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Avevano scoperto che era divertente e eccitante, e ci presero gusto; non occorreva più neppure il pretesto della partita a carte e quando potevano si…”
Mi chiamo Enrico e ho 32 anni.
5 anni fa, subito dopo
essermi laureato iniziai a lavorare presso una filiale di Firenze di una importante banca. Dopo circa una tre mesi venni a sapere che una certa Patrizia, che aveva lavorato in quella banca fino ad un paio di anni prima e che poi era stata trasferita all’ estero, sarebbe presto tornata a lavorare in quella stessa filiale.
Dopo alcuni giorni, precisamente il 2 settembre 2002 arrivò Patrizia: me la presentarono dopo che ebbe fatto il giro a salutare tutti. Mi piacque subito. Sapevo già che aveva (allora) 35 anni e che abitava in un paese ad una trentina di chilometri da Firenze. Era abbastanza una bella donna senza essere quella che di solito viene definita una superfiga. Aveva due grandi e bellissimi occhi scuri e due ancora più grandi seni che il tailleur di lino faticava a nascondere.
A parte lei io ero l’ unico in quella filiale che non abitasse tanto vicino alla banca da poter andare a pranzare a casa e quindi prendemmo l’ abitudine di andare a mangiare insieme in una specie di bettola nelle vicinanze. Durante i pranzi ne approfittammo per approfondire la nostra conoscenza. Scoprii che era stata una donna molto sfortunata. Venni a sapere che si era sposata a 22 anni per poi separarsi due anni dopo; mi confidò di avere avuto alcuni uomini dopo la separazione, “uno più stronzo dell’ altro”. L’ ultimo sembrava diverso, ma purtroppo era morto improvvisamente in un brutto incidente stradale dopo due anni che stavano insieme e quando stavano iniziando a parlare di sposarsi. Attualmente era single e viveva sola, con un gatto come unica compagnia. Gatto a parte, era la medesima situazione mia: infatti, vivendo la mia famiglia molto distante da Firenze ero stato costretto a cercarmi un appartamentino in zona, e avevo preferito prenderlo in un paesino fuori città per non spendere i tre quarti del mio stipendio nell’ affitto.
A poco a poco capii che era una donna estremamente intelligente e molto spiritosa, che, quando era fatta oggetto di battute salaci da parte dei colleghi non si scomponeva e dava risposte ancora più piccanti. Stava intanto nascendo tra me e Patrizia una certa simpatia e attrazione reciproca.
Un giorno ci fermammo in banca qualche ora più del solito, e proprio quel giorno le telefonò sua madre (che abitava ad un paio di chilometri da lei) per avvertirla che tutti i treni che portavano al suo paese erano stati sospesi per un guasto alla linea. Era disperata perché non sapeva come andare a casa. Già pensava a noleggiare un’ auto quando mi offrii di portarla a casa. All’ inizio declinò l’ invito, pensando di recarmi troppo disturbo, ma alla poi accettò. La depositai davanti alla porta della palazzina dove abitava e mi disse: “Per adesso grazie, poi vedrò di sdebitarmi”; “Ma figurati” risposi io.
Il giorno dopo a pranzo insistette per sapere come poteva ricambiare, e ad un certo punto mi disse: “Non sei mai stato invitato a cena da una donna?” “No”, risposi. “Allora facciamo così: sulle colline sopra al mio paese c’ è una piccola trattoria dove si mangia bene: venerdì sera andiamo a mangiare lì e offro io”. A questo punto accettai, più che altro per permetterle di mettersi a posto la coscienza.
Quel venerdì sera, come ci eravamo messi d’ accordo, quando fui in prossimità di casa sua le feci squillare il telefono e lei si fece trovare sulla porta. Indossava un lungo cappotto nero. Mi guidò fino al ristorante e una volta entrati si tolse il cappotto: indossava un gilerino con una scollatura rotonda che a malapena le copriva i capezzoli; lei si accorse che la stavo guardando e mi disse: “Beh, che hai, non hai mai visto un paio di tette?”, con lo stesso tono con cui mi avrebbe chiesto che ore sono.
A tavola si piazzò proprio di fronte a me e mi godetti lo spettacolo per tutta la serata; parlammo comunque di un po’ di tutto; la cena fu ottima e dopo che lei ebbe pagato il conto salimmo in macchina per tornare a casa. Io le dissi: “Sia ben chiaro che ora hai saldato abbondantemente il tuo debito. Anzi, magari la prossima volta sarò io ad offrirti una cena”.
Quando arrivammo a casa sua scesi dalla macchina e davanti al cancello fece per congedarmi con i classici due baci sulle guance. Io la baciai sulla bocca e lei non fece il minimo accenno di resistenza. Mi invitò a salire per mostrarmi il suo appartamento.
Pochi minuti dopo eravamo sotto le lenzuola nel suo letto. Un ora dopo avevamo già fatto l’ amore due volte. “Disgraziato” mi disse ridendo “Mi sei venuto dentro”. Poi cominciammo a parlare e a raccontarci i dettagli della nostra vita che fino a quel momento ci eravamo tenuti per noi.
“A che età lo hai fatto per la prima volta?” mi chiese. “Diciannove” risposi. “Si chiamava Sabrina. Era una mia compagna di liceo a cui ho fatto la corte per un anno. Solo dopo gli esami di maturità si è decisa a uscire con me. Ci siamo lasciati dopo sei mesi. E tu?”
“Io quindici. Si chiamava Andrea, aveva diciassette anni. Ero perdutamente innamorata di lui. Un giorno mi invitò a casa sua perché i suoi sarebbero stati via tutto il giorno e aveva la casa libera. Passammo tutto il pomeriggio a letto. A sera, quando mi rivestii per tornare a casa ero felice ma anche terrorizzata: ero praticamente sicura di essere incinta. Invece poi tutto regolare. Durò un anno, poi lui mi lasciò perché si era innamorato di un’ altra, almeno così disse.”
“E ora”, le dissi, “Non hai paura di essere incinta?”
“Non penso. Mi dovrebbero arrivare tra tre o quattro giorni. Altrimenti non ti avrei permesso di venirmi dentro due volte. E se invece sono incinta? Tu che farai?” La risposta mi uscì di botto: “io ti amo, Patrizia”
“Anch’ io ti amo, Enrico” Poi continuò: “Dopo quella Sabrina, altre? Racconta…”
“Altre tre. Due anni ciascuna le prime due e tre anni l’ ultima. La prima era una compagna d’ università, la seconda una che mi avevano presentato alcuni miei amici e l’ ultima una stronza che ha continuato tre anni a dirmi che quel bimbo era il suo fratellino mentre invece era suo figlio. Ora, non che abbia qualcosa in contrario ad uscire con una che ha già un figlio, ma quella mi ha preso per il culo per tre anni, fino a quando, per puro caso, non mi è capitato in mano un certificato di nascita del bambino” Poi le chiesi: “Tu, invece, quanti uomini ti sei scopata?” “Lo vuoi proprio sapere?” mi chiese. Alla mia risposta affermativa disse: “Dopo Andrea, altri due, poi mio marito, poi altri sette. Tu sei il numero dodici. Dopo essermi separata da quel bastardo che sono stata tanto scema da sposare decisi che non mi sarei mai più fatta coinvolgere sentimentalmente con nessun uomo. Avevo già un amante quando ci siamo divisi, ma sia lui che gli altri cinque dopo erano uomini da cui volevo ed avevo solo un po’ di compagnia e un po’ di sesso quando mi andava. Del resto anche loro sapevano benissimo che tutto quello che potevano avere da me era compagnia e una scopata ogni volta che volevano. Poi conobbi Gabriele e capii che potevo ancora amare un uomo. Ci saremmo sposati se quel giorno non fosse uscito di strada con la macchina andando a sbattere contro un platano. Io me la cavai con un paio di costole incrinate, lui morì sul colpo. Era un uomo meraviglioso. Poi ho conosciuto un altro uomo meraviglioso, che si chiama Enrico…”
Quella notte dopo quelle parole scaricai il mio seme dentro di lei altre tre volte. Poi ci addormentammo.
Tirai un sospiro di sollievo qualche giorno dopo, quando mi disse che le erano venute le mestruazioni. Poi riprese a prendere la pillola, che aveva abbandonato, mi disse, dopo la morte di Gabriele.
Dopo quella sera capitava spesso che io passassi la notte da lei (generalmente nei week end) oppure lei a casa mia (di solito nei giorni infrasettimanali).
Un sabato sera di un paio di mesi dopo ce ne andammo al cinema e poi a casa sua. Ci addormentammo verso le tre, dopo aver dato sfogo alla nostra passione. Ci svegliammo che erano quasi le dieci, e facemmo l’ amore di nuovo. Io ero coricato e lei a cavalcioni sopra di me con le mie mani sui seni che ondeggiava ritmicamente; eravamo quasi al momento culminante quando sentii una voce che mi fece trasalire:
“Patri, forse è meglio che ripasso più tardi”. Mi girai, e sulla porta della camera stava una signora anziana; mi precipitai a coprirmi, mentre Patrizia disse, con la massima disinvoltura:
“Ciao, mamma! Lui è Enrico.”
La mamma di Patrizia andò in cucina, io rimasi a letto mentre Patrizia si fece una doccia. Appena ebbe finito feci lo stesso. Quando mi fui rivestito sentivo Patrizia e sua madre che parlavano.
“Dove lo hai conosciuto questo ragazzo, Patrizia?”
“Lavora in banca con me, a Firenze. Andavamo sempre a mangiare fuori insieme e abbiamo fatto amicizia”. La madre rispose:
“Un’ amicizia molto… come dire… profonda, da quel che ho visto. Dimmi una cosa, piccola: è una cosa seria o è solo un altro dei tuoi tori da monta?”
“È un ragazzo fantastico, con lui sono felice. Non mi sentivo così da quando stavo con Gabriele. Forse ho davvero trovato l’ uomo giusto”
“Ma mi sbaglio o è parecchio più giovane di te?”
“Non sbagli, mamma: ha 27 anni”
“8 anni di differenza… Mah..”
Entrai e le salutai, e scoprii che la mamma di Patrizia ci aveva preparato il caffè. “Grazie, signora, questo caffè è ottimo” La risposta fu:
“Ma quale signora! Ti sembro una signora io? Uno che va a letto con mia figlia vorrei che almeno avesse il buon gusto di chiamarmi Anna e darmi del tu!”. Patrizia mi spiegò poi che sua madre aveva le chiavi di casa sua e che quella domenica mattina era venuta a portarle dei panni che le aveva lavato, ed era entrata decisa convinta che la figlia fosse fuori casa. Scoprii che era una signora molto simpatica e alla buona ed era felice di vedere di nuovo Patrizia innamorata e felice come non la vedeva da tanto tempo.
Io e Patrizia scoprimmo che ci divertiva e ci eccitava raccontarci delle nostre esperienze passate: il sabato successivo andai a cena a casa sua. A cena finita lei andò in camera da letto a cambiarsi per uscire, io la raggiunsi silenziosamente e da dietro le piazzai le mani sui seni.
“Che dici, se invece di uscire ce ne stessimo in casa?” le proposi.
“Impossibile, ragazzo, frena i tuoi bollori. Ho le mie cose, non ricordi?”
Me ne ero completamente dimenticato. Lei capì però che ero parecchio eccitato, e disse:
“Aspetta: ora ci penso io:”
Si sedette sul letto, mi slacciò i pantaloni, tirò fuori il mio pisello e cominciò a leccarlo e poi iniziò a farmi un pompino. Nonostante fossi già su di giri, riuscì a farlo durare quasi venti minuti; per tre volte mi portò vicinissimo all’ orgasmo e poi si fermò; la quarta volta non si fermò finchè non sentì il liquido caldo e vischioso riempirle la bocca. Inghiottì tutto, poi strinse il mio membro per far uscire le ultime gocce e leccò anche quelle. Poi mi riallacciò i pantaloni, si alzò in piedi e mi baciò. Sentii il sapore salato dello sperma nella sua bocca.
“Certo che ci sai fare, Patrizia”
“Ho una bella esperienza” fu la risposta.
Qualche sera dopo, a letto, tornammo sull’ argomento:
“Che significa una bella esperienza? A quanti degli uomini che hai avuto hai fatto pompini come quello?”
Ricevetti la risposta che mi aspettavo: “A tutti” Poi continuò: “E tu da quante delle tue ex hai ricevuto pompini del genere?”
“Come quello, mai. Qualcuno, ma nulla di straordinario.”
Quella sera le ero già venuto dentro due volte, ma quei discorsi ci eccitavano tutti e due e lo facemmo di nuovo.
La mattina dopo Patrizia era ancora a letto, mentre io, girando per casa, trovai una scatola con scritto su “Gabriele” piena di DVD registrabili. Guardai sui dischetti e lessi alcuni titoli come “Australia 1999” e “Courmayeur 2000”. In quel momento sentii la voce di Patrizia dietro di me che mi diceva: “Sono alcuni video che aveva ripreso Gabriele, alcuni a casa altri in vacanza. Vuoi vederne qualcuno?”
Mi mostrò quello dell’ Australia, un viaggio che avevano fatto insieme nell’ autunno 1999. Gabriele era un uomo alto e fisicamente ben messo; Patrizia era più in carne rispetto ad ora e con i capelli molto più lunghi.
Qualche sera dopo, a letto, mi disse “Lo sai che in mezzo a quei dischetti che hai visto l’ altro giorno ce n’ è uno dove io e Gabriele ci siamo filmati mentre facevamo sesso?” Le chiesi di mostrarmelo; lei all’ inizio era un po’ riluttante, ma poi ci piazzammo davanti al televisore e lo fece partire. Era girato nella stanza da letto di Patrizia. All’ inizio si vedeva lei, nuda, coricata sul letto, poi lui entrò nel campo di ripresa, si coricò sul letto e iniziarono a baciarsi e a rotolarsi. Lei si sdraiò, lui la baciò sulla bocca mentre le palpava il seno sinistro, poi la mano si spostò dal seno alla vagina e si vedeva chiaramente che la stava masturbando; poi smise e tornò con la mano sul seno. Lei allargò le gambe, lui vi si piazzò in mezzo e la abbracciò, iniziò a baciarla sul collo, sulle spalle, sul seno, per poi risalire; poi infilò il suo uccello dentro di lei e cominciò a muovere le anche avanti e indietro; andò avanti per un po’ mentre crescevano i gemiti di piacere di lei, poi smise e uscì. L’ inquadratura cambiò e si videro loro due impegnati in un 69, al termine del quale vidi lo sperma uscire dalla bocca di Patrizia e gocciolare sul ventre di Gabriele, dove poi lei lo leccò avidamente.
Lei era abbastanza imbarazzata mentre le immagini scorrevano: era un vero e proprio film porno con lei come protagonista. Io scoprii che vederla scopare con un altro uomo mi eccitava ancora di più che sentirlo raccontare da lei. Le chiesi se avesse altri filmati del genere, e mi disse di si ma che non me li avrebbe mostrati almeno per ora. Poi mi disse: “Enrico, c’ è una cosa che ti devo dire; non so come la prenderai, ma non me la sento di nascondertelo. Se dopo che te lo avrò detto mi lascerai pazienza.” Mi domandai cosa potesse aver fatto di così male.
“Tu qualche settimana fa hai conosciuto Loredana e Roberto”. Loredana era la migliore amica di Patrizia e Roberto suo marito. Loredana era una bella donna, coetanea di Patrizia, bionda, alta e slanciata. L’ avevo potuta vedere in piscina, in costume da bagno, e aveva gambe lunghe e affusolate, il ventre piatto e il seno sodo (anche se non imponente come quello di Patrizia) che non ci si aspetta da una donna che ha due bambini di 10 e 8 anni. Roberto era un amico di vecchia data di Gabriele ed era quello che li aveva fatti conoscere.
“Io e Gabriele con loro abbiamo praticato quello che in genere viene definito scambio di coppia”
“Come sarebbe a dire?”
“È iniziato tutto una sera in cui ci siamo messi a giocare a carte, una variante dello strip poker; si giocava in due contro due; avevamo tutti e quattro bevuto un po’, e dopo alcune mani eravamo tutti e quattro nudi. A quel punto Loredana propose di fare ancora una mano e la coppia che avesse perso si sarebbe fatta una bella scopata mentre gli altri due si godevano lo spettacolo.”
Mi spiegò che lei e Gabriele persero e che quindi si trasferirono in camera da letto dove fecero l’ amore sotto gli occhi di Loredana e Roberto.
“Qualche sera dopo lo facemmo di nuovo, però con una variante: solo tre partite e chi ne avesse vinte due avrebbe assistito allo spettacolo. Quella volta però furono loro a doversi coricare sul letto e fare sesso mentre noi guardavamo.”
Avevano scoperto che era divertente e eccitante, e ci presero gusto; non occorreva più neppure il pretesto della partita a carte e quando potevano si trovavano a casa di uno o dell’ altro, si spogliavano e facevano sesso tutti e quattro insieme, ovviamente per ora senza scambiarsi.
Poi una sera era stata proprio Patrizia a proporle di scambiarsi gli uomini; questi dissero che si poteva fare e fu quello che fecero un paio di volte al mese, generalmente al sabato mattina, quando gli adulti non lavoravano e i bambini erano a scuola. Poi l’ incidente ed era finito tutto.
Il racconto mi lasciò sorpreso: sapevo che Patrizia era una donna alquanto libertina, ma non immaginavo fino a quel punto. Comunque la amavo e non avevo nessuna intenzione di lasciarla per quello.
Una sera, per scherzo, le dissi: “Stasera ti rompo il culo!” Lei mi rispose: “Povero illuso! A rompermi il culo ha già provveduto mio marito 14 anni fa e poi altri due hanno finito il lavoro”
Poco dopo, sul letto, entrai per la prima volta nel suo orifizio anale, non prima di averlo abbondantemente lubrificato con del burro. Scoprii che le piaceva, e mi feci raccontare le sue esperienze in quel senso.
“La prima volta fu con mio marito, in viaggio di nozze. Un male cane. Con lui lo feci quattro o cinque volte in tutto. Poi lo feci di nuovo con Gabriele, e scoprii che se fatto come si deve è molto bello. L’ ho fatto qualche volta con Roberto quando io e Loredana ci scambiavamo gli uomini”
Una sera vedemmo un servizio in TV sulla prostituzione, e Patrizia mi chiese: “Ci sei mai andato con una di quelle?”. Non potevo mentirle, dopo tutto quello che mi aveva raccontato di se. E così glielo dissi.
Con la mia ultima fidanzata (quella del bambino) ci eravamo lasciati da un paio di giorni, e io avevo il morale sotto le scarpe. Quella sera, tornando a casa vidi quella ragazza di colore molto carina che faceva l’ autostop e la caricai. La portai fino al luogo in cui di solito lavorava. Durante il tragitto le chiesi cosa voleva per passare una notte con me, ci accordammo sul prezzo e la sera dopo la andai a prendere nello stesso punto, la portai a casa mia, passammo la notte insieme e a mattina le permisi di farsi una doccia, le offrii la colazione e poi la riaccompagnai alla stazione. Non l’ ho mai più rivista. Patrizia disse: “Ti sarai messo un preservativo, spero.” Certo, risposi, “E comunque dopo un po’ di tempo ho fatto un paio di volte il test dell’ AIDS, sempre negativo”. Non parlammo mai più di quell’ episodio.
Poi arrivò la torrida, terribile estate del 2003. Io e Patrizia, che ormai stavamo insieme da un anno, prendemmo una decisione: diedi la disdetta al contratto di affitto del mio appartamentino e andai a vivere stabilmente con lei. Casa sua era in collina e se di giorno faceva caldo come a Firenze, se non altro di notte si dormiva. Era una cosa di cui parlavamo da tempo, anche considerando che la nostra relazione non era più un segreto per nessuno.
Ma noi non dormivamo molto, perché, tranne quando lei aveva le mestruazioni, ben difficilmente passava una sera senza che facessimo l’ amore.
Una sera mi disse che aveva altri filmati come quello in cui scopava con Gabriele. Me ne mostrò un altro, dove notai diversi cambi di inquadratura.
“Questo lo ha girato Loredana” disse. Era infatti molto più spinto del precedente, con inquadrature da vicino della vagina di Patrizia con dentro il cazzo di Gabriele che andava avanti e indietro, e altre cose del genere.
Ad un certo punto vidi Patrizia sul letto a quattro zampe, poi l’ inquadratura si strinse sulle sue natiche e si vide il membro di Gabriele entrarle nell’ ano e sprofondarvi fino alla radice. Poi iniziò a muoversi, e quando uscì il buco del culo di Patrizia sembrava diventato una voragine.
Ne vidi poi uno dove loro e Loredana e Roberto si trovavano sul greto di un torrente dove c’ erano anche molte altre persone. Patrizia e Loredana, come quasi tutte le donne presenti, erano in topless. Notai che il seno di Loredana era ben sodo, nonostante avesse due figli. Giocavano a palla, nuotavano, e si vedeva qualche scena in cui Roberto e Gabriele si tuffavano dagli scogli. Poi un breve stacco, un cambio di angolazione e un cambio di luce che mostrava che era quasi arrivato il tramonto. Le donne avevano tolto anche il pezzo sotto del costume rimanendo completamente nude. “Qui erano andati via tutti, c’ eravamo solo noi quattro” raccontò.
Gli uomini entrarono nell’ inquadratura, a loro volta nudi e già eccitati, e si diressero ognuno verso la propria compagna. Ogni coppia si coricò su un asciugamano disteso in terra, e iniziarono a fare l’ amore. Patrizia e Gabriele finirono prima e rimasero a guardare gli altri due che continuarono fino a quando non vennero contemporaneamente. Poi rimasero distesi sui due asciugamani, a pochi metri di distanza e continuarono a baciarsi. Poi Roberto e Loredana si alzarono, seguiti dagli altri due.
“Attenzione adesso” mi disse Patrizia.
Contemporaneamente le due donne si staccarono dai loro compagni e ognuna si diresse verso l’ uomo dell’ altra. Roberto e Patrizia si abbracciarono, si baciarono e lui iniziò a metterle una mano sul seno e palparglielo, e più o meno lo stesso fecero gli altri due. Loredana e Gabriele si coricarono sull’ asciugamano, lei allargò le gambe e lui le entrò dentro e iniziò a scoparsela. Patrizia e Roberto si godettero lo spettacolo per qualche minuto, poi Roberto si coricò sul dorso e Patrizia si sedette a cavalcioni infilando direttamente il membro di lui dentro di se e iniziò a muoversi ritmicamente. Gli altri due finirono e rimasero a guardarli fino a che Roberto non fu venuto dentro a Patrizia. Poi ognuna delle donne tornò dal proprio uomo e si diedero un lungo bacio sulla bocca.
Ogni tanto ci vedevamo (e ci vediamo tuttora) con Roberto e Loredana, ma non dissi mai loro che Patrizia mi aveva mostrato quel filmato (e altri dopo quello) dove si esibivano in una specie di orgia. Ne avevo visto uno dove addirittura prima Patrizia e poi Loredana provavano la doppia penetrazione, ovvero un membro nella vagina e un altro nell’ ano contemporaneamente. Ovviamente ognuna delle due donne era stata ripresa dall’ altra. Vidi Roberto disteso sul letto, Patrizia sedersi sopra di lui voltandogli le spalle e infilandosi il suo coso nel didietro, poi si distese e Gabriele le entrò davanti. Le immagini erano ricche di primi piani della zona in cui i due uccelli entravano nel corpo di Patrizia. La stessa cosa fece poi Loredana.
Patrizia fermò il video e disse: “Sai che era la prima volta che lo facevamo? Abbiamo deciso di filmarci. Ora dimmi: non ti sei mai chiesto: ma che razza di troia mi sono scelto?”
“Che mi ero messo con una porca lo avevo capito” risposi sorridendo “ma non immaginavo fino a questo punto. Ma porca è una cosa, troia è un’ altra. Che eri una donna molto disinibita e molto libertina, anche quello lo avevo capito subito. Ora però ti amo, Patrizia, e non ti mollerei nemmeno se saltasse fuori che hai fatto la puttana da viale fino al giorno prima di conoscermi”. Lei sorrise e mi abbracciò, e giurerei che un paio di lacrime le stavano spuntando. “Anch’ io ti amo, Enrico”.
Qualche giorno dopo tornò sull’ argomento. “Ho notato che ti ecciti nel vedere i miei filmati, o sbaglio?” Io le chiesi: “Senti Patrizia, se si trattasse di fare ancora scambio di coppia con loro, tu lo faresti?” La coglievo un po’ impreparata, ma mi disse che perché no, se ne poteva parlare. Più che altro era da verificare che Loredana fosse disposta a farlo con me.
Dopo qualche giorno mi disse che ne aveva parlato con Roberto e Loredana e loro avevano detto che si poteva fare.
“Loredana dice che le piaci e Roberto mi ha detto testualmente che sarebbe ben felice di farsi ancora qualche scopata con me.”
Organizzammo la cosa per un sabato mattina a casa loro, quando i bambini erano a scuola. Arrivammo alle 8, andammo nella stanza dei bambini (dove c’ erano due letti singoli), ci spogliammo e iniziammo a fare l’ amore, io con Patrizia e Loredana con Roberto. Poi Patrizia mi diede un bacio e andò sull’altro lettino divertirsi con Roberto, mentre da me arrivò Loredana. Iniziai subito a baciarla sul seno, poi mi intrufolai dentro di lei e iniziai a muovermi avanti e indietro. Mi accorsi che Patrizia e Roberto ci stavano guardando. Dopo essere venuto dentro la vagina di Loredana, che era ancora piena dello sperma di Roberto, guardai la donna che amavo coricata sul dorso a gambe larghe mentre un altro uomo se la scopava.
Sentire Patrizia che mi raccontava le sue esperienze mi eccitava, vedere un filmato dove scopava con un altro mi eccitava di più e vedere la stessa cosa dal vivo di più ancora. Eppure da come la amavo avrei dovuto essere roso dalla gelosia. Avevo scoperto che a lei faceva lo stesso effetto vedere me scopare con Loredana.
Ci furono altri sabati mattina come quello; poi, d’ estate, i bambini di Loredana e Roberto se ne vanno tutti gli anni al mare con i genitori di Roberto per una quarantina di giorni, e allora qualche volta io ho passato la notte con Loredana a casa loro mentre Roberto ha fatto lo stesso con Patrizia a casa nostra. Sperimentammo di nuovo la doppia penetrazione, sia con Patrizia che con Loredana. Facemmo serate a tre, sia due donne e un uomo che due uomini e una donna. Provammo tutte le combinazioni possibili. Girammo altri filmati; in uno di quelli riusciti meglio io scopo Patrizia alla pecorina mentre lei fa un pompino a Roberto. Patrizia filmò un primo piano delle parti intime di Loredana con il membro di Roberto dentro la vagina e con il mio dentro l’ ano che si muovevano ritmicamente. La stessa cosa subito dopo, con Patrizia che si prendeva me davanti e Roberto dietro.
Ci divertimmo un mondo, fino alla fine dell’ anno scorso.
Da quando conviviamo più volte ho proposto a Patrizia di sposarmi, ma non ci sente. Facemmo un’ ultima serata ai primi di Gennaio in cui io e Roberto ci siamo scopati tutte e due le nostre donne tre volte ciascuna, scambiandocele ogni volta. Alla fine le loro vagine traboccavano di sperma mio e di Roberto mescolati. Poi comunicammo a Loredana e Roberto che per un po’ di tempo se volevano si poteva fare ancora degli incontri di sesso a quattro, ma di scambio per ora basta.
Il motivo era che io e Patrizia (ma questo per il momento ce lo tenemmo per noi) avevamo deciso di comune accordo che Patrizia avrebbe preso la pillola ancora per un paio di mesi e poi avrebbe smesso.
Ora Patrizia è incinta. È di quattro mesi, e ancora non si è abituata all’ idea che diventerà mamma.
Patrizia è una donna che nella sua vita ha sofferto molto: un padre che ha abbandonato lei e la madre quando lei aveva sei anni, un marito che l’ ha riempita di corna (che giustamente ha avuto indietro con gli interessi) e di insulti, e dal quale qualche volta ha ricevuto anche qualche schiaffone, poi sei anni a passare da un amante all’ altro, poi, quando sembrava che la sua vita stesse prendendo una piega positiva, la morte di Gabriele.
Ora è felice. Ora ha un uomo che la adora e presto sarà madre, a 40 anni. Lei, che ha sempre adorato i bambini, ormai non ci sperava più. Ha finalmente acconsentito a sposarmi, probabilmente sarà verso la metà dell’ anno prossimo, quando il bambino avrà intorno ai 4 mesi. Roberto e Loredana saranno i testimoni. Loro non sapevano il motivo per cui avevamo deciso di smettere di fare scambio di coppia, ma lo sospettavano. Ora sono anche loro felicissimi. Patrizia mi ha detto che se durante gli ultimi mesi della gravidanza voglio farmi qualche scopata con Loredana lei ne è felicissima, e anche Loredana è disponibile. Roberto a sua volta è disposto a “prestarmi” sua moglie, ma sarebbe ancora più felice se ci facessimo qualche serata a tre, dove, ovviamente, ci scoperemo Loredana a turno.
Loredana ha già detto che ha in mente di festeggiare con me l’ addio al celibato la sera prima del matrimonio e Roberto farà lo stesso con Patrizia.
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