“Dopo una di quelle risatine a volume non misurato sentimmo anche lei, che parlò a voce leggermente sopra il volume usato fino a quel momento, dire: “Sei tu…”
Questo è il seguito al racconto “Io e Flò: il primo incontro”
pubblicato nella sezione ”Lui e lei”
Era già da un po’ di tempo che io e Flò parlavamo di allargare il nostro rapporto a terze persone. Inizialmente lo avevamo fatto scherzando, tanto per giocare ad eccitarci con le fantasie erotiche; dopo le fantasie sono diventati desideri, peraltro condivisi e non tenuti nascosti e infine veri e propri progetti da mettere a punto e da realizzare.
Eravamo d’accordo tra noi due?
Non del tutto, solo su un punto: sul far entrare e solo occasionalmente, una terza persona nel nostro ménage.
Andando nei dettagli però emergevano il divergente significato che ciascuno di noi due dava all’espressione “terza persona”. Io immaginavo una donna, Flò un uomo.
Per convincere l’altro, ognuno di noi due decantava, fantasticando a voce alta proprio per esercitare l’opera di convincimento, il ventaglio di possibilità che offrivano le due diverse “formazioni” del triangolo.
Non so cosa succedesse dentro la testa di Flò in quel periodo, certamente so che lei riuscì ad influenzare me e non di poco.
Il mio sogno iniziale di vedermi coccolato da due donne come un sultano tra due sue odalische non si è mai offuscato ma ad esso Flò è riuscita a farmi affiancare altre probabilità.
Per esempio quando mi disse che se ci si limitava ai soli giochi erotici senza rapporti completi forse con due donne me la sarei cavata alla grande ma che avrebbe voluto divertirsi quando poi, andando al dunque, avrei avuto difficoltà a scoparne due, arrivando a dire, ridendo come se si divertisse un mondo, che forse avremmo dovuto procurarci prima un dildo o un pene finto, così che in caso di eventuale cedimento (veramente lei disse “probabile” non “eventuale”) del mio pene potevo procedere con ..quel surrogato.
Le dissi, con tono divertito, che avrebbe potuto essere una soluzione e lei, scaltra a cogliere l’occasione per tirare acqua al suo mulino mi fece notare:: “Vedi che lo ammetti anche tu? Un solo cazzo non basta, ce ne servono due. Perché ricorrere ad uno finto quando si potrebbe averne uno vero accogliendo un uomo e non una donna?”
“Caso mai -dissi io- una donna ed un uomo…e NON un uomo al posto di una donna”
“Sarebbe un’idea”
Cominciammo così a prendere in considerazione l’aprire il nostro rapporto non ad una persona ma ad una coppia. Anche questa volta per scherzo all’inizio e un poco più seriamente dopo.
Il tempo passava, le fantasie aumentavano, ma in concreto non succedeva mai niente. Anzi ogni volta che stavamo per deciderci a fare il gran passo subito emergevano altre divergenze tra me e lei.
Per esempio io ero orientato verso persone sconosciute, da andare a cercare in luoghi dove nessuno potesse riconoscerci o magari cercando anche sulla rete internet tramite siti come questo.
Flò non si fidava degli sconosciuti ed avrebbe preferito persone già frequentate abitualmente, di cui potersi fidare.
Però se le chiedevo di farmi esempi concreti di persone, in coppia o singolarmente, alle quali lei pensava, non sapeva indicare nessuno.
Vivevamo così una fase di stallo in cui le nostre fantasie cominciavano ad essere solo ripetitivi (perciò noiosi) mezzi per eccitarci psicologicamente, ma proprio perché diventati abituali ormai non sortivano più neanche questo effetto.
Fantasticavamo ancora ma forse solo per abitudine acquisita quando accadde qualcosa di apparentemente insignificante, come andare a cena in un ristorante durante una breve vacanza al mare: un weekend lungo grazie al ponte con una festività cadente di giovedì.
Era primavera e nella piccola località balneare si vivevano ancora i ritmi invernali: quasi tutti gli alberghi e tutti gli stabilimenti balneari ancora chiusi, le case per le vacanze ancora vuote, nessuna attività di attrazione turistica in programma. In pratica una noia mortale.
C’erano però due o tre ristoranti aperti; quello in centro, su una strada statale, importante via di comunicazione tra le località rivierasche, non godeva fama di buona cucina perciò scegliemmo uno degli altri due solo in base alla sua ubicazione: su una piccola altura a picco sul mare, dal quale, ci dissero, e poi verificammo anche noi, si godeva la visione di un fantastico panorama. Quella sera la temperatura era già mite, con avvisaglie dell’estate non molto lontana, perciò era già possibile, anzi consigliato dal gestore, cenare all’aperto, su una ampia terrazza panoramica. Al nostro arrivo erano occupati solo due altri tavoli. Uno con una famigliola ormai a fine cena che lasciò libero il loro tavolo qualche attimo dopo il nostro arrivo e un’altra coppia più o meno a noi coetanea.
Con tutta sincerità io e Flò a tutto pensavamo quella sera tranne che alle nostre fantasie erotiche. Eravamo in parte sereni perché eravamo in vacanza, sia pur breve, e un poco amareggiati per la noia che regnava in quella stagione nella piccola località che conoscevamo vivace e allegra… perché ci eravamo già stati, ma in estate.
Se qualcosa attraeva la nostra attenzione era il panorama che si poteva godere da quella terrazza, era l’irreale “strada argentea” sul mare, frutto del riflesso lunare sulle onde.
Eppure qualcos’altro, anzi qualcun altro, richiamò la nostra attenzione : l’altra coppia che cenava sulla stessa terrazza, ad un tavolo molto vicino al nostro, avendo scelto entrambi quelli vicino alla balaustra, dai quali meglio si godeva il panorama.
Per abbigliamento e comportamenti era una coppia normale, non appariscente, non insignificante, ma fisicamente i due rasentavano la perfezione in quanto ad estetica, a bellezza fisica, almeno a giudicarli dai volti e da quello che di loro si poteva vedere mentre stavano seduti.
Non potevamo non notarli essendo gli unici altri avventori di quel locale dopo la partenza della famigliola. All’inizio ci limitammo a prendere atto che erano più o meno nostri coetanei, forse appartenenti anche ad un ceto sociale ed ad un livello culturale simile al nostro…più per sensazione istintiva che per altri motivi.
Dopo un poco ci accorgemmo che anche loro due parlavano tra loro confidenzialmente, a volte ridevano, anche un po’ troppo sonoramente, spesso guardavano noi. Ce ne accorgemmo perché anche noi spesso guardavamo loro. Era naturale farlo; non c’era altro da osservare: o il panorama o quei due.
Dopo una di quelle risatine a volume non misurato sentimmo anche lei, che parlò a voce leggermente sopra il volume usato fino a quel momento, dire: “Sei tu l’uomo, tocca a te abbordarli se davvero sei d’accordo che valga la pena tentare. A me piace lei e piace anche lui. Fa tu..se vuoi”.
Io e Flò ci guardammo quasi come a chiederci l’un l’altro “Hai sentito anche tu quello che ho sentito io?”. Ci dicemmo “si” gestualmente, con l’intesa che ormai avevamo acquisito nella pluriennale convivenza e, dopo esserci scambiati un sorriso, entrambi guardammo l’altra coppia. La “Lei” si limitò a sorriderci, lui invece alzò anche il bicchiere che aveva in mano a mo’ di brindisi e, proprio guardando noi, pronunciò il suo”cin cin”.
Mi venne istintivo chiedere “Festeggiate qualcosa?”
Lui: “Come cantava Peppino di Capri ai tempi dei nostri padri, brindiamo ad un incontro. Cameriere champagne…- Gradite?” disse tirando fuori dal secchiello la bottiglia di cham….macché champagne, era un noto prosecco, famoso più per la pubblicità che per la qualità.
Io dissi “No grazie”, Flò invece: “Perché no? Festeggiamo..” e allungò verso l’altro tavolo il bicchiere vuoto.
Fu così che incontrammo Paolo ed Adriana. Da quel primo passo fu facile fare i successivi, aggregarci come se fossimo un unico gruppo per proseguire la cena e confidare loro che ci aspettavamo un poco più di vita in una località turistica.
Paolo ci fece notare “Turistica d’estate. Villaggio di pescatori nelle altre stagioni!”.
Loro non erano lì per il lungo ponte, ma erano scesi fino al paese solo per una cenetta a due a base di pesce. Ci dissero infatti di abitare in un casolare di campagna, sulla zona collinare a qualche decina di chilometri dal paesello dove stavamo..
Dal nostro cominciare a dialogare non passò molto tempo perché Paolo ci proponesse: “ Se volete possiamo anche ospitarvi, anzi sarebbe fantastico, hai visto mai che in quattro, da soli, in un posto tranquillo, riusciamo anche a trovare piacevoli antidoti alla noia”.
Sinceramente io avevo qualche remora. Non saprei di che genere, di certo quella non mi sembrò una proposta da accettare subito, a scatola chiusa, Non so se temevo qualcosa ed eventualmente cosa, semplicemente avrei preferito pensarci un poco sopra, sondare un poco meglio le reali intenzioni di quei due.
Flò invece rispose con immediatezza “Penso che non ci siano problemi se avvertiamo in albergo che rientreremo un poco tardi, non so se hanno un portierato notturno”
“Avvertite che non rientrate affatto, vi fermate da noi stanotte” disse Adriana.
Io, a questa proposta, divenni intimamente ancora più contrario ad accettare il loro invito e stavo per dire la mia opinione quando Flò mi spiazzò dicendo, anche a nome mio, che accettavamo l’invito. Pose solo una condizione: li avremmo seguiti noi con la nostra macchina.
Adriana “mercanteggiò” anche su questo: propose (e gli altri accettarono) che lei e Flò sarebbero andati con la loro macchina ed io avrei portato Paolo con la nostra, così che in ogni auto ci fosse chi conosceva bene la strada che, dissero, non era semplice da spiegare a chi non era pratico della zona.
A me fu dato anche l’incarico di passare prima dal nostro albergo per avvertire di persona anziché telefonare del nostro eventuale non rientro o di un rientro a tarda ora e di informarmi sulle eventuali modalità da seguire in quest’ultima ipotesi. Fatto è che avendo anche questa incombenza non seguii la macchina guidata da Adriana ma le donne se ne andarono per conto, loro ed io e Paolo andammo per nostro conto.
La proposta di Adriana aveva una sua ragione, diversa dalle difficoltà di percorrenza che in realtà non erano eccessive: durante il tragitto Adriana avrebbe esposto apertamente le loro intenzioni a Flò (come se non le avessimo già capite) e Paolo le avrebbe spiegate a me.
Devo dire che la scelta tattica fu quanto mai opportuna, almeno per come Paolo seppe intavolare il discorso con me, In effetti non solo le parole di Paolo servirono a preparare per bene il terreno e, lo ammetto, anche a farmi eccitare un poco, ma riuscirono a rimuovere tutte le mie titubanze inconsce e non. Mi disse che anche Adriana stava informando Floriana (loro non la chiavano confidenzialmente Flò, come me) delle loro abitudini e delle loro precedenti esperienze con altre coppie.
Mi disse di averne ormai diverse alle spalle, non tutte positive, ma la maggior arte sì, e comunque, disse, nessuna inutile, tutte interessanti, anche quel paio non proprio piacevoli.
Precisò “Non piacevoli solo perché non eravamo ancora preparati; oggi sarebbe diverso, anzi certamente sarebbe bellissimo, solo che ci capitarono coppie troppo disinibite quando noi eravamo solo agli inizi e per scambio di coppia noi pensavamo ad un semplice scambio di partner, un solo scopare l’uno la moglie dell’altro, invece quelli erano già pronti, come lo siamo noi ora a fare anche di più e di meglio, per esempio a fare gruppo insieme, a non badare tanto al fatto che chi stringi o ti stringe sia tua moglie o l’altra o addirittura l’uomo dell’altra…insomma ora siamo capaci di lasciarci andare a tutto, anzi ci piace proprio fare cose che in due non si possono fare, ma agli inizi , non eravamo cosi…eravamo proprio goffi noi. Se le esperienze non furono esaltanti fu per colpa nostra non di chi abbiamo incontrato,…”
Poi mi chiese delle nostre esperienze e io confessai che eravamo dei debuttanti alla prima esperienza, e che comunque già da tempo meditavamo di vivere qualche trasgressione.
Lui, con modi da eccitato, mi chiese “Davvero? Che bello! E dimmi, dimmi, cosa vi piace fare? Cosa piace a te? Cosa a tua moglie?”
“Forse siamo come voi agli inizi, forse non abbiamo le idee proprio chiare. Il desiderio in generale sì, c’è,..ma di preciso non saprei dirti..- Spero di non rovinarvi la serata!”
“Assolutamente no. Anzi… è eccitante avere a che fare con dei novizi se sono convinti. Come si dice? La prima esperienza non si scorda mai! Vero? Sarò il tuo padrino ufficiale per questa iniziazione. Uhmmmm penso ad Adriana…sono certo che già si starà coccolando la tua donna adesso. Vedrai che goduria vedere due donne fare sesso tra loro…”
“Coooossaaaa?”
“Ti scandalizzi? Ah, ah, ah…-mi batté una mano sulla coscia- sta tranquillo, ti piacerà assistere alle loro effusioni e piacerà anche a tua moglie farsi coccolare dalla mia. Adriana è fantastica in questo. Io le dico sempre che lei è una lesbicaccia per natura che si adatta all’eterosessualità per non negarsi alcun piacere perché, credimi, tra poco lo verificherai tu stesso, come femmina è una bomba anche con i maschi ma con le donne è…, è…come faccio a dirti che ciclone è…devi vederla…come lecca la figa delle altre lei non ci sono altri che reggono il paragone. A me piace immensamente scoparla a pecora, mentre lei sta con le natiche all’aria e la faccia tra le cosce di una donna.. Devi provare anche tu…mentre lei trastulla tua moglie tu te la devi fottere…Una cosa da provare per credere, non si può raccontare. Pensa che io godo solo già ad immaginarvi: è uno spettacolo.”
Cribbio già mi immedesimavo anche io nella scena, ero eccitatissimo, avrei voluto già vivere le cose che mi prospettava.
Gli chiesi se mancava tanto per arrivare a casa sua. Mi disse “Non molto, ma non affrettiamoci, diamo anche alle donne il tempo di scaldarsi un poco. Sai le donne non sono come noi, hanno bisogno di più tempo per cominciare a carburare anche se poi quando partono in quarta ci lasciano spesso al palo perché sanno essere maiale sfrenate quando ci si mettono…ma prima devono scaldarsi un poco,…ricordati che la donna ti dà tutto se tu la sai scaldare con i preliminari. Le donne non sono come noi maschi, o almeno alcuni maschi, sai di quelli che si eccitano subito, magari eiaculano già mentre parlano di sesso e poi…poi si afflosciano…. A proposito- mi chiede cambiando tono- non sarai di questa tipologia anche tu spero… Reggi vero? Perché stanotte lo spadone ti serve..si combatterà amico mio…fa sentire a che punto sei!” e, a sorpresa, con mossa fulminea ed inattesa mi mise la mano tra le cose e strinse da sopra i calzoni il mio cazzo.
Sussultai, dando anche una botta involontaria al pedale del freno ed esclamai; “Ahò! Che cazzo fai?”
Lui ritrasse la mano e rise dicendo “Mi ricordi me alla mia prima esperienza. Anche io ci rimasi male. Sapessi quante volte mi sono pentito dopo, quando ho imparato a dare e prendere piacere anche con gli uomini. Io non mi nego più niente, se accetti un consiglio non negartelo neppure tu, non a priori almeno. Prova e lascia provare, il sesso è piacere immenso, goditelo a pieno, in tutte le forme che ti piacciono, ma provale prima di scartarne a priori qualcuna. Non tutto ti deve piacere, ma per sapere se ti piace o no prova prima. Io ho provato di tutto sai, anche e un poco di sado-maso ma ho visto che non è pane adatto a me ed ho lasciato perdere, ma ho provato rima. Pensavo che neanche gli uomini mi piacessero, invece…ah, ah, ah… io ed Adriana ce li contendiamo e gareggiamo a chi li tratta meglio…Ci piace..vedrai, piacerà anche a te, a voi….. “
Poi cambiando tono all’improvviso, disse: “Attento, stiamo per arrivare. Tra cinquanta metri c’è una diramazione sulla destra, prendila e…ecco, la casa è quella dove ora si è accesa la luce. Si vede che le donne sono arrivate anche loro.”
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