“-“È successa una cosa terribile…”
Eugenio si collegò al sito per controllare la posta su A69, ormai
erano passati 13 giorni da quando aveva concepito il suo fantastico piano per andare al privè per la prima volta e non essendo VIP aveva meticolosamente dedicato tutti quei giorni a scrivere a 39 singole della sua regione, 3 messaggi al giorno… Il suo piano a suo avviso era semplice e geniale, trovare una singola che volesse accompagnarlo al privé in modo da pagare meno all’ingresso. I soldi che riusciva a farsi dare dalla madre erano sempre pochi e non lavorando doveva centellinare le spese così aveva provato senza successo a trovare una compagna per una sera in modo da riuscire a fare rientrare le spese di ingresso, pedaggio e benzina nei 100€ che era riuscito a mettere da parte.
Purtroppo nessuna aveva accettato la sua offerta di passare una serata “trasgressiva”, i primi giorni scriveva se volevano andare con lui ma già verso gli ultimi 5 giorni proponeva solo di dare un passaggio di andata e ritorno e poi dentro al club ognuno per conto suo. Con estrema sorpresa si arrese all’evidenza che nessuna capiva la bontà della sua idea e facendo un bilancio si rese conto che forse era il caso di cambiare strategia, dopo 8 vaffanculi e 31 non risposte il caso poteva considerarsi definitivamente chiuso.
Ma ormai la voglia di andarci almeno una volta era troppo forte per rinunciarvi, nella sua testa immaginava gente che faceva sesso sul bancone del bar, che ballava nuda sulla pista e donne che si concedevano a chiunque ci fosse nel locale ed era sicuro che una volta dentro avrebbe rimediato qualcosa… Si! Era deciso! Quel sabato sarebbe andato e niente l’avrebbe fermato, ormai era da tanto che non riusciva a fare sesso e non gli sembrava giusto, anche lui aveva diritto di divertirsi.
Diede un’occhiata al sito del club e con un sorriso pensò che era fortunato perché proprio giovedì era in programma una serata gangbang ed era quasi sicuro di riuscire a infiltrarsi in qualche gruppo in modo da poter in qualche modo partecipare.
Giovedì Eugenio aprì l’armadio, di certo il suo guardaroba non era molto vasto perché usciva di sera poche volte. Qualche jeans stinto che abbinava a camicie da boscaiolo, molte tute che indossava nel quotidiano anche se era solo uno sportivo da salotto e il vestito che aveva comprato 4 anni prima per il matrimonio di sua cugina che però non gli stava più bene perché si era rimpicciolito… Oppure era ingrassato lui, non aveva mai voluto approfondire quale era stato il vero motivo…
Alla fine decise che avrebbe indossato la tuta blu marino che aveva comprato due settimane prima, l’aveva usata solo una volta e l’aveva rimessa nell’armadio senza lavarla perché gli sembrava un peccato sprecare un lavaggio per un capo che aveva indossato solo una volta per andare a fare colazione al bar. In più l’idea della tuta gli sembrava geniale perché era facile da togliere e indossare e quando fosse stato in mezzo alla mischia non voleva perdere minuti preziosi a spogliarsi, sapeva che doveva essere rapido se voleva cogliere l’occasione al volo di partecipare alla gangbang per evitare il rischio che la donna vedendolo prima dicesse di no.
Prese le chiavi della macchina di sua madre e uscì di casa deciso a trascorrere una serata memorabile. Dopo un’oretta arrivò finalmente davanti al privé e parcheggiò, fece un respiro profondo ed entrò puntando dritto verso l’uomo all’ingresso.
-“Buonasera! Vorrei entrare, è la mia prima volta in un privé”- disse Eugenio un po’ imbarazzato.
Il titolare alzò gli occhi dai fogli che stava compilando e si trovò davanti un ragazzone in tuta blu, rimase sorpreso perché in 3 anni da quando lui era lì non aveva mai visto nessuno che volesse entrare in tuta.
-“Mi dispiace ma vestito così non puoi entrare…”-
Eugenio incominciò a spiegare che aveva scelto quel tipo di abbigliamento per la sua presunta praticità e che non sapeva che in tuta non si poteva entrare. Nel frattempo l’uomo un un po’ divertito dal carattere di Eugenio pensava che in fondo quella stranamente era una serata un po’ fiacca perché pochi avevano abboccato al richiamo della gangbang e che poteva fare uno strappo alla regola consentendo a quel tipo strambo di entrare e così gli disse che poiché era la prima volta avrebbe chiuso un occhio e l’avrebbe fatto entrare addirittura facendogli un po’ di sconto.
Finite le formalità e pagato il prezzo dell’ingresso Eugenio attraversò la tendina e si trovò all’interno del privé dove le poche coppie presenti parlavano tra di loro sui divanetti e i tanti singoli si concentravano vicino al bar in attesa di un cenno per avvicinarsi alle coppie, due mondi che confinavano ma stentavano a mescolarsi.
Eugenio usò subito la drink card e ordinò un gin tonic e si appoggiò al bancone per sorseggiarlo mentre con occhi bramosi guardava le donne presenti nel locale come chi guarda sul menù le foto dei piatti prima di scegliere. La bramosia nei suoi occhi sparì al primo sorso perché il sapore del gin tonic lo disgustò non l’aveva mai assaggiato ma era un cocktail dal nome familiare ed era stato il primo che gli era venuto in mente. Comunque pensò che era una cosa positiva così gli sarebbe durato per tutta la serata e non avrebbe dovuto chiedere un altro a pagamento, sarebbe bastato chiedere alla barista ogni tanto di aggiungerci un po’ di ghiaccio per farlo sembrare appena ordinato.
Nel frattempo la pista si era riempita al ritmo della musica e Eugenio si preparava a godersi lo spettacolo, era certo che i vestiti sarebbero volati via e aveva deciso che si sarebbe buttato anche lui in pista nella speranza di riuscire a piazzare una delle sue “mano morta” che l’avevano reso famoso e odiato tra gli utenti del 27 barrato che prendeva per andare in centro.
Restò deluso, le persone in pista si divertivano tutte a ballare allegramente e anche se c’era molto contatto fisico nessuno si era spogliato. Decise che si sarebbe buttato in pista lo stesso per non perdere tempo e trovò un angolino per terra dietro a un divanetto dove nascondere il bicchiere.
In pista Eugenio ballava ondeggiando e cercava di attaccare bottone con tutti ma un po’ il volume troppo alto della musica e un po’ perché non sapeva bene cosa dire non gli fruttarono niente di più che qualche sorriso divertito da chi lo guardava ballare. Eugenio capì che quella non sarebbe stata una tattica di successo e decise di sedersi e vedere come continuava la serata, uscì dalla pista e andava verso il divanetto che nascondeva il suo tesoro quando davanti a lui passò una coppia che andava verso la zona giochi e cambiò rotta per seguirli all’interno, ancora non aveva dato un’occhiata all’interno e facendo così pensò che se qualcuno il quel momento l’avesse guardato avrebbe avuto l’impressione che la coppia gli avesse fatto segno di seguirli.
Lei era una biondina non molto alta dalle curve sinuose con un miniabito argentato che la fasciava mettendo in risalto le sue forme, lui molto più alto e magro camminava un po’ curvo per riuscire a dirle qualcosa all’orecchio che a lei faceva ridere. Entrarono nella prima stanza del corridoio e si sedettero sul bordo del letto scambiando subito un profondo bacio. Eugenio si fermò sulla soglia e guardava affascinato come lui accarezzava le gambe di lei che piano piano si aprivano lasciando ogni volta più campo alla mano di lui che incominciava a sparire sotto al vestito. Un colpetto sulle spalle lo fece girare di scatto e si trovò faccia a faccia con un uomo che gli chiese di farlo passare. Il nuovo arrivato fu ricevuto dai due calorosamente, si sedette anche lui sul bordo del letto e dopo aver scambiato due chiacchiere baciò la ragazza sulle labbra, lei ricambiò il bacio e allargando le braccia avvicinò a sé i due uomini che incominciarono ad accarezzarla e a spogliarla.
Eugenio non credeva ai suoi occhi, finalmente riusciva a vedere dal vivo una di quelle situazioni che fino a quel momento aveva solo immaginato e visto nel milione di video che aveva visto sul suo PC e sul cellulare, la sua eccitazione cresceva e il pantalone della tuta per quanto largo iniziava a dargli fastidio. Intanto il trio aveva iniziato a giocare e lei si trovava già seduta sul cazzo del compagno che era disteso sul letto e succhiava con gusto quello dell’amico che era in piedi al bordo del letto, Eugenio si avvicinò lentamente all’uomo in piedi che non se ne accorse perché a occhi chiusi si godeva la sensazione della bocca di lei e si abbassò il pantalone spostando il bacino in avanti in modo da offrire il suo membro alla donna. Lei però senza perdere il ritmo sollevò il dito indice e gli fecce segno di no, non aveva nessuna intenzione di fare niente con lui. Eugenio comunque eccitato incominciò a masturbarsi davanti a lei e allungò la mano sinistra per toccarle il seno ma il suo polso fu afferrato dall’uomo che aveva visto il no della donna e gli allontanò la mano mentre con sguardo serio gli ribadì il concetto che al massimo poteva guardare ma non toccare. ** Dopo 5 minuti era al massimo dell’eccitazione e a punto di esplodere e decise di tornare in pista pensando che era un peccato fare solo il guardone e sprecare “la cartuccia” quando nel privé c’erano ancora altre donne con cui provarci, era inutile stare lì visto che quei tre non gradivano la sua compagnia e uscì dalla stanza con i pantaloni abbassati, adesso sarebbe stato difficile riuscire a rimetterli a posto perché comunque quello che aveva visto l’aveva eccitato parecchio. Sentì che nella stanza affianco che aveva la porta chiusa qualcuno giocava perché sentiva i gemiti e si abbassò a guardare da uno dei buchi fatti sulla parete. Due coppie e un singolo giocavano sul letto e dal piccolo buco sembrava un groviglio di gambe e braccia.
Eugenio ebbe una delle sue intuizioni e subito si tirò su in piedi, prese la mira e infilò il suo cazzo nel buco, sapeva per sentito dire che in molti privè c’era il glory hole e decise di provare per vedere cosa succedeva. Sentì che all’interno della stanza qualcuno urlava di guardare sulla parete che spuntava un cazzo come un chiodo e poco dopo senti una mano che lo accarezzava. Eugenio tirò in dentro la pancia per cercare di infilarlo ancora di più e quando sentì che una lingua incominciava a leccargli la punta prese le sembianze di un geko e si appiattì ancora di più contro la parete. Intanto la lingua fu sostituita da due labbra che lo accolsero alla perfezione. Era al settimo cielo, quello si che era un pompino fatto a regola d’arte, altro che quello che ogni tanto si faceva fare nello scantinato dalla signora Carmela del terzo piano, la vedova pensionata che per venti euro gli facevamo uno e per 35 glieli faceva senza la dentiera.
Eugenio come in un sogno vide la porta della stanza che si apriva e le due coppie uscirono dalla stanza e vedendolo spalmato sulla parete come una mano di vernice scoppiarono a ridere. Solo allora l’unico angolo del cervello di Eugenio che non era andato il tilt mise a fuoco la situazione e fece un semplice calcolo matematico… 5-4=1
Fece forza con le braccia e riuscì a sfilare dal buco il suo cazzo che era passato in 2 secondi da una possente erezione allo stato di larva. Rosso in volto e tirando su i pantaloni della tuta s’involò di corsa verso la pista da ballo dove recuperò il suo bicchiere e lo portò al bancone del bar dove chiese con mano tremante alla barista se poteva aggiungere ancora un po’ di ghiaccio al drink ormai annacquato.
La ragazza notò il tremolio e gli chiese se andava tutto bene e Eugenio disse a voce bassa…
-“È successa una cosa terribile…”-
Là ragazza allarmata fece un cenno al titolare che passava di lì e gli disse di ascoltare il ragazzone perché nell’area giochi era successo qualcosa di terribile. L’uomo si avvicinò premuroso perché il suo lavoro era quello di evitare che ci fossero dei problemi che potessero rovinare la serata ai clienti. Lo prese in disparte e chiese cos’era successo di così grave…
-“Ho infilato l’uccello in un buco nella parete… E un uomo me l’ha preso in bocca! Ma io non volevo, volevo che lo facesse una delle donne che erano dentro!”-
Il titolare fece ricorso a tutta la sua professionalità per non scoppiare a ridere, si era immaginato chissà quale catastrofe e si ritrovava davanti questo tipo al quale il funzionamento del glory hole non lo convinceva del tutto!
-“Vedi, caro, non può lamentarti di quello che succede quando infili il tuo cazzo in un buco, può succedere di tutto. C’è a chi piace e a chi no…”- Gli diede una pacca sulla spalla e gli augurò di divertirsi.
Eugenio annuiva, poco entusiasta del discorso e intanto sorseggiava il suo bicchiere. Intanto nella pista da ballo era c’era gente che si divertiva e all’ingresso del corridoio che portava alla zona giochi c’era un discreto via vai di gente che entrava e usciva. Posò il bicchiere vuoto sul bancone e decise che ormai per lui la serata era finita, c’erano troppe complicazioni nel funzionamento del privè e non facevano per lui.
Decise di andare via e salutò la ragazza al bar e il titolare all’ingresso. Già in macchina sulla via del ritorno decise che in fondo non serviva un club per divertirsi, c’era sempre la signora Carmela che domani pomeriggio, magari anche a credito, l’avrebbe fatto divertire e questa volta “crepi l’avarizia” senza dentiera!
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.