“Percorso il tragitto che ci divideva dal locale al casale, arriviamo sul posto e lì ci fu la sorpresa: mentre ci avviciniamo sempre di più alla casa, …”
Sarà difficile crederlo, ma anche l’acquisto di una casa, che già di
par suo è indice di eccitazione e trasporto per quanto possa esso rappresentare, può portarti a vivere esperienze uniche, inaspettate e inimmaginabili.
Dopo aver risposto ad un annuncio di vendita che trattava di un casale di campagna in località X, abbiamo provveduta a fare la nostra offerta dopo averne fatta un’attenta visione e averlo trovato molto interessante e soprattutto alla nostra portata di portafoglio. Una struttura indipendente, bisognosa di soli lavori ‘ordinari’ dettati dall’usura del tempo e con un bel pezzo di terreno già recintato, che avrebbe dato nuova vita ai nostri ‘amici pelosi, che se già pur vivendo in un ottimo contesto per loro, si sarebbero trovati in un vero paradiso. Un paradiso che già vedevamo anche nostro, con tanto di piscina al centro di quel fazzoletto di terra, e che in compagnia di amici e ‘compagni di gioco’ avremmo potuto passare piacevoli momenti di assoluto relax in totale privacy. Fatta questa doverosa premessa, un focus utile a dare uno spazio temporale agli eventi, ci addentriamo adesso nell’inaspettato e piacevole sviluppo dei fatti.
Espletati tutti i necessari obblighi per l’acquisto del casale solo tramite l’agenzia preposta alla vendita e in attesa di recarci dal notaio tra pochi giorni, il destino ha voluto che incontrassimo la parte venditrice: una splendida donna matura e ancora in ottima forma (per intenderci, una di quelle figure che ti giri a guardare, mentre fai lo ‘struscio’ per le vie del centro … una vera MILF)
L’incontro del tutto casuale avviene durante una recente festività (il 25 Aprile per l’esattezza) , quando in compagnia dei nostri amici Mario ed Elisa (con i quali abbiamo trascorso una splendida ed ‘allegra’ vacanza in Croazia e che sono stati anche attori protagonisti di alcuni dei nostri racconti pubblicati) dopo aver pranzato ottimamente a base di tortillas e costine alla griglia, e il tutto bagnato da un’ottima sangria, erano troppo curiosi di visionare il casale, anche solo dall’esterno, visto che ancora, nel momento in cui sto scrivendo il racconto, non ne siamo ancora in possesso delle chiavi, e lasciatici convincere, ci siamo diretti al casale.
Percorso il tragitto che ci divideva dal locale al casale, arriviamo sul posto e lì ci fu la sorpresa: mentre ci avviciniamo sempre di più alla casa, notiamo che una macchina era parcheggiata all’interno della proprietà e la porta di quella che una volta era la stalla era aperta; poco distante, tra le punte dell’erba alta che ne nascondeva la sagoma, faceva capolino una folta chioma bionda di un corpo nudo che se ne stava tranquillo su di uno sdraio. Alla nostra vista, un po’ preoccupata e chiedendosi tra se chi fossimo, si apprestò a ricoprirsi quell’abbondante seno che non si poteva non notare e con un po’ di imbarazzo, sceso dall’auto andai verso di lei per presentarmi.
… “Ci scusi signora se la disturbiamo in questo suo momento di assoluto relax, noi siamo i nuovi acquirenti della sua proprietà e non pensando minimamente di trovare qualcuno, eravamo venuti per dare un’occhiata dall’esterno dell’immobile, per accontentare la richiesta dei nostri amici, curiosi di poterlo vedere. Continui pure a rilassarsi, noi poi ci vedremo a tempo debito per concludere le operazioni d’acquisto!’… e mentre le parlavo a distanza, lei si preoccupava di ricomporsi, con assoluta disinvoltura di chi non sa dove stia di casa l’imbarazzo, cominciando a dirigersi verso di me. Notai fin da subito che quel fare ‘libertino’ rientrava nella nostra visione della vita e vederla venirmi incontro, con il solo costume, senza un minimo di imbarazzo accese in me una sorta di piacevole ‘spia’. ….”No no, scusatemi voi … venite pure dentro che ci conosciamo e beviamo qualcosa insieme. Dovete scusarmi se mi avete trovato cosi ma sono appena arrivata da un viaggio e ne approfittavo per godermi questo magnifico sole e la quiete che circonda questo posto!”
…”buongiorno a voi, io sono Graziella (nome di fantasia) e mi dispiace di essermi fatta trovare in questo modo da voi. Certo non aspettavo nessuno ma adesso che siete qui è giusto che ci conosciamo un po’!”….
Mario, da vecchio ‘volpone’ imbastì una battuta per sdrammatizzare sul momento dicendo … “Graziella, se la cosa ti può far piacere, possiamo tranquillamente metterci a nudo noi evitando di far rivestire te … noi siamo naturisti praticanti e quindi nessunissimo problema”… e i sorrisi di tutti furono immediati. Sicuramente l’avremmo fatto, nessuno di noi si sarebbe tirato indietro ma il nostro ‘ruolo’ di acquirenti e quello di lei di venditrice ci portò ad usare un po’ di maggior discrezionalità . Ma sicuramente fu un segnale che da li a breve le cose si sarebbero sviluppate con piacevoli risvolti.
Trascorremmo qualche ora insieme, approfondendone la sua conoscenza e di quel suo corpo che in assoluta tranquillità , con il solo costumino, ‘parlava’ da solo di quanta voglia avesse di ‘divertirsi’; visionammo l’intera casa, dal di fuori e nel suo interno e discutendo ora di dettagli tecnici, ora di piacevoli aneddoti personali che confermavano in tutti noi quanto fossero palesemente esatte le sensazioni provate fin da subito: la possibilità di arrivare a ‘divertirci’ tutti insieme e al momento dei saluti di quell’incontro iniziale io e Libbie ne fummo totalmente convinti, troppi messaggi ‘tra le righe’ ci avevano convinto che sicuramente ci sarebbe stata l’opportunità di divertirci insieme.
L’aver conosciuto Graziella fu comunque per noi una vera fortuna. Ci permise innanzitutto nei giorni a seguire di poter approfittare di svolgere qualche lavoretto, in attesa di espletare tutte le pratiche burocratiche relative al rogito, ma soprattutto, in questo caso, ci fece ‘approfondire’ l’aspetto più intimo dove emerse da parte di tutti la voglia di organizzare una bella serata che da li a breve vide noi tre ( io, Libbie e Graziella) protagonisti insieme a Robert, il mio amico di colore presente nel racconto “Il nero sta su tutto … anzi su tutte!” che in un occasione altrettanto ‘fortuita’ feci incontrare a Graziella.
Ebbene si, anche Graziella era vogliosa di avere un’esperienza con ‘Blackman’ e dopo quell’incontro conoscitivo avuto e il racconto della nostra esperienza passata con lui, non fece nessuna fatica a volerlo ‘condividere’ con Libbie, che da par suo nella sua mente ha ancora ricordi indelebili di Robert, della sua esuberante prestanza e soprattutto la sua duratura tenuta, e che l’aiutino di Graziella le sarebbe stato sicuramente utile; è fu così che il sabato sera a venire, il 5 maggio , organizzammo la serata.
Di tutto ‘impupato’ , docciato e profumato, con la sua camicia bianca che faceva netto contrasto sulla sua pelle scura, spiccando di brutto, Robert si fece trovare puntualissimo all’appuntamento. Un salutino veloce tra noi, baci e abbracci con Libbie e sgommiamo con la nostra pandina rossa verso il casale, sostando brevemente in pizzeria per ritirare le pizze che avevo precedentemente prenotato. Nell’attesa che mi venissero consegnate le pizze, vedevo intanto Robert li fuori nel parcheggio che già si trastullava Libbie con strusciamenti e palpeggiamenti che le facevano denotare che la sua ‘presenza’ era già al punto giusto. E dall’espressione di Libbie capii che la serata prometteva bene in quanto era praticamente già cominciata.
Giunti finalmente al casale, Graziella era già li pronta ad attenderci, con la tavola apparecchiata e con tutta la sua voglia di vivere completamente quella serata organizzata dal nulla. Affianco al tavolo, in quell’androne che a breve diventerà la nostra zona giorno della casa, poco distante, c’era già un letto pronto ad accogliere nel dopo cena i nostri corpi, che già emanavano così tanta quantità di dopamina, serotonina, ossitocina, di endorfina, che avremmo dovuto usare i coltelli della pizza per poterla tagliare. Se ci fosse stato un rilevatore di quantità (tipo quello usato nei centri delle città per quantificare le PM10, le polveri sottili dell’aria per intenderci) ne avrebbe certificato l’eccessivo superamento della soglia minima tollerata !
Ci piazzammo subito a tavola, dove una dozzina di bottiglie di birra bella fresca facevano da contraltare alle pizze ancora ben calde e mentre i nostri palati si gustavano i sapori del cibo, le nostre menti erano già completamente proiettate all’immediato futuro che avremmo vissuto, certi di godere di quel dopocena che ne avrebbe viste di ogni. In effetti non ci volle poi cosi molto tempo nel trasformare quei pensieri in ‘fatti’ che avrebbero lasciato dentro ognuno di noi il ricordo più bello della serata.
Robert cominciò a spogliarsi dalla sua camicia bianca e già nel togliersi i jeans mise in mostra, con fierezza, il suo uccello già duro, che sarebbe diventato la ‘piacevole ossessione’ di Libbie e Graziella e che da par suo non vedeva l’ora di poterlo affondare tra le loro cosce, mentre Libbie si apprestava ad indossare i suoi stivali leopardati (che a me fanno impazzire!) che ne completavano la sua immagine di ‘porca’ da urlo, per poi essere pronta a ricevere le attenzioni di Robert che aveva già fatto la sua ‘prima scelta’.
Anch’io ero pronto, il mio uccello era praticamente la versione ‘white’ di quello di Robert ; completamente duro e in attesa che Graziella terminasse la sua ’ultima ‘lavatina’ alla topa prima di essere gustata, assaporata, e poi coinvolgerla completamente tra di noi, in un tourbillon di sensazioni. In quell’attesa vedevo già Robert alle prese con Libbie , la quale già avvinghiata al suo corpo (anche’esso tosto e muscoloso da fare invidia) si esibiva in un pompino da urlo, roba da starne in ammirazione completa. L’uccello di Robert spariva quasi completamente nella sua bocca che ne gustava il sapore, l’odore, la consistenza, la dimensione: una vera ‘analista’ del sesso, una ricercatrice nel pieno delle sue funzioni.
La facilità con la quale misi 2-3 dita nella sua topa fu la testimonianza di quanto era già presa dalla situazione e che la cosa per lei era più piacevole di quanto potessi pensare: sicuramente il ricordo di quelle due ore trascorse con Robert la volta scorsa, le avevano lasciato il segno e non facevano altro che aumentarne il suo desiderio e la voglia di poterlo riavere ancora. E mentre mi gustavo questo ‘preliminare’ arriva Graziella, dove il suo essere MILF era completamente confermato dal suo abbondante seno, completamente libero di essere ‘conquistato’ come ‘la presa della Bastiglia’ in piena rivoluzione francese; ma qui la storia doveva ancora essere scritta e le sue prime parole di questo nuovo capitolo furono: …”Baciamele e succhiamele con dolcezza, mi eccita da morire che qualcuno mi strapazzi le tette in modo garbato e gentile, potrei stare ore a farmele succhiare per poi essere scopata da dietro a pecorina, nella mia posizione preferita !”…
Cosa cosa cosa ??? Ma avevo capito bene??? Mi stava chiedendo di succhiargli le tette ‘di brutto’ e poi scoparla a novanta? Ma era come invitare Pinocchio al paese dei Balocchi … mettere un bambino di dieci anni davanti ad una pozzanghera … aver trovato una sorgente d’acqua dopo una camminata sotto il sole cocente … aver ricevuto la famosa telefonata dello ‘zio d’America’ ….
Con immenso mio piacere, al suono di quelle parole, cominciai con dolcezza a succhiargli i capezzoli di quelle sue immense e meravigliose tette, che nonostante le dimensioni, erano morbide e consistenti, per niente segnate dal tempo e piacevolissime da gustarsi. Mi stavo perdendo in un oblio di sensazioni, nel gustarmi quel ‘sontuoso’ pasticcino (dall’aspetto più di un pandoro Bauli con tanto di zucchero a velo sulla cima) e la ciliegina sulla torta era avere Libbie al mio fianco in pieno godimento nell’essere presa da Robert che ormai era partito come un treno. I suoi colpi erano secchi e decisi, un metronomo, che non facevano altro che scandire il piacere di Libbie che già godeva alla grande. Era musica per le mie orecchie. Il suo ansimare lo riconoscerei tra mille, e a quel suo godimento cominciava ad unirsi quello di Graziella, che forse un po’ più ‘contenuta’ nel lasciarsi andare , emetteva i suoi primi gemiti di piacere.
A quel punto anche lei, ormai pronta per godere, mi chiese di scoparla e non ci fu cosa migliore che vedere Libbie e Graziella messe a pecorina, una al fianco dell’altra, con me e Robert spalla a spalla ,che le stavamo scopando come se non ci fosse un domani. Un vero motore ‘a due tempi’ con i nostri ‘pistoni’ che scorrevano alla grande in quei due ‘cilindri’ ben lubrificati. Il ritmo era veramente sostenuto fino a quando nel sentire l’ennesimo godimento di Libbie, anch’io venni copiosamente, in una goduta da 10, dentro Graziella, che ormai ansimava sempre di più rispetto ai primi gemiti iniziali. Furono i primi preservativi della serata ad essere consumati (e anche bene per quel che mi riguarda). Alla fine una scatola da dodici fu fatta fuori come se nulla fosse. I ruoli cominciarono a interscambi arsi; qualche pausa sigaretta tra una vestizione e l’altra dei nostri uccelli. Il tempo passava come se niente fosse e le nostre godute si ripetevano. Tutti tranne Robert, che per mantenere il suo standard, era ‘duro’ anche a venire.
Dopo averci provato più volte sia con LIbbie che con Graziella, era ancora duro ( e ormai erano più di due ore che ‘pompava’ ). Ad un certo punto, quando ormai sembrava che tutto fosse finito, come per l’inizio, Robert volle prendere ancora la mia Libbie, che anche se esausta, si rese disponibile a dargli quel piacere che solo a lui mancava. E mentre io e Graziella, appagati dalle nostre performance ce ne stavamo li sdraiati sul letto, in atteggiamenti defaticanti, (anche se Graziella forse un pensierino con Robert ce l’avrebbe fatto, ‘sacrificandosi’ anche lei per la giusta causa) Robert cominciò quella sua ultima cavalcata che lo portò finalmente a godere. Una Libbie sfinita si tolse dalla presa di lui, che sempre a pecorina ormai l’aveva immobilizzata, e nell’estrarre il suo uccello ormai in preda al piacere, gli sfilò l’ultimo dei preservativi utili e finalmente lo fece schizzare copiosamente dappertutto, su quel letto, che aveva vissuto una meravigliosa serata di piacere di tutti noi, inaspettata , in quel … casale di campagna.
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