“Gli parlò del coltello affilato……”
( in occasione della pubblicazione di “Paola ed Alessio. L’ospitalità
ricambiata”, mi sembra utile riproporre agli amici lettori il racconto autobiografico che ha documentato il primo incontro della coppia con L’autore).
Il Cuoco Galante
di PadroneMaldestro
P r o l o g o
Si erano conosciuti da pochissimo tempo; la loro amicizia scaturiva tanto dalla moderna comunicazione – il web del Palco ne era il testimone -, tanto dalla voglia di Alfredo ed Alessio di condividere non solo le iniziali del proprio nome ma anche la passione per le forme dello splendido corpo della piccola e la curiosità di scavare nella sua psiche per scoprirne i segreti più nascosti..
Alfredo ha 59 anni, è un vecchio addetto alla sicurezza in un ente statale che, dopo una vita trascorsa sempre sul filo del rasoio, tra rischi e avventure, scontri ed incontri con personalità di ogni tipo, si è dovuto un bel momento fermare, lasciare il suo affascinante mondo ed affacciarsi in un contesto totalmente nuovo.
Alessio, giovane e intraprendente romano, lavora nell’ambito della commercializzazione di articoli sportivi; è sposato da poco con Paola, che ama teneramente e follemente. Tanto è forte l’attrazione che prova per lei che la consapevolezza di possederla pienamente e totalmente finisce per apparirgli un peccato anziché una conquista. Paola è così attraente, così desiderabile ed egli trae grande piacere nel vederla ammirata, concupita, desiderata durante il loro fine settimane in cui – lei leggermente, impercettibilmente discinta – girano allegri in uno dei grandi centri commerciali della capitale.
Camminando, Alessio osserva – guardando il riflesso di una vetrina, fingendosi in altre occasioni distratto – come gli altri uomini si soffermino su Paola, come i loro sguardi frughino nella sua scollatura, come occhieggino alla forma del suo bel sederino, ai suoi piedini fasciati da sandali eleganti e sexi.
Paola. Lei è bella. E’ bello il suo corpo, sono belli i suoi lunghi capelli, il seno alto e pieno, le sue cosce tornite, le sue mani, i suoi piedini. E la sua bocca. La sua bocca è l’inizio e la fine di tutte le meraviglie che Paola sa offrire. Le sue labbra paiono create per baciare; la sua lingua è nata per leccare, slinguare, lievemente ruvida, prima le labbra di Alessio per poi finire sulla sua cappella, trascinandolo in un gorgo di sensazioni libidinose, da cui può sfuggire solo eruttandole in bocca fiotti di calda sburrina, lattea, lievemente salata.
Ma è la testa di Paola che occorre scoprire per poterla meglio comprendere e meglio soddisfare; per poterla appagare e incatenare: sì, perché Alessio comprende perfettamente che la piccola ha molti bisogni, taluni a lei ancora sconosciuti ma è anche consapevole di dovere essere lui a soddisfarli o farli soddisfare, pena il rischio di perderla lungo la strada.
Infatti, se Paola non ha piena cognizione dei desideri annidati nel suo subconscio, percepisce bisogni di evasione e di piccole deliziose perversioni. Percepisce anche che la sua personalità si oppone – per colpa della rigida educazione impartitagli dai suoi – all’idea di cedere ai bisogni espressi dall’inconscio. Vorrebbe opporsi, cerca di opporsi, ma teme di cedere, si sforza di resistere ma si vede ogni volta appesa ad un baratro e sa che precipitarvi dentro la conduce a raggiungere impensate vette di piacere….
Cap. 1
L’ i n c o n t r o
Non era trascorsa una settimana dalla prima mail e già pensavano a quando si sarebbero incontrati, finalmente conosciuti……
Il pretesto, l’occasione venne dalla passione sportiva che aveva conquistando Alessio, grazie innanzitutto agli insperati successi della squadra di calcio della sua città.
Ancora di più, l’occasione la offrì il sorteggio del calendario della Stagione 2007-2008, che alla sua squadra aveva regalato un vero tour de force all’inizio del campionato!
“Allora”, disse Alessio a Paola, “che ne dici se per questo fine settimana, ci prendiamo una giornata di libertà e con un volo low cost ci rechiamo a Milano, dove sabato pomeriggio la Roma incontra l’Inter?”
Paola, alla domanda restò sbigottita. In un istante rivide i recenti eventi che avevano sì allietato ma anche molto scombussolato la loro allegra vita di giovani sposi, vogliosi di amore, sesso e divertimento. Con nitidezza, ricordò le cose dette a cena, il piacere provato nel sentire che Alfredo la desiderasse e si masturbasse deliziato dalle sue foto; ricordava bene quando Alessio aveva appena accennato alla prospettiva, aveva accarezzato l’idea di farla scopare da un altro….. Temette che decidere di andare a Milano venisse interpretato da Alessio come l’ accettazione da parte sua di fare realmente quello che solamente nel turbinio dei sensi aveva ritenuto plausibile.
Di getto, pensò di rifiutare decisamente la proposta…. Ma ci ripensò. Alla fine, si disse, Alessio non avrebbe mai fatto nulla che lei non avesse voluto e sicuramente, sapeva ben distinguere tra il gioco erotico di un fine settimana e la vita reale.
D’altronde, come avrebbe mai potuto rifiutare ad Alessio di approfittare di questa opportunità quasi unica di recarsi a Milano, ospite di un amico che, a quello che traspariva dalle sue mails, era molto cortese ed amichevole, perbene….. anche se abbastanza birichino!!!!! Decise per il si.
Insieme, Paola ed Alessio, chiesero il sabato libero al proprio datore di lavoro e, dopo ripetute insistenze, lo ottennero. La partita era programmata per le 18 del sabato… Niente notturna, aveva stabilito il Prefetto; loro due avrebbero, perciò lavorato tutto venerdi e sabato mattina sarebbero partiti per Milano.
Ricevuta la notizia, al colmo della felicità, Alfredo diede immediatamente prova delle sue capacità di “”personal traveler””:
– trovò in rete ed acquistò due biglietti Roma-Linate e ritorno;
– – con altrettanta solerzia, acquisto dal club calcistico cittadino un biglietto nei posti “Distinti”;
– – raccomandò alla coppia amica di portare solo bagaglio a mano, naturalmente, solo gli abiti, perché a casa avrebbero trovato tutto il necessario.
Ad Alessio prospettò il suo piano iniziale:
sarebbe andato personalmente ad accoglierli in aeroporto e li avrebbe accompagnati direttamente a casa, approfittando anche dalla fortunata coincidenza dell’assenza della moglie, che in quei giorni doveva partecipare ad una fiera in Germania;
a casa avrebbero avuto i primi approcci, si sarebbero meglio conosciuti, avrebbero preso confidenza;
a pranzo, si sarebbero limitati ad una pizza;
verso le 15, Alessio si sarebbe avviato verso lo Stadio, dall’altra parte della città; io e Paola saremmo andati a fare qualche spesa con l’intento di preparare insieme una cena succulenta da consumare insieme, al ritorno di Alessio dallo stadio.
Le raccomandazioni di Alessio e le sue preoccupazioni furono tantissime:
”””…..Paola è timida; ricordati che lei non sa della nostra intenzione di scoparcela insieme per davvero; ti prego di essere molto cauto con lei; non so se faccio bene a lasciarvi da soli così presto…. Non me la spaventare…. Mica te la vorrai scopare senza di me???!!!!!””””
Ma, alla fine il dado era tratto: L’ i n c o n t r o era stato fissato!!!
Cap. 2
Un pomeriggio descritto da tre differenti punti di vista
Alessio
Oddio!, che pugno allo stomaco ogni volta che penso a quello che sta accadendo! Ma non finiscono mai i controlli di sicurezza in aeroporto? Ma quando si parte?
Caspita, come è bella oggi la mia Paola (se mi sentisse Alfredo mi correggerebbe: La nostra Paola, Alessio! La nostra Paola!)…. E viaaa…. altro pugno allo stomaco! Ho fatto bene facendola vestire come nella foto della scala. E’ proprio bella la mia fighetta.
Siamo in volo ma non ho voglia di guardare fuori dal finestrino. Tengo la mia mano sulla coscia di Paola, guardo lo steward che passa ed immagino che me la strappi via e la porti nella cabina per farla fottere dal comandante e dal suo vice, mentre a me lasciano la bella hostess “per divertirmi anch’io” dicono. Ma io non voglio! Voglio andare a vedere come la mia piccina fa morire quei maialoni, succhiando cazzi a più non posso, tanto che il comandante finirà per fare una piroetta con l’Airbus!!!!!
No, non è questo il momento, lasciamo perdere l’aeronautica. Ora devo pensare a Paola ed al nostro incontro con Alfredo, devo concentrarmi su quello…..
Intanto, quasi inavvertitamente, la mano di Alessio si insinua sotto la gonna, sfiora le cosce di Paola che allarga leggermente le gambe, facendogli raggiungere le labbra della fighetta, calda, umida.
Finalmente a Milano., Usciamo, ecco, Paola, guarda, è lui! Lo riconosco dalle foto. Effettivamente un omone, alto, robusto!!!!!
Siamo già in auto, una Santa Fè. Alfredo, che persona discreta, ha fatto accomodare dietro Paola, non senza averla guardata a fondo! Devo ammettere: guardata, non spogliata. Ammirata con discrezione, accarezzata con lo sguardo, sfiorata con la mano sulla spalla, aiutata a salire in auto …. Tutto però, con tatto e discrezione.
Siamo già a casa? L’aeroporto è proprio vicino a Milano! I soliti complimenti per la casa, poi nella nostra stanza per mettere a posto i bagagli, una rinfrescata magari.
Quale migliore occasione per rassicurare la mia bambina che questo sarebbe stato un incontro fra nuovi amici e che tutto si sarebbe svolto con simpatia e cortesia? Avrei goduto dell’opportunità di assistere alla partita, avremmo poi fatto una cena sicuramente deliziosa. A letto, durante la notte, avremmo fatto l’amore e commentato l’ospitalità ricevuta e, chissà, se ne avessimo avuto voglia, avremmo nuovamente scopato facendo io finta di essere Alfredo…. “”Che ne dici amore, sarebbe eccitante se lo facessimo!! Pensa, Alfredo nella sua stanza e noi, a pochi metri di distanza a fingere di essere lui, scopare tu con lui!”””
Buona questa pizza! Ora, però, mi faccio spiegare nuovamente la strada per lo stadio. Ma pensa, mi ha dato la Yaris col navigatore, così posso “”…..arrivare tranquillamente allo stadio e tornare a casa il più presto possibile dalla tua bambina””” Così mi ha detto Alfredo.
E’ proprio un amico.
Alfredo
Oddio!, non pensavo fosse così bella. Le foto danno un’idea, è vero, ma la carnalità che traspare da Paola vista di persona è fortissima.
Alessio ha ragione: è talmente figa, è talmente da scopare che non sarebbe giusto tenerla solo per sé.
E’ vero, Alessio, bisogna scopartela la nostra bambina ma, si c’è un ma, lei è talmente desiderabile e sexi che merita di essere scopata soltanto da te, suo amore, e da chi, solamente da chi riesce a conquistarla!!!!
Voglio dire, caro Alex, che Paola sarà scopata da me, insieme a te, solo se sarà lei a desiderarlo.
Bene, faccio salire Paola sul sedile posteriore dopo averla immediatamente liberata dalla sua trolley. Nel farlo, le poggio una mano sulla spalla. Lei mi sorride. Io, con forza calma e tranquilla, la mano sulla spalla, la induco a salire sul divano posteriore. L’ultima cosa che vedo di lei sono i piedini appena nascosti dai sandali, le piccole dita dalle unghie laccate, il collo del piede soave, le belle caviglie….
Raggiungiamo immediatamente casa, gliela faccio visitare e dico loro di mettersi a loro agio, come in casa propria, liberi di fare qualsiasi cosa desiderassero e di chiedere se avessero avuto bisogno.
Li accompagno nella loro camera e vado a prendere tre pizze dall’egiziano all’angolo (si, Paola, a Milano i pizzaioli sono ormai tutti egiziani) e, rientrato a casa, apparecchio e li chiamo per pranzare.
Paola si è cambiata! E’ meravigliosa, fasciata in una gonna dallo spacco laterale che fa intravvedere una deliziosa coscia. Sopra, un golfino nero abbottonato davanti che sottolinea il seno, grazie anche al fatto che l’indumento è generosamente slacciato in alto…..
Non posso esimermi dal fare i complimenti a Paola ed allargare le braccia per stringerla a me. Sorridente si rifugia tra le mie braccia e mentre la stringo teneramente faccio i complimenti ad Alessio per la bella mogliettina e lo ringrazio per darmi l’occasione di sfoggiarla nel pomeriggio al supermercato… “”Diranno che ho una bella figlia!!!”” dico, rivolgendomi a Paola, ma lei mi invita a non essere modesto, dicendomi che non sembro così vecchio.
Finalmente Alessio è andato via con la Yaris, approfitto per uscire subito insieme a Paola. Le prendo e le porgo la borsetta, le apro la porta di casa e, appena usciti le passo la mano sotto il braccio e, dolcemente la conduco verso il fuoristrada.
Continuo a farle complimenti per la sua avvenenza ed eleganza; le confermo che quel pomeriggio sarei stato invidiato da tanti….. La aiuto a salire in auto e… “Paola, sei talmente bella ed avvenente che non vedo l’ora di farmi ammirare ed invidiare stando insieme a te! Questa gonna ti sta benissimo. Ti posso aiutare a sistemarti in auto in modo da far morire tutti stì milanesacci che incontreremo??? Sì? Allora, ecco, le gambe una vicina all’altra… Posso?”” e, senza attendere risposta, con decisione e sicurezza, le poggio le mani sulle cosce e le sistemo la gonna, spostandola bene dal lato dello spacco, cosicchè possa mettere in risalto la coscia tornita.
“”Benissimo,Paoletta, stai molto bene in questa posa sexi. Ora un tocco al golfino, lo sistemiamo per bene e lo tiriamo giù… ecco, guarda anche tu, la curva del seno come si evidenzia!!!”””
Ci avviamo verso il centro commerciale, parcheggiamo ed entriamo , tra corridoi illuminati, vetrine, passanti, clienti indaffarati…. Ci sono davvero tante belle figliole ma vedo bene che la piccina si distingue: ha quegli occhi a carboncino, vivaci e sbarazzini, che già da soli ti conquistano. Glielo dico ed ho come l’impressione che questo complimento le abbia fatto particolarmente piacere: chissà perché?
Facciamo la spesa, è già tempo di tornare a casa per preparare la cena. La bimba me la guardano tutti, al punto che Paola mi chiede se poi a Milano non siano più focosi e più irriguardosi che a Roma, visto che un paio di individui avevano addirittura preso a seguirci.
Perso in Paola, veramente non mi ero avveduto di due arabi che la guardavano con insistenza. Appena girati dietro uno scaffale, nascosti alla vista dei due, prendo Paola per le spalle e la giro di fronte a me; con decisione le abbottono i primi bottoni del golfino, con altrettanta decisione le tiro giù sui fianchi la gonna, facendo scomparire la visione della splendida coscia e le dico: “Tesoro, sei troppo bella e sexi, ed un tesoro come te lo si può mostrare solo a gente civile e da lontano. Ora è meglio tornare a casa, prima che venga fuori lo sbirro che cova in me e metta a posto quei due!!!””
Tornando a casa, con la parte superiore della mano, continuo a sfiorarle le cosce, e conversando, le carezzo ripetutamente i capelli ed il volto, con un fare talmente sicuro e dolce che la piccina quasi non se ne avvede…..
Paola
Oddio! Alessio sta uscendo ed io rimango qui da sola con Alfredo!!! Oddio, mi vengono in mente improvvisamente e tutte insieme le cose dettemi da Alessio: Alfredo mi conosce nuda, sa che in quelle foto, impersonali per chiunque, ci sono io!!! E lui si è masturbato pensando a me, ha desiderato scoparmi, ha parlato con Alessio di scoparmi loro due insieme…. Ed ora io, qui, da sola con lui!! Oddio!
Mi accompagna fuori dalla porta, mi prende sottobraccio e mi scorta verso l’auto.. Che presa forte, che mano sicura, come è forte ma gentile… Certo che c’è poco da fare, da opporsi.. mamma mia, come è deciso. Devo dirlo ad Alessio: con Alfredo ci si sente al sicuro! Eppure, ha uno sguardo birichino, ti spoglia e ti lascia nuda davanti a lui, con un leggero disagio, quasi a farti pensare….””Cosa faccio: mi copro? O lascio che mi copra lui con le sue grandi mani??””
Oddio, ma come mi viene in mente, cosa vado a pensare!!! E poi… è così gentile e discreto!!!
Gli piaccio davvero, mi aiuta a sistemarmi sul sedile anteriore e mi mette lo spacco della gonna in modo che si veda la coscia. Me lo ha chiesto, prima, e non ne ha approfittato. Mi ha solo lisciato la stoffa sulle gambe e poi sistemato il golfino …… Questo ad Alessio non lo dico, perché dovrei dirgli anche di come i capezzoli si sono induriti quando ho pensato alle ultime foto che ha inviato ad Alfredo: il mio seno esposto con i capezzoli duri e le areole marcate!!!! Dio, che vergogna! E la sola idea mi fa indurire i capezzoli nuovamente No, questo non glielo dico!!
Bello il centro commerciale, e quanta gente nei negozi! E quanti porci che mi guardano!!! Meno male che mi stringo sempre più al braccio di Alfredo e mi sento sicura e protetta… Ma lui non si accorge di quei due? Mi fanno anche gesti… Devo dirglielo!!!!
Se ne è accorto, si scusa con me, giustificandosi col fatto di non avere occhi che per la mia persona (mi lusinga!!!!!). I suoi occhi sono ora di fuoco! Temo una reazione. Speriamo proprio di no, ne avrei paura. Mi porta dietro uno scaffale e, di botto mi gira verso di lui; i suoi occhi nei miei, severo e fermo: sono impietrita. Le sue mani salgono al mio petto, rapide mi richiudono i bottoni del golfino, le sue dita sfiorano la pelle del seno: sono impietrita; ho i capezzoli come schegge di roccia…. Mi stira la gonna sui fianchi, la fa scendere, le sue mani sono fresche, eppure mi trasmettono fuoco… Cosa sto facendo? Cosa mi lascio fare???
Mi riprende sottobraccio e ci dirigiamo verso l’uscita e l’auto.
Nell’auto è dolce, mi dice che la sua anima di poliziotto stava per risvegliarsi; è molto protettivo, affettuoso…
Prima, al Centro Commerciale mi ha detto di quanto gli piacciano i miei occhi. Gli occhi!! Non il seno, il culo, ma gli occhi!!!
E’ davvero bello sentirsi apprezzata per le cose più semplici, specie se è vero che gli occhi sono lo specchio dell’anima!
Stringo le cosce.. so, sento che un rivoletto ha bagnato la stoffa del mio tanga nero…..
Lo dirò ad Alessio. Glielo dirò, perché so che questo è accaduto soltanto in conseguenza delle emozioni del giorno e non certo per altre ragioni!!
E’ che il mio maritino non si metta in testa idee sbagliate……
Cap. 3
L’arte della cucina e dell’affabulazione
Ora Paoletta cara –disse Alfredo- dobbiamo impegnarci in cucina e mentre ci diamo da fare, io cercherò di dare sfogo alla mia vocazione, quella del maestro. Devi sapere, infatti, mia cara che io ho frequentato le magistrali da ragazzo e pur essendo finito a fare il poliziotto (come tutti i meridionali, per uno stipendio) ho sempre amato l’insegnamento e dicono che mi sia dimostrato anche bravo in questa funzione, svolta a lungo nell’Amministrazione della PS.
Certo, la cucina è cosa diversa –continuò Alfredo- specie quella afrodisiaca… E tu, bella, sai cucinare?
Me la cavo benissimo – rispose Paola, quasi a voler contraddire il luogo comune che pretende le giovani sposine incapaci a fare un uovo al tegamino- e lo vedrai mentre ti aiuto.
Tu vuoi che io ti aiuti, vero? – proseguì maliziosa- o preferisci che vada di la a guardare la tv mentre tu crei???
No, cara, rimani con me – rispose sorridente Alfredo- e non preoccuparti, perché non intendo metterti alla prova, questa volta! Ma se un giorno io fossi tuo ospite a Roma…….
Intanto, oggi, cara piccina, in questa casa tu non sei soltanto l’ospite, bensì la Regina! Oggi dovrai soltanto stare insieme a me, chiacchierare, ridere, scherzare e trascorrere piacevolmente queste due ore circa in attesa del ritorno a casa del tuo Alessio. Io lavorerò e, intanto, ti osserverò, ti ammirerò….. Sai, bella, sei una tale ventata di giovinezza ed entusiasmo che mi pare tu stia illuminando questa casa!!!
Mi metti in imbarazzo –replicò Paola, evidentemente compiaciuta- alchè Alfredo, girò intorno al tavolo, la raggiunse le sollevò un braccio come per un passo di danza e la fece piroettare davanti a sé. Poi, quasi che se ne ricordasse appena in quel momento, le disse: “”Stellina, ora non siamo più al centro commerciale, niente più maialoni mediorientali in vista, perciò ripristiniamo immediatamente una condizione in cui le tue grazie ti rendano se possibile ancora più attraente; sebbene tu sia desiderabile pure abbigliata così castamente. Facciamo in modo che al suo rientro, Alessio si ritrovi davanti la bomba sexi con la quale io sono andato a far la spesa, subendo -con astio e disappunto- gli sguardi vogliosi dei porcelloni che in ogni dove sorprendevo a guatarti, di sottecchi alcuni, sfacciatamente e apertamente altri”””
Così dicendo, Alfredo sbottonò i primi bottoni del golfino di Paola. Ancora una volta, la piccina restò quasi interdetta, ferma, nuovamente prigioniera di Alfredo, ancora una volta combattuta, tentata di dire “”Grazie, Alfredo, faccio io”” ma incapace di reagire…. “”Oddio! Oddio, mi sfiora, mi incatena, mi sottomette. Eppure, nò, mi sbaglio! lui sorride dolcemente, non sembra volerne approfittare! Ecco, le sue mani, come coppe, hanno carezzato i miei seni, quasi a volerli sistemare ma non mi pare lo faccia con pruderie, anzi, è tenero, è dolce e protettivo””” Un tremito lieve la percorse.
Imperterrito, Alfredo allargò i due lembi del golfino, esponendo il florido seno al suo sguardo. Paola! –insistette Alfredo- sistema per favore meglio le coppe del reggiseno, in modo da favorire la vista…. La visione, direi!! Pensi che sia meglio toglierlo? Oh, ma non hai bisogno di andare di là, guarda, è semplicissimo, se me lo permetti, ti aiuto a farlo io in un istante e senza imbarazzo!!!
Anche in questo caso, Alfredo non aspettò l’assenso di Paola ma, con mossa sicura e decisa, la voltò di spalle e con una sola mano, da sopra al golfino, con un abile clic, le slacciò il reggiseno:
“”Eh!!!, bambina mia, i vantaggi dell’età, dell’esperienza. Mi sono sempre considerato un maestro in slaccia mento di reggiseni, fosse stata una specialità olimpica, chissà….. Ora, fai scorrere attraverso ognuna delle maniche la spallina del reggiseno e sfilala dal braccio, brava, proprio così! Ed ora, con un tocco di magia, dal pancino -introdusse rapido la mano sotto il golfino- afferro con due dita il tuo reggiseno…. Et voilà.. Ecco qui lo strumento di tortura e di contrizione. Ma non te lo ha mai detto nessuno che questo aggeggio non è stato inventato per te?
Rise compiaciuta, Paola, meravigliata e compiaciuta. Davvero Alfredo era stato capace di… in qualche modo, spogliarla. Senza crearle alcun imbarazzo, con sicurezza e forza!!!
Alfredo passò subito dopo alla gonna, il cui spacco fece girare perfettamente sul davanti e tirò su in alto in vita: ad ogni movimento della piccina, le sue cosce esplodevano all’esterno; seduta, sicuramente avrebbe mostrato quasi l’inguine….. Quale continente inesplorato per Alfredo, quel triangolino nero, quel velo sfrangiato che appena copriva il pube! Lui aveva fin dal centro commerciale, quando le aveva sfiorato i fianchi, compreso che Paola indossava un tanga. Ora non solo immaginava, ma ne vedeva la consistenza e… l’esiguità: un francobollo celebrativo, si disse, dedicato alla stella che il web, ed ancor più il calcio, avevano lasciato cadere al centro della sua cucina.
Apri, allora, una bottiglia di vino bianco, fresco, ne riempì appena il fondo di un calice e lo assaggiò, giudicandolo ottimo, infine riempì il calice di Paola ed il proprio, invitando la bella ad un brindisi, brindisi alla bellezza dell’ospite ed alla fortuna del coniuge.
“”Ahh, Alessio!!!! Come ti invidio! Ma io, alla partita non ci sarei mica andato, sai Paola? Bisogna avere una gran fiducia nel mondo per lasciare incustodito un tesoro come te! Per fortuna ho un’età da vegliardo!!!
I complimenti di Alfredo, il vino fresco avevano avuto dirette conseguenze sui capezzoli di Paola, tanto che Alfredo, ammirandoli silenziosamente, ingurgitò d’un soffio il suo Pinot nero, scacciando la voglia di tuffarsi nel bagno per ripensare a quello che stava accadendo, in compagnia del suo Lui.
Lui era da tutto il pomeriggio all’erta. E gli parlava incessantemente; gli ricordava come fosse bbona, gli chiedeva se non fosse preda della gelosia mentre in tanti si abbeveravano alla sensualità ed all’erotismo di quell’angelo tentatore che le camminava a fianco. Lui gli sussurrava: “”Guardala, Alfredo, guarda che seno, guarda i suo fianchi curvi come un’anfora greca, guarda il suo viso, il suo sguardo morbido e pieno di promesse…. Alfredo, questa donna, quando cammina nel centro commerciale o in qualsiasi altro luogo, è come se portasse con se il tradimento!! Ogni singolo uomo che la vede, la sogna e la desidera! Tutti sarebbero pronti a tradire le proprie mogli, le proprie amanti; tutti sarebbero pronti a far tradire Alessio da lei!!! “”
“”Caro il mio Lui!!” -replicò Alfredo- ho idea che anche molte donne la pensino così al riguardo. Chè forse non ci sarebbe in giro una lesbichetta vogliosa di spostarle il tanghino con la lingua??? Te l’immagini come si ringalluzzirebbe Alessio alla sola idea di vedere la sua piccina lesbicare con una donna e poi intervenire, e con due, tre colpi ben dati riportare sulla retta via entrambe le scostumate?”””
Alfredo, con accanto Paola, passò a tagliare fettine sottili da un filetto di salmone fresco, disponendole su un vassoio di acciaio, salò, zuccherò e ricoprì di aneto, un’erba aromatica, simile alle foglioline dei finocchi. Spiegò a Paola che questa operazione andava fatta per prima, perché il salmone doveva marinare. Si accinse dopo a preparare la base per il primo piatto che, come confermò a Paola, metteva in circolo nell’aria più feromoni che non microbi i lebbrosi di memoria manzoniana!!!!
“””Questo piatto, bambina, è un concentrato di erotismo e ti spiego il perché:
gli ingredienti, sono questi la ragione del potere erotico e stimolatore della pietanza.
Prendo una bottarga di muggine maturata al punto giusto (non sai cos’è la bottarga? Beh, sono le uova di una varietà di cefalo sardo, estratti dal corpo del pesce, salati leggermente e conservati. In pratica, un caviale mediterraneo, forse, sicuramente, meno noto del caviale ma altrettanto ottimo);
Prendo una manciata di pomodorini di Pachino seccati e conservati sottolio con capperi aglio menta e pezzettini di acciuga e li taglio finemente. E i pomodorini –mi dirai- sono afrodisiaci? Certo che si: spaccati in due e fatti asciugare al sole caldo di Sicilia si aprono come le labbra del sesso di una donna e ne assumono il colore rossastro brunito. I pomodorini secchi hanno in sé l’essenza della femminilità, così come le uova della bottarga celebrano la procreazione, la trasmissione dei geni attraverso l’uovo fecondato dal seme.
Tu, furba, mi fai subito notare che il seme non c’è…… Arriva adesso, tesoro! Ti spiace Paola, se ti chiamo tesoro? Oggi mi sembri addirittura un amore!!!! Va bene per il tesoro, allora, grazie.. tesoro. Ecco vieni qui, vicino a me, li vedi questi grossi semi dalla forma di un chicco di riso ma due volte più grandi? Sono i pinoli. Ne aggiungo una manciata ai pomodorini sminuzzati ed alla bottarga che sto grattugiando, tutto nella pirofila! Ancora non hai compreso il potere afrodisiaco del pinolo? Non te l’ho ancora spiegato, in realtà: il pinolo è parte della pigna dell’ abete. E cosa ti ricorda la pigna? Non ricorda nulla alla mia ingenua amica? Non un rigido e testuto membro maschile??? Illuminazione! Si,’ ne convieni? Dunque, il pinolo è il seme che viene espulso dall’interno della pigna. Non ti meravigli il femminile di pigna, perché in tante culture popolari il membro maschile è detto al femminile!
Valga per tutti l’esempio della Minchia.
Non divaghiamo!
A tutto ciò, aggiungeremo olio extravergine e faremo scaldare sul fuoco intanto che la pasta, rigorosamente linguine trafilate al bronzo, cuoce. Amalgameremo e serviremo, dopo l’antipasto di salmone. Ci saranno anche le ostriche per antipasto: è un classico!
La lunga spiegazione aveva catturato Paola. Stava lì, al fianco di Alfredo, e lo ascoltava attenta e partecipe. Disse: “” non avevo capito cosa significassero insieme “cucina e affabulazione”. Ora credo di averlo ben presente.
Mi incanti con le cose che prepari, come ti muovi rapidamente e sicuramente tra stoviglie, tegami e attrezzi, la sicurezza che manifesti nel dosare gli ingredienti; il coltello affilato che si muove sul filetto di pesce è un rasoio e, ti confesso, mi provoca i brividi vedendo come recide netto e tagliente!!!
Mi incanti, mi avvinci a te con la parola, con le spiegazioni esaurienti, talvolta soddisfacendo le mie curiosità, più spesso anticipandomi con le risposte.
Avevo letto di una autrice sudamericana, Isabel Alliende, che ha scritto un libro in cui sostiene che l’uomo in cucina è la cosa più sexi del mondo. Allora non avevo ben capito. In questo pomeriggio mi è divenuto chiaro.””
E si piegò verso Alfredo con l’intenzione di stampargli un bacio sulla guancia ma, forse il vino, forse la differenza di statura, il bacio finì sul collo di Alfredo, appena sotto il lobo dell’orecchio. Un tremito lieve lo percorse.
La cena sarebbe stata completata da scampi spaccati in due (ancora un simbolo: la spaccatura) impanati in un misto di pane grattugiato e aromi, disposti su una teglia, cosparsi d’olio e passati rapidamente al forno caldissimo.
Contorno di insalata verde, con avocado, gherigli di noce, aromatizzata con aceto balsamico tradizionale di Modena,
Cannoli siciliani e vino passito di Pantelleria per dessert. Come vini, Alfredo aveva deciso di servire solo inebriante champagne. Con moderazione, nessuno doveva ubriacarsi. Il vino doveva solo portare allegria e…disinibizione.
In tutto questo muoversi per la cucina, tra un sorso di Pinot ed una ostrica sgusciata apposta per lei, Paola si andava leggera e graziosa, rideva delle battute di Alfredo, civettava ai suo complimenti, lo rincorreva intorno al tavolo per riprendersi il proprio bicchiere che lui le aveva tolto, dicendole che era un’ubriacona e, nella corsa, l’affanno, il rossore del volto, i seni liberi che si muovevano sotto la lana del golfino la rendevano irresistibile.
Si sentiva libera, con Alfredo, libera di parlare, libera di fingere di indignarsi alle critiche che con finta serietà lui le rivolgeva per il troppo bere; si sentiva libera di spintonarlo, allontanarlo dal tavolo per prendere lei il suo posto e far meglio in cucina…
Aveva conquistato un amico, avevano conquistato un amico…”Devo raccontarlo ad Alessio; devo dirgli che aveva ragione… e quanto mi ero sbagliata ad essere diffidente…
Avevano appena terminato di apparecchiare la tavola in taverna, che il campanello suonò. Era arrivato Alessio.
Spintonandosi a vicenda, tentando di anticiparsi, Alfredo e Paola corsero alla porta; fuori Alessio percepiva la risata calda ed argentina di Paola…..Un tremito lieve lo percorse.
Cap. 4
La cena. E poi il riposo
Alessio fece ingresso in casa, accigliato per lo scarso risultato conquistato dalla sua squadra ma fu investito immediatamente dall’entusiasmo di Paola che lo abbracciava, lo baciava, le raccontava d’un soffio il pomeriggio trascorso in cucina. Lo stringeva a sé quasi in maniera eccessiva, sentiva il suo seno sul proprio petto, le mani di lei sul suo volto, la risata argentina….
La strinse al suo petto, guardò Alfredo…. Ne ricevette in cambio un complice “”occhiolino”””.
Dunque, sono ormai le nove, si va tutti a tavola! Paola, per favore, precedici in taverna e accendi le candele, mentre noi portiamo gli antipasti e le bevande…
– Oh!, allora Al? Come è andata?? Raccontami! Mica eeeehh?
– Ma va là –rispose sorridendo Alfredo – Figurati se la bambina si dimostrava così facile!!! E’ comunque andato tutto alla perfezione. Siamo ormai grandi amici ed in grande sintonia. Senti ora, in fretta perché non vorrei insospettirla: ceniamo, dopo due chiacchiere tu dichiari di essere stanco, te la porti in camera, le fai un ditalino da paura e, nel momento in cui te la ritrovi sotto le coperte, nuda, fattasi piccola piccola per il languore del dopo orgasmo, mi chiami proponendomi di farci un’ultima bottiglia di champagne prima di un sonno ristoratore. Del resto non preoccuparti, improvviseremo.
La cena fu squisita, gli ospiti ed il loro anfitrione si dimostrarono eccellenti conversatori. Nell’aria, si intuiva un clima di sottile eccitazione, amplificata dalla sensualità di Paola, la quale aveva mantenuto lo stesso golfino ed offriva generosamente i seni agli sguardi dei commensali.
Alessio, sicuramente meglio attrezzato di Alfredo a condurre un rapporto osèe con Paola, dialogò costantemente con argomenti sexi, informandosi dalla moglie sugli affamati avventori del centro commerciale, della divertente incazzatura di Alfredo… del suo autoritario proteggerla dagli sguardi vogliosi e porci.
Lo champagne era fresco ed invitante, le ostriche eccellenti, così il salmone.
Dopo lo spettacolo dei seni di Paola, fu spettacolare ammirare Alfredo far saltare in padella le linguine con il condimento preparato nel pomeriggio.
In bocca, questa pasta, risultò deliziosa ed originale e, nonostante le ripetute richieste e rimostranze, né Paola, né Alfredo svelarono ad Alessio la ricetta: “”E’ un nostro segreto”” dichiarò, birichina, Paola.
Dopo il secondo e il dolce, stettero a chiacchierare qualche minuto, sorbendo un mirto ghiacciato.
Ti ricordi la pubblicità? –chiese Paola ad Alessio- C’è lei a letto col marito, poi pensa al mirto e al posto del compagno appare un giovane bellissimo e palestrato!
Beh, piccola, queste cose accadono solo in pubblicità –replicò Alessio- ma ora, se non ti dispiace Alfredo, andrei a letto, perché sono davvero stanco.
Alfredo rispose che andava benissimo, annunciando loro che egli si sarebbe fermato a mettere un attimo in ordine, nonostante le proteste di Paola, che insisteva per aiutarlo:
“”No, piccola, non preoccuparti, voi siete in ballo dall’alba. Adesso andate nella vostra camera, vi mettete sotto il piumone e vi fate una bella dormita ristoratrice. Ti prometto Paola, che domani, se pranzeremo in casa, sparecchierai e laverai tu i piatti, anche se alle regine questo non è normalmente consentito! E tu sei la regina di questa casa””.
Appena furono soli, Paola, tutta eccitata e compiaciuta, raccontò per filo e per segno il pomeriggio trascorso con Alfredo e non omise nulla. Gli raccontò dei capezzolini induriti nel supermercato; le parlò del rivoletto di umore sgorgato dalla sorgente bollente tra le sue cosce. Gli parlò del coltello affilato…..
“”Alessio, ti giuro, guardavo il coltello tagliare fettine sottili di salmone ed avevo i brividi, perché era come se sentissi la lama sfiorare la mia pelle, il seno, il pube, senza tagliarmi ma facendomi rabbrividire… di paura. Di piacere…..””
Alessio non stava più in sé, vedeva come in un film proiettato davanti ai suoi occhi la realizzazione del sogno suo e di Alfredo. Non bisognava perdere altro tempo, occorreva muoversi….
“”Vieni, Troietta, vieni dal tuo Maschione, fatti spogliare e baciare. Il mio amore, la mia piccola Troietta, ieri tanto dubbiosa ed indecisa, oggi entusiasta. Togliamole tutto. Che belle tette, che bel culetto, la mia bambina Troietta! Io qua ad ammirarla tutta e Alfredo di là a lavare i piatti…. Non c’è giustizia a questo mondo! Anzi sì, la mia Troietta è tutta del suo signor Maschione, che ora la coccola e la fa godere.
Cosa vuole il mio tesoro per il dopo cena? La possediamo con maschia virilità? Desidera carezze accennate sui seni? Vuole forse che io sia il suo schiavo prostrato ai suoi piedini???””
“”Alessio –risposte con voce esitante Paola- davvero anch’io sono stanca, prostrata da questa giornata piena di intense emozioni! Sono stanca ma anche sottilmente, leggermente eccitata. Ti guardavo come insieme ad Alfredo ridevi e scherzavi, come ti divertivi osservandolo mentre mi spogliava con lo sguardo!! Porco che sei!!! Oddio, come sono eccitata!!!! Voglio le tue dita, voglio le tue dita sotto il piumone, io stretta al tuo fianco, le tue dita dentro e fuori di me. Con vigore nella vagina; delicatamente, con movimenti circolari del polpastrello del dito indice, sul clitoride…. Fino a farmi godere, Maschione, fino a placarmi. Placa la tua Troietta, Maschione, placala!!!!””
E ci furono baci, tenere carezze, le cosce di Paola che si serrarono sulla mano di Alessio, per poi cedere ed abbandonarsi in un orgasmo liberatorio.
Ma Alessio non sapeva quali pensieri avevano percorso la mente di Paola mentre lui la carezzava…….
– Alfré!! Alfredoooooo! Ci sei ancora?
– Una voce da dietro la porta: Si Alessio, son qua, ho quasi finito. Hai bisogno?
– Scusa la sfacciataggine, Alfredo, è che sono ancora incazzato per l’arbitro…. Che ne diresti di concludere la serata con un’ultima bottiglia di champagne?
– Ogni tuo desiderio è un ordine, ma Paola cosa ne dice? Casomai è stanca, perché non vieni tu nel salone???
– No, dai, Paola è qui con me, svestita e sotto il piumone, mi dice che ne berrebbe anche lei volentieri ma non ha voglia di rivestirsi!
– Ok, arrivo subito. Quando busso, ricomponetevi.
– Guarda che non abbiamo fatto niente –ribattè, ridendo la Reginetta della serata-.
Un secchiello colmo di ghiaccio, una bottiglia di Dom Perignon rosè annèe 1996 (extraordinaire) e tre lunghi, esili calici di cristallo….. Alfredo entrò in camera, non prima di avere bussato ed avere ricevuto il permesso di accedere.
Paola, era distesa sotto il piumone, tirato fin sotto la gola; Alessio, anche lui a letto, ma con la schiena appoggiata alla testiera.
Mentre Alfredo posava il secchiello ed i calici sul tavolino da notte, Alessio gli fece notare come la piccola Paola si rintanasse accanto a lui, sorridente e tenera, bisognosa di protezione….
– Lo sai perché Paoletta, la mia Troietta, come la chiamo nell’intimità, è così tenera ed abbisognevole di coccole e protezione –chiese Alessio ad Alfredo-
– Stupido! –ribattè immediatamente Paola, con uno sguardo arrabbiato ma dal quale traspariva un fondo di divertimento – Cosa ti viene in mente di dire? Non mettermi in imbarazzo davanti al nostro amico.
– No, no, ragazzi, alt. Non litigate, vi prego. Nessun imbarazzo Paola, non preoccuparti. Ricordi quel che ti ho raccontato delle mie collaboratrici e della loro confidenza? Non preoccuparti, anzi, adesso verso lo champagne e brindiamo.
A questo punto,repentinamente, Alessio sollevò il piumone, scoprendo il corpo di Paola:
Guarda, Alfredo, guarda come è bella la mia Troietta, guarda se non è più bella che nelle foto che ti ho mandato…
La bimba era rimasta interdetta, distesa sul lenzuolo, una mano a coprire il pube, con l’altro braccio, il seno. Guardò Alfredo, con timore, con fiducia e con implorazione. Non sapeva cosa sarebbe accaduto; non sapeva come avrebbe reagito; non sapeva se avrebbe avuto la forza di reagire….
Sì, Alessio, la tua Troietta è bella, la tua donna è la cosa più bella che ti poteva capitare!
Alfredo le si avvicinò e come nel Centro commerciale, le sue mani furono su di lei, le sue mani grandi e dai palmi straordinariamente lisci e morbidi, le percorsero la fronte, le gote, il viso. Le sue dita passarono sugli occhi, sfiorandoli; accarezzò le labbra che lei, mollemente aprì. Alfredo, violò appena quell’apertura, penetrò appena quello spiraglio, ritrasse il dito umido e sfiorò le labbra carnose di Paola. Le mani proseguirono lungo le spalle, sfiorarono il seno, le dita frementi strinsero delicatamente i perlacei capezzoli inturgiditi, circumnavigarono le larghe areole, fattesi più scure e marcate dall’eccitazione che si stava impadronendo di Paola. Se ne stava impossessando al di fuori della sua volontà, non aveva più volontà. Aveva davanti a se Alessio che la guardava con passione e seguiva ogni singolo movimento delle mani di Alfredo; aveva davanti a se Alfredo il quale, con dolcezza infinita si stava pian piano appropriando di lei, del suo corpo…..
Scesero le mani a raggiungere il ventre, sfiorarono il monte di Venere, carezzarono i fianchi e le cosce, percorsero il suo corpo fino ai sensuali piedini. Senza esitazione alcuna, Alfredo costrinse Paola ad allargare le cosce, guardò un istante Alessio e, ricevutone, un muto consenso, poggiò, finalmente, quel caldo e appassionato bacio in figa a Paola, sintesi e sublimazione del sogno suo e di Alessio.
Il bacio si tramutò ben presto in un impetuoso torrente di baci, la lingua di Alfredo saettava tra le grandi labbra di Paola, si spingeva all’interno della fighetta come a volerla penetrare, le suggeva il clitoride, piccolo come un chicco di riso, roseo e vibrante. La bimba era ormai preda di tremori, la sua mano sinistra strinse la mano di Alessio; la mano destra sul capo di Alfredo:
il triangolo si era completato.
Paola si trovò invasa da quella bocca bollente e vorace, sentiva scatenarsi in lei brividi di piacere ad ogni leccata, ad ogni succhiata del clitoride, il volto ormai bagnato di Alfredo era schiacciato su di lei, dentro lei dalla sua mano….. intanto, si avvide che Alessio, continuando a tenerla per mano, aveva estratto il cazzo e si stava masturbando, guardandoli.
A quella vista. un orgasmo incontenibile si impossessò di Paola, una serie di orgasmi, piccoli e grandi, sensazioni così forti da farle desiderare di urlare. Il respiro diveniva sempre più affannoso, il lieve gemito che le sfuggiva dalle labbra dischiuse, si stava trasformando in un urlo soffocato, roco, mentre il ventre era sconvolto da baci e leccate sempre più convulse. Stringeva la mano di Alessio, la testa rovesciata indietro, gli occhi incantati, il volto estatico.
Accortosi dell’orgasmo, Alfredo rallentò il ritmo delle leccate, suggendo e pulendo con cura gli umori caldi della figa di Paola. Dopo si sollevò, si liberò rapidamente di Lacoste, pantaloni e slip ed offrì in bocca alla piccola il suo cazzo eretto.
Paola, ancora stordita dall’orgasmo, non senza una iniziale esitazione, sedutasi sul bordo del letto, si appropriò di quel cazzo. La Troietta non potè esimersi dall’ammirare la statuaria bellezza di quel membro che le veniva offerto. Di una pelle bronzea ed una cappella rosea come una prugna, dalle proporzioni giuste: né particolarmente grosso, né straordinariamente lungo… Diritto come un obelisco, profumato di sapone intimo ed invitante.
La nostra reginetta non seppe resistere, la sua passione per il cazzo la indusse ad avvicinare le sue labbra e, furbescamente…
“Adesso, Alfredo, ho finalmente la possibilità di ricambiare in qualche maniera i tanti, tantissimi baci da te inviati alla mia fighetta”
Stampò un primo bacio sulla cappella di Alfredo. Lo ribaciò, lo leccò, lo succhiò. Lo riprese in bocca spingendoselo fino in gola, intanto praticandogli con la mano un lento andirivieni: glielo succhiava in bocca ed intanto lo segava con la mano!!!
Alfredo riandò con la memoria ai mille pompini ricevuti ma nessuno come la piccola Paola gli aveva saputo procurare simili sensazioni, emozioni così forti che si impose di interromperla per non raggiungere l’orgasmo!
Sollevò in piedi la Troietta, non dopo averle dato un profondo bacio, suggendo la sua lingua, avvinghiandola a se, un tenero giovane fiorellino tra le sue mani, tra le sue braccia. Si distese supino sul letto ed invitò Paola a cavalcarlo.
“”Vai, vai, amore!!! Troietta mia! Sali su Alfredo e penetrati sul suo cazzo, bella! Fa che io veda mentre il suo membro entra in te, mentre si fa strada, ritto e imperioso, tra le tue grandi labbra –la implorò Alessio- Fammi vedere, piccina mia, piccina nostra, come ti fa godere Alfredo e ricordati, amore, io ho scelto lui per te, perché voglio che noi due, insieme, ti facciamo raggiungere i vertici della lussuria, ma vogliamo anche, insieme, darti prova di amore e di dedizione. Da noi, insieme, riceverai l’entusiasmo ed il vigore della gioventù e la forte carica di passione e di esperienza che solo da una persona come lui potrà offrirti. Questa unione ci offre anche la sicurezza di avere un rapporto sicuro e garantito””
Paola scese lentamente sul membro di Alfredo e vi si impalò!!! Iniziò a muoversi con un andirivieni sempre più accentuato, la schiena diritta, il seno trattenuto, imprigionato tra le mani di Alfredo, che la stimolavano e la accompagnavano nei movimenti….. La mano di Paola continuava ad avvinghiarsi alla mano di Alessio, quasi a chiedergli un muto consenso per essersi data ad Alfredo..
L’orgasmo li sorprese insieme: Paola con Alfredo dentro di se, Alfredo, con un ruggito maschio in Paola; Alessio, con una sborrata liberatoria.
Prona su Alfredo, appagata, distrutta dalla serie di orgasmi e dalla lussuriosa situazione che aveva appena vissuto – il cazzo di Alfredo in figa; Alessio che la ammirava, la incitava, sborrava guardandola – disse:
“”Non voglio nemmeno lavarmi. Adesso, io, tu, Alessio e tu, Alfredo, resteremo qui e dormiremo insieme, così come stiamo, perché non voglio risvegliarmi domani e scoprire che questa giornata è stata tutta un sogno!””
Alessio si coricò alle spalle di Paola, mentre ancora percepiva pugni e pugni allo stomaco; pose il cazzo, che cominciava a farsi nuovamente duro, tra le cosce di Paola. Alfredo entrò sotto il piumone dall’altro lato del letto e si trovò la Troietta di fronte. Le poggiò, teneramente, le labbra sulla fronte, la baciò; allungò la mano e spense la luce, poggiò allora la mano sul seno di Paola ed insieme ai suoi complici cadde in un sonno profondo e ristoratore
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