“Io lo affianco con l’intenzione di aiutarlo, ove ce ne fosse stato bisogno, chinandomi un po’…”
Racc.1
Iniziò tutto con una gita in barca. Parte prima
Dicono
che le vie del Signore siano infinite. Non so se sia vero, però posso affermare con certezza che sono molte anche le vie per le scopate. Una di queste è passata attraverso un’innocente escursione balneare in motoscafo. Ma andiamo con ordine: intanto io mi chiamo Alex, longilineo, capelli scuri, avevo all’epoca del racconto 40 anni, mia moglie Alessandra (Sandra per gli amici) 36, capelli castani (di solito, ma non sempre…), statura media, petto sopra la media (portava reggiseni di quinta/sesta misura), culetto da favola sostenuto da due gambe ben tornite ed il resto in proporzione: una fighetta, sempre vestita un passo avanti, che attirava gli sguardi (sovente non proprio innocenti) dei maschi e qualche commento malevole dalle femmine (ah, l’invidia!). Pur non essendo scambisti qualche avventuretta con amici la avevamo già avuta: per noi il sesso è sempre stato un bel gioco, ma da giocare con persone con cui ci sia uno stretto rapporto di vera amicizia, se non proprio d’affetto.
Un bel giorno di luglio di qualche anno fa un nostro vecchio amico, Nevio, ci invita a trascorrere una domenica in mare sul suo motoscafo (niente di eccezionale, un semicabinato di sei metri ormeggiato in uno dei porticcioli della riviera ligure). Nevio è un piccolo imprenditore, corporatura da atleta, sportivo (pilota di aereo, auto e moto, alpinista, sciatore), che i suoi 39 anni li portava molto bene: un fisico tosto e una faccia da schiaffi.
Alle otto di mattina ci troviamo al porticciolo, lui è già lì con la consorte, Rosalba, sua coetanea dai capelli corvini, pettoralmente normodotata. Soliti abbracci e bacetti sulle guance, quindi ci si imbarca, si sciolgono gli ormeggi e via, fra uno spumeggiare delle onde tagliate dal nostro natante, verso alcune anse della costa, in quel tratto a picco sul mare. Quasi subito pantaloncini e magliette sono tolti e siamo pronti, in costume, a tuffarci in mare.
– Che ne dite, fa Nevio con uno sguardo fra l’innocente e il birbante dopo aver buttato l’ancora, qui siamo lontani dalla costa e non ci vede nessuno: ce li togliamo i costumi?
Io indosso un paio di slip normali, Nevio boxer da bagno, Rosalba un due pezzi normale, Alessandra porta un mini reggiseno ed un ancor più mini slippino a rete (a maglie strette, per fortuna) di filo di cotone che si era fatta da sola: il reggipetto ripara bene le areole ma non i capezzoli (che tentano di uscire dagli interstizi delle maglie), un po’ meno il rimanente delle tette mentre lo slippino, con i laccetti ai fianchi, copre in pratica solo la patatina e parte del culetto.
– Per me va bene, risponde Alessandra, non ho nulla da nascondere, e poi Alex ed io siamo abituati a fare il bagno nudi, quando possiamo andiamo dove ci sono spiagge libere per i naturisti.
Così in un minuto giù slip calzoncini e reggipetti ed eccoci tutti nudi a bearci del sole: un rapido, vicendevole, sguardo per approfondire la conoscenza e poi noi tre giù in acqua mentre Rosalba preferisce rimanere a prendere il sole a prua. Il tuffo si impone anche perché a Nevio la vista delle tette, della fichetta e del culo di Alessandra aveva fatto tirare il cazzo che cominciava ad innalzare la testa: è vero che ci conoscevamo già da qualche anno, ma non al punto da esibirci le erezioni.
La giornata prosegue in allegria con tuffi, nuotate, strusciamenti involontari (e forse anche no) e frizzi scollacciati.
La sera, bruciati dal sole, ognuno a casa sua, previo accordo con Nevio che l’indomani mattina sarebbe passato a casa nostra a ritirare, utilizzando un carrello montascale, una vecchia lavastoviglie che sostuivamo con una nuova.
Il mattino seguente, dopo una scopatina quasi veloce (una specialità mia e di Alessandra), vado a lavorare come di consueto, ricordando alla moglie di non allontanarsi prima di mezzogiorno giacché avrebbe dovuto passare Nevio per la lavastoviglie.
Rientrato per il pranzo trovo Alessandra in cucina, un po’ scarmigliata e con gli occhietti brillanti; la lavastoviglie vecchia non c’è più e al suo posto c’è quella nuova, quindi l’amico è passato e ha fatto il suo lavoro. Lei indossa il vestitino che usa sempre per casa, leggero e di solito stretto in vita con una cinta (ma che ora tiene chiuso con una mano). Mentre mi tolgo gli abiti di lavoro, rimanendo nudo pronto per fare una doccia, chiedo alla mia adorata consorte di relazionarmi sulla mattinata testé trascorsa.
– Allora Sandra, Nevio è passato a quanto vedo, è andato tutto bene?
– Mooolto bene, mi risponde Alessandra con un sorrisetto malizioso.
– Come sarebbe a dire “mooolto bene”?
– Vedi, Nevio è passato poco tempo fa – se venivi un po’ prima lo trovavi – ma non si è limitato a portar via la lavastoviglie.
– Spiegati meglio, hai un sorrisetto e degli occhietti birichini che mi dicono molte cose.
– Ecco, inizia a spiegarsi Alessandra, quando è arrivato io ero in cucina che stavo rigovernando; come sempre in questi casi (e poi siamo in luglio) indossavo solo questo vestitino leggero allacciato davanti con una fettuccia, come sempre senza mutandine e reggiseno, tanto qui a casa a cosa servono? Comunque Nevio mi saluta con un bacino sulla guancia, come è normale fra amici, mi dà una amichevole pacca sul culo e comincia a staccare i tubi della lavastoviglie. Io lo affianco con l’intenzione di aiutarlo, ove ce ne fosse stato bisogno, chinandomi un po’. La scollatura, in verità forse un po’ troppo ampia, lascia intravvedere una buona porzione delle mie tette, ma io non me ne accorgo intenta come sono a badare a non allagare il pavimento con l’acqua contenuta nello scarico della lavastoviglie.
Il racconto di Alessandra prosegue con larghezza di particolari.
– Io non ci facevo caso alla porzione di petto che si poteva vedere, ma glielo faceva Nevio che non perdeva occasione per sbirciare; ad un tratto, io sono alla sua destra, mentre mi abbasso per aiutarlo a spostare la lavastoviglie il vestito si sposta un pochino e mi escono le tette (ti ricordi, come mi era successo in campeggio l’anno passato). Lui, inginocchiato sul pavimento, veloce come un lampo me le accarezza, al che io gli dico ma cosa fai? Metti giù le mani! Lui obbedisce e, messe giù le mani con la destra sale sotto il vestito fino al mio culo.
– Ma Sandra, accidenti, sei nuda lì sotto?
– Certo, a casa l’intimo non lo porto mai, a che serve? Ma tu stai fermo con le mani, su fai il bravo, non toccarmi il culo, non ti approfittare della situazione.
Non era facile per Nevio stare fermo. Infatti lasciata la lavastoviglie si alza in piedi e, con la destra, con un colpo solo scioglie la fettuccia del vestito che si apre lasciando Alessandra con le tette libere e la patatina al vento, il tutto illuminato dal sole che entra dall’ampia porta finestra spalancata sul poggiolo. Anche se forse all’inizio lei non voleva, ora la situazione comincia ad essere stuzzicante, il suo sangue inizia a bollire e i capezzoli che si ingrossano fanno capire a Nevio che ora ad essere in tiro sono probabilmente in due.
– Non è che mi approfitti, soltanto è dalla gita di ieri che ti desidero: vedere le tue tette, la tua patata e non poterle toccare, accarezzare, baciare è stato per me un vero supplizio.
– Ma che dici, se ieri mi sei stato sempre addosso in acqua strusciandoti quando pensavi che Alex non ci vedesse e poi mi toccavi sempre il culo con la scusa di aiutarmi a salire sul motoscafo ed anzi mi pare una volta di aver anche sentito un tuo ditino proprio sul buchetto: hai approfittato della situazione per palparmi tette e culo a più non posso, tanto è vero che ti tirava il cazzo e sei rimasto in acqua per molto tempo solo per non farlo vedere.
– Ma allora lo guardavi, porcellina; ogni palpatina che riuscivo a darti mi faceva tirare l’uccello, costringendomi a rimanere in acqua. Comunque ieri è stato un gioco di mano, innocente, anche se più di una volta il mio cazzo la pensava diversamente, ma ora siamo qui, soli, disponibili: che male facciamo se giochiamo un pochino?
Mentre parla Nevio insiste con le mani, cercando di sfilare il vestito di dosso a Alessandra che si schermisce un po’, ma quando le mette un dito nella fica, a causa del movimento che lei fa per cercare di spostare quel ditino invadente, il vestito cade a terra lasciandola completamente nuda. Per fortuna il nostro alloggio è all’ultimo piano e su quel lato le case di fronte sono tutte più basse.
Il racconto si era fatto intrigante ed il mio cazzo cominciava a svegliarsi: non sono un cuckold, ma l’idea che la mia Alessandra, la mia bellissima e adorata Alessandra, stava per scopare con un altro uomo, per di più con un amico, mi intrigava non poco.
– Allora Sandra, racconta, come è andata a finire?
– E’ andata a finire che anch’io mi ero eccitata non poco (quanto avevo visto ed era successo il giorno prima mi aveva lasciato addosso una certa curiosità e – ti confesso – pure una certa attrazione) e quando mi ha baciato sulla bocca non ho saputo resistergli, soprattutto perché mentre la sua lingua mi toglieva il respiro la sua mano destra continuava a rovistare la mia patatina e con l’altra mi stringeva il culetto: sai bene che a certe cose non si comanda e così ho ceduto e siamo andati in camera da letto – dovendo scopare è meglio farlo in un posto comodo. Lui si è spogliato e ha cominciato a baciarmi in tutto il corpo, a partire dalla fessurina che, bollente come era diventata, aveva proprio bisogno di una rinfrescata. Nevio è molto bravo sai, sia con la lingua che con le mani; ha cominciato a pizzicarmi dolcemente il clitoride che in breve si è indurito, come si erano induriti i capezzoli ed un brivido mi scuoteva tutta: ero davvero in tiro, una cosa molto piacevole.
– Sei sempre stata molto brava a fare all’amore, una donna ideale.
– E’ vero, mi risponde Alessandra sorridendo e accarezzandomi il pisello che intanto si stava ingrossando a vista d’occhio, non sei il solo a dirlo che sono molto brava a letto, fare all’amore è la cosa più bella che si può fare a quest’età, e condividere questi momenti è il massimo che si può chiedere alla vita. Per concludere: siamo rimasti a giocare per oltre un’ora ed io sono venuta due o tre volte, non mi ricordo. Alla fine, non ne potevo proprio più, gli ho detto di mettermelo dentro e di completare l’opera.
Mentre lei racconta io, con il cazzo duro, comincio a navigare sotto il vestito sino a raggiungere la patatina che trovo ben bagnata, non so se per il turbamento della rievocazione o se per gli avanzi della scopata con Nevio.
– Vedo che sei ancora o già bagnata: devi aver passato veramente una bella mattina.
– Sì, è stata una mattinata mooolto soddisfacente, come ti ho già detto Nevio è molto bravo sia con le mani che con la lingua, sa come soddisfare una donna e abbiamo fatto un po’ di tutto; lui avrebbe voluto anche il culo ma io non ne potevo più, s’era fatto tardi e quindi abbiamo concluso con una scopatina. Naturalmente poi, intanto che lui sistemava la nuova lavastoviglie, io mi sono rinfrescata la patatina, ma pensando a quanto era successo e aspettando di raccontartelo la voglia mi è tornata di nuovo.
Io sono già nudo, rapidamente il suo vestitino sparisce, la appoggio alla pecorina sul tavolo della cucina e faccio la mia seconda scopata della giornata (e la terza per Alessandra). Poi, alla sera, visto che alla TV non ci sono programmi degni di questo nome, ci dedichiamo con molta più calma ai giochini che ci piacciono di più, concludendo la serata con qualche foto, per i giorni – lontani – che verranno ed in cui potremo gioire solo di ricordi.
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