“Io ero costretto in una posizione inginocchiata, ed abbassata, causa l’altezza, perpendicolare a Patrizia, con una mano non riuscivo a staccarmi dal suo…”
Sono avvolto da un certo senso di vertigine, la situazione è per
certi versi grottesca.
Poco più che ventenne, mi sto arrampicando sulla scalette di un camper, nudo nato come mamma mi ha fatto, la quale mi conduce nel letto matrimoniale superiore.
Nel letto c’è Patrizia, una bellissima donna, che mi aspetta nuda a gambe aperte intenta ad accarezzarsi.
Suo marito Alberto, inizia a spogliarsi, visto che sua moglie a richiesto la sua presenza.
Mi sdraio vicino a Patrizia, baciandola appassionatamente, con la lingua ci rincorriamo, mi stacco, la guardo, mi abbasso sul suo seno, mentre con una mano sono sopra al suo monte di venere.
Gioco un po’ con i suoi capezzoli facendoli inturgidire ulteriormente, la mia lingua li bagna con la saliva, e con le labbra li succhio amorevolmente.
Ho la mia mano su quel fiore caldo, sento che si apre sotto la leggera pressione del mio medio ed anulare.
Ho voglia di baciarla, mi sacco dal suo seno, ci riguardiamo e lentamente mi avvicino e la bacio, in un bacio ancora più appassionato, ora inizio a muovere le mie dita in modo circolare sul clitoride, disegnando dei cerchi irregolari, stava diventando un fiume in piena, e sentivo anche il suo ansimare sempre forte.
Mi stacco da quelle splendide labbra per prendere fiato, lei inizia a contorcersi, quando sente le mie dita completamente dentro di lei, inarca la schiena, spingendo sulla mia mano, in tutto questo suo contorcersi, mi offre inconsapevolmente il collo.
Mi butto completamente sul collo inebriandomi del suo odore, arrivo con le labbra vicino alle sue orecchi, aspiro tra le mie labbra il lobo, lo bagno, inizio con la lingua a leccare tutte il suo interno, poi scendo lentamente dal collo fino al seno, ma non mi fermo scendo ancora verso il basso.
La mia posizione oramai non era più sdraiata, mentre Patrizia era sempre più offerta a me, sdraiata con le gambe oscenamente aperte, con una mano si accarezzava il seno stringendo a momenti il capezzolo con due dita, e con l’altra mano premeva sul monte di venere.
Io ero costretto in una posizione inginocchiata, ed abbassata, causa l’altezza, perpendicolare a Patrizia, con una mano non riuscivo a staccarmi dal suo sesso e con l’altra le accarezzavo un seno.
Da quella posizione vidi il marito che oramai era completamente nudo e stava mettendo in ordine bottiglia, bicchiere, indumenti miei e di sua moglie sparsi.
Non so se era riuscito a leggermi nel pensiero, ma ad un certo punto capì cosa voleva fare.
Abbasso il tavolini dove avevamo brindato prima, poche altre mosse, ed ecco un nuovo letto matrimoniale. Io mi sono visto tutta la scena mentre ero stavo leccando la gnocca di sua moglie.
Si, stavo affondando la mia lingua su quelle altre labbra umide e inebrianti.
Patrizia scendete giù che stiamo più comodi………dice Alberto.
Patrizia, sembra che non ricordasse più che non eravamo soli, si alza leggermente col busto quel tanto che basta per rendersi conto del bel lavoro che aveva fatto il marito.
Alberto si sdraia su di un lato del letto, lasciandoci il maggior spazio possibile, Patrizia scende, si siede sul bordo del letto, accarezza sbadatamente il marito sul sesso rimanendo fissa sul mio di sesso.
Mi avvicino a lei, lei mi appoggia una mano sulla chiappa e delicatamente mi attira a se.
Inizia un fantastico pompino, il massimo è quando vengo afferrato con entrambe le mani sui glutei e sentire le labbra scorrere lungo tutta la lunghezza, con una velocità di affondo mai provata prima.
Il marito si avvicina timidamente alla consorte accarezzandola sulla schiena e cercando di masturbarla. Lei allarga maggiormente le gambe lasciandolo giocare.
Ad un certo punto si alza, mi fa indietreggiare, si piega oscenamente verso me per continua il suo pompino e offrendo così il suo maestoso culo al marito.
Alberto si tuffa a leccarlo ed aiutandosi con le mani si insinua fino ad arrivare alle labbra di quella stupenda figa depilata.
Io sono più che pronto, se continuo con quel trattamento esplodo.
Anche lei, ritiene che il marito abbia fatto un buon lavoro di lubrificazione.
Si alza, mi bacia in bocca mentre mi fissa gli occhi, poi si gira su se stessa, io l’abbraccio alla vita e le appoggio il membro in mezzo alle chiappe, lei si piega in avanti divarica le gambe e passa una mano sotto.
Si allarga le labbra, implorandomi con lo sguardo di possederla.
Lo uso come un pennello, scorre tra le labbra, dal clitoride fino al buco del culo.
Poi lo punto e inizio a spingere lentamente, sento che il suo calore mi avvolge completamente, orai sono tutto dentro la sua figa.
Rimango alcuni istanti dentro di lei, la sento ansimare, il marito è seduto nel letto con il pisello in mano, mentre inizia a masturbarsi.
Lei, sento che si tocca, pur avendo tutto il mio uccello dentro, mi incita a sbatterla.
Dai sbattimi, dai sbattimi……..sento distintamente tra un sospiro e l’altro.
Non mi lascio di certo pregare, inizio a martellare dei colpi ben assestati, con un ritmo abbastanza sostenuto.
Mi ero aggrappato alla sua vita, e così potevo assecondare meglio i colpi, attirandola a me quando la penetravo, e spingendola via quando uscivo.
Quella danza ci aveva spinti quasi sul letto.
Lei si inginocchia sul letto, io dietro metto un piede sul letto ed in quella posizione riprendo a penetrarla.
Lei è con la bocca a portata di uccello del marito, lo lecca con piccoli colpi di lingua sulla cappella.
Ma rimane concentrata sulla trombata che si stava prendendo.
Esco da lei e con il sesso umido dei suoi umori lo strofino sul culo, poi lo riaffondo completamente, lasciandola senza respiro per un momento.
Ora la tengo con una mano sola, con l’altra inizio a giocare con il suo ano.
Lo penetro lentamente, è molto stretto e sinceramente non ho ancora molta esperienza su quel gioco.
Lei inizia ad ansimare come una locomotiva, con dei lamenti alternati a delle contrazioni che l’attraversano da capo a piedi, io non resisto più.
Godo, godo, si, si, si, dai, godo…………..
Non faccio in tempo a dire queste poche parole che lei si divincola da me, si gira e mi afferra con una mano l’uccello palpitane, lo lecca prima di prenderlo il più possibile in bocca.
Non resisto più, la mia eccitazione a raggiunto il punto di non ritorno, e così esplodo tutta la mia goduria dentro la sua bocca.
Non lascia scappare neppure una goccia, addirittura mi sembra che mi stia risucchiando le palle.
Rimane per alcuni istanti con il mio uccello pulsante in mano dentro la sua meravigliosa bocca.
Poi ci sdraiamo nel letto, mentre ci fissiamo negli occhi, pieni di soddisfazione reciproca.
Dopo una bella risata ci rilassiamo ancora per qualche minuto prima di salutarci e darci l’appuntamento alla successiva estate.
E così successe.
Fine.
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