“Ma è al mio secondo scotch, mentre la musica incupisce ricordando il grande film, che la sala si fa piena, coppie che parlano con coppie, io che sto…”
– Fidelio
Dico alla ricca porta settecentesca, che si apre. Un
uomo a destra, nudo sotto alla tunica, una donna a sinistra, altrettanto nuda, senza però nessun velo, spalancano le ante e mi lasciano entrare.
Ori e sfarzo, maledetto barocco. Una villa veneta, messa a disposizione da un vecchio e ricco guardone, un invito a sorpresa: – Vieni a scrivere.
L’invito di una coppia, a siglare la mia identità in questo strano luogo: “Lo scrittore”. Scrivo per passione da tempo, da poco per il gioco, per il vostro e per il mio.
Ho deciso di accettare l’invito, anche a costo di non giocare e di sentirmi un pesce fuor d’acqua. Avevo sentito parlare di questa festa, c’era un rigidissimo controllo all’ingresso. Solo uomini perfetti, e donne bellissime. E io non sono perfetto.
Ma la voce si era sparsa, tra le coppie, tra le donne. C’è lo scrittore, dicevamo, anche per prendermi in giro.
Eppure so quanto le parole possono essere potenti, lo so da sempre e lo uso da poco. Solo da poco, infatti, ho abbracciato chi sono davvero.
A tutto questo penso, e a quanto mi ricordi Eyes Wide Shut questa festa. Il pianista suona, elegante. Guardo il mio smoking rosso Moschino, noleggiato per l’occasione. Se non puoi essere elegante, sii almeno stravagante, diceva Wilde. E poi, la scelta del rosso aveva una ragione.
Di queste cose penso, mentre bevo il mio scotch ad un bar troppo ben fornito, e guardo la prima coppia che si esibisce vicina a me, sul divanetto. Una esibizione scarna, lui giusto le sussurra qualcosa all’orecchio, lei mi sta guardando mentre lo sfiora da sopra i pantaloni. Sembrano una coppia da privé, con lo stesso atteggiamento. Belli sì, ma, per ora, poco interessanti.
E poi arriva. Non mi crederete, ma la riconosco dallo smalto. Rosso, infuocato, come le scarpe che indossa. Una mia richiesta: unghie e scarpe come nella foto profilo.
Illumina l’ingresso, con i suoi capelli biondi. Mossi. La riconosco pur non avendola mai vista in volto. Accompagnata dal suo uomo che sorride, sorride della fortuna di averla al fianco.
Quello che troppi singoli non capiscono, e in questo sono uguali alle persone del mondo normale, è che non tutte le coppie che amano giocare con i single sono cuckold. Non ce la fanno proprio. Hanno talmente paura della propria ombra che vivono di inutili gelosia la vita e il piacere.
L’uomo che la accompagna è sicuro di sé, sicuro di lei, certo che non la perderà nemmeno se questa sera, a questa festa, lei si scopasse tutti i maschi.
Non lo farà, credo. Così unica da selezionare solo ciò che esaudisce i suoi vizi, quelli che già conosce e quelli che deve ancora scoprire. Perché già a vederla camminare, su quel tacco rosso che le alza la statura e fa girar la testa a me, vedo la curiosità calda, la voglia continua, il calore dell’anima e del corpo, l’amore per il bello.
Non sarò io a sbavare per lei. Il mio abbigliamento mi rivela, se vorrà si presenterà. Ho scritto per lei, di lei, ancora non con lei. Sa che voglio farlo. Non ha bisogno di altri incoraggiamenti.
Ma è al mio secondo scotch, mentre la musica incupisce ricordando il grande film, che la sala si fa piena, coppie che parlano con coppie, io che sto flirtando con una singola a seno scoperto davanti a me.
– Vuoi leccare? – Mi chiede – Scrittore? – Pure lei mi prende in giro, sorrido e le mordo un capezzolo con la forza giusta per farle male.
– Ahia – Starnazza
– Non prendermi in giro, le dico dolce sfiorandole il collo e scostandole i capelli
Non capiscono più niente quando si alterna dolore e piacere. La bacio ma i miei occhi stanno guardando le mani smaltate. Tieni il tuo uomo in mano, masturbandolo piano, lentissima con le dita sul glande eretto. Se intuisco appena come sei fatta, vuoi tutto tranne farlo venire. Anzi, vuoi lasciarlo eccitato tutta sera, per farlo esplodere a casa, nell’intimità.
E infatti ti lascia andare, scosti un vestito dallo spacco vertiginoso che ammiro solo ora, e porgi il tuo intimo primo di tessuti ad un singolo statuario.
Ma stai guardando me.
La tua mano ferma sull’uccello del tuo uomo, la lingua di un dio greco che ti eccita sfiorando la clitoride.
Deglutisco. Non riesco a non immaginare di essere al posto di uno dei due.
Lo sai. Mi sorridi. Fai l’occhiolino. So a cosa stai pensando: – scrivi di questo, di come ti sei eccitato guardandomi, di quanto mi vuoi in questo preciso istante.
– Ti voglio da quando ho visto quel tacco e quella mano, unici, qui e altrove. – Ribatto, ma solo mentalmente. Fermo sulle mie posizioni, non ti cercherò. Ti guarderò, certo, non posso quasi farne a meno.
Una donna mi si avvicina: – Mi offri da bene?
Questa è una donna vera, non la ragazza sciocca di prima. Il profumo mi stordisce, mi distrae da te.
– Scotch, anche per lei. Molto invecchiato e molto secco – ordino. Ho sempre amato ordinare per una donna, una vecchia lezione. Se incontri i suoi gusti, hai fatto un passo nella direzione giusta.
Parliamo: mi racconta che il suo uomo sta guardando, che è cuck, che vuole un racconto su quanto sia troia sua moglie. Hanno letto di come descrivo le hotwife, vogliono la loro libbra di carne.
– Solo se lo sei con me, scriverò di te. – Dico secco.
Per tutta risposta si inginocchia, lì, davanti a me seduto al bancone del bar. Mi prende una mano tra le sue e comincia a leccarmi le dita, profondamente, le succhia come se fossero il mio membro, e guarda il marito seduto in disparte.
Lasciamola fare, le accarezzo i capelli con l’altra mano, scivolando sul collo e avvolgendolo con le mano. Stringo, e mi guarda. Stringo ancora, e allunga la mano sui pantaloni. Mi trova eccitato, certamente. Non tocca la cintura, fa scivolare la zip. Ha le mani piccole, come piccola è lei. Si scopre il seno, per me, per farmelo guardare. E mi sfiora con le dita, appena, dentro ai pantaloni, mi aiuta a far crescere una erezione che già iniziava, mi stuzzica, mi fa perdere. Stringe il glande facendo un cerchio con le dita, le mani mi fanno impazzire, sempre. È il modo migliore per farmi godere rapidamente. Una donna decisa che usa labbra e dita su di me.
Basterebbe una piccola pausa, a volte, per evitare di godere e andare avanti per ore. Ho imparato come funziono, e funziono così. Alcune donne godono del loro potere nel farmi godere rapidamente, e quella che ho davanti è una di queste.
Mi sto godendo le sue mani, le sue dita e la sua bocca, che ormai mi avvolge il cazzo durissimo, e ora faccio cadere ogni finzione.
Cercavo te, non lei. Le ho dato corda, ma ora lo sguardo avido ti cerca. E ti trova.
Hai fatto sdraiare il singolo, la sua nuca rivolta verso di me, per farti guardare. Gli stai leccando il frenulo, tenendolo in mano. È un uomo perfetto e geme forte ora. Mi guardi, aspettavi che incrociassi il tuo sguardo. Il tuo uomo sorride compiaciuto della tua abilità, della tua sensualità. Per nulla volgare, con quelle mani tinte di un rosso fatto di passione, mentre giochi e fai impazzire un uomo.
Lo porti al confine, e oltre, e poi lo lasci andare nel momento esatto in cui il toyboy comincia a schizzare sperma denso e caldo. Orgasmo rovinato, lo chiamato, ma fatto da te sembra poetico.
Sparge sperma sulla sua pancia mentre tu ti rialzi, sorridi e ti rivesti. Baci il tuo uomo, chinandoti davanti a lui sulla poltrona, e poi ti siedi su di lui dandogli le spalle.
Ti allarga il vestito, appena, per scivolare con la mano e toccarti mentre parlottate. Non riesco a staccarti gli occhi di dosso. Se avevi un obiettivo, lo hai raggiunto.
È bravo a toccarti, ti lascia la bocca aperta e il fiato corto, e la festa attorno a noi cresce. Diverse coppie stanno ansimando, diverse donne approfittano dei sei singoli perfetti messi a disposizione dal vecchio guardone. Per un attimo penso stia registrando tutto, ma non c’è segno di videocamera.
Lui continua a toccarti, scostando il vestito. Sei rivolta verso di te e vedo il centro del tuo piacere bagnato dalle sue dita. Mi guardi e mi sfidi, ancora.
Ma alzi una mano, mi fai segno di avvicinarmi.
Ho l’uccello duro, ancora di più, e bagnato dalla saliva della hotwife.
È compresso dentro ai pantaloni quando vi raggiungo.
– Ciao scrittore – e la tua risata eccitata illumina la stanza. Mi sembra che nessuno stia giocando, ma attorno a noi scopano, fottono, succhiano, godono.
Ho occhi e orecchie solo per te.
– Volevi sedurmi con un racconto, eh? – hai una risata singolare, divertita ma non sprezzante. Piena.
Allungo la mano verso il tuo uomo, per stringerla. Esita un attimo, sa che le sue dita sono bagnate di te. Annuisco, come ad incoraggiarlo. Ci stringiamo la mano, ha capito che voglio i tuoi umori sulle dita.
E voglio fartele leccare, le mie dita che sanno appena di te. Ti sorrido, e allungo le mano. Come se fosse già scritto, appoggio le mie dita appena sulle tue labbra. E tu le sfiori, e le fai scivolare dentro la tua bocca, giocando con la lingua sui polpastrelli. Cerco una tua mano, e voglio fare altrettanto, con quelle mani che sogno dal momento in cui ne ho visto una semplice foto, una foto rossa di smalto e scarpe.
Siamo tutti e tre eccitati, decisamente. Attorno a noi è una orgia decisa, sentiamo gemiti e grida, incoraggiamenti e suoni di umori, salive, penetrazioni.
È difficile non farsi trasportare. Scivoliamo, in tre, vestiti, solo le nostre eccitazioni esposte: fa un caldo brutale mentre sono sdraiato a terra, tu sopra di me, a guidarmi l’uccello nella tua voglia fradicia, e a cavalcarmi appena.
– Descriverai com’è bello entrarmi dentro, scrittore? Voglio un racconto su quanto poco resisterei ad avermi – e mentre parli il respiro si fa corto, come il mio.
Lui ti spinge deciso ma dolce la schiena, le tue labbra rosse sulle mie si aprono mentre il mio cazzo sente che anche il suo ti scivola dentro.
Gridi a sentirci in due dentro di te, ti muovi, si muove, mi muovo. Coliamo di piacere, ti lecco il collo e le labbra mentre sentiamo i nostri uccelli separati dal tuo corpo muoversi per il tuo unico e pieno piacere che esplode rapidamente.
Adoro sentire una donna godere in una doppia. E tu godi come godono pochissime donne. Piena di bellezza e di piacere, piena della gioia di far godere.
Ci fai sdraiare e ci metti uno di fianco all’altro. Ci masturbi, più decisa ora, ma ti fermi con lui, dopo poco.
E dopo poco mi prendi completamente in bocca, senza abbandonare lui, ma per far godere me. Lo tieni in mano mentre la tua bocca e la tua lingua e la tua mano mi stanno portando al limiti. Guardo le tue dita smaltate, e mentre la tua bocca mi avvolge la cappella ormai infiammata scoppio, mi prendi, mi accogli, caldo, denso, forte. Mi bevi, non me lo aspettavo. Godo nell’uccello e nel cervello.
È stato il nostro modo di rompere il ghiaccio, di presentarci in tre: tre persone a loro modo uniche, che dovranno conoscersi.
– Fidelio – dico per uscire, dopo te e questi giochi, la festa piena di orgasmi ha perso di interesse.
Arrivo a casa, cercando di dormire penso a cosa vi state dicendo, e a come lo farai godere.
Ps. Questo racconto è stato scritto pensando a Coppiasexy80.
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