne al meglio lo sviluppo. Ognuno scrive a modo suo e ognuno apprezza ciò che vuole: personalmente, mi piace scrivere pensando di raccontare ogni piccola sensazione che ho vissuto in una determinata situazione, quindi magari vado un po’ lungo, ma trovo più eccitante un racconto “reale” rispetto ad un racconto porno che dopo aver letto una riga sai già come va a finire. Anche perché io racconto storie realmente accadute, che ovviamente non sono filmini porno ma sono pezzi di vita vissuta. Rileggetevi quindi gli ultimi due racconti, quelli in cui parlo non di Cinzia, il mio amore, ma di mia mamma e di ciò che è successo un bel po’ di anni fa. Di come, in sostanza, ho iniziato a sviluppare certe tendenze verso il cuckoldismo. Prima, però, un’ultima cosa che mi piace sempre fare. L’ho fatto in altri racconti con Cinzia, lo faccio anche per Isabella, mia mamma. Mi piace molto descrivere i protagonisti e dare un’idea quasi reale di come sono fatti, così la lettura del racconto è molto più piacevole. Vi anticipavo che mia mamma, Isabella, è alta circa 1.70, capelli lunghi castano chiari, occhi castani, un bel fisico e forme abbondanti. Una bellissima donna senza essere mai un tipo volgare o eccessivo. Per darvi un termine di paragone, come tratti facciali e come tipo mi ricorda a grandi linee Simona Ventura. Di viso si assomigliano, mia mamma ha un bel nasino rifatto e un sorriso molto simile. Come Simona Ventura, inoltre, mia mamma è sempre stata una donna solare, sempre sorridente, gioiosa. Immaginatevi quindi la Ventura un po’ più alta, con i capelli un po’ più lunghi e mossi e una terza piena di seno. Spero di avervi reso l’idea. E adesso partiamo.
Dopo l’episodio al mare, ero rimasto shockato dai messaggi che avevo letto tra lei e mio padre in cui giochicchiavano sul mio amico, Matteo. Spesso mi capitava di ripensarci, di pensare in modo osceno a mia mamma con Matteo ed era un’eccitazione violenta, fortissima. Ne ero quasi spaventato. Fatto sta che, come raccontavo alla fine dell’ultimo racconto, invitai ancora Matteo a casa nostra e in un paio di mesi successe quattro volte. Erano sempre week end piacevoli, senza particolari episodi trasgressivi. Certo, da parte mia c’era sempre un’eccitazione di base nella vicinanza tra lei e Matteo. Qualche volta avevo spiato nuovamente il cellulare di mamma, ma non avevo più trovato messaggi particolari. Forse mi ero anche rassegnato e andava bene così: d’altronde, come dicevo, era un’idea folle che nemmeno io capivo molto bene. In estate, però, invitai Matteo al mare, a casa nostra. Sì, la stessa casa dove avevo sorpreso un anno prima mia mamma mentre si faceva scopare come una ragazzina da un mezzo sconosciuto. Matteo fu felice di accettare e anche i miei genitori acconsentirono. In tutto questo, come ogni estate, mio padre sarebbe stato con noi nel fine settimana, mentre durante la settimana sarebbe stato in città a lavorare. L’idea di noi tre al mare da soli, io, mia mamma e Matteo, risvegliò in me certi impulsi strani, anche perché si sa che al mare si vive piuttosto scoperti, si va in spiaggia, ci si lascia un pochino andare. Un paio di seghe al giorno e finisce tutto lì, pensavo. Fino a due giorni prima di partire, quando ero a casa dei miei genitori e di nascosto ripresi in mano il telefono di mia mamma. Quello che mi trovai a leggere fu una doccia gelatissima.
“Tu sei pazzo ma mi fai impazzire” scriveva mia mamma a mio papà. “Allora te lo fai? Dai dimmi di sì!” rispondeva lui. “Ripeto sei pazzo è una follia” era la risposta di mamma. “Dici che è un coglione?” domandava lui. “No, anzi mi pare uno con la testa a posto affidabile. Solo la situazione è una follia!” rispondeva lei. “Secondo me sai che non ci starebbe con te ah ah ah” provocava mio padre. “Ah ah ah non scherzarci perché mi sbava dietro quel furbetto” diceva via messaggio ancora lei. “Promettimi che almeno ci pensi” riattaccava lui”. “Prometto” chiudeva lei. Non avevo più saliva in bocca tanta era la tensione. Il soggetto, facendo due più due, era indubbiamente Matteo e il giochino si riferiva proprio all’imminente vacanza. Dovetti correre subito in bagno a farmi una sega.
Capivo ciò che intendeva nei messaggi mia mamma: la situazione era una follia, un conto è una coppia che gioca normalmente con il sesso introducendo altre persone, altro conto è anche solamente pensare di coinvolgere un amico del figlio in una vacanza in cui il figlio è lì, nella stessa casa e nello stesso posto. Inutile dire che fin dal primo giorno ero eccitatissimo. L’idea, folle anche da parte mia, era quella di fare di tutto affinché mia mamma e Matteo si avvicinassero, si conoscessero. Insomma, non so cosa mi stava capitando ma volevo che tra loro succedesse qualcosa. Penso che in quel momento capii davvero cosa significasse avere un animo predisposto al cuckoldismo. Mia mamma non era la mia fidanzata ma in ogni caso la vedevo come una persona assolutamente “mia” e mi eccitavo al pensiero che una persona “mia” trasgredisse, si concedesse ad un altro. L’eccitazione, forse è strano ma è così, era amplificata dal fatto che il soggetto terzo in questione era un mio carissimo amico. Ero un po’ geloso, certo, ma era una gelosia che faceva parte dell’eccitazione. So che non è normale, so che la maggior parte dei figli se solo pensassero lontanamente alla propria madre con un loro amico impazzirebbero di rabbia. Quel pensiero su di me, invece, faceva un effetto pazzesco. Nonostante tutto questo, comunque, continuavo a pensare che una cosa del genere sarebbe rimasta nei miei sogni e nelle mie fantasie. Avevo scoperto un anno prima che i miei genitori avevano un rapporto particolare, ma il trasgredire con un mio amico mi pareva appunto una cosa improbabile e fantascientifica. Ricordo bene i primi giorni di mare. In spiaggia adoravo vedere gli sguardi che Matteo, sempre discretamente, lanciava a mia mamma. In spiaggia mia mamma si faceva notare, eccome, era più sexy e attraente di tante ragazzine con la metà dei suoi 48 anni. Io e Matteo ovviamente facevamo la nostra vacanza e non stavamo sempre con lei, ma io facevo davvero di tutto per creare situazioni strane, particolari.
Una mattina, azzardai un gioco esagerato. Io dormivo in un matrimoniale insieme a Matteo, faceva caldo ed eravamo entrambi nudi. Mi svegliai verso le sei del mattino e notai due cose. Matteo aveva un’erezione notturna fortissima e, cosa che avevo già osservato, un pisello davvero notevole che svettava mentre dormiva a pancia in su. Sulla finestra, poi, notai quasi distrattamente un lombrico, un insetto sicuramente non pericoloso o chissà cosa ma in quell’istante decisi di fare una pazzia. Nudo, andai in camera di mia mamma che dormiva. Entrai, la vidi con una vestaglia bianca in raso, quella che usava di solito di notte. La svegliai, dicendole che in camera nostra c’era un insetto strano. Le chiesi se poteva venire a vedere, perché quell’insetto mi faceva schifo e non riuscivo nemmeno a pensare di prenderlo e buttarlo fuori dalla finestra. Mia mamma, un po’ scocciata per essere stata svegliata per una cosa del genere, comunque si alzò. Era spettinata, ancora sonnolenta, e mi seguì in camera. In silenzio entrammo insieme e in quel momento si realizzò il mio incredibile piano. Con la coda dell’occhio senza farmi notare osservavo mia mamma. Lei, appena entrata, sobbalzò. Era un misto tra imbarazzo e stupore. Si fermò un paio di secondi a guardare Matteo, nudo, che dormiva con quel cazzo durissimo e grosso al vento. Furono due o tre secondi interminabili. Da parte mia facevo finta di non notare nulla, in realtà ero estasiato da quel momento in cui mia mamma era a un metro e mezzo di distanza da Matteo completamente nudo. Dopo quegli istanti lei distolse la sua attenzione da Matteo e venne alla finestra. Prese con un fazzoletto il lombrico, mi disse “ma sei cretino? Tutto sto casino per un lombrico?” e se ne andò. Io andai in bagno e dopo venti secondi di sega venni copiosamente.
Il giorno dopo avevamo prenotato alle 9 e mezza un gommone per una gita in barca noi tre. Io, eccitatissimo e forse fuori controllo, decisi che mi sarei finto malato. La mattina, infatti, dissi a mia mamma e a Matteo che avevo un mal di testa terrificante, che avevo anche male alle orecchie, dissi che forse il sale marino mi aveva creato un’infiammazione. Loro proposero di rimandare la gita in gommone, io dissi di no: avevamo già fatto tanta fatica a trovare un gommone libero poco prima di Ferragosto, era un peccato disdire tutto. Dissi a mia mamma e a Matteo di non preoccuparsi, di andare in gommone loro due, tanto Matteo se ne intendeva e lo sapeva guidare. Accettarono e andarono a preparare le cose. Nel frattempo, io, passai in camera di mia mamma ed eccolo lì, il cellulare ancora in carica. Velocissimo, lo presi in mano e andai nei messaggi. Ce n’era uno, inviato verso le 8, quando mia mamma evidentemente si era svegliata. Lessi quel messaggio e il cazzo finì per scoppiarmi nei pantaloni: “Buongiorno amore – scriveva mia mamma a mio papà – stamattina scena incredibile ho visto Matteo nudo… è uno spettacolo!!!”. Seguiva una faccina con un occhiolino. Inutile dire che quando mia mamma e Matteo uscirono insieme per andare da soli sul gommone io dovetti correre ancora in bagno. E quel giorno, immaginandoli insieme sul gommone o su qualche spiaggetta isolata, di seghe me ne feci almeno cinque o sei. Ma il bello doveva ancora venire…
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