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La mia passione per Ana

“Quasi venti centimetri appena gonfiati dall’eccitazione…”

Racconto a metà tra realtà e fantasia.
Dopo qualche mese tra avventure
sessuali con uomini e donne, avevo ancora un desiderio che mi ronzava nella testa, e intorno al bastone: provare una trans.
Per fortuna a Milano il terzo sesso non manca, persino nel mio condominio c’era Ana, una trans brasiliana bellissima. Alta, bionda tinta con pelle olivastra, due occhi scuri ingrandita da due labbra formose, come il resto di un corpo dove il seno e il sedere erano di una rotondità perfetta.
Naturalmente l’imbarazzo mi aveva sempre limitato al “Buongiorno-Buonasera”, anche se quando la incrociavo per le scale una bella sbirciata non me la negavo mai, nella speranza che lei non mi vedesse. Poi un giorno arrivò l’occasione di scambiare quattro parole, anche se da una situazione inaspettata.
Stavo andando al lavoro, la mia auto era nel cortile del condominio, dove i posti sono assegnati su pagamento, quando vidi Ana litigare con un signore di circa quarant’anni. Il motivo era la presenza dell’auto del signore all’interno del parcheggio di Ana, una furbata che feceanche con me per scroccare il posto. Subito ne approfittai per dire la mia e mi intromisi mentre Ana stava cedendo alle lacrime, sopraffatta dalle parole forti del furbetto. Gli dissi di smetterla e di levarsi di torno, perché sennò avrei contattato l’amministratore. Alla minaccia vinsi la contesa, lo scroccone se ne andò e Ana poté parcheggiare la sua macchina.
Una volta sistemato tutto le offrii un fazzoletto per asciugarsi le lacrime e rassettarsi. Una volta a posto si presentò e mi ringraziò:
“Sei stato gentilissimo. Quello stronzo mi stava facendo crollare”.
“Figurati. Se lo rifà avvertimi. Ok?”
Stavo per andarmene a casa, quando fu lei a fermarmi:
“Aspetta. Ti posso almeno offrire un caffè”.
Ero troppo timido per accettare: “Purtroppo sono in ritardo. Magari un’altra volta”
Lei insistette: “E se ti invitassi a prendere una pizza da me stasera?”… “OK” risposi senza pensare.
Ci demmo appuntamento da lei perla sera, tanto era venerdì e il giorno dopo riposavo.
Tornato a casa mi feci una doccia per farmi bello e andai da lei con una bottiglia di vino e un dolce. Quasi non mi rendevo conto che stavo andando ad un appuntamento.
Bussai e Ana corse subito ad aprirmi. Aveva un vestitino rosso attillato, che su chiunque poteva essere volgare, ma su di lei era fantastico. Una minigonna e una scollatura che attraversava quella quarta perfetta.
Ero inebetito, fu lei a ridere, a chiedermi se stavo bene e se volevo entrare. Non me lo feci ripetere. Ordinammo le e mentre le aspettavamo mi fece vedere la sua casa. Altro che il mio monolocale, era enorme tutto decorato con colori vivaci e quadri contemporanei. Mi fece sedere sul divano per parlare un po’ e conoscerci meglio tra condomini. Mi disse che era arrivata dal brasile e dopo un po’ di lavoretti era riuscita ad aprire un negozio di vestiti. Poi lei mi chiese se avevo la ragazza, risposi di no e ribattei chiedendo: “E tu? Hai qualcuno?”.
Si imbarazzò, un po’ come se volesse nascondermi sé stessa, la tranquillizzai e le dissi che non era un problema: “Davvero non ti da fastidio?”… “Ci mancherebbe, anche io non sono come sembro”.
Forse rivelai troppo, ma in quel momento arrivarono le pizze. Ci sedemmo a mangiare, lei ricominciò a parlarmi di lei e di come nacque Ana. Mi feci trasportare dalle sue parole, tanto che alla fine le parlai delle mie esperienze con i ragazzi.
Finita la cena dai toni sempre meno adatti ai minori, ci avviammo in salotto per vedere un po’ di tv. Ormai ero in balia della serata e della sua bellezza e a un certo punto guardando un telefilm, lei disse di volere le gambe come quelle dell’attrice.
“Perché? Hai delle gambe bellissime, come tutto te”.
Lei mi fece un sorriso e mi abbracciò dolcemente. Dopo questa calda presa, che mi eccitò moltissimo, lei si stacco di pochi centimetri e mi guardò negli occhi. La tensione mi spinse ad appoggiare le mie labbra sulle sue.
Fu un bacio bellissimo che mi fece avvinghiare a lei. Ana si mise a cavalcioni su di me e mi sussurrò di spostarci in camera da letto.
Una volta lì, mi spogliò lei e dopo avermi fatto sdraiare sul suo letto matrimoniale si spogliò per me.
Vidi alla luce soffusa delle abat-jour i suoi seni rotondi dai capezzoli grandi, poi si abbassò le mutande, mostrandomi il suo bastone. Quasi venti centimetri appena gonfiati dall’eccitazione. Non ebbi imbarazzo a mettermi di fronte a lei e baciarla. I nostri corpi nudi si cozzavano, mentre i nostri arnesi s’indurivano tra le nostre mani.
Mi inginocchiai a lei e presi in bocca il suo pene, era enorme, profumato, liscio e delizioso. Me lo godetti tutto con il suo precum, poi fu lei a prendere in bocca il mio pisello. Mi sentivo in paradiso, nessuna donna o ragazzo mi avevano fatto godere così.
Ero a pancia in su sul suo letto, quando lei alzò il viso, mi guardò negli occhi con sguardo ammaliante e disse: “E’ ora”.
Capì subito che dovevo mettermi in posa per essere suo. Aprì le gambe e lasciai che avvicinasse la sua cappella al mio buchetto. La penetrazione fu dolce, me la godetti tutta… fino in fondo. I movimenti di Ana alternavano un ritmo deciso a uno passionale. I baci erano teneri e pieni di malizia. L’erotismo era alle stelle e dopo quaranta minuti di piacere tra diverse posizioni, e il mio cazzo sgonfiato da una schizzata mai avuta prima, anche Ana esalò un respiro di piacere mentre il mio sfintere si riempiva di lei.
Finita la magia sessuale Ana mi abbracciò e dopo un bacio di grande piacere mi invitò a fare la doccia con lei e dormire insieme. L’inizio di una storia fantastica.
…..
Spero il racconto vi sia piaciuto. Commentate pure e scrivetemi se volete divertirvi o fare quattro chiacchiere.

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Trans

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