“Tra i loro gemiti, quasi soffocati, vedevo tutta l’asta di quello che era in piedi che entrava dentro il culo di quello sdraiato sul letto, continuava a…”
Durante il servizio militare, dopo una giornata d’addestramento sotto acqua e vento,
metà compagnia prendemmo la febbre ed io e quelli che avemmo una febbre molto alta, sopra i 39, fummo ricoverati in infermeria per un paio di giorni e proprio quella notte, mentre ero a letto febbricida, ricodavo che quando ero a casa con la febbre, mia madre mi faceva spogliare tutto nudo e dopo che si era denudata completamente anche lei si infilava nel mio letto per darmi il suo calore e mi diceva che mi doveva far abbassare la febbre in qualunque modo e ci riusciva quasi sempre con una gran scopata che mi faceva sudare come un maiale. Quella notte, un pò la febbre un pò i pensieri erotici su mamma, non riuscivo a dormire e dato che avevo la gola completamente secca bevevo ogni due minuti, ma la conseguenza fù che dopo un pò avevo da fare un pisciatone ed allora tremante, un pò infreddolito un pò per la febbre, mi sono alzato e mentre mi dirigevo verso il bagno vidi che nella stanza degli infermieri la luce era accesa e si sentiva il cigolare della branda. Preso dalla curiosità mi avvicinai alla porta, l’aprii senza far rumore e sbirciando vidi una scena allucinante: l’infermiere di turno si stava inculando un commilitone. Tra i loro gemiti, quasi soffocati, vedevo tutta l’asta di quello che era in piedi che entrava dentro il culo di quello sdraiato sul letto, continuava a stantuffare ed a gemere e dopo un primo minuto, nel quale il suo cazzo penetrava a fatica, cominciò a fotterlo molto forte. Si muoveva molto velocemente e l’uccello usciva solo di poco dal culo dell’altro, ci dava dentro di brutto. Io, nonostante la febbre, rimasi lì a guardare, tanto ero alle loro spalle ed al buio e quindi non mi potevano vedere, nonostante tutto sentii un piacere immenso, mentre si percepiva a stento che l’inculato diceva “ohh… sììììì… fottimi, così…” e l’inculatore, imperterrito, continuava. Lui non accennava a diminuire di forza, anzi aumentava la velocità e gemeva anche lui, poi glielo sfilava ed in silenzio diceva “vieni qui col culo, troia”, tenendolo le gambe in su e glielo rimetteva dentro il buco delculo. Da quella posizione potevo vederlo bene fottersi l’amichetto e dal movimento del suo braccio si intuiva che oltre ad incularlo lo stava anche masturbando. I loro gemiti si mescolavano in un “fottimi, fottimi forte…” e l’altro “siiii… ti fotto e ti segooo” e l’altro “il tuo cazzo mi rompe letteralmente il culo e io sono contento, godoooo…” Lo inculò in questo modo per lunghissimo tempo, senza mai rallentare, “ti piace, eh? Vero? Così ti piace…”, ripeteva e l’inculato “non ce la faccio più… setaiolo… vengo sull’addome…” A quel punto anche l’inculatore cacciò fuori del culo il suo cazzo e molto velocemente si sfilò il preservativo e se lo menò, tra le gambe dell’amico, e dopo qualche istante schizzò ed unì la sua sborra a quella dell’amichetto. Ma non era finata lì, dopo qualche istante l’inciulato si alzò dal lettino e prendendo l’amico con la testa lo fece abbassare verso il suo nerbo e glielo infilò in bocca. Anche a lui gli partiva da sotto il ventre un’asta nerboruta, lunga non meno di ventidue centimetri e spessa che l’amico a malapena riusciva a tenere tra le labbra. “Lecca bene troia! Sei brava! Ci sai fare colla lingua…” e continuava sottovoce “mmm!… Mmm! Ah!” e l’altro “è uno spettacolo il tuo cazzo, bello grosso come piace a me” – “lecca le palle!!!” – “Si, subito… sono piene! Mmm!” – “brava… Si… Così.. Sei proprio esperta! Sei brava a succhiare! Bocchinara! Ciucciacazzi!” – “Mmm!… Ah!… Si… È buono… Hai un buon sapore! Mmm!” – “sei proprio un gran finocchio, frociona miaaa…” Restarono ancora un pò così, lui lo accompagnava il capo con le mani tra i capelli, poi all’ improvviso si spostò e ordinò “mettiti alla pecorina!” – “si, subito” e mentre il bocchinaro si riportò sù e si disponeva a pecorina, offrendogli il culo con movenza oscena chiedeva “ti piaccio?” e l’altro “Sei bona! Si, sei bona! Che culo! Che troia!” ansimando per l’eccitazione, poi afferrò le chiappe e puntò il suo cazzo in tiro sull’ano dell’amico, mentre l’altro, da sotto, cercò il cazzo con una mano e lo indirizzò sul suo buco invitandolo “spingi! Lo voglio! Prima te lo messo io nel culo ora tocca a te spaccarmi l’ano!!!” e l’altro senza attendere il suo invito, entrò con violenza e cominciò a scuoterlo. “Ah! Siii! Tutto! Siiii! Lo voglio! Ahhh!” – “sei peggio di una troia! Zoccola!” e lo teneva forte per i fianchi mentre lo sbatteva. Lo assestava il cazzo nel culo talmente forte che quando sbatteva con il bacino sulle chappe sembrava che lo stesse menando violenti ceffoni sulle natiche, già arrossate, si muoveva con energia e lo strapazzava senza riguardo ma il frocio inculato continuava se pur sottovoce a dire “ siii!!! Ah! Bello… È bello… Che bel cazzo! Come mi riempi bene!” fino a quando arrivò l’orgasmo dell’inculatore che continuava a montarlo freneticamente, mentre l’inculato fremette in tutto il corpo. Dopo un istante vidi il maschio, che inculava, irrigidirsi e vibrava tutto il culo, allora intuii che si stava scaricando le palle dentro l’intestino dell’amichetto, ma l’altro evidentemente aveva ancora il corpo in fiamme e sedendosi sul lettino, fece avvicinare l’amichetto per farlo sedere a cavalcioni sul suo bacino, tenendosi in equilibrio con una gamba piegata sul letto, e prendendosi il cazzo lo puntò decisamente allo sfintere dell’amichetto che a sua volta con il bacino fece, lentamente, pressione verso il basso mentre lui lo teneva in posizione. Entrò lentamente, piegò la schiena all’ indietro, sorreggendosi sulle braccia e con le mani appoggiate sul letto e con le gambe piegate in avanti iniziò a fare leva muovendo il bacino verticalmente mentre l’altro lo sorreggeva i fianchi, sostenendone il movimento. Iniziarono subito a gemere, l’uno sbattendo ritmicamente il culo sul bacino dell’altro, mentre il perverso piacere carnale invase tutto il mio corpo provocandomi un fremito, ormai anch’io era pervaso dal desiderio di quel turpe affaire, e mentre aumentava il ritmo di quell’ andamento a stantuffo, vedevo l’uccello prima uscire e poi di nuovo entrare di colpo tutto dentro nelle viscere del suo amante, a cadenza del movimento in battuta sul bacino, facendo ritmicamente balzare il suo uccello, semi-eretto. “Avevi ragione che avrei goduto come una puttana, una puttana in calore” disse l’inculato mentre l’altro lo tappò, provvidenzialmente, la bocca. Continuarono con quel ritmo forsennato fino a quando vidi che si fermarono, ormai senza fiato, si staccarono l’uno dall’altro, si misero in piedi e si baciarono. A quel punto decisi che era meglio tagliare la corda e così andai nel bagno e oltre a pisciare mi tirai anche una gran bella sega, che scopata!
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