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“ ah… bene, salutamelo” risposi con una voce a scemo “ci vediamo stasera”
E appena attaccato andai in bagno a farmi una sega…”
Io e mia moglie Renata lavoriamo in due città lontane solo pochi
chilometri, ci salutiamo la mattina con un bacio e ci rivediamo solo alla sera a casa.
Fa la commessa in un negozio di abbigliamento e non è che i clienti si affollino, così mi dice che le giornate scorrono abbastanza noiose, con qualche amica a pranzo o in palestra nella pausa.
Scopiamo quasi ogni sera e, se è vero che è ancora una gran porca, non è che sia fissata sul sesso.
Da un po’ di tempo, in certi momenti, la trovavo un poco svogliata, più stanca e poco propensa…
Una sera che era tornata da una festa con le amiche, la vidi rientrare un po’ sconvolta. Non ci feci molto caso e mi infilai nel letto aspettandola.
Quando però la vidi spogliare mi prese un accidente!
Tesoro, ma che fine hanno fatto le tue mutande? Te non me la racconti giusta, mi vuoi dire cosa hai combinato?
“Amore, sono un po’ stanca, possiamo parlarne domani?” Mi rispose con un sorriso birichino.
Sapeva che, anche se non ero geloso, questa cosa avrebbe provocato in me una eccitazione incontenibile, ma preferii assecondarla, ero curioso di vedere fino a che punto sarebbe arrivata.
Certo è che non riuscivo a prendere sonno così mi avvicinai a lei sotto le lenzuola e le poggiai il cazzo durissimo alla chiappe nude.
“Tesoro ma che fai, ti sei arrapato?” mi disse lei con finto stupore.
“Brutta porca, dove sei stata, lo sai che così mi fai morire…”
“te l’ho detto sono stata alla festa”
“e cosa hai combinato per essere in questo stato?”
“ma niente, abbiamo bevuto un po’, ma ci si annoiava, così ho chiesto a quel mio amico geometra di riaccompagnarmi a casa con la sua auto. Ti ricordi Fausto, quello che mi aiutò con i lavori al negozio? Quello non molto bello, alto brizzolato sulla cinquantina”
“ah lo sapevo, e ti ha solo riaccompagnato o cosa?
Intanto da dietro le avevo infilato la cappella nella fica già un po’ bagnata.
“ma no, è che lui è parecchio insistente e ha cominciato a mettermi le mani dappertutto”
“come le mani?? ma… e te??”
“Un po’ ho resistito, quando poi mi ha infilato la mano nelle mutande… non ho capito più nulla”
Intanto la stavo oramai chiavando al ritmo lento delle sue parole.
“mmm… si amore che bell’effetto che ti fanno le corna, scopami ancora dai”
“e tu dimmi cosa hai fatto in quella macchina, troia”
“ho goduto quasi subito, è molto bravo Fausto con le dita”
“e poi?”
“Amore… non potevo lasciarlo li così, gli ho fatto un pompino”
“cosa??”
“si amore, io non volevo ma non la finiva più di insistere e poi… lo sai quanto mi piace succhiare l’uccello… l’ho pompato per un po’ e mi ha riempito la bocca di sperma. Ha fatto un disastro, tutta la camicetta nuova imbrattata e anche la gonna”
Mentre mi parlava ansimava e godeva così a quelle parole non resistetti più e anch’io sborrai, ma nella sua fica.
Nei giorni seguenti tutto continuò come sempre e Renata mi sembrava più euforica del solito. La vedevo uscire, come del resto quasi sempre, con quelle sue gonnelle un po’ corte e le autoreggenti che sempre portava, ed ero già eccitato di prima mattina. Fino a che un giorno le telefonai in pausa pranzo e lei mi rispose un po’ trafelata”:
“Amore sono a casa di Fausto, sai il geometra? Mi ha invitato per un caffè.”
“ ah… bene, salutamelo” risposi con una voce a scemo “ci vediamo stasera”
E appena attaccato andai in bagno a farmi una sega.
La sera a cena non volava una mosca, aspettavo che fosse lei a parlare.
“caro che hai? sei silenzioso”
“saranno le corna che mi fanno male…”
E zitta.
“dimmi cosa hai fatto oggi, zoccola”
“tesoro, non ti arrabbiare, abbiamo scopato, un’ora buona…”
Rimasi di sasso. Non che non me lo aspettassi… ma sentirselo dire così. La maiala sapeva la reazione che avrebbe provocato con questo suo atteggiamento.
“come avete scopato?”
“si amore, dopo il caffè mi a baciato, e ha voluto subito che glielo succhiassi di nuovo”
“e si vede che eri stata brava…”
“poi mi ha messo a pecora sul tavolo di cucina, mi ha scostato il perizoma e ha cominciato a leccarmi la fica. Te lo sai amore che quando me la leccano divento scema, che non so dire di no…”
“che vuoi dire?”
“che poi mi ha chiavato per bene, senza sosta, me ne sono venuta due volte”
“e lui?”
“lui niente, non si stancava, così…”
“così che??”
“mi ha inculata”
“cosa?? ma ti rendi conto?”
“lo so, sono passata un po’ da troia, ma ha insistito, e poi non ce l’ha tanto grosso, non ho sentito quasi niente”
“lui però si scommetto…”
“eh si, mi ha riempito il porco.”
“poi che avete fatto?”
“niente, ci siamo rivestiti, e mi ha chiesto se domani vado di nuovo a prendere un caffè…”
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