“Rita volle farmi bere dalla sua fica facendomi degustare il sapore della sua urina…”
Esausti ma soddisfatti ci alzammo tutti e quattro per dirigersi nel bagno.
Vedere le due femmine sotto la doccia, tutte nude sciacquare i loro sinuosi corpi, mi provocò una nuova e violenta erezione. Con i cazzi duri, le abbracciammo avvinghiandoci alle loro belle e prosperose tette. Sotto lo scroscio impetuoso della doccia, le donne ci fecero inginocchiare e senza alcuna esitazione, alzando entrambe la gamba destra ,si liberarono la vescica pisciandoci addosso. Sentivo colare lungo il mio corpo, la calda pioggia dorata. Rita volle farmi bere dalla sua fica facendomi degustare il sapore della sua urina. Altrettanto fece Alessandra con Giorgio il marito di Rita. Ci eravamo conosciuti ed avevamo rotto il ghiaccio; il futuro era a nostra disposizione per attuare ogni sorta di depravazione, ci venisse in mente.
Decisi assieme ad Alessandra ed alla coppia di amici , di usare la nostra dimora di campagna sita a pochi silometri da Roma, come una sorta di alcova da condividere con i vari amanti. Creare un punto dove incontrarsi, senza alcun problema, oltretutto lontano da occhi indiscreti , assieme ad una serie di amici fidati alternarci i partner a seconda dei casi. Pensammo ad un annuncio ben fatto su qualche sito idoneo. Avremmo solo dovuto aspettare le varie risposte e vagliare chi accettare e chi scartare. Passatempo notevolmente divertente da espletare tramite pc, con l’aiuto di una web cam ed un social network. Con pochi ma sapienti ingredienti, stavamo preparando una torta da sballo. Il divertimento era assicurato per tutti , sia prima che dopo. Un modo simpatico di conoscere persone ed organizzare con loro incontri sessuali in una località denominata “zona neutra” lontano dal nostro enturage e dalla consuetudine. Ci si incontrava nel tale punto per poi dirigersi verso la “zona neutra”. Insomma dei bei fine settimana all’insegna del buon sesso e della buona cucina , entrambe le cose fondamentali, per un campare meglio. Dopo varie comunicazioni , finalmente trovammo quello che più ci garbava: persone schiette e felici di godersela senza tanti come e perché; gente come noi semplice e godereccia. Il primo incontro reale fu con una coppia di quaranta anni circa ; quindi ben navigati e senza tanti problemi. Varcata la soglia di casa i due si accomodarono in salotto ed iniziarono a parlare del più e del meno, dandosi un contegno, cercando in qualche modo di uscire dall’imbarazzo. Essendo tutti un pochino impacciati , decidemmo di rompere il ghiaccio con il solito gioco di carte dove chi perdeva pagava penitenza.(il classico preludio per chi vuole fare qualcosa di serio, abbattendo le barriere della decenza e dei tabù e dei falsi moralismi) Si fecero le coppie ed iniziò la prima mano. Ironia della sorte i primi a perdere furono proprio Alba ed Antonio. Per non infierire la penitenza fu molto leggera; dovettero togliersi tutti gli abiti rimanendo completamente nudi e ben visibili sotto gli occhi attenti degli altri giocatori. Osservavo lei mentre si spogliava; corporatura normale ,sul pienotto non grassa, con qualche kiletto che non guasta, formosetta. Un bel seno una quarta con due capezzoli turgidi ed appuntiti; per non parlare del culetto alto e sodo, con due chiappette belle tonde, ciliegina sulla torta, una fica bella pelosa e carnosa. Nella mano successiva , i due ripersero; La penitenza da farsi la stabilì Rita, penalizzando solo la lei della coppia: Alba doveva dare dimostrazione della sua bravura nel donare piacere orale, sia a uomini che donne, iniziando da chi volesse , a prescindere il sesso. Il primo cazzo che prese in bocca fu quello del marito; in silenzio scrutavamo, attentamente il sinuoso movimento della lingua attorno alla cappella gonfia di piacere, pronta ad eruttare il salutare e benefico liquido bianco, tanto caro a tutte le femmine. Continuò per un bel po’ andando su e giù, fino a farlo sborrare, inghiottendo tutto, facendo attenzione a non sprecare neppure una goccia. Tolse il marito e con fare aggraziato, invitò il prossimo per una nuova prestazione . Giorgio con il cazzo eretto e scappellato si avvicinò alla donna , la quale senza replicare spalancando le fauci,iniziò il suo bel manicaretto, puntando con la lingua al centro della cappella, stimolando così i più sensibili centri nervosi e seguitando prendendolo tutto in bocca fino a farlo completamente sparire dentro di se, lasciando fuori solo i coglioni gonfi di piacere .Pochi secondi di apnea e subito rivederlo emergere in tutto il suo splendore,lucido e fradicio di saliva .Durante il movimento ondulatorio di su e giù , prima che il maschio la riempisse di sborra la bella signora per stimolarlo ulteriormente gli praticò un bel massaggio prostatico, infilandogli due dita nel buco del culo. Giorgio urlando di piacere estrasse il suo cazzo e puntandole la faccia la inondò con una copiosa ed abbondante sborrata. Dopo essersi pulita ed asciugata alla meno peggio, Alba prese Rita ed allargandole le cosce, si prodigò a leccarle la fica con la lingua ancora impastata, della sborra ricevuta poco prima. Nel sentire il contatto, sulla sua clitoride , la donna iniziò gemere di piacere dimenandosi come un ossessa; toccandosi con le mani le tette, carezzandole dolcemente e stringendo tra le dita i turgidi capezzoloni, gonfi di piacere. Non ci volle molto per farla venire. Finalmente era il turno di Simonetta; mi sarei gustato la mia dolce mogliettina mentre si abbandonava a giochi saffici in pubblico. Posizionata a quattro zampe, mostrando il meglio di se, cioè il suo bel buco e la sua fichetta carnosa, entrambi ricoperti da una folta peluria di colore scuro che lasciava a malapena intravedere i due rosei pertugi, rigonfi di piacere. Alba iniziò leccando tutto il culo, dalle cosce alle chiappe, cercando di violarle il buchetto con la punta della lingua. Non volendo aveva colpito a segno ,scoprendo il punto debole della mia donna : “il culo”. Da dove era fu un tutt’uno assaporare il dolce sapore della sua fica già zuppa e grondante di caldi umori. Bastarono poche roteazioni della lingua,attorno alla clitoride, per farla irrigidire ed infine venire. Mentre era all’apice del godimento, urlando ed ansimando come un ossessa, invitai Antonio ad introdurre il suo grosso cazzo nella bocca vogliosa di mia moglie ,anche per farla tacere, esortandolo a riempirle la bocca di sborra. Così fu; Alessandra si trovò l’arnese in bocca proprio mentre dava il meglio di se stessa. Fu un tutt’uno ingoiare tutto il piacere dell’uomo, non perdendone neppure una goccia. Eccitatissimo dallo spettacolo che mi si stava manifestando sotto gli occhi , non resistendo mi feci una grossa sega e sborrai sulla faccia di Alba imbrattandola, ulteriormente di calda sborra. Per quanto riguardava i preliminari eravamo ormai a buon punto, ora si doveva iniziare a fare sul serio regalandoci quanto più piacere possibile. Insomma il meglio doveva venire…………
Continua…..
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