“Un giorno mi chiese se le reggevo la scala per pulire il lampadario e quando si arrampicò sulla scala, da sotto, vidi tutta la sua intimità…”
Durante un estate, andai a trovare mia zia ad Imola. Mia zia
abitava in una palazzina di 4 inquilini all’ultimo dei due piani e la dirimpettaia era una signora sulla trentina, molto socievole ed al sesto mese di gravidanza. La vedevo spesso da mia zia e per questo diventammo subito amici, alcune volte la aiutavo a portare su le buste della spesa e non nascondo che quando salivamo le scale, lei avanti ed io dietro, mi faceva arrapare vedere quel vestito estivo molto attillato e succinto,che arrivava appena a coprirle le natiche e che metteva in mostra un bel paio di cosce ed un sederone piacevole. Un giorno mi chiese se le reggevo la scala per pulire il lampadario e quando si arrampicò sulla scala, da sotto, vidi tutta la sua intimità. Allora io con un tono confidenziale le dissi “Lo sai che dalla mia posizione si gode di un ottimo panorama?” e lei “di che panorama stai parlando?” – “del tuo culo..” – “Ma cosa stai dicendo!” disse con aria leggermente imbarazzata, – “che hai un gran bel culo ed è un gran peccato che non si può scopare…oppure no?” e lei “ma sei impazzito del tutto? Che cazzo ti salta in mente?” – “è il cazzo che mi sta saltando! Dovresti sentire come è diventato duro alla vista del tuo culone, sei bellissima, non ti accorgi che sei alla quintessenza della femminilità, con le tue dolci curve, col tuo bel seno e il tuo bel pancione”. Lei scese dalla scala e cambiò atteggiamento, diventando più disponibile e sembrava volesse sfogarsi un po’ con me ed infatti mi disse che effettivamente il marito non la toccava da qualche mese, perché aveva paura ma lei in certi momenti aveva delle voglie da impazzire e che si limitava ad accarezzarsi o infilarsi un dito dentro. Io “un dito ti basta?” e lei “no … forse un uccello non mi basta”. Quelle parole mi provocarono qualche goccia di pre-eiaculazione nelle mutande, allora le dissi “Le mutandine… togliti le mutandine… lo faresti con me, vero?…” mi prese la mano, me la strinse e se la portò al petto ed io, con l’altra mano, gli carezzai il viso. Mi venne vicino, mi baciò ed iniziò a spogliarmi, man mano che mi spogliava mi carezzava, mi toccava e mi parlava lentamente. Arrivato agli slip, si fermò e sorridendo disse “beh, questi è meglio tirali via e liberare quella bestiolina per lasciarla libera…” il mio cazzo era duro, rigido e la cappella oscenamente rossa e turgida. Avevo voglia di scoparla in bocca, in culo, dovunque. Mi ha fatto impazzire massaggiandomi con le sue tettone, la sua lingua e la sua voce calda nelle orecchie. La mia mano riprese a scendere dal collo, sfiorò la curva del suo seno, fino a sentire il capezzolo reagire sotto il vestitino, poi la mano scese di colpo, infilandosi di taglio tra le sue gambe, appena sopra le ginocchia, per poi risalire lentamente. Quando mio indice arrivò a contatto con la fica, non potè trattenere un breve gemito e cominciai a fare avanti e indietro tra le sue cosce. Si stava bagnando parecchio, e le dissi “sei una bella fica… proprio una bella fica…” Era bello vedere le mie dita giocare in quella fessura calda e circondata da un bosco fitto e nero ed osservare la sua pancia enorme sussultare per i movimenti del corpo, sentire le mie labbra umide sulla sua pelle e le sussurravo “mi piace baciarti, giocare con i tuoi capezzoli, leccarti, morderti” e con la mia lingua scendevo lungo il suo ventre e il mio viso affondava sopra il suo sesso, annusandolo, baciandolo ed accarezzandolo e facendola venire varie volte con la mia testa infilata tra le sue gambe, il clitoride tra le labbra e un dito in culo, la cosa che la faceva letteralmente esplodere. Poi mi misi in piedi davanti a lei e cominciò a prendere il mio cazzo in bocca, sentivo le sue labbra stringersi e succhiare, la sua lingua leccarmi, veloce, poi piano, poi veloce di nuovo. Lo Sentivo diventare sempre più duro, infuocarsi, eccitarsi e riuscivo a stento a sussurrarle “sei una gran pompinara… veramente… bella bocca… bella lingua…” e lei “Certo… a me prenderlo in bocca piace…” e continuò a slinguazzarmi la cappella. “E’ vero… sei una pompinara nata… ti faresti scopare?” – “Ooohh sì…” e continuava a succhiarlo, poi aggiunsi “hai delle fantasie per le pose?” e lei “permettimi di gustarmelo questo cazzo…” e succhiava da tutte le posizioni. Stava rapidamente avvicinandosi l’orgasmo. Mi staccai e mi misi in ginocchio per leccarle la figa, da quella posizione il suo enorme pancione non mi faceva vedere il suo viso, ma la sentivo gemere, e mentre le mie dita si agitavano dentro la sua fessura senza fondo, il palmo della mano si sfregava sul clitoride. Era vicinissima all’orgasmo, avevo bisogno ancora di qualche minuto per il suo piacere, io ero quasi arrivato, ma riuscì a resistere quanto bastava. Accarezzandola le infilo un dito nel culo già in fiamme e lei mi ha detto “allargami il culo più che puoi…” gli infilai due dita in culo e muovevo le dita prima piano e poi sempre più veloce fino a quando, dal piacere, il cazzo comincio a schizzare come un vulcano in eruzione, e la calda sborra scendeva copiosa imbrattandomi la mano. Intanto la leccavo la figa senza tregua con la testa infilata tra la passera…. che godimento, poi le leccai il buco del culo, poi la fica e cosi via. Da come si agitava capii che era un bel po’ che non veniva servita così, la feci alzare e mi sdraiai sul divano con un cazzo cosi dritto che sembrava il pennone per issare la bandiera e lei con un sorriso malizioso monto delicatamente a cavalcioni su di me. L’asta durissima scivolò subito a fondo nella sua fica eccitata. Mi preoccupava che magari con un movimento un po’ brusco mettessi a repentaglio la sua gravidanza ma lei mi ha tranquillizzato, dicendo che l’importante è trovare una posizione comoda. Cominciò a muoversi lentamente e mi disse “faccio piano per il bambino” allora io le risposi “perché non mi fai scopare nel culetto, cosi non rischi niente”. Sorrise maliziosa, continuando a roteare il bacino. “Tesoro… bisogna essere professionali in certe cose… se te lo meriti il mio buchino… come potrei tirarmi indietro?… Sììì… mi farò inculare per bene… a lungo… e tu potrai scatenarti come vuoi… e comunque non lo ho mai fatto da dietro”. Intanto mentre roteava la sua figa intorno al mio cazzo il suo pancione strusciava sulla mia pancia, poi si è alzata e mi ha fatto sedere sul divano e lei dandomi le spalle si è seduta su di me facendo scomparire tutto il mio cazzo dentro la sua figa, “che goduriaaaa”. Talmente grande era la pancia che non riuscivo a toccarmi le mani e sempre più estasiato da quella visione, cominciai ad accarezzarle il bel seno ed a stringerle i capezzoloni. Le mie mani si muovevano lentamente e delicatamente, dal seno scesero sul pancione, e si soffermarono su di esso. Non c’era niente di più sexy e affascinante di una donna incinta. Mi disse “ho un pò di affanno e ogni tanto faccio dei sospiri più profondi del normale per riprendere la regolare attività respiratoria”, intanto io raggiungo il secondo orgasmo e non pensando al suo stato la penetrai con forza tenendomi alle sue cosce. Venni dentro lei, un sacco di sperma a fiotti, e lei gridava di piacere strizzandosi i seni, poi si rigirò e stringendomi a se iniziò a baciarmi appassionatamente nella bocca, le nostre lingue esploravano la bocca dell’altra, si era trasformata sotto i miei occhi nella più immonda delle donne e aveva così perso quell’aurea di purezza e infinita dolcezza che le conferiva la gravidanza. Continuai a baciarla mentre con le dita disegnavo dei cerchi intorno all’aureola di un capezzolo, poi portai la bocca sul seno e cominciai a succhiarlo, come un avido bambino appena nato. Passavo, ingordo, da una mammella a l’altra, assaporando qualche goccia di latte che cominciava ad uscire. Lei non riusciva a spiegarsi come potesse godere ad allattare, ma era questo ciò che le stava accadendo e più sentiva quella bocca stringersi intorno ai suoi capezzoli più il suo piacere aumentava e mi incitava a succhiare con maggior forza, mentre si strizzava il capezzolo libero, ed infine venne nuovamente. Grata per i bellissimi orgasmi ricevuti, masturbò il cazzo col suo seno, facendolo tornare duro come il marmo e mi faceva toccare con la cappella i suoi capezzoli umidi di latte. Dal canto mio, la feci girare e mettere a quattro zampe, divaricandole un pò le gambe con la testa in giù ed il culo per aria ed iniziai a massaggiarle la schiena, poi passai ad accarezzarle le grosse mammelle, che con il suo pancione toccavano il pavimento, con una mano mentre e con l’altra iniziai a stuzzicarle e divaricarle il buchetto finchè non arrivai a scoparla con due delle mie dita: che goduria! Poi le leccai quel buchetto, scendendo con la lingua fino al clitoride e le dissi voglio vedere come ti entra ed esce dal culo e gli allargai ulteriormente le chiappe con entrambi le mani guardando il bordo di quel buco strepitoso e puntando il cazzo sul culo allargato. Ho cominciato a spingere, ho sudato 7 camicie per potergli entrare un pò, ora ero solo 1 cm dentro il suo culo strepitoso, era strettissimo, non riuscivo a fare un millimetro in avanti, gli bagnai il buchino con la saliva e la situazione migliorò lievemente, ma sentivo che soffriva e questo mi preoccupava un pò. Mi sentivo inchiodato nel suo culo da favola ma decisi di uscire, al che alla mia uscita notai che un pò glielo avevo allargato. Lei tirò un sospirone misto a sollievo e delusione e li mi prese il raptus: la vista di quel buchino tondissimo allargato lievemente e vuoto mi scatenò una reazione taurina, schiacciai la mia punta su quella coroncina e inumidii il resto, beh devo essere sincero glielo buttai dentro con violenza, fregandomene se era vergine di culo, se era incinta e cosi via, facevo ancora fatica ad entrare ma ero già qualche cm dentro di lei, al che riuscii, non so come, a trovare la posizione affinchè il mio cazzo non si piegasse e che rimanesse bello in tiro e lì saltò ogni barriera fra il mio uccello ed il suo bel culo, un colpo secco e la penetrai completamente, glielo sbattei fino in fondo, forte, molte volte, la montavo come una vacca, e lei godeva, le impugnavo le spalle da dietro mentre lo spingevo con forza in fondo al suo intestino e lei disse “lo sto sentendo fino in gola, me lo piglio bene nel culo, sento l’uccello che mi sfonda gli intestini” ed io “ti ho impalata totalmente”, parole di piacere uscivano dalla mia bocca e con il palo piantato dentro di lei rimasi immobile in quella posizione per un po’ di tempo. Poco dopo ripresi il ritmo regolare di una lenta inculata fino a quando mi ritrovai ad inondare il suo profondo canale con la mia sborra caldissima, oramai me l’avevo goduta tutta da parte a parte.
Lei ha guardato l’ora e si accorge di aver fatto molto tardi “e’ l’ora del rientro di mio marito, presto se no ci becca”. Ci rivestimmo in fretta ed io corsi a casa della zia. Dopo qualche giorno tornai a casa, ma da allora ogni volta che la penso mi eccito molto.
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