“L’ho chiamato
tante volte e ogni volta aveva una scusa pronta, non sembrava molto interessato a vedermi per cui
dopo non l’ho neanche più cercato, così…”
Un pomeriggio mi trovai a passare con Pierpaolo (mio amico eterissimo che
non sapeva delle mie
tendenze) vicino a quel campetto dove Michele fece quella assurda e indecente proposta a quei
ragazzi che stavano giocando. Eravamo grandi amici io e Michele e proprio non ho mai capito
perchè abbia voluto tagliare i ponti con me, non so cosa possa avergli fatto di male. L’ho chiamato
tante volte e ogni volta aveva una scusa pronta, non sembrava molto interessato a vedermi per cui
dopo non l’ho neanche più cercato, così come ha fatto lui. Erano passati autunno e inverno ed era
di nuovo primavera, faceva già caldino e nel campetto c’erano dei ragazzi che stavano giocando.
Non sapevo se erano gli stessi dell’altra volta ma non mi avvicinai pià di tanto. Forse avevo ancora
paura mi riconoscessero e per questo per mesi non ho piu’ gironzolato da quelle parti.
“Noooo” urlò uno di loro. Vidi il pallone volare in aria e scavalcare la rete di recinzione per cadere
poi a un passo da me. “Ce la butti per favore?” disse a voce alta uno dei ragazzi. Non ero un gran
tiratore e per non fare figure di merda con un lancio sbagliato mi avvicinai più che potevo alla rete
per buttargliela dall’altra parte. Venne a prenderla uno alto alto, feci finta di niente ma lo riconobbi,
era quello che venne a parlare con Michele. Gli tirai la palla e affrettai subito il passo. “Ehiiiii tu” mi
urlò, mi girai, “Vieni un pò qui!!”. Non risposi e continuai a camminare. Pierpaolo intervenì “Quello
ti chiama, non l’hai sentito? vorrà ringraziarti. Vai!” Non pensavo volesse ringraziarmi ma andai
comunque per non destare sospetti su Pierpaolo. Anche gli altri ragazzi si erano avvicinati a quello
a quello che mi aveva chiamato e avevano espressioni nei volti che oscillavano dall’incazzato al
divertito. Stavano tutti davanti a me, dietro la rete. “Tu sei l’amico di Michele!” eclamò lo spilungone.
“No no” risposi mezzo tremante “Ti stai sbagliando con qualcun altro..” “Si è lui” “E’ lui!”
“Lo riconosco anch’io!” Più di uno continuò a ribattere le stesse parole e a quel punto dovetti
arrendermi. Il mio amico era semprè lì accanto a me e mi squadrava molto curiosamente. “Si! Va
beh, sono io! E allora? Che cazzo volete da me??” “Come sta il tuo amico?” “Non lo so, abbiamo
chiuso, non lo vedo più da mesi…” “Beh vedo che lo hai già rimpiazzato con un altro amichetto…”
continuò il ragazzo alto. “Che amichetto??” esclamò Pierpaolo che non aveva ancora la più pallida
idea di dove volesse finire il discorso. “Lui lasciatelo fuori, non c’entra niente!” “Non è della tua
sponda?” “Quale sponda?” fece il mio amico guardandomi serio, aggiungendo quello che non avrei
mai voluto aggiungesse…”Non sarai mica gay?”. I ragazzi dietro la rete sgignazzavano, io ero nel
panico più totale…”Certo che è gay! avevi dei dubbi? Non vedi come sculetta?” disse provocando
uno dei giocatori. Pierpaolo sfogò la sua rabbia da etero convinto “E io sono mesi che esco con te?
Mi hai preso in giro…parlavi di figa, figa di qua, figa di là, che coraggio, magari mi frequentavi per
poi provarci con me. Vaffanculo va! Con me hai chiuso”. Pierpaolo si allontanò con i fumi che gli
uscivano dalla testa poi girandosi ribadì “E che non ti venga in mente di chiamarmi, frocio!”.
“Ecco! bella figura grazie a voi” dissi agli stronzetti che ridacchiavano dall’altra parte. “Io vado!
Vi ringrazio ancora!”. Non mi ero accorto che uno di loro era uscito dal campo di gioco. A sorpresa
me lo ritrovai lì, di fianco a me “E dove vorresti andare? Eh? Abbiamo un conto in sospeso, non lo
sai?”. Qui la faccenda si faceva sempre più critica. Cercai di sdrammatizzare “Il conto in sospeso
ce l’avevate con Michele, io non c’entro nulla…” “C’entri eccome. Lui ci ha dato forfait e siamo
rimasti tutti a bocca asciutta, anzi col cazzo asciutto…”. Ci fu una satanica risata generale.
Io guardavo in basso, non riuscivo a reggere le occhiate canzonatorie di tutti loro. “Qualcuno deve
rimediare non credi? E la persona più adatta credo sia proprio tu! Dammi il tuo cellulare” disse Luca,
quello alto al di là dalla rete. “Perchè dovrei darvelo??” “Daccelo e basta!” Mi misi la mano in tasca
tendendolo stretto più che potevo ma il tipo al mio fianco mi brancò la schiena con la mano
stringendola in un punto nevralgico facendomi vedere le stelle. Con la faccia che evidenziava tutte
le stelle che avevo visto mollai la presa e tirai fuori il cell porgendoglielo, anche se controvoglia.
Tiziano, il tipo accanto a me compose un numero, quello di Luca e il suo cellulare suonò da dentro
la tasca dei calzoncini corti. Dopodichè Tiziano chiuse la conversazione e me lo riporse con uno
sberleffo che implicava grande soddisfazione. “Adesso si che puoi andare -fece Luca –
Organizzeremo una serata molto particolare e tu sarai l’ospite d’eccezione. Ti chiamerò per farti
sapere la data e tu DOVRAI venire se no la prossima volta ti daremo tante di quelle botte, che non
ne hai mai prese tante in vita tua! Ciaooo”.
Mi incamminai verso casa sentendo ancora l’eco delle loro voci che parlottavano mescolando
battute a risate incontrollabili. Mi ero cacciato in un bel guaio, mi sarei messo a piangere.
Vaffanculo a Michele, tutta colpa sua! E Vaffanculo anche a Pierpaolo con i suoi preistorici concetti
da etero convinto.
Mentre ripercorrevo la strada di casa però mi calmai, cercai di cogliere il lato buono della cosa.
Ciucciarmi quei tipi in fondo non mi sarebbe dispiaciuto. Ci risi su e pensai che avrei potuto
divertirmi anch’io con loro e tanto. Arrivai al punto di desiderare mi chiamassero quanto prima
possibile. Non passò molto tempo. Nel primo pomeriggio di due giorni dopo mi chiamò Luca,
riconobbi il numero perchè l’avevo memorizzato dopo la chiamata che aveva fatto Tiziano. “Ciao
bello! Come stai?” “Bene grazie, ma non chiamarmi bello, mi chiamo Giorgio!” “Ok Giorgio, noi
avremmo deciso per questa sera, non dirmi che hai la serata piena di impegni!” “No, stasera è ok”
“Ecco, così mi piaci, accondiscendente…ah dimeticavo! Visto che questa volta le regole le dettiamo
noi, lascia stare la richiesta di documenti di identità o cazzate varie, siamo intesi?” “No problem,
io non mi chiamo Michele, questa era stata una trovata sua…”. “Ok, allora stasera ti aspettiamo
alla piscina coperta, sai dov’è?” “Si, so dov’è! Ma la piscina alla sera è chiusa…” “Beh non per me
che sono il figlio del proprietario, facciamo spesso delle feste lì. Di solito con tanta gnocca ma
questa volta facciamo un’eccezione! Alle 21, tu arrivi, suoni e ti veniamo ad aprire. E niente bufale
mi raccomando!”. Riagganciò. Alle 20.30 presi il motorino e mi avviai verso la piscina. Non sapevo
come sarebbe andata, non avevo la più pallida idea di cosa mi avrebbero costretto a fare, un pò
ero già eccitato ma con dovute riserve. Arrivai alla piscina e misi giù il motorino. Fuori dalla porta
c’era un ragazzo che stava fumando, mi disse “Ciao” -allungandomi la mano- “Io mi chiamo Guido”.
Gli porsi la mia e la sua stretta mi fece molto male. Sorrisi per non sottolineare il dolore. Spense
la cicca e disse “Dai vieni, sarà una fantastica serata!”. Arrivammo alla piscina. Tutti i ragazzi erano
in acqua e stavano nuotando ed erano tutti nudi, già a quella vista un pensiero libidinoso si prese
cura di me. “Ciao Giorgio!” fu Luca a parlare che riconobbi mentre saliva la scaletta per uscire
dalla vasca. Aveva un fisico da paura e in mezzo alle gambe un uccello che sembrava una
proboscide. Mi incantai a guardarlo e se ne accorse. “Dai spogliati anche tu e se vuoi darti una
rinfrescata fatti un tuffo” “Ho già fatto la doccia” dissi timidamente mentre cominciai a togliermi
giubbottino e felpa. Lo guardavo negli occhi mentre continuavo a togliermi il resto dei vestiti.
Bello era bello, gli avrei messo anche la lingua in bocca a Luca. “E gli slip non li togli??” chiese
sorridendomi. Se non lo avevo ancora fatto era per nascondere l’esagerata erezione che si
era impossessata del mio uccello. Sempre sorridendo Luca si avvicinò a me e mi si inginocchiò
davanti e in un colpo solo mi fece sparire gli slip buttandoli nell’acqua. Si avvicinò al mio cazzo
con la faccia e scappellandomelo con la mano “Sei un po’ eccitato o sbaglio??”. Poi mimò un
pompino. “Ti piacerebbe eh??” “Si molto” risposi. “E invece no, è un tuo compito questo!”. Si
alzò in piedi e spingendomi giù con le mani fece collimare il suo cazzo con la mia bocca entrandoci
dentro prepotentemente. Non ne avevo mai preso uno così grosso, aveva una cappella enorme
e la muoveva roteandola in senso orario per tutto il mio cavo orale. Ci presi un gusto profondo a
ciucciargliela e i suoi gemiti animaleschi si liberavano nell’aria. Seguendo le espressioni di sfrenato
godimento disegnate sul suo viso con la coda dell’occhio mi accorsi che tutti gli altri ragazzi, uno
ad uno stavano uscendo dall’acqua. Molti si misero l’accappatoio per asciugarsi in fretta ma altri
per non perdere tempo si misero dietro a Luca per prendere posto non appena avrei mollato
l’osso. Ma l’osso era troppo buono da poterlo mollare così in fretta. Lo leccai, lo ciucciai, lo
assaporai in ogni punto. Non gli diedi tregua fino a sentire i suoi lamenti lancinanti. Lo capii che
era prossimo all’evento. Me lo estrasse dalle labbra e sparò un fiotto densissimo che entrò
preciso nella mia bocca che non avevo ancora chiuso. Ne seguirono altri e non scamparono alle
mie labbra che non assaporavano cazzo da troppo tempo. Mi feci entrare ancora in bocca i suo
cazzo ormai esausto ma ancora bagnatissimo e lo assaporai in pieno spargendomi su tutte le
papille gustative il suo sperma mischiato alla mia saliva. Poi sputai perchè non avevo voglia di
ingoiarmelo, ma lui non se ne accorse essendo ancora preso dagli strascichi di quel potentissimo
orgasmo. Dietro di lui un altro era pronto a sostituirlo e ancora altri, tutti col cazzo in mano teso
e durissimo. Stavo per abboccare il prossimo quando dei forti tonfi su una porta ci fecero
trasalire. Aprite! Polizia! Si senti’ dire. I ragazzi presi dal terrore più profondo si guardarono tra loro
sbigottiti. Io ne approfittai per allontanarmi da lì rifugiandomi negli spogliatoi. Mi misi addosso i
primi stracci che trovai e mi nascosi in un’armadietto. Nessuno andò ad aprire la porta principale e
la polizia irrompette con violenza nella sala della piscina trovando 10 ragazzi nudi coi cazzi duri
al vento. Le voci mi arrivavano da lontano ma il senso della discussione non me lo persi. Qualcuno
non aveva disattivato l’impianto di l’allarme ed è per questo che arrivarono le forze dell’ordine.
Furono tutti arrestati per atti osceni in luogo pubblico, perchè la piscina anche se è chiusa, anche
se il figlio del proprietario ha le chiavi e ci entra, la piscina rimane sempre un luogo pubblico, e se
chi entra vede tutti questi nudi e col pisello duro che puo’ pensare se non a un’orgia di gruppo?
Furono fatti rivestire in fretta e portati alla centrale di Polizia. Una volta cessato il trambusto e
quando fui realmente certo che tutti se ne fossero andati uscii dall’armadietto e mi precipitai al
motorino dopo aver attraversato un’uscita di sicurezza. Sgommai verso casa ancora un po’
intimorito ma più che altro divertito dall’alternarsi degli eventi.
Da voci di corridoi venni poi a sapere che vennero rilasciati tutti in breve tempo ma la figura che
fecero con le famiglie risultò imperdonabile. Non riuscorono a convincere nessuno che erano lì
per una bella nuotata notturna. L’orgia di gruppo fu l’ipotesi più credibile per amici e parenti.
Le ragazze che frequentavano non vollero più vedere nessuno di quei dieci, e nessuno di quei
dieci, marchiato e sputtanato a vita, osò mai richiamarmi.
Ogni tanto ripasso da quel campetto di calcio ma vedo sempre facce nuove e vi giuro che sarei
tentato di gridare a quelli, emulando quello che disse il mio ex amico Michele “Ragazziiii, non c’è
nessuno che ha voglia di farsi fare una bella pompa??”.
Ma mi conosco, non ne avrò mai il coraggio. Poi certe cose si è visto come vanno a finire…
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.