“Sentivo delle contrazioni vaginali sul mio pene, percepivo i movimenti di bacino che lei faceva, in parte ondulatori, in parte rotatori, era bello dare…”
Dopo la narrazione del mio primo incontro con Flò
(vedi: https://www.annunci69.it/racconti-erotici/altro/Io-e-Flo-il-primo-incontro_96955.html
)
e del percorso fatto con lei per arrivare a vivere l’esperienza di uno scambio di coppia
(vedi: https://www.annunci69.it/racconti-erotici/scambio/Io-e-Flo-dalla-fantasia-al-concretizzare_96956.html )
ecco la narrazione della prima esperienza a quattro, strettamente collegato alla parte precedente,
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Le donne erano infatti arrivate e non da poco. Io e Paolo le trovammo sedute su uno dei due grossi divani del salone che sorseggiavano il caffè. Adriana chiese se doveva prepararne anche per noi due. Paolo le disse di stare comoda perché ci avrebbe pensato lui.
Lo lasciai fare senza stare a dirgli che io ne avrei fatto a meno. Non mi interessava nulla del caffè, ero interessato invece alle due donne sedute in maniera più scomposta che rilassata sul divano. Flò in particolare mi sembrava trasformata, nonostante tutto di lei ed in lei era identico a poco più di venti minuti prima, certamente meno di mezz’ora, quando ci eravamo divisi in due diversi equipaggi.
Tutto tranne la luce dei suoi occhi.
Non le avevo mai visto quella particolare lucentezza dello sguardo e, credo per la prima volta dopo alcuni anni, non riuscii ad intuire quali fossero i pensieri che le passavano per la testa.
Mi sarebbe piaciuto che o con parole o con qualche suo gesto da me interpretabile mi avesse confermato la sua contentezza per essere arrivati, dopo troppe fantasticherie, a vivere il nostro sogno erotico.
In effetti quel suo modo di guardarmi avrebbe potuto significare anche “ Finalmente” o anche di più, che ne so, per esempio “Vedi che non era poi cosi difficile trovare una coppia ?”, o magari “Siamo stati fortunati a trovare una bella coppia”…
Sì, il suo sguardo poteva anche voler dire cose come queste, ma poteva anche dire l’esatto contrario, per esempio “Ma che stiamo facendo?” oppure “Portami via finché siamo in tempo”… Insomma non la capii come le altre volte e di lei potevo pensare tutto ed il contrario di tutto, tranne una cosa che non aveva “contrario” ma solo, eventualmente “sinonimi”; era più bella del solito! Quel “bella” lo si poteva sostituire con altri aggettivi similari ma non di significato opposto.
Le avrei voluto dire qualcosa ma non mi uscivano parole e le sorrisi quando pensai che forse anche lei si limitava a guardarmi perché, come me, era incapace di dire o fare qualsiasi altra cosa.
Adriana prese anche la tazzina di Flò e si alzò per andare a portarle in altra stanza, forse una cucina e, passandomi innanzi a distanza quasi zero, al punto che mi sembrò anche che mi avesse sfiorato, mi disse “Non hai occhi che per lei…Potrei offendermi, sai”.
In quello stesso momento Flò tese una mano verso me. Sarei stato in imbarazzo se avessi dovuto scegliere tra le due, ma siccome Adriana proseguì nel suo andare altrove con le sue tazzine in mano, io mi mossi verso Flò, la quale, appena fui a portata della sua mano mi toccò tra le gambe dicendomi “Ho voglia. Adriana mi ha fatto eccitare molto sai”
Chiesi: “Voglia di quello che stai toccando con mano o d’altro?”
“Di tutto. Dai tu il buon esempio, comincia a spogliarti, non facciamo la figura dei pivellini”
Paolo era arrivato con i due caffè e, con mia sorpresa Flò allungò l’altra sua mano sulla patta di Paolo e ci palpeggiò entrambi. Paolo poggiò su un mobiletto la sua tazzina per usare le mani sulla sua cintura e i suoi pantaloni, per sganciare la cintura , aprire la patta e tirar fuori il suo uccello non proprio già eretto ma molto più che barzotto. Era di ragguardevoli dimensioni, almeno cosi mi sembrò ad un fugace sguardo.
Appena vidi Flò afferrare con la sua mano quel cazzo, fui preso da un fremito strano. No, non era gelosia la mia, ma eccitazione psicologica ad alto livello. Poggiai anche la mia tazzina non so su cosa e senza neppure sorseggiare il caffè liberai dai vestiti anche il mio attributo.
Flò l’afferrò subito senza lasciare quello di Paolo: uno in una mano, uno in un altra. Faceva scorrere le sue mani su e giù per i nostri cazzi guardandoli come a volere imprimersi nella mente le fattezze dell’uno e dell’altro.
“Ti piace ciucciarli?” le chiese Paolo e Flò rispose concretamente, cioè tirando verso lei i nostri membri e quindi noi due, e cambiando posizione sul divano, non per assumere una posizione più comoda per farci dei pompini ma per adagiarsi sul divano scompostamente, ponendo la testa su un grosso cuscino adagiato allo spigolo tra il bracciolo e lo schienale del divano, un tallone sullo schienale e l’altro piede poggiato a terra, lasciando che la gonna le scivolasse verso l’inguine, scoprendo così le sue belle cosce, divaricatissime. Mi accorsi allora che si era già tolte le mutandine. Mi chiesi cosa avessero già fatto lei ed Adriana in macchina o poco prima dell’arrivo di noi uomini e senza sapermi dare risposte, la sola idea mi fece eccitare.
Mi spostai facendo in modo di trovarmi comunque con il mio cazzo alla portata della sua bocca, Paolo invece dovette mettersi oltre il bracciolo del divano, con un piede a terra, un ginocchio sul bracciolo e tenersi con una mano allo schienale.
Flò non scelse me o Paolo, ma entrambi. Come una gran troia che mai avrei immaginato si annidasse dentro di lei, tirò i nostri due cazzi l’uno vicino all’altro, glande contro glande e cominciò a leccarceli a tutti e due mentre Adriana, tornata silenziosamente nella stanza, prendeva posizione in fondo al divano per abbassarsi con la faccia tra le cosce divaricate di Flò.
Non potevo non ricordare quanto Paolo mi aveva detto in macchina: che Adriana era una artista nel leccare la figa ad altre donne e che mentre lo faceva amava essere scopata da un maschio, e che mi aveva detto anche che era una sensazione che avrei dovuto e potuto provare.
Ritenni fosse quello il momento di farlo e, dopo aver lasciato qualche attimo ad Adriana perché si concentrasse ed appassionasse al leccaggio di Flò, sia pure a malincuore mi sottrassi all’avida bocca di mia moglie per portarmi dietro Adriana e cominciare a dedicare a lei le mie attenzioni.
(Pur non avendo mai sposato Flò, formavamo una coppia stabile, convivente da vari anni e per questo io la consideravo mia moglie a tutti gli effetti)
Ammetto che ero stordito dalle troppe emozioni: prima tra tutte stupirmi della foga, la maestria e la passionalità che Flò metteva sia nel dedicarsi oralmente al gran cazzo di Paolo e sia per come agevolava al massimo le attenzioni linguistiche di Adriana, dando segnali evidenti di grande gradimento; poi mi stupivo di me stesso che non provavo alcuna gelosia nel vedere Flò alle prese con entrambi i componenti dell’altra coppia ma al contrario gioivo perché percepivo nettamente che lei stava provando piacere con quello che faceva, che le facevano, che le facevano fare.
Non trovavo affatto strana “l’altra coppia” perché erano così naturali e disinvolti da farmi vergognare per essere io, forse ormai l’unico tra i quattro, ad avere ancora pensieri razionali, come il mettermi ad osservare e blandamente giudicare in maniera critica gli altri tre, come se io fossi una vittima delle circostanze e loro tre dei depravati.
Adriana si posizionò meglio sul divano, con le natiche all’aria, davanti a me, e la faccia sprofondata tra le cosce di Flò che a sua volta spompinava con maestria troiesca, il gran cazzone di Paolo.
Paolo mi sollecitò “ E dai…vedi che ti vuole, daglielo”.
Parole che sortirono su di me lo stesso effetto dello schiocco di una frusta per un cavallo distratto: uscii finalmente dalla gabbia fatta di mie remore consce ed inconsce e un poco in ritardo rispetto agli altri, entrai pienamente in gioco anche io.
In ginocchio dietro Adriana, mi chinai su di lei per arrivare con le mie mani alle sue tette , poggiando il mio membro tra le sue natiche e chinandomi per leccarle e baciarle la schiena, lungo la spina dorsale, mentre le palpavo i non grandissimi ma abbastanza sodi seni ed i due turgidi capezzoli.
Fu Adriana a muoversi o io? O forse fu solo effetto delle posizioni in cui eravamo? Fatto è che il mio pene che scorreva semplicemente tra le due natiche di lei facilmente si trovò a puntare in altra e più piacevole direzione, cioè tra le labbra già umide e dilatate della figa di Adriana. Spinsi in avanti mentre lei spingeva all’indietro. Entrare in lei fu di una semplicità incredibile ma…una volta entrato sentii il vulcano che aveva dentro quella donna. Sentivo delle contrazioni vaginali sul mio pene, percepivo i movimenti di bacino che lei faceva, in parte ondulatori, in parte rotatori, era bello dare colpi di affondo sempre più audaci, energici, a ritmo crescente, accelerante, fino ad assimilarsi più ad una forsennata vibrazione che ad un andirivieni di una normale scopata.
Adriana, badando a non fare spostamenti bruschi che avrebbero potuto farci disincastrare, cominciò a distendersi sotto di me, per adagiarsi sul corpo di Flò, per andare a baciare i seni di mia moglie e..purtroppo provocando la “separazione” dei nostri corpi, arrivò anche alla bocca di Flò. Entrò in competizione con lei dedicandosi a doppia bocca al cazzo di Paolo, mentre io cercavo di riconquistare “il buco” dal quale il mio pene era fuoriuscito. Adriana ritrasse le ginocchia su per i fianchi di Flò, mettendosi a “ranocchia” su mia moglie.
Spostandomi appena un poco, tanto per aiutarmi anche con la vista a cercare il buco che cercavo di riconquistare vidi lo spettacolo più eccitante che mai potessi immaginare: le fighe delle due donne a contatto tra loro. Entrambe eccitatissime avevano le fighe umide con le labbra che sembravano volersi dischiudere da un momento all’altro, come petali di una rosa verso la sfioritura.
Il desiderio improvviso e forte che provai mi indusse a prendere quasi di peso le due donne per spostarle di poco, pochissimo, ma quel tanto che loro restassero a fighe quasi unite e io, mettendomi in ginocchio sul pavimento, potessi riuscire a scoparle entrambe,… un’ affondo a lei, un affondo all’altra… Facile immaginarlo, non difficile provarci…un poco comico il risultato effettivo. L’intenzione era buona, la collaborazione delle due è mancata…tutto è finito in un cambiamento generale di tutte le posizioni.
Flò afferrò le cosce di Adriana per invogliare la donna a farsi ancora più avanti e senza pudore disse esplicitamente: “Dai, avvicinati, voglio provarci anche io, anche se non sono brava come te”. Si riferiva ovviamente al suo voler provare a leccare anche lei la figa . Adriana l’assecondò e così a me fu possibile…scopare mia moglie, aggrappandomi con le mani alle tette di Adriana, proprio innanzi a me, accovacciata sul seno di Flò, che sfiorava appena col suo corpo sospinto verso la bocca di Flò.
Paolo venne a fianco a noi, mise una mano sulla mia spalla e si chinò per baciare in bocca Adriana. Baciando lei carezzava energicamente me . Non mi disturbava affatto, al contrario era fantastico scopare in figa mia moglie, tenere le mani sui seni di Adriana, sentirmi carezzato, anzi stretto da Paolo: a contatto stretto con tutti e tre. Mi sentivo elevato nelle orbite più alte del piacere nel momento in cui Paolo spostò in dietro il suo capo e cercò il bacio anche con me.
Per me fu istintivo ritrarmi, però mi , sentii in dovere di chiedergli “Scusami”.
Mi carezzò il capo come a scompigliarmi i capelli e mi disse “Ti capisco, anche io la prima volta non riuscii a lasciarmi andare del tutto a tutto, però ti auguro di superare presto questa fase, non sai quanti piaceri perdi”.
Subito trovò altra collocazione, salendo in piedi sul divano per farsi spompinare dalla moglie, mentre mia moglie, che io scopavo, si esercitava a leccare per la prima volta una figa.
Il piacere che provavo per il mio scopare si elevava all’ennesima potenza perché ad esso si aggiungevano altri piaceri; quella di vedere come Flò godeva e il suo lasciarsi andare totalmente fino a livelli che non avrei mai immaginato, e poi mi stordivano la spregiudicatezza di Adriana e i modi gentili di Paolo che sembrava voler svolgere più il ruolo di delicato maestro- iniziatore che di protagonista diretto.
Non a caso mi sentivo il suo sguardo costantemente addosso e quando a volte sollevavo anche i miei occhi verso lui, era sempre pronto ad elargire un sorriso. Nelle orecchie mi risuonarono le sue ultime parole: “…ti auguro di superare presto questa fase, non sai quanti piaceri perdi”. Flò mi stava dando prova concreta che provava grandi ed insoliti piaceri, lasciandosi andare a pratiche saffiche con Adriana, senza rifiutare i classici piaceri etero, al contrario, nonostante gli inevitabile impedimenti fisici dovuti al nostro stare ammucchiati sul divano, sollevava spesso il suo bacino per cooperare alla grande con il mio scoparla in quella non proprio comoda ma molto piacevole posizione. Adriana era la prova vivente di quanto possa essere naturale vivere in pienezza una sessualità a trecentosessanta gradi…. insomma tutto contribuiva a far nascere anche in me non un vero e proprio desiderio di rapporto omosessuale ma di certo la voglia a non opporre resistenza se Paolo ci avesse provato ancora. Non ci provò…oggi direi…purtroppo.
Non saprei se fu per l’insorgere di questo pensiero o per il tempo che già stavamo scopando alla grande, o per i gemiti improvvisi che emise Adriana mentre il marito le schizzava la sborra in bocca ma anche io sentii i fremiti di una imminente eiaculazione.
Avrei voluto trattenermi per portare fino all’orgasmo anche Flò, la mia Flò, ma..proprio sul più bello, proprio mentre la sua figa cominciò a contrarsi e bagnarsi io mi lasciai andare e…liberai in lei anche la mia sborra.
Povera Flò, per poco non la schiacciammo quando un poco tutti ci rilassammo, quasi lasciandoci cadere su di lei.
Fu l’unica che si lamentò con un “Ahò..pesate!”. Gli altri tre ridemmo.
Fu una grande serata, almeno giudicandola allora, a caldo. Oggi, a distanza di anni devo dare ragione a Paolo. Se fossi riuscito a lasciarmi andare del tutto già quella prima volta forse avrei scoperto già quella sera la più vasta gamma di piaceri che si possono provare quando si ha l’opportunità di fare sesso sia con donne che con uomini.
L’ho scoperto molto tempo dopo, con un lui di un altra coppia, molto meno bello e meno simpatico di Paolo. Non ho rimorsi, solo un rimpianto: non aver lasciato fare Paolo. Mi chiedo ancora chissà cosa avrebbe voluto fare con me quella sera, credo tanto, ma si accontentò dei pompini ricevuti dalle due donne.
Prima di separarci chiedemmo di scambiarci i numeri di telefono per tenerci in contatto. Con garbo Paolo disse che era meglio di no perché non volevano complicazioni sentimentali con le coppie che incontravano e che era meglio tenerci tutti il ricordo di una bella avventura.
Non so gli altri, ma io invece a quella sera ormai lontana penso non come ad una fugace avventura ma come all’attimo in cui stava nascendo una gran bella storia che poi non abbiamo lasciato vivere.
Quante fantasie ho coltivato in seguito immaginando evoluzioni possibili di quella storia mai vissuta, purtroppo.
Le altre esperienze successive ci sono state, ma sono state appunto solo esperienze, nessun altro incontro ha più lasciato un segno così marcato come i fantastici ed indimenticabili Paolo ed Adriana
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