“Appoggiò i seni sulle mie ginocchia, ebbi un sussulto di piacere, allungai le mani e presi a strufolare i suoi capezzoli sempre più turgidi e vogliosi di…”
Mi adagiai con la mia testa sulle sue tette e cominciai a
leccargli i capezzoli e a mordicchiarli delicatamente; non avevo avuto ancora l’opportunità di averli a tiro; Lei mugolava e capii che accettava quel trattamento. Il mio cazzo iniziò nuovamente ad essere tale; Lei si alzò, si posizionò in ginocchio davanti a me e iniziò a pomparmi il cazzo per farmi un prelievo spermatico. Appoggiò i seni sulle mie ginocchia, ebbi un sussulto di piacere, allungai le mani e presi a strufolare i suoi capezzoli sempre più turgidi e vogliosi di essere al centro delle mie attenzioni erotiche. Ogni tanto le stringevo con più intensità, rischiando di essere ripreso per tale violenza; invece, Lei ad ogni strizzata affondava sempre più il mio cazzo dentro la sua bocca, a testimoniarmi ed ad invitarmi in quel gioco non concordato di avere i capezzoli strizzati in cambio di una penetrazione in bocca del mio cazzo. Questo gioco durò un bel pò, con il consenso tacito, ritengo che entrambi stavamo provando una sensazione nuova di piacere e di goduria mai avuta prima. Lui, il suo amico stava li a lato seduto sul divano a guardare, mi distrassi un pò a guardarlo per capire quali fossero i suoi propositi e le sue intenzioni: stava con le spalle poggiate allo schienale del divano con le braccia allungate e poggiate sullo schienale, le gambe divaricate, con il “cazzetto” moscio che scompariva coperto dalla folta peluria bionda. Beato Lui…. e noi, che non “rompeva” standosene cheto a sollazzarsi della visione dei nostri “preliminari”. Lei continuava a giocare col mio cazzo in bocca; mi sentivo la schiena percorsa da focose vampate che partendo dalla nuca arrivavano al fondoschiena, pronto ad esplodere dentro la sua bocca. La visione e l’atteggiamento passivo dell’amico, mi faceva da freno inibitorio a non godere; dando a Lei tutto il piacere che cercava con il cazzo in bocca. Smisi di strizzargli i capezzoli, le cinsi con le mani all’altezza delle ascelle, ritrassi il bacino, staccandole la bocca dal cazzo, la sollevai, portandola in su e poggiando il suo seno all’altezza del mio torace, poggiando la sua figa all’altezza del mio cazzo, quindi offrendo la mia bocca alla sua. Iniziammo una penetrazione di lingua a lingua, con contorsioni all’interno delle reciproche cavità orale; succhiate e tirare di lingue, scambio salivare molto abbondanti. Le mie mani reggevano i suoi glutei tonteggianti e burrosi; non indugiai più di tanto a cercare con il medio destro il suo orifizio anale; Lei immediatamente cercò di allargare i suoi glutei per facilitarmi di raggiungere il buchino posteriore ancora da me inesplorato. Salivai abbondantemente il dito, iniziai a sollecitare l’esterno con movimenti rotatori con brevi accenni penetrativi; ripetei più volte questa procedura per prepararla alla penetrazione ditale, in modo tale che lo sfintere anale fosse abbastanza dilatato a ricevere le mie manuali attenzioni. Quando ritenni che Lei fosse abbastanza dilatata, affondai il medio con graduale delicatezza fino a farlo scomparire dentro di Lei, mugolava, emetteva gemiti di piacere e parole incomprensibili. Eravamo avvinghiati su due fronti: ci donavamo l’un l’altra con le lingue e con il dito in culo a Lei. Col dito nel suo sfintere anale, le procuravo una piacevole sensazione e di rimando percepivo anch’io il piacere di fotterla; con le lingue continuavamo a fotterci reciprocamente. Quando ritenni di averle dilatato abbastanza lo sfintere, mi procurai una delle bottiglie di birra che stavano anche sul divano, tolsi il dito e la penetrai in culo con il collo della bottiglia, Lei percepì quella penetrazione, sia per il maggior diametro sia per la minore temperatura della bottiglia; iniziò a muoversi su e giù come una forsennata, di dimenava con quell’oggetto in culo invitandomi coi suoi movimenti a penetrarla ancor più in profondità; non scambiavamo alcuna parola: il silenzio era tombale; ma il linguaggio del sesso, della passione, della trasgressione, della goduria, del piacere sono e rimarranno universali; non hanno bisogno di sillabe, di consonanti, di vocali o di verbi; si intuiscono dai movimenti, dai gemiti, dai mugolii, dagli sguardi…., così come stavamo facendo noi in quei momenti di sublime rilassatezza cerebrale e sessuale. Mi ripetette per due volte quattro parole, che come oramai consueto non capii, Lei per farsi capire, avvicinò la sua mano destra nella parte dove i nostri due organi sessuali si strofinavano; quindi alzò ancora un po’ il bacino, prese in mano il mio cazzo e con sapiente arte sessuale, se lo ficcò in figa. Ci ritrovammo quindi ad essere uniti nei tre punti penetrativi che una femmina può offrirà al suo amante di turno: lingua in bocca, bottiglia in culo e cazzo in figa, io seduto sul divano e sotto con le spalle poggianti sulla spalliera e gambe tese coi piedi poggiati a terra; Lei sopra a cavalcioni con il cazzo in figa, bottiglia in culo e lingua in bocca. Si contorceva e gemeva come una gatta in calore o come una cagna che resta legata al suo omologo, tramite l’organo sessuale maschile che si gonfia nell’atto sessuale, finalmente capii qualche parola che le usciva di bocca nonostante le nostre lingue di penetravano nell’altrui bocca: yes… yes…., yes…., (si…., si…., si….) mi incitava a continuare in quella posizione, a fotterla, penetrarla sempre con più foga e con più intensità per farle raggiungere l’estasi dei sensi; stavo scoppiando. Lei sobbalzava sul mio cazzo e la seguivo coi ritmi che Lei stessa comandava con la bottiglia dentro lo sfintere anale; sudavo e sentivo che il sudore mi scendeva giù dalla fronte, dal collo lungo la schiena, il suo seno che premeva contro il mio torace, la voglia di goderle dentro era tantissima, ma non potevo, troppo alto era il rischio di metterla incinta, non potevo dirle se prendesse la pillola o se era nel periodo fecondo, in quale lingua comunicarglielo? Continuammo a guardarci negli occhi negli occhi anche se in modo sfuocato, considerata la posizione che avevamo assunto; il collo della bottiglia oramai era scomparso dentro il suo culo, la dilatazione aveva raggiunto dimensioni atte a ricevere il mio cazzo. Mi staccai dalla sua bocca, tirai fuori la bottiglia con molta prudenza per non farle male, le sollevai il bacino, titrassi il cazzo, e con una mossa da contorsionista circense, la catapultai sul divano facendole assumere la posizione a 90°, mi si posizionai dietro, con un piede a terra e l’altro piegato sul divano, le allargai le cosce ed i glutei, le poggia la cappella ancora umida dei suoi umori vaginali sul buchino posteriore e cominciai a premere dentro, mentre Lei ripeteva ancora yes… yes…., yes…., (si…., si…., si….); affondai con un colpo brusco il cazzo dentro Lei, sicuro che non le avrei procurato dolore ma gioia e passione, in quanto già con lo sfintere abbastanza dilatato dal corpo della bottiglia. Emise un forte “ohhhh” ed i soliti yes… yes…., yes….. Non so per quanto la fottei in culo, tanto era il piacere che ricevevo, donandole il mio cazzo che, pensavo solo quale fosse la sua reazione quando l’avessi inondata internamente di sperma; pompavo, pompavo e Lei gemeva, mi assecondava nei movimenti per essere penetrata con molta più “violenza”, era oramai con la bocca asciutta, me ne accorsi dal cambio di tono della voce quando mugolava e gemeva. Arrivai alle porte del piacere, decisi di dargliela a bere direttamente in bocca, mi sfilai dal suo buchino, mi posizionai col cazzo davanti la sua bocca; Lei mi guardò negli occhi e sorrise, era felice di succhiarmi il cazzo per farmi un prelievo spermatico. Lo prese in bocca, lo succhiò per parecchio, mentre con la mano lo menava contemporaneamente, oro all’estremo delle mie forze; emisi un sospiro profondo e venni dentro; Lei avidamente affamata lo ricevette, caldo con schizzi ad intermittenza. Mi sentivo, nonostante avessi scaricato buona parte di sperma dentro la sua bocca, ancora dello sperma dentro; desideravo che glielo donassi dal di dietro. Lo tirai fuori dalla sua bocca, mi riposizionai di nuovo dietro di Lei, ancora a 90°, le allargai i glutei, mettendo in bella vista il suo buco ancora arrossato dalle “lavorazioni” penetrative precedenti, le poggiai il glande e con una fulmineo colpo glielo ficcai in culo, ancora gocciolante di sperma, la pompai per un paio di minuti, fino a quando il mio cazzo non divenne moscio e non più idoneo alla funzione penetrativa; Lei con una mano mi teneva la coscia accostata alle sue natiche per non farmi uscire il cazzo; ma quel suo tentativo rimase infruttuoso. Mi staccai da Lei, mi sedetti sul divano ancora macchiato e dalle bottiglie di birra vuote che le stavano poggiate su, la tirai su di me per assaporare il gusto del mio liquido spermatico, la baciai sulla bocca e le infilai la lingua dentro. Fu un bacio di ringraziamento reciproco, che tacitamente desiderammo scambiarci, molto dolce e passionale. Ci abbracciammo stringendoci l’un l’altra, ci guardammo negli occhi e le sussurrai: “Like my dear”; mi rispose: “thank you italia”. Ritornai in bagno, mi sciacquai il pisello, mi diedi una rinfrescata al viso; ritornai da Lei, le strinsi la mano, uscii in veranda, saltai il muro divisorio tra le due verande, raccolsi la maglietta che era rimasta ancora stesa al filo, rincasai dentro. Per fortuna che mamma ancora non si fosse svegliata; indossai un paio di paltoncini corti, la maglietta e le scarpe, riempii la borraccia d’acqua fresca, portai la bicicletta fuori in cortile, le salii sopra e pedalai fino al cancello. Quei pochi metri di salita per arrivare al cancello, furono tremendamente duri da percorrere; mi resi conto che non avrei resistito a percorrere i 30 km che mi ero prefissato di fare quella mattina. Ritornai indietro, rimisi la bici al proprio posto, mi spogliai degli indumenti che avevo addosso e mi rimisi a letto. Mi riaddormentai, svegliandomi alle 9,30 circa; erano trascorsi quasi tre ore a mezza, avevo fatto sesso e avevo cavalcato la finlandese, ma non avevo potuto cavalcare la bici. Pazienza…..!!!! E’ finito Luglio, la coppia della veranda dx è rimasta a soggiornare ed a godersi il sole siciliano, il mare cristallino e le dorate sabbie silicee; mentre invece le coppie nordeuropee della veranda sx sono ripartite senza nemmeno salutare. Speriamo che qualche altra coppia o almeno gente simpatica possa prendere dimora nell’alloggio sx.
Ciò che avvenne successivamente lo leggerete….. in seguito!
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