“⁃ Dove mi porti? – Civettuola…”
⁃ Elena, stasera vengo a prenderti.
Chiamo Elena, la moglie del mio
capo. Vi avevo già parlato di lei, avevamo giocato da una settimana, davanti a suo marito, davanti al padrone dell’azienda in cui lavoro. Mi aveva lasciato lui il numero di telefono. Ho aspettato sette giorni per chiamarla: non un messaggio, non un WhatsApp. Nessuna debolezza.
⁃ Fatti trovare pronta davanti a casa, alle 23. Dovrei prepararti davanti a tuo marito, lentamente. Truccarti, vestirti. Sensuale. Voglio qualche foto della preparazione e lui deve guardare.
Non ha fatto resistenze particolari. Ma già lo immaginavo. Ha voglia di vivere.
⁃ Vestito nero, sobrio. Corto. Autoreggenti, voglio che si veda appena il pizzo. Tacchi, chiaramente, anche se diventerai più alta di me. Anzi, proprio per quello.
Sono da lei alle 23 precise, e lei è in strada. Bene, non amo i ritardi.
Sale in auto, lenta. Sa muoversi, eccome.
I capelli sono sciolti, questa sera. Dimostra 10 anni meno di quelli che ha.
⁃ Dove mi porti? – Civettuola. Mentre lo dice si scosta i capelli, un gesto che avrei imparato ad amare.
⁃ Stasera andiamo in un club – Sorride, ma non sa.
Il tragitto in auto verso una città vicina avviene con una conversazione normale, poche allusioni, solo le giuste a scaldare un attimo gli animi. Non mi faccio trasportare. Ho un piano che Elena non conosce.
Arriviamo a destinazione, e mi guarda stranita: – è strano questo privé – mi dice perplessa.
⁃ Infatti non lo è – rispondo, sorridendo tranquillo. – Stasera ascoltiamo musica bella insieme ai venti-qualcosa. Mi fa una faccia strana, come a dirmi: – Perché mi hai portato qui, potevi fare di me quello che volevi, e te ne esci con una serata normale.
Si è fatta mezzanotte, ormai, c’è una piccola coda. Tra i ragazzi e le ragazze in coda regna l’indefinito. Una generazione alla ricerca di una identità, inconsapevoli, ancora, diversi da noi. Mentre ci avviciniamo alla cassa per pagare, e farci timbrare il polso, si inscurisce ancora di più. Ma mentre pago:
⁃ Vedi, Elena? I club priva sono abbastanza scontati. Vanno persona che amano definirsi trasgressive, eppure vanno a scopare in un posto che è nato per scopare. Non per niente, in tanti club, ci sono solo prostitute o coppie clandestine che non hanno una casa dove andare.
È curiosa, ora.
⁃ Invece, sedurre una ragazza di 23 24 anni, per una coppia, è un colpo da maestri. Ecco il tuo compito, Elena. Voglio che porti a casa una donna per me. E per te.
Aspetta un secondo, ho rilanciato nella mia mano di poker. Nella sua pausa il mio conto della probabilità che mi mandi a fare in culo. Non lo farà.
⁃ Va bene. – E mi sorride. – Porco. – E mentre lo dice mi afferra il cazzo dai pantaloni.
Mentre chiedo due scotch che il barista deve recuperare dagli scaffali, dietro alla brodaglia che bevono questi ventenni appassionati di musica, mi guardo intorno. Elena attira l’attenzione, degli uomini, con desiderio, e delle donne, con malcelato disprezzo; e una carica di invidia. Le ragazze di questa serata vorrebbero avere la sua sicurezza. È questa la mia scommessa.
Chiacchieriamo, ci guardiamo intorno. Dopo lo spaesamento iniziale, Elena è come una bimba in un negozio di caramelle. Sente la puzza della gioventù, la voglia dei ventenni che la guardano e mi invidiano. Non le ricordo, non ancora, che deve trovare una ragazzina per entrambi.
Ci mettiamo a ballare, dopo un po’. La serata si sta scaldando. E in quell’elettronica che Elena non conosce, rivela tutta la sua sensualità.
Appoggia le mani alle cosce, danza sui tacchi, mi guarda, solleva appena il tubino a rivelare il pizzo. Sento quasi l’erezione dei giovani che ci circondano. Ad un certo punto seguo il suo sguardo: ha individuato una coppia, che si bacia, in mezzo alla pista. Alti, belli, freschi. Li vuole, lo so.
⁃ Chi vuoi dei due? – Le dico all’orecchio. Sorride: – È una domanda da fare? Entrambi.
⁃ Non puoi. Solo una lei stasera. – Mi mette il muso e in tutta risposta si avvicina ai due.
Ballo piano di fianco a lei, mentre li seduce. Pochi sguardi, movimento lenti e accelerati, e dopo poco le sue natiche sfiorano i pantaloni di lui, i suoi occhi piantati in quelli di lei. È ipnotica. La ragazza giovane ci sa fare, la accompagna, le stringe i fianchi. Comincia addirittura a muoverla e Elena, maliziosa, avvicina ancora le natiche all’uccello di lui. Mi guarda, con la coda dell’occhio, ride, quasi a piena bocca. Lo so, ha il cazzo duro e Elena è felice.
Si muove su di lui, mentre osservo la ragazza. Mi sta guardando, sta capendo. Vestito cortissimo, parigine, speaker ai piedi. Capelli corti, un moderno caschetto. Occhi verdi, che brillano sul corvino che le sovrasta la testa. Fa segno di avvicinarmi. Elena la vede, e in tutta risposta si gira a baciare lui.
Mi avvicino:
– Troia – sussurro a Elena. La ragazzina mi sente. Ride: – Lo sappiamo che siete giocatori. – Furbetta. Avrai quello che ti meriti.
Hanno bevuto, lo so. E lo reggono meno di noi. La bacio, mentre Elena bacia lui. Siamo tutti molto vicini, affiancati, ora. Le tengo i fianchi, mi stacco dalla sua lingua abile, e con le labbra appena bagnate: – Non hai idea di cosa sia un giocatore, ragazzina.
Reagisce, calda. Intensa. Veloce. Strappa Elena dalle mani di lui, le afferra il viso, la guarda, per interminabili minuti. E la bacia.
Devo dire che nonostante le mie esperienza, l’elettronica che pulsa, i loro corpi avvinghiati mi fanno salire una erezione rara, di quelle intensissime. I pantaloni fanno male e devo fare ricorso ad ogni mia forza per restare calmo. Ma lascio loro spazio, era esattamente quello che volevo.
La hotwife e la ragazzina, sfrontate e ammirate da tutto il locale. I più accorti sanno cosa sta succedendo, e invidiano.
I meno furbi fanno per tirare fuori gli smartphone, e riprende la scena. Mi avvicino rapido: – Andiamo via.
Le due mi seguono, e a ruota il ragazzo di lei. Non era nei patti.
Ci fermiamo al bar del locale, lascio una quantità di soldi sproporzionata per portar via quattro scotch con i bicchieri di vetro: ho quasi dovuto litigare con la barista, per poterlo farle. 50 Euro di mancia l’hanno convinta. (Onestamente, anche la trattativa mi ha eccitato, le bariste dei locali sono sempre intriganti).
Fuori dalla bolgia, dal fumo, dal rumore, in un piccolo giardino pubblico di fianco al locale, mi ricompongo, l’erezione scema appena, nonostante il calore di quello che accadrà.
⁃ Scegli ragazzo: puoi avere un pompino da Elena ora, qui, nel parco. Ma poi dovrai dimenticarti di lei – e indico la ragazzina – per una notte.
Sono impietriti, ed eccitati.
⁃ Non eravate giocatori?
L’erezione di lui, rivelata dai pantaloni stretti, mi dice chiaramente quello che vuole. Elena lo sa. Si avvicina, gli abbassa la zip. La ragazzina fa per protestare, ma in tutta risposta la afferro da dietro. O meglio, la tocco, perché al mio tocco si abbandona, quasi, si appoggia a me.
⁃ Quanto sei eccitato, porco? – mi dice. Sono certo che sia convinta che andremo via in quattro.
⁃ Mai quanto te, ragazzina – le dico mentre abbracciandola da dietro faccio scivolare le dita sotto al vestito. Una piacevole sorpresa, è senza mutandine. Ed è fradicia.
Mi sono distratto un attimo, il tempo di ricompormi e vedo Elena inginocchiata a terra, con il cazzo di lui in mano, lo guarda, lo saggia con le dita. È durissimo. Lo prende tra le labbra, e lo fa scivolare completamente nella sua bocca, senza esitare per un attimo. Lui geme e mugola, non resterà a lungo, questo ventenne. Elena lo sa.
Masturbo la ragazza, lentamente, sempre più eccitata a vedere il suo uomo nella bocca di un’altra donna. So che vorrebbe unirsi, ma non vuole davvero rovinare la magia.
Ora Elena accelera. Ho provato la sua bocca, so quanto è difficile resistere. Specie quando decide di farti godere.
Lo prende in mano, lo guarda, e guarda me, mentre comincia a leccare il frenulo con la punta della lingua, prima lenta, coprendo e scoprendo la cappella, poi più veloce. Lui ormai ansima, respiro accelerato. Sarà mezz’ora che ha il cazzo che gli scoppia.
Elena continua con la lingua, veloce, mentre la mano lo sega piano. So cosa sta facendo, so che tra poco lui le schizzerà il viso. Glielo lascio fare, quando decide di sorprendermi. Si stacca per un secondo: – Portala qui, aborriamole il vestito con lo sperma del suo ragazzo.
Continuo a masturbarla mentre la avvicino, sento che sta per godere anche lei. – Pensi che sia finita, ragazzina? – le dico, quasi in un sussurro.
Elena continua a leccare la cappella e il frenulo e quanto sente che lui sta per esplodere rivolge il cazzo verso il vestito della ragazza. Esplode.
Mentre schizza copioso sul vestito di lei, smetto di masturbarla, sul confine dell’orgasmo. – Stronzo – geme la ragazzina, sciolta dal piacere. Lui continua per un po’ a sborrare, forza e limite della giovinezza. Non ho avuto quella fortuna da giovane.
Non vi racconto le sue lamentele, però, quando la ragazzina decide di accompagnarci a casa. Il segreto? Negarle l’orgasmo. È eccitata come non era mai stata in vita, una coppia la vuole per i suoi giochi, il suo ragazzo, o il suo amico di letto, le ha appena sborrato il vestito. Vuole venire via con noi.
Bacio Elena, infilandole due dita nella figa dopo averle spostato il perizoma, mentre assistiamo al loro litigio, a lei che si gira, sporca di sborra, sorride e dice, andiamo via.
La teniamo nel sedile posteriore, mentre ogni tanto Elena saggia la mia eccitazione con le mani, in autostrada. La ragazzina ci guarda, e fa qualcosa che onestamente non mi sarei aspettato. Guido veloce in autostrada, mentre lei si alza il vestito e comincia a masturbarsi, a gambe spalancate, per farsi ammirare dal retrovisore. Vorrei fermarmi in autogrill per impedirle di godere, ma è talmente eccitata che praticamente gode dopo 30 secondi di masturbazione.
È uno spettacolo, assoluto. Ma non voglio farglielo capire.
Aspetto che si ricomponga appena:
⁃ Dovrai punirla, Elena
Sorridono entrambe.
Il rientro a casa è carico di voglie. Alla ragazzina non basta certo un orgasmo, e né io né Elena abbiamo goduto.
Entriamo a casa mia. – Ragazzina – dice Elena – spogliati.
Lei esegue.
⁃ Mettiti perfettamente a 4 zampe, e aspettaci.
Andiamo in camera da letto. Elena si abbassa, mi tira fuori il cazzo duro e comincia a succhiarmelo. Poi me lo prende in mano, si mette faccia all’armadio e praticamente me lo infila dentro.
⁃ Scopami, ma non ferle sentire.
Comincio a fotterla forte, senza far rumore. Ha il perizoma spostato, la figa che cola, le mie dita in bocca per non gridare e non farsi sentire. Non resisto, voglio che goda e le strappo il primo orgasmo con il cazzo piantato nella figa.
Le tremano un po’ le gambe, ma si ricompone.
⁃ Dove tieni i giochi? Mi dice mentre si toglie il vestito e resta in tacchi, reggiseno e perizoma, veri. È perfetta.
⁃ Quali giochi? – Le rispondo
⁃ Non prendermi per il culo.
Apro la valigia dei giochi, davanti a lei. Sceglie il frustino. Brava, Elena.
Torniamo dalla ragazzina, sono piacevolmente stupito. Sa giocare. È ancora perfettamente allineata, mani, piedi, spalle.
Elena comincia ad accarezzarle la schiena con il frustino.
⁃ Qual è la tua safe word?
⁃ Elefante – Risponde. Mi si inarca un labbro.
⁃ Sei stata disobbediente – dice Elena. E la frusta, forte. Lei grida, non si aspettava tanto dolore, ma stringe i denti.
⁃ Prima hai lasciato il tuo ragazzo svuotato di sperma per andartene con due sconosciuti
⁃ Non è il mio… – ma non fa in tempo a finire la frase. La frustata arriva dritta sulla figa, sento il suo urlo mischiato al rumore degli umori schiacciati dal cuoio.
Elena sa di averle fatto male, ora deve rimediare. Caring, si chiama.
Si accoccola dietro di te, bellissima. – Guardami. E fammi un video con il mio telefono, mentre le accarezzo la figa con la lingua. Poi mandala al cornuto.
Eseguo. Mi piace questo suo modo dominante.
È brava a leccare, con quanto me, ma è brava. Faccio il video, e lo mando al mio capo con un commento: “Elena si sta divertendo”. Mi chino con lei, ci baciamo con la lingua sulla figa della ragazzina che sta ricominciando gemere. Siamo bravi. Ci perdiamo nelle nostre bocche sporche degli umori di lei, infiliamo entrambi la lingua in quella ragazzina che stiamo possedendo.
⁃ Scopala. – Mi dice.
Ho il cazzo talmente duro che non me lo faccio ripetere. Metto il preservativo e comincio a scoparla lentamente. Io in piedi, lei a quattro zampe.
Elena parte a leccarmi dal buco del culo e quasi sborro. Ma poi passa alle palle e scivola verso la figa della ragazzina i cui gemiti sono sempre più intensi. L’abbiamo scelta calda e pluriorgasmica, penso, come piace a me.
Ha la figa così stretta e così bagnata. La scopo lento, poi più veloce, poi lento di nuovo.
⁃ Nel culo – dice Elena. Mentre lo dice sento la figa che si contrae, sta godendo. È un attimo, l’orgasmo sta per esplodere e Elena le tappa le grida con la sua figa fradicia – Leccami, cagnetta, mentre il mio amante ti scopa il culo. Il mio cazzo fradicio dei suoi umori si fa strada piano nel culo strettissimo, e mi godo tutta la penetrazione, dall’alto, mentre guardo la figa di Elena leccata avidamente da una ragazza di 20 e qualcosa anni che geme e gode del mio cazzo e della situazione.
Sto per impazzire, lo so. Elena lo sa: con una lingua che le lecca figa e labbra ti sta massacrando la clitoride. Si alzano le sue urla mentre schizza in faccia il suo orgasmo alla ragazzine e si accascia quasi stremata dal piacere che le attraversa le gambe, lo stomaco, il cervello. Mentre la incubo, passo la mano sulla clitoride ed esplode anche lei, di culo e figa e umori sul mio uccello ancora coperto dal preservativo.
Mi sfilo, lo tolgo, non resisto.
Mi avvicino con il cazzo alla bocca. Lei è ancora a quattro zampa, quasi esausta, ma mi prende il cazzo in bocca, per la prima volta. È brava non quanto Elena, ma è brava.
⁃ Ora ti usiamo come sborratoio, cara, l’ultima punizione.
La ragazza mi prende in mano e mi sega, la guarda con aria di sfida: – Solo l’ultima?
Elena mi prende in mano, e rivolge il mio cazzo di marmo nella bocca di lei, avvicinando la sua.
⁃ Ora prendi il telefono e non sborrare, non ancora. Fai un video, riprendi me, in viso, che te lo succhio, e la sua lingua che succhia con me.
Eseguire questo ordine è complicato, ho la sborra praticamente nel cervello. Ma non posso cedere ora.
Faccio il video mentre entrambe mi leccano la cappella e si baciano. È un momento incredibile. Elena mi tiene in mano e so cosa sta facendo.
Sta controllando la sborra che risale nell’asta, sa che manca pochissimo.
E mentre sto godendo mi afferra il cazzo e mi sega nella bocca di lei, della ragazzina, che mi lecca e succhia e beve uno due tre quattro cinque sei fiotti caldi densi.
Beve i primi e riversa sulle labbra e sul seno il resto. Elena si avvicina e in un’unica leccata dal seno al collo alle labbra l’asciuga completamente, bevendomi e finendo per darle un bacio caldissimo.
Sono stremato mentre mando al mio capo il mio cazzo che esplode nella bocca di una ragazzina guidato dalla mano di sua moglie.
Riaccompagniamo la ragazzina a casa, stremati e stanchi. Le concediamo un’ultima masturbazione, in auto, sempre dietro di noi. Urla come una dannata mentre gode ancora, di nuovo, la forza della gioventù.
Riaccompagno Elena a casa, dal marito, ancora eccitata. Forse lo scoperà, e forse lo segherà soltanto raccontandogli della nostra serata. In ogni caso, è appena iniziata una grande storia.
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