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L’ arte del massaggio.

“Dopo aver frugato in ogni dove l’ amara scoperta di aver terminato gli antidolorifici mi vedeva costretto ad una sosta in farmacia dove avrei potuto oltretutto…”

Giornata uggiosa quel martedì, fin dalla notte precedente un diluvio alternato a
tratti di pioviggine aveva interrotto quelle belle giornate di inizio autunno, mi ero alzato come di consueto con un mal di testa lancinante ed una giornata intensa di appuntamenti..dopo aver frugato in ogni dove l’ amara scoperta di aver terminato gli antidolorifici mi vedeva costretto ad una sosta in farmacia dove avrei potuto oltretutto farne una doverosa scorta.
Uscire di casa tra ombrello e borsa del lavoro un’ autentica impresa senza contare quel dannato faldone di carte che avevo avuto la malaugurata idea di portarmi a casa, caricato il tutto in auto non senza difficoltà arrivo finalmente presso l’ antico caseggiato ottocentesco che tra municipio e chiesa ospita la spezieria come la chiamava mia nonna..
Entro distrattamente con la testa che mi si frantuma ed il vociare degli avventori mi infastidisce oltremodo, signore che blaterano della spesa o del tempo..anziani incapaci di spiegarsi, donne con bambini urlanti con ombrelli e passeggini ovunque, ritirato il biglietto con il numero cliente mi allontano dal banco per un giro nell’ ampio negozio tanto devo attendere almeno venti minuti per vedere il mio turno.
Tra scaffali colmi di ogni rimedio osservo nervosamente l’ orologio pensando già a come rimediare al ritardo che accumulo quando quasi come il suono di una sirena del mare sento chiamare il mio nome..e destato dai pensieri mi giro sorpreso.
-Michy!- Allegramente rivolgendosi al sottoscritto mi apostrofa nuovamente una signora..
-Veramente…Michelangelo.- Segnalo io quasi seccato.
La vedo avvicinarsi con uno sguardo quasi di bonaria comprensione nei miei confronti mentre riavvolgendo il filo dei pensieri mi chiedo febbrilmente chi diavolo sia questa.. quasi evocata arriva l’ immancabile quanto odiosa domanda al quale almeno tutti una volta siamo stati davanti con pestifera sudorazione ascellare e vuoto di memoria al seguito, per la dannazione di quel nome o ricordo che maledettamente non emerge da una mente provata dalla cefalea..
-Ti ricordi di me vero?- Mi dice con voce calma e soave.
Il telefono squilla salvandomi in corner ed in maniera abbastanza cafona farfugliando un scusa mi scosto a rispondere maledicendo la situazione e chiedendomi se sono già così in ritardo da chiamarmi..è l’ ufficio..e decisamente quando le cose non vanno nel verso giusto è peggio che peggio, il cliente con cui dovevo passare la mattinata con svariati sopralluoghi ha avuto contrattempi nel viaggio ed è disponibile solo nel pomeriggio, così mi ritrovo la mattina persa ed un pomeriggio d’ inferno, chiudo il cell adirato e con un male indicibile alle tempie.
-Stai bene?- Mi sento dire..
No…è una splendida giornata di m.. sto da cane va tutto storto e per giunta mi sta rompendo i cosiddetti!!!
Per fortuna lo penso e guardandola la classica lampadina mi si accende, quella voce..
-Aurora!!- Le dico..
Lei si illumina, felice che l’ abbia riconosciuta.. era una cara amica di mia sorella che non vedevo da parecchio tempo e del quale non avevo quasi più ricordo, mentendo come un Giuda proseguo..
-Certo che ti ho riconosciuta!-
Il suo sguardo tra il divertito e l’ incredulo mi porta a morsicarmi la lingua.. ricordo come in passato avesse la naturale predisposizione a capire le persone, lei mi guarda ed io poso gli occhi nei suoi rimanendone colpito, la osservo rimanendo incantato.. i lunghi capelli biondi le scendono baciandole le spalle su un corpo vestito con semplicità e grazia, dolcemente sinuoso e naturalmente sensuale, una fragranza vagamente orientale ne completa l’ impeccabile presenza.
-Come stai Michelangelo, è parecchio tempo che non ti vedo, da quando frequentavo assiduamente casa tua, ma poi tua sorella si è trasferita in Francia.. – Mi dice quasi in un soffio.
Ora sono dispiaciuto mi chiami per nome intero, ma non c’ è risentimento nel timbro della sua voce per la mia stupida precedente puntualizzazione, quasi implicitamente per scusarmi della piccola bugia e dopo aver acquistato i farmaci la invito a bere un caffè, tanto la mattinata mi offre l’ inaspettata opportunità di un momento di tregua.
Davanti ad una tazzina fumante ritrovo con soddisfazione la persona che un tempo ammiravo conversare a casa mia, sempre pacata e lungimirante coinvolta inizialmente nella discussione lentamente non mi rendo conto di travolgerla parlandole con dovizia di particolari del mio lavoro, e delle conseguenti promozioni ottenute all’ interno dell’ azienda quando ad un certo punto la vedo toccarsi le labbra con un dito in segno di silenzio..
Rimango interdetto da quel semplice gesto.
-Michelangelo..- esordisce lei. – siamo seduti da mezz’ ora circa e non hai fatto altro che parlarmi di lavoro..vorrei chiederti, da quando non leggi un libro per svago? Quando il tuo ultimo viaggio di relax? Hai un hobby?
Vedendomi sorpreso a tali domande e guardando male la busta prelevata in farmacia aggiunge con voce addolorata..
-Vai avanti così? Stai bene?-
Come frastornato non trovo risposta alle Sue domande chiedendomi quasi come rispondere..
-Da quanto non ti concedi un semplice massaggio?-
Abbasso gli occhi e capisco quel che vuole dirmi senza trovare argomentazioni in merito.
Lei non aggiunge altro ed alzandosi mi porge la mano, usciamo dal bar ed a breve distanza entriamo in una palazzina signorile di poche unità, varcata la soglia dell’ appartamento penso d’ istinto sia l’ esatto contrario del mio..ogni oggetto sembra parlare di un viaggio, un ricordo di vita..soprammobili e quadri di ogni provenienza geografica ed etnia.. ninnoli e ricordi costellano la casa con un gusto unico, quasi magico.
Girandosi verso di me mi indica una porta in fondo al corridoio.
-Vai e spogliati..- Mi dice.
Vorrei capisse che non sono più quel bimbo che le girava intorno quando veniva da noi a casa, ma il Suo è un modo tanto fermo quanto dolce al quale non si resiste..
Quasi in tranche eseguo schiudendo la porta, la stanza piccola ma accogliente è arredata con un lettino professionale al centro, un capiente armadio color panna e svariati oggetti di fattura indiana e cinese.. le tende rosse alla finestra e quadri scelti con cura..in un mix di colori che scalda l’ anima di chi vi entra, alcune candele un morbido tappeto ne completano l’ opera come per incanto, mi spoglio ricordando come Aurora molti anni prima amasse dedicarsi con cura e passione agli altri, un’ amica dal cuore infranto.. una persona malata o un gattino bagnato dalla pioggia potevano sempre contare su quel raggio di luce di un’ anima preposta a risollevarne le pene.. studiava qualcosa che non ricordo bene ed era interessata e intrigata da qualsiasi pratica potesse contribuire al benessere fisico, massaggi e yoga in primis..
Lei entra silenziosamente mentre ripiego i miei indumenti guardando male i miei slip..
-..non fare il bambino..- mi apostrofa candidamente.
Rimango di stucco, questo davvero non me l’ aspettavo ma dissimulando un certo imbarazzo li sfilo in scioltezza sdraiandomi sul lettino dandole la schiena.. non è una situazione consueta per me e provo un leggero disagio, vero che oltretutto lei a quel tempo era per me l’ amica bellissima di mia sorella e la fantasia mi portava a sognarne le grazie.. toccarmi pensandola una consuetudine allora..
Una leggera base musicale di danze antiche si diffonde nell’ ambiente come per incanto, e dal nulla il tocco caldo dell’ olio ghermisce la mia pelle in una fusione di sensazioni, le Sue mani posandosi su di me ne saggiano con tatto ed attenzione i muscoli sottostanti, chiudo gli occhi gustando quel contatto mentre scivola con saliente maestria dalle gambe alle spalle senza sosta, ne sento distintamente il tocco attento a volte del polso o dell’ avambraccio o con le dita delicate in un connubio di insperate emozioni dei sensi..
-..rilassati, sei teso..- Mi dice con una voce di un candore unico.
Non dico nulla e respirando profondamente cerco di lasciarmi andare a quel supplizio, la mente vuota all’ improvviso di ogni pensiero sovrastata dal crescente piacere del contatto con lei, i miei muscoli e nervi gradualmente si rilassano benedicendo il tocco delle Sue mani sapienti, cullato da quella musica e tra le mani di una Dea provo una quiete nell’ anima e nel corpo difficile da descrivere, dopo un lasso di tempo interminabile dove il tatto morbido di quelle mani più e più volte sono corse lungo tutta la dorsale del mio corpo lei si stacca sussurrandomi:
-Ora girati..-
Non riesco a connettere mentalmente quella frase, il senso fin troppo chiaro mi provoca un brivido freddo che come una scarica mi attraversa il corpo, lei sta tranquillamente prendendo altro olio ed io obbligato e desideroso di assecondarla mi rigiro sul lettino rilassandomi ad occhi chiusi.
Le mani di Aurora ricominciano una danza su di me pari solo al pennello di un grande artista su di una tela bianca, descrivendo invisibili disegni sul mio corpo del quale i miei muscoli si nutrono..il calore delle mani, la passione sincera nel compiacere il fortunato al centro delle Sue attenzioni è una continua ed incessante linfa che nutre il mio spirito, rilassandomi e soggiogando i miei sensi..nudo quasi stremato di un piacere fisico quanto celebrale assaporo emozioni impensabili.. lei scorre su di me come una goccia scivola dolce e silenziosa su di una foglia bagnata, donandomi il paradiso.
-Ti fidi di me?- quella semplice frase sussurrata al mio orecchio mentre con una mano mi massaggia il ventre mi manda in estasi, annuisco senza aprire gli occhi, la sento scostarsi leggermente dal lettino senza mai rinunciare ad una mano sul mio corpo, ad un tratto mi scosta il braccio con estrema attenzione sul bordo del lettino e sento una striscia di stoffa dolce serrarsi attorno al mio polso, istintivamente sbarro gli occhi guardandola, occhi negli occhi ne leggo l’ intimo desiderio e gradualmente senza dire nulla mi rilasso richiudendoli desideroso di lei, poi è la volta dell’ altro polso bloccato quasi con forza all’ altra estremità mentre le gambe mi vengono divaricate nel medesimo modo.
-Tieni gli occhi chiusi Michy..- Aggiunge con voce eccitata.
Nella mia mente si accavallano mille emozioni, nudo in balia di lei ad occhi chiusi vivo secondi di eccitazione mista a timore e desiderio mai provati prima..l’ erezione sopita e controllata con sforzo finora mi coglie manifestandosi in tutto il suo vigore, mi sento il cazzo scoppiare di desiderio di lei..
-Ti desidero..- Le dico a voce rotta dall’ emozione.
E poi arriva quel tocco.. un qualcosa d’ indefinibile e dolcissimo, come una farfalla che si posa sul dorso della mano la Sua punta della lingua incontra il mio ventre devastandomi di perverso piacere, forzo in quei drappi di tessuto rendendomi conto di quanto sia stata abile nel legarmi.. sono soggiogato dalla consumata sapienza di quella donna nel rapire i miei sensi e scatenarmi un desiderio irrefrenabile dentro.. risale lenta e delicata fin sulle mie labbra baciandomi appassionatamente poi scendendo sul petto, sul ventre e giù, strusciandosi le guance sulla mia verga eccitata.
Mi sento mancare..serrando gli occhi con forza per paura che aprendoli sia solo un sogno, mi rendo conto di respirare a fatica, caldo e sudato, eccitato ed in balia di una regina di cuori.. quando ricevendomi tra le labbra inizia a succhiarmi avidamente facendomi franare definitivamente in un depravato desiderio di lei, desidero il Suo corpo più dell’ aria che respiro tremando irrefrenabilmente di eccitazione..quasi come lo sapesse la sento salire sul lettino e poco dopo scendere impalando la sua fica bagnata su di me..non ho più l’ idea di cosa siano i freni inibitori, sollevo ritmicamente i fianchi cercandola, sbattendo nel corpo caldo della mia padrona il mio cazzo duro, mi sento come una bestia in trappola decisa a combattere fino all’ ultimo respiro, mi rendo conto con quale innata abilità mi abbia condotto ove voleva.. ed ora da cavallo selvaggio intendo farle sudare l’ anima da dolce demonio che si ritrova.. cadrò sul campo di battaglia ma non prima di averla stravolta di piacere, le Sue urla la mia ricompensa dopo un momento infinito quanto bellissimo nel quale i nostri orgasmi s’ intrecciano come in una danza, e lei sfatta si accascia su di me baciandomi..
Esco da quella casa svariate ore dopo non piove più ed è sera inoltrata, appoggiato ad una panchina osservo il tramonto gustando il cielo terso e ricco di colori..
Grazie Aurora, penso incamminandomi.

Michelangelo69.

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Lui & Lei

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