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Mela Viola (ta)

“Gambe dritte semi divaricate, di chi sa quello che sta per fare…”

Il gioco più proibito inizia sempre con un “SALVE”.

Evocativo il
ricordo della campagna con il profumo di mele rosse appena raccolte.
Il frutto proibito di Eva. L’inizio del Suo, Nostro, Peccato.

“Il Giardino di Eva” l’insegna del negozio di frutta e verdura, ad un passo dal centro.
Se non fosse per quel che vende, prometterebbe altro.

Tanta gente, tanti uomini, passano davanti al negozio e a volte quest’ultimi galantuomini cortesi come una gomma da masticare sotto le scarpe.

Di tanti che ne passano rimane silenziosa ad osservarne uno, l’unico che l ha catturata.
Passa il mercoledì alle 09:00 precise ed il venerdì alle 12:30.
Ed ogni volta si ferma. Non saluta. Sempre a capo chino. Volto nascosto dal cappello. Effimera presenza in giacca e cravatta.

Gioca con una mela. La osserva, la tocca, la possiede. Senza mai staccarle gli occhi di dosso, quasi a succhiarle l’essenza.
La riposa, se ne va.

Lei timida non ha il coraggio di dirgli nulla, magari è un ipotetico cliente che sceglie, valuta bene prima d comprare.

Si ferma. Le osserva. Scivola ondulante la mano tra di esse, quasi a sfiorarle con la punta delle dita. Si blocca, alza la mano. Il radar ha captato.
La prende la più rossa e lucida di tutte, rossa, tonda, perfetta.
L’afferra la fa roteare nella mano, un movimento a corpi stretti come il “tango di roxenne”, morbosi a possedersi.
La stringe, la riposa, se ne va.

I silenzi attraggono qualsiasi tipo di essere vivente.
Il silenzio è potente come la luce del sole, meno devi guardarla e più sei li a farti catturare.

Giovane, bella, inesperta del mondo, ma, attratta dal inquietudine di un uomo e del suo ego sfacciato avvolto nel mistero.

Lei “biancaneve”, bella, mora, rosea, innocua.
Protegge le sue mele avvelenate, il suo tesoro verso la tentazione e l’inquietudine.
Le sorveglia dal cacciatore, che sfiorandole le viola. La viola ogni qualvolta tocca una mela, tocca lei il suo essere.
Si pervade di brividi pieni di piacere ed inquietudine. Desiderosa di essere la mela.

Torna, velato di mistero.
Possiede, domina la mela con la mano, si lascia dominare dai sospiri scontrosi e alterati di lei, lui che la viola ogni volta che prende il suo tesoro.
“Salve.”
La prende, ne annusa l’odore, forte, deciso, pieno, corposo..dolce, Lei.
Quasi a venir voglia di leccarla a renderla ancor più lucida.
L’avvicina alla bocca quasi a rubarle un bacio, l annusa di nuovo stringendola nella mano, arricciando gli occhi.
Si ferma. Deglutisce.
Labbra socchiuse le avvicina alla mela, le posa delicate come un ape su di u n fiore lieve a succhiarne il nettare. Morde. Comprime le labbra sulla mela. Le stacca, succhiando avidamente.
Sapore.
Bianca di pietra lei. Eccitata. Alterata, rabbiosa, vogliosa, inquietata, padrona d’ira, provata.
Gote rosse, labbra socchiuse. Deglutisce, anch’essa.

Posa la mela e se ne va l’uomo.
Sconvolta vedendolo andare via..
“Ora basta!” (autoritaria)”ma un po di educazione, non te l’hanno insegnata?”
”No. No, ma potresti farlo tu Mistress.”
Saluta. Se ne va.

Basita, alterata, sconvolta lo osserva allontanarsi e sparire dietro il tram.
Rientra, sconvolta si posa una mano sul ventre ed una nel petto e si ripete la parolina “mistress” quasi come un mantra del piacere. Si pervade di sensazioni d’ inquietudine e padronanza verso quel uomo.

Si ripete l’uomo.
Pronta lo afferra per il polso occhi fermi nei suoi, autoritaria.
“Ora basta. Adesso..”
“Cosa? Mi sculacci?!”
L’uomo, mascella serrata, bocca sorpresa, occhi nero corvino. Si perde in questo sguardo perverso.
Con la mela nella mano, se la porta alla bocca, la rimorde nella sua bravura da abile succhiatore.
Dolce, lento, abile.
Afferra la mela togliendogliela dalle mani e lo trascina dentro. Sbatte la porta nello stesso modo in cui lui sbatte contro un muro e scivola a terra semi seduto con le spalle contro il muro.
Occhi sbarrati l’uomo.
In piedi di fronte a lui con la luce alle sue spalle le disegna le forme dal collo con i capelli raccolti a scendere, le spalle, i fianchi tondi come tondi i seni.
Gambe dritte semi divaricate, di chi sa quello che sta per fare.
“Si chiede il permesso quando si vuole qualcosa..”

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Lui & Lei

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