“Al pensiero che solo un muro divideva la mia foga da quella fichetta mi fece venire inesorabilmente…”
Questa è la mia storia, mi chiamo Aldo e ho 49 anni.
Professionista affermato con tanto di studio e collaboratori, sposato con 2 figli, entrambi maschi e abbastanza grandi da non sentire le raccomandazioni dei genitori. Mia moglie, Antonella, 42 anni ex parrucchiera ormai casalinga e mamma a tempo pieno l’ho sposata quando avevamo rispettivamente 26 e 19 anni. Lei era bellissima, nel fiore degli anni con pelle liscia e carne soda e io avevo l’età per dovermi accasare. Dopo aver partorito i nostri figli la natura ha fatto il suo corso e quel corpo che tanto adoravo è diventato più molle e meno attraente. Oddio, sempre scopabile intendiamoci, ma non più affascinante come una volta, vuoi anche per la sua libido ormai sotto i piedi.
Come dicevo sono un professionista e in ufficio l’ultimo collaboratore è stato assunto da un grosso gruppo internazionale e con mio rammarico ma anche orgoglio mi ha lasciato da solo a gestire tutta la burocrazia. Previdente ho messo annunci su internet alla ricerca di una tirocinante/segretaria chiedendo cv e foto obbligatorie in quanto l’aspetto è un biglietto da visita imprescindibile.
Tra i tanti cv ne scelgo 3 che incontro nella stessa giornata.
La prima è una donna di 36 anni, vedo da subito che è molto nervosa e veste un po’ retrò. Sembra molto diligente ma la scarto quando mi dice di essere ancora single (zitella penso…) e vive ancora a casa con papà, VIA.
Con la seconda va decisamente meglio, si presenta una bella ragazza di 25 anni con un’ottima parlantina, vestito da red carpet e fisico molto ben fatto. Seno prorompente, merito sicuramente della mano del chirurgo, e gambe fasciate. La ragazza risulta essere però eccessivamente ammiccante e sulla materia va decisamente a braccio. Il mio c…uore mi dice di tenerla ma devo pur portare avanti il lavoro, decido che ci penserò ancora un po’.
La terza è sicuramente sulla carta la migliore. 20 anni ed ha già esperienza nel lavoro, quasi al termine degli studi universitari per la laurea triennale e abita nei dintorni. All’apparenza è ancora una ragazzina, vestita in modo sobrio con un jeans e una maglia coperta da una giacca e occhiali da vista neri grandi. Nel colloquio è davvero preparata e tutto sommato sembra tranquilla.
Sarà un testa a testa per tutta la sera tra la Valeria Marini e la timida ragazzina. Tra mille dubbi scelgo la seconda, più che altro perché devo tenere anche a bada mia moglie da sempre gelosa anche delle cugine con cui ho un’amicizia molto intima.
Convoco Roberta, questo il nome della ragazzina, per confermarle che cominceràil lunedì seguente. Concordiamo i vari dettagli contrattuali e l’unica richiesta che le faccio e di adottare un vestiario più da “ufficio”, lei comprende e felicissima ritorna a casa.
Il seguente lunedì alle 9 siamo entrambi in ufficio, le mostro le varie attività operative e lei è attenta e impara. Ora che le sto vicino e ho tempo per guardarla scopro particolari che mi erano sfuggiti. Porta le lentine e noto degli occhi scuri molto profondi, lentiggini molto chiare sul nasino e le guance, ha tirato su i capelli in un elegante chignon che lascia il collo libero. Poi il mio lato selvaggio esce fuori e nota delle curve molto dolci, un sedere da 10 e lode attribuibile forse ad una parentela sudamericana che viene fasciato da una gonna grigia, mentre in alto svettano due seni di una terza misura che cortesemente fanno capolino da una camicia bianca. Le mente ormai ha già fatto due più due etichettandola come “DA SCOPARE”.
Senza andare troppo nei particolari dei seguenti 5 mesi che passarono, vi posso dire che la timida ragazzina lasciò il posto ad una puffetta tutto pepe che non aveva paura di farsi valere sia mentalmente che fisicamente. Battutine a sfondo sessuale erano all’ordine del giorno, e lei non disdegnava di rispondere colpo su colpo. Mi aveva fatto capire che non era vergine e che anzi aveva una mentalità aperta alle nuove esperienze, di mio rimando le avevo a volte più e a volte meno dato esempi delle mie esperienze decennali. La tensione sessuale c’era questo ormai era innegabile, esempi chiari erano gli strusciamenti “involontari” di entrambi e le occhiate che le lanciavo a quel sedere sempre in evidenza.
La goccia che fece traboccare il vaso cadde durante una scopatella di routine con mia moglie, mentre ero nel pieno della scopata mi sorpresi a pensare a Roberta e a venire molto più in fretta del solito. Mia moglie non ci fece nemmeno caso, e io rimasi lì almeno 5 minuti a pensare mentre mi si smosciava il cazzo. Era tempo di attuare il piano.
Un mio cliente è un produttore dell’area padana e una volta l’anno vado a fare visita ai suoi stabilimenti, e quest’anno sarebbe capitato di li a 2 settimane, cosi presi la palla al balzo e dissi a Roberta che, per sua conoscenza e per contribuire al suo corso di studi, sarebbe stato costruttivo accompagnarmi e vedere da vicino l’azienda, il tutto sarebbe durato non più di 3 giorni. Le dissi chiaramente che avremmo alloggiato in un appartamento messo a disposizione dall’azienda ma le altre spese sarebbero state a mio carico. Lei mi disse che avrebbe dovuto organizzarsi con i genitori ma che sarebbe venuta e in quell’attimo potei scorgere nei suoi occhi un lampo… mha forse ero solo troppo eccitato all’idea che le cose potessero andare come stavo desiderando.
Il giorno della partenza facciamo il viaggio in treno, Frecciarossa carrozza premium. Il caso, ma anche Trenitalia che ringrazierò per sempre, ci fanno arrivare con moltissimo ritardo. Il programma era arrivare il pomeriggio, fare un giro, cenare e poi “riposarci” per l’incontro dell’indomani. Invece arrivammo alle 22.00 e dovemmo subito andare a casa. Disfacemmo le valigie, mangiammo dei cibi precotti comprati alla stazione e andammo a dormire ormai distrutti. Nonostante la stanchezza riuscì comunque a fare in modo di darle un’ occhiata in abito da notte. La sua stanza era difronte alla mia e lei era in posizione fetale con il sedere verso la porta, indossava un pantaloncino con disegnini che le aderiva tra le natiche e dopo qualche istante sull’uscio della porte, in cui non parlai per un nodo alla gola, le diedi la buona notte. Lei girandosi a ricambiare mi fece vedere (involontariamente?) che sotto la canottiera bianca non aveva il reggiseno. Tornai nel mio letto con l’intento di dormire ma quando chiudevo gli occhi mi si palesava solo il sedere di Roberta e i suoi seni. C’era solo una cosa da fare e la feci.
Andai nel bagno e mi tirai una bella sega. Al pensiero che solo un muro divideva la mia foga da quella fichetta mi fece venire inesorabilmente. Tornai a letto più frustrato che soddisfatto ma almeno il sonno riuscì a prendere il sopravvento.
L’indomani mattina fui svegliato da rumori di stoviglie. Mi alzai e andai in cucina, una stanza rettangolare 2×3 in cui a stento entravano gli elettrodomestici e un tavolino per 3 persone. Trovai Roberta intenta a lavare piatti e cucina, ci salutammo. Mi misi a sedere vicino al tavolo. Anche se ero ancora mezzo addormentato gli occhi non poterono non essere attratti da quella meraviglia che mi si palesava dinanzi. Ora potevo vedere bene come il pantaloncino le aderisse alle natiche e faceva raffiorare non solo le curve ma anche l’elastico di un delizioso perizoma. Andai deciso verso di lei per prendermela ma fui sorpreso dal suo sguardo dritto nei miei occhi, non so dirvi il perchè ma mi bloccai un attimo dicendole che dovevo passare per raggiungere il frigo. Lei si schiaccio contro il lavello cosi da permettermi di passare ma la mia semierezione non potè non sfiorarle il culo al mio passaggio. Io andai al frigo presi da bere e riposai la bottiglia. Feci la stessa strada dell’andata ma al momento del passaggio lei, quasi impercettibilmente ma abbastanza da farmi passare il segno, spinse il culo indietro incastrandomi tra lei e il tavolo.
La diga era stata aperta, il fiume in piena era violento ed incontrollabile.
La abbracciai da dietro impossessandomi dei suoi morbidissimi seni e spingendole il cazzo quanto più in fondo era possibile mentre lei cercava in vano di dire qualcosa ma riuscì solo a balbettare:” Dottore…. io… non volevo… cioè…”.
Io invece la volevo eccome! Volevo il suo fiore, la sua bocca, volevo tutto di lei ma prima di tutto volevo gustarmi il suo sedere. Le abbassai prima i pantaloncini fino alle ginocchia passandole dal davanti una mano sotto il perizoma bianco fino ad arrivare al suo grilletto e da dietro impastandole il culo con l’altra mano. Lei si era ormai abbandonata a me, tenendosi solo con le mani al lavello.
Poi mi inginocchiai dietro di lei, per quanto lo spazio lo permettesse, per abbassarle il perizoma e aprirla da dietro per guardare il paradiso. Era stupenda, una pelle liscissima, una fica gonfia al punto che le grandi labbra erano già socchiuse mi ricordò molto mia moglie e una cosa che imparai a fare con lei. Le leccai il culo fin nella fica e le leccai anche l’interno coscia, inumidendo tutto per bene. Poi mi rialzai, mi tirai fuori il cazzo e inumidì la cappella e l’asta con un po’ di saliva. Glielo spinsi delicatamente tra le cosce cominciando un avanti e indietro senza penetrarla, gustandomi la sua carne soda. Avevo di lato le sue cosce giovani, sopra mi stuzzicava il suo bel culo grande e la fica. Intuendo il movimento Roberta si mise in punta di piedi, stringendo le cosce e indurendo le natiche gustandosi cosi la mia cappella che le sfiorava il clitoride e la masturbava lentamente. Era stupendo, non riuscivo più a farlo da quando a mia moglie le carni erano divenute molli e cadenti. Restammo in quella posizione abbastanza a lungo finchè la ragazzina cominciò ad ansimare fino ad avere il suo primo orgasmo, me ne accorsi perchè tra le gambe ci fu un vero e proprio schizzo e fortunatamente non ero ancora io. Dopo essere venuta lei mi chiese un attimo di pausa, si girò e mi guardò divertita ma in silenzio e ancora un po’ ansimante. Eravamo li a 20 cm uno dal viso dell’altra ma con i nostri sessi che si toccavano.
Lei mi disse che l’avrebbe voluto fare da tempo, che le piacevo per la sicurezza che le davo ecc ecc. Devo ammetterlo in quel momento i discorsi non mi interessavano. Quando mi disse che si sentiva inadeguata e impreparata le dissi solo di fare del suo meglio e la portai nella mia stanza che era l’unico provvisto di letto matrimoniale. Ci togliemmo i pochi vestiti rimasti e mi distesi offrendole il mio corpo.
Lei la prese come una sfida e con degli occhi affilati e un ghigno in faccia si piazzo in mezzo alle mie gambe in ginocchio strusciando i suoi seni turgidi sul mio cazzo che era come un peschereccio in tempesta sbattendo a destra e a manca ma cadendo sempre sul morbido. Poi usò la bocca e devo dire che era veramente impegnata a farlo, attenta ai dettagli non tralasciò nulla. Mi lecco sotto le palle, non smettendo mai di segarmi e poi arrivare alla cappella lavorandola con le sue manine piccole e la lingua saettante.
Avevo capito ormai il tipo e stuzzicandole le dissi:” Ok sei brava con la bocca ma cos’altro sai fare?” Un fuoco si accese in lei e questa volta quasi incazzata si mise su di me e si fece penetrare lentamente dal mio bastone. Una volta dentro cercò subito di cavalcarmi ma non ci riuscì perchè la ragazzina non era abbastanza larga, cosi con un po’ di macchinosità arrivò pian piano ad un ritmo sostenuto. Era stupendamente naturale, con i seni che saltavano e i suoi gemiti sottili. Ero quasi al limite e volevo farle capire quale era il livello di un uomo maturo con esperienza, cosi la feci scendere e quasi di peso la spostai sotto di me. Non aveva un minimo di timore negli occhi nè di nervosismo, se la stava godendo. Presi a baciarla mentre con la cappella le allargavo la fica. Quando la ritenni aperta al punto giusto mi allontanai il tanto che bastava per una piccola rincorsa prima penetrarla. E cosi feci. Le entrai dentro per tutta la mia lunghezza in una sola volta, le si spezzo il fiato per un attimo e appena lo riprese ripetei l’operazione altre 4 o 5 volte. Venne tremando tutta da capo a piedi e quando ebbe finito di gemere le alzai le gambe sulle mie spalle e mi presi il mio orgasmo. La scopai in quella posizione pochi minuti prima di svuotare completamente le mie palle sul suo corpo. I miei schizzi che lei accolse immobile le arrivarono ovunque dal viso, al seno, al pancino. Finimmo per addormentarci l’uno sull’altro.
Ci svegliammo l’indomani mattina e parlammo di quello che era successo. Io fui da subito molto chiaro con lei dicendole che provavo moltissima attrazione per lei ma che non c’erano sentimenti da parte mia se non un forte senso di protezione. Lei mi disse che ero uno sciocco a pensare che potesse amarmi e che anche per lei era solo questione di esperienze sessuali…
Il resto del Week End si attestò sugli stessi ritmi (seguiranno altri racconti se riscontrerò feedback positivi) e a malincuore tornammo alle nostre dimore.
Nei mesi seguenti i nostri incontri si limitarono a del sesso orale in ufficio quando gli altri collaboratori non c’erano e ad un paio di appuntamenti in Hotel. Le nostre famiglie ci stavano addosso, soprattutto la mia, e tutto sommato non ci amavamo.
La storia prese la sua piega quando Roberta e Francesco, il mio primogenito, si conobbero e si innamorarono. Con mia enorme sorpresa la mia prima reazione fu di gelosia e rammarico ma poi pensai che anche se io avevo perso un’amante molto bella mio figlio avrebbe goduto di quella donna eccezionale sotto le coperte. Inoltre lei si era rivelata un’ottima collaboratrice e avrebbe continuato il suo lavoro sul mio ufficio.
Avrete pensato che la storia fosse finita lì, bhe a dirla tutta anche io! E invece l’anno seguente, il giorno in cui sarei dovuto partire per l’abituale incontro con i miei clienti del nord, Roberta si fece trovare pronta per la partenza con me. La guardai con fare confuso e lei con una semplicità disarmante mi disse: “Resto sempre la tua collaboratrice, è mio obbligo dividere il lavoro con te e evitare che ti stressi troppo e aiutarti a svuotare…. la mente”.
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