“Fu una sensazione unica, era duro ma morbido insieme, era una sorpresa inattesa…”
Il giro di boa.
Il menage a trois con Graziano andava a
gonfie vele, verso gennaio contammo dieci incontri, Claudia ogni volta era sempre più soddisfatta e Graziano, qualche volta, rimaneva fin domenica mattina, con enorme gradimento di Claudia e mio.
In una di queste domeniche, alla fine di gennaio, mi svegliai con ancora nelle orecchie, dopo una scopata e inculata mozzafiato, gli urletti di godimento di Claudia, soffocati da una sborrata in bocca finale veramente notevole.
Fuori pioveva e girandomi vidi Claudia che, svegliatasi, si avvicinava al cazzo floscio di Graziano, per il “pompino del risveglio”, cosi chiamavamo quel simpatico rito.
Inizio leccandogli il ventre e le cosce, arrivando poi con le labbra a sfiorare la cappella turgida e il cazzo intero colpendolo con la lingua e con le labbra.
Piano il cazzo di Graziano, sempre semi addormentato, comincio ad avere la consistenza usuale.
Fu lì che Claudia fece cenno di avvicinarmi, dal suo sguardo avevo capito che cosa volesse, ma desideravo che fosse lei a chiedermelo. A bassa voce” vieni dai, prova anche tu a leccargli il cazzo” e “lo so che ne hai voglia, ti vedo da come lo guardi mentre mi scopa”. Rimasi interdetto ma eccitato, da come mia moglie ormai, capisse quello che avevo in testa da un semplice sguardo.
Al di fuori di qualche bacetto sulla cappella o di piccole seghe, prima di un’infilata, non avevo mai fatto un pompino a un altro uomo. Claudia mi fece vedere come dovevo muovere la lingua e le labbra e dopo un’ultima raccomandazione “non usare i denti, lecca e ciuccia come fosse un gelato” iniziai il mio primo pompino. Fu una sensazione unica, era duro ma morbido insieme, era una sorpresa inattesa. Iniziai dalla cappella e sentendo qualcosa in bocca, chiesi a Claudia: “Ma è amaro”, Claudia sorridendo “sciocco”, continuo toccandosi il sedere, “è qualche cosa di mio”. Capii e ancora più eccitato continuai la pompa.
Claudia leccava la cappella e mi spingeva verso la base del cazzo, cosi mi ritrovai a leccare le palle di Graziano. Si sveglio “bravi cosi, era ora che lo facevate insieme”. Mi accarezzo il viso e rivolto a mia moglie “che ti dicevo, questa puttanella moriva dalla voglia di sbocchinarmi”. Avevo capito che tra di loro avevano parlato di questa situazione e delle mie inconfessate voglie, ma la cosa invece di disturbare mi eccitò di più. Mi prese poi la testa tra le mani e cominciò una scopata in bocca, riempiendomi tutto. Spinse ma non ce la feci più e quasi soffocato mi staccai.
Claudia si fece avanti e con una maestria ormai acquisita, si mise tutto l’uccello di Graziano in bocca.
Si mise a pecorina e Graziano in ginocchio sul letto, con la sua testa tra le mani la scopava in bocca.
Claudia emetteva dei suoni gradevoli misti al rumore della scopata. Mi misi allora di fianco e iniziai a leccargli la fica.
Era fradicia e il suo gusto dolciastro copriva ormai il sapore del cazzo di Graziano. In quella posizione fu facile a Graziano cominciare a intrufolarsi nel mio buchino. Rimasi un attimo fermo e prima che potessi dire o fare qualcosa, Claudia si staccò da lui e mi bacio in bocca. Cosi continuo per un bel po’, con le dita di Graziano che dolcemente ma fatalmente entravano nel mio culo e Claudia che con la lingua mi rovistava la bocca, le orecchie e gli occhi. Ero nelle loro mani. Fu piacevole, dopo il primo attimo di smarrimento. Forse era quello che desideravo anch’io. Claudia si alzò prese dal comodino la pomata che Graziano usava con lei e gliela porse. Poi con dolcezza mise un cuscino sotto la mia pancia e mi divarico le gambe, facendomi appoggiare con il ventre in modo di avere il culo rialzato. Mi sentivo un oggetto, una bambola di plastica nelle loro mani. Era stranissimo, cosi a gambe aperte avevo mia moglie vicino e un uomo che mi stava allargando il culo e che da lì a poco mi avrebbe inculato.
Graziano si mise della crema nelle mani e con il pollice simulò una penetrazione. Claudia intanto mi leccava la schiena e succhiava il cazzone di Graziano, poi disse “ è pronto”.
Graziano mi sali sopra e fece scorrere, molto lentamente, il suo cazzo dal mio collo fino all’imboccatura del culo. Mi vennero i brividi. Dissi con un filo di voce “sì, ma fai piano sono “vergine”, calcando sulla parola come una troia in calore. Claudia si avvicinò al mio viso e cominciò a riempirmi di coccole. Iniziò.
Sentii la cappella di Graziano che cominciava lentamente a farsi strada, poi ancora lentamente usciva, continuo cosi per un tempo che sembrava infinito, poi con una certa decisione e vedendo il mio buco aprirsi entro. Era un misto di dolore e piacere, volevo che uscisse ma una voglia maggiore mi spingeva ad aprirmi di più ai colpi. Mi prese per i fianchi sbattendo la sua pancia sul mio culo, mentre il cazzo mi squassava il ventre. Claudia mi baciava e accarezzava la schiena dicendomi “ bravo, ora capisci perché mi piace il cazzo nel culo”. Risposi di si e volli che mi baciasse con trasporto e voluttà.
L’inculata andò avanti, Graziano ogni tanto mi piantava una sculacciata sul culo e all’improvviso senti i colpi farsi più forti e veloci, il buco ormai completamente aperto non opponeva più nessuna resistenza. Fu un attimo, mi senti vuoto e girandomi vidi Claudia che avidamente succhiava tutta la cappella di Graziano, bevve tutto. Io venni e imbrattai tutto il cuscino. Mia moglie scivolò vicino a me, mi bacio riempiendomi la bocca del sapore asprigno e dolce della sborra di Graziano e del mio buco.
Ci salutammo, noi dovevamo andare dai suoceri per il pranzo, Graziano con una dolcezza infinita “Grazie vi voglio bene”, sorridemmo poi prima di andarsene “Claudia credo che ora bisogni trovare un nje djale (un ragazzo) per tuo marito o una nje vajze (una ragazza) per te, pensateci ciao”.
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