“E’ in piedi appoggiato ad una colonna di legno, ma non riesco a capire cosa stia facendo…”
Il sole illuminava la nostra stanza e il paesaggio innevato ne rifletteva
i raggi. Che bello svegliarsi in una giornata limpida e luminosa dopo la nevicata della notte! Ci prepariamo velocemente e scendiamo in sala, preceduto dall’odore del caffè. In sala ci sono due tavoli apparecchiati, ma si vede che gli altri ospiti sono già scesi prima di noi e sono usciti. Proviamo a chiamare i figli, ma il cellulare non prende, non c’è campo. La nostra auto è completamente coperta di neve e la si indovina solamente. Risaliti in camera ci vestiamo bene pronti per fare due passi nella neve. L’albergo è in realtà una casa attrezzata con 4 stanze e a fianco c’è la stalla. Qualcuno deve essersi alzato presto perché hanno spalato parte della neve che collega la casa alla stalla. Proviamo quindi ad avventurarci nel cortile della casa, che sorge circondata dal bosco di abeti ed avvicinandoci alla stalla vediamo il muso di una mucca che ci guarda. Anna si avvicina all’ingresso per accarezzare l’animale ed io le sono subito dietro. Entriamo incuriositi e ci muoviamo tra due ali di mucche che stanno mangiando del fieno riversato nella mangiatoia. Si vede che le hanno munte da poco perché sulla porta della stalla c’è una cisterna per il latte. Con la coda dell’occhio vedo dei movimenti in un locale adiacente, forse la sala di mungitura. Intravedo il signore che ci ha accolto quando siamo arrivati. E’ in piedi appoggiato ad una colonna di legno, ma non riesco a capire cosa stia facendo. Faccio segno ad Anna di fare piano e mi sporgo per vedere meglio. L’uomo è in piedi, con la schiena appoggiata alla colonna, tiene gli occhi chiusi ma non riesco a vedere molto altro perché c’è una specie di tramezzo basso che non ci consente una visuale completa. L’uomo sembra molto concentrato e ad un certo punto emette una specie di sospiro. Mi sporgo di lato e vedo la ragazza che ci ha servito la cena ieri sera che è piegata di fronte a lui. L’uomo, sui cinquant’anni le tiene le mani sulla testa accompagnandola mentre lei gli sta inequivocabilmente praticando del sesso orale. La ragazza, bionda dai capelli lunghi, avrà si e no 25 anni appare molto concentrata ed attenta al suo lavoro. Ad un certo punto l’uomo emette un suono roco e chiaramente sta venendo , perché adesso si tiene il pene con la mano destra, mentre la ragazza rimane ferma ad aspettare la sua eruzione di liquido seminale. Pochi movimenti di mano e l’uomo le viene addosso e rimane per un attimo fermo, per poi tirarsi su velocemente le braghe. La ragazza si rialza e si sistema un attimo e poi si volta verso di noi per uscire dal locale. Facciamo in tempo ad allontanarci e la vediamo attraversare il cortile e rientrare nella casa. Adesso anche l’uomo si affaccia sulla porta della stalla e ci vede. Lo salutiamo con la mano e ci spingiamo sul vialetto per vedere di fare due passi, mentre l’uomo è rientrato nella stalla. Camminiamo per un po’, godendoci questo scenario da favola, con i ghiaccioli e la neve a decorare i rami degli alberi giocando con i riflessi de raggi del sole. Ci scambiamo le nostre impressioni, soprattutto, penso io, al fatto che la ragazza sembrava giovanissima, mentre mia moglie è rimasta perplessa per la naturalezza con la quale i due stavano consumando quel rapporto. “In una stalla” – aggiungo io –“quasi un sogno erotico, con la paglia, gli animali, l’odore del fieno…”. “Si – evidenzia Anna – hai visto come quel porco si faceva mungere dalla ragazzina, con gli occhi chiusi ! ed era messo pure molto bene.”. “Dici che era ben dotato?” – aggiungo – “mi sembrava più che normale”. “Ma scherzi?!” – mi rimprovera in maniera canzonatoria mia moglie –“guarda che era messo proprio bene e non fare il finto tonto, poi considerando che avrà si e no la tua età…”. Guardai mia moglie divertito e un po’ fintamente sorpreso: “dagli con la mia età! Stanotte mica ti sei lamentata quando ha voluto la tua razione… ah! a proposito: quando ho visto che salivi le scale ed eri senza slip ho capito subito che ti era tornata la voglia di qualcosa di duro…eh eh . E poi il porco sarei io?”. “Si amore”- mi dice Anna –“ ma quando hai sentito i nostri vicini che scopavano allora si che ti è montata l’eccitazione, come quando Franco mi montava e tu stavi a guardare seduto in fondo a letto e dopo ti diventava ancora duro”. “Chissà che fine avranno fatto a proposito” – la interruppi –“stamattina devono essere partiti presto, saranno andati a sciare”.
Rientrati in albergo non c’era ancora traccia dei nostri vicini di stanza per cui consumiamo il pranzo da soli, sempre serviti dalla ragazza che al mattino avevamo visto all’opera nella stalla. Ebbi l’impressione che mi guardasse con un non so che di complicità nello sguardo e lo accennai a Anna. Mia moglie prese a guardarla con attenzione, ma secondo lei erano idee che mi ero fatto io, solo per il fatto di averla vista far sesso nella stalla con il suo datore di lavoro. Devo dire comunque che era un bel guardare , fatta bene con le curve un po’ abbondanti come piacciono a me ed il seno tirato in alto dal corsetto . Verso la fine del pranzo sentiamo dei rumori prevenire dall’ingresso e dopo poco ecco apparire in nostri vicini. Notiamo subito come si tratta di una coppia un po’ particolare con la donna che avrà più o meno l’età di Anna e quindi passati i cinquanta direi, anche se portati molto bene. Alta more e dal fisico asciutto e con poco seno direi, mentre il suo compagno è una ragazzo molto più giovane, sui 25-30 anni all’incirca. Il ragazzo sembra un palestrato, e noto come Anna se lo stia guardando per benino, tr al’altro particolare non di poco conto è un ragazzo di colore, anche se con caratteri del volto abbastanza indefiniti. Ci presentiamo e scopriamo subito che la donna è italiana, anzi di Milano, precisa lei, e si chiama Clara, mente il suo compagno è tedesco, o almeno parla tedesco e si presenta come Gabriel.
Clara, alludendo a Gabriel ci dice di averlo conosciuto da pochi giorni e che si è presa una vacanza di qualche giorno. Dalle allusioni capisco che il ragazzo fa il modello o qualcosa di simile e che la donna lavora in una agenzia pubblicitaria e che Gabriel è , per Clara, un toy boy. In affetti deve essere un gran pezzo di toy boy da come se lo guarda Anna. Clara gli parla in tedesco perché il ragazzo non capisce una parola di italiano e sorridendo gli mette una mano sul pacco, davanti a noi, poi guardando verso mia moglie allude ridendo che ha un bel giocattolo tra le gambe.
Offro un giro di slivowirtz mentre dalla sala da pranzo ci trasferiamo nelal stanza dove c’è un gran caminetto accesso e dei divani ricoperti di pelli. Arriva la biondina a portarci le grappe e curvandosi ci mostra l’insenatura del seno che spicca tra le falde della camicetta. In queste occasioni sono com ipnotizzato dallo spettacolo che mi si offre e Clara nota subito il mio sguardo . “AH! Vedo che tuo marito è sensibile al fascino femminile, ha guardato la cameriera come se volesse spogliarla! – dice sorridendo Clara verso mia moglie. Provo una difesa d’Ufficio, cercando la complicità nel ragazzo, ma è chiaro che non ha capito nulla di quello che stiamo dicendo, quando mia moglie se ne esce con “Si mio marito è molto sensibile anche se poi credo che lo ecciti più guardare che fare….”. Rimando interdetto, ma Clara deve aver capito con intuito femminile, perché sorniona, rivolta verso mia moglie, ma guardandomi indirettamente prosegue il pensiero di Anna “Beh a me piace molto essere guardata mentre lo faccio, trovo eccitante vedere un uomo che si eccita a sua volta mentre scopo! O – prosegue con tono complice, guardando verso Anna –l mentre ecco una bella passera! Ma non vi voglio scandalizzare”.
Non so se c’era bisogno della grappa, ma mi rendo conto che senza volerlo siamo entrti in un clima di complicità. Clara fa la gattina con il Gabriel, nel senso che non manca di accarezzargli le cosce e ogni tanto la patta dei calzoni, quasi a volerne rimarcare la proprietà. Clara cerca la bocca di Gabriel e lo bacia davanti a noi. Guardo verso Anna: la vedo un po’ rossa nelle gote, forse l’alcol o forse il calore del caminetto. Clara intanto ci chiede se ci ha disturbato durante la notte. Faccio segno di no con la testa, come a dire che non avevamo sentito nulla, quando sento Anna che invece gli racconta come li aver senti fare l’amore mi avesse restituito vigore, consentendomi di portare a termine la mia performance notturna. Anna mi guarda divertita ed io non so che dire, quasi volessi scusarmi. “Non ti devi vergognare – mi dice Clara –non c’è miglior afrodisiaco che il sesso stesso, e poi se sei riuscito a far felice tua moglie grazie ai miei gemiti sono solo contenta”. Clara si rivolge verso il suo compagno e credo che gli stia traducendo il senso di quello che ci siamo appena detti perché Gabriel mi guarda sorridendo con aria compiaciuta.
Mia moglie mi sorprende ancora una volta perché la sento raccontare la nostra storia di quando eravamo più giovani e di come avessimo avuto per un paio di anni un rapporto libero con un altro uomo. In poche parole gli racconta di Franco e di come in quel periodo fossimo una coppia aperta. Clara appare veramente sorpresa, se pensava di scandalizzare una coppia di provincia con il suo comportamento, scopre viceversa di avere a che fare con persone diverse. “Ma poi da allora avete avuto altre relazioni di questo tipo? – risponde incuriosita Clara. Anna si schernisce dicendo che salvo un paio di occasioni, in cui avevamo finito per giocare con altri, poi in realtà il nostro menage era rientrato nei binari della consuetudine. Figli da crescere, genitori da accudire e gli impegni di lavoro erano stati lo scenario principale degli anni che erano seguiti e che solo adesso, ci stavamo concedendo un periodo di intimità.
Noto una sorte di rimpianto nel tono di Anna ma mi scopro anche eccitato dal raccontare di mia moglie, che descrive le nostre serate con Franco e di come il nostro rapporto di coppia si fosse consolidato in quegli anni perché chiaramente Franco era un amico ed un compagno di giochi , ma non c’era mai stata nessuna forma di gelosia tra di noi, forse anche perché all’epoca Franco aveva passato da tempo i 50 e noi eravamo tutto sommato una coppia di giovani sposini, con la voglia di divertirci, ma non di impegnarci sentimentalmente con altri. Guardando verso di me Anna racconta come il suo amore per me ne sia uscito accresciuto da quegli anni, perché mi sono sempre dimostrato un compagno di giochi sia quando partecipavo sia quando mi limitavo a guardarla o addirittura ero assente.
Ammetto che le parole ed il tino complice di mia moglie , il fatto che si stia aprendo ad una estranea con cui siamo entrati in empatia , senza contare i grappini che riscaldano il cuore, mi fa sentire in una sorta di stato di eccitazione. Anche Clara partecipa alla conservazione e ci racconta di come non si sia mai sposata, anche se per un periodo di alcuni anni abbia fatto coppia fissa con un suo collega di lavoro, mentre adesso preferisca dedicarsi a quello che le piace, prendendosi qualche divertimento come, lo dice alludendo al ragazzone sedutole al fianco . quello di portarsi a letto chi vuole, senza avere poi obblighi nei suoi confronti. Mentre Clara ci racconta questa sua scelta di vita, non tralascia di accarezzare la coscia del ragazzo, che lascia fare divertito, anche perché immagino che, sebbene non possa comprendere esattamente il significato della conversazione, ne ha capito sicuramente l’argomento.
“Quindi non sei geloso della tua bella mogliettina? – mi apostrofa Clara – e perché allora non riprendete a giocare, adesso che siete liberi di farlo? Lo sai che noi donne passi i 50 ci sentiamo ancora desiderose di ricevere le attenzioni di voi macchietti e secondo me Anna dovrebbe riprovare l’ebbrezza di una bella scopata come si deve. Anche perché cambiare fa bene!”. Guardo interdetto verso le due donne non sapendo bene cosa dire e non capendo neppure dove Clara vuole andare a parare. “In effetti Clara ha ragione – continua Anna, che evidentemente ha colto al volo il suggerimento della signora milanese – non mi dispiacerebbe affatto in questa magnifica cornice di neve provare qualcosa di nuovo. Siamo venuti qui per una vacanza e non dobbiamo mica renderne conto a nessuno , no? “.
Devo avere una espressione da tonto perché Clara interviene dicendomi “Dai non far finta di non capire, siamo due coppie, siamo liberi tutti, possiamo divertirci e vedrai come Gabriel farà divertire la tua cara metà. Te lo garantisco io che sono due giorni che lo sto provando” e dicendo così fa il gesto di mandare un bacio al ragazzo con un gran sorriso e poi prende a parlare in tedesco verso di lui che ascoltando ora guarda verso Anna ora verso di me, sempre facendoci dei sorrisi. “Allora è fatta – dice Clara – ci divertiremo sicuramente stasera. Adesso Gabriel ed io saliamo in camera, che ho bisogno di dormire, ma poi ci vediamo qui stasera verso le 7, va bene?” Anna sembra d’accordo ed anche io non posso che associarmi.
Rimasti soli Anna mi dice che vuole prepararsi e mi chiede di andare in paese per vedere se c’è un parrucchiere. “mica posso fare brutta figura stanotte – mi dice ridendo – né posso farla fare brutta a te!”.
Liberata l’auto dalla neve scendiamo fino al paese dove lascio Anna a farsi bella, mentre me ne vado a zonzo. Karanisca Gora è un paesotto sloveno attrezzato per lo sci, ma ci sono anche alcuni negozi di abbigliamento. Mi viene voglia di regalare ad Anna un completo di lingerie e quando trovo dove la vendono entro. Mi ha sempre messo un po’ di disagio acquistare biancheria intima femminile, ma con la commessa cerco di farmi capire, anche se poi capisco che capisce bene l’italiano. Opto per un reggiseno molto leggero, quasi trasparente con inserti di pizzo. La commessa mi sorride in continuazione, penso abbia capito che è per una serata particolare. Mi propone anche un tanga, ma conoscendo Anna le chiedo qualcosa di più tradizionale…per una donna non più giovanissima. La commessa mi guarda ironica perché dice che sono proprio le signore che apprezzano il tanga, ma non fa storie e mi propone delle culotte che si abbinano perfettamente con il decoro del reggiseno. Pago (e mi sveno economicamente!) e con il pacco vado alla ricerca di un ristoro in attesa che Anna finisca la sua sessione dalla parrucchiera.
Vicino alla chiesa c’è un locale, che poi scopro essere anche una discoteca e mi fermo per un punch e mi siedo da una parte aspettando l’ora e guardando gli avventori. In fondo allocale c’è una coppietta e mi rendo conto che la ragazza è la stessa che lavora presso la nostra locanda. E’ seduta con un suo coetaneo con il quale appare in armonia, mentre si stanno scambiando delle tenerezze. Mi chiedo se lui sappia che la sua ragazza al mattino aveva reso un pompino al proprietario dell’albergo. Mi spunta un pensiero moralista, ma poi lo respingo, in fin dei conti non sono certo il pulpito migliore per giudicare nessuno.
Verso l 18.00 passo a prendere Anna e la trovo allegra come non mai. Questa sua allegria è dovuta certamente a un misto di ansia ed eccitazione in previsione della serata. Le allungo il pacchetto con il completino e lo accetta curiosa e contenta. D’altronde sa che anche il cioccolatino migliore deve avere un bell’incarto per essere mangiato meglio. Arrivati in stanza facciamo una bella doccia e intento mi fermo a guardare Anna che si prepara. Il completo le sta benissimo, anzi non avevo fatto caso che le coppe del reggiseno erano delle mezze coppe, per cui l’areola del capezzolo si vede perché esce dal bordo superiore della coppa stessa. Sono molto eccitato e quasi quasi mi verrebbe voglia, ma Anna mi dice che non c’è tempo e dandomi la schiena mi chiede di chiuderle la lampo del vestito. Scendendo le scale fino alla sala non posso che ammirare ancora il lato b di mia moglie. In sala hanno apparecchiato un solo tavolo, si vede che Clara ha dato disposizioni, per cui ci accomodiamo guardando le fiamme del focolare che ballano nel caminetto della sala. La cameriera, che poi è sempre la stessa ragazza, si serve un aperitivo intanto che aspettiamo i nostri nuovo amici, così ne approfitto per raccontare ad Anna del fatto che avevo visto la ragazza flirtare un suo coetaneo giù in paese. Nel mentre arrivano Clara e Gabriel in gran spolvero devo dire, perché lei è avvolta in un tubino nero con una scollatura a V molto profonda, mentre Gabriel è vestito molto sportivamente, con un maglione scuro. Le due donne si baciano sulle guance come due vecchie amiche, mentre Gabriel si pone dietro a Clara e l’aiuta a sedersi. La serata procede piacevolmente ed ogni tanto vi sono allusioni chi da parte di uno che da parte dell’altro, a quello che potrebbe essere il dopo cena. Dopo le classiche palacinke (una sorta di crepes) ci trasferiamo tutti e quattro nella sala, sedendoci sui divani ricoperti di pelle. Fuori sta riprendendo a nevicare e il calore del caminetto ci riscalda con l’aiuto di una bella tazza di cioccolata calda e cognac. Complice l’alcol e la voglia di giocare è Clara che comincia a flirtare sfacciatamente con il suo uomo, standogli al fianco ed accarezzandolo sulla patta dei calzoni, a tastargli il rigonfiamento che appare sempre più evidente. Anna ed io ci guardiamo per un attimo ed anch’io inizio con il baciare mia moglie, stando al suo fianco, anche se mi rendo conto come il suo sguardo e la sua attenzione sia concentrata su quanto sta avvenendo sul divanetto di fronte, perché mi avvedo, con la coda dell’occhio come la mano di Clara si sia fatta strada attraverso la cerniera abbassata dei calzoni del giovane maschio. Adesso vedo anch’io come la donna sia piegata sul sesso del ragazzo intenta a soddisfarlo oralmente, fino a strappargli un gemito. Ammetto che Gabriel è ben fornito e credo che lo stia ammirando anche mia moglie perché con la destra si sta accarezzando tra le gambe. Clara si stacca dal sesso del maschio e si alza verso di noi prendendo mia moglie per mano e rivolta verso di me e Gabriel mi dice di avere pazienza e lo traduce anche in tedesco perché prima dobbiamo ammirare le nostre donne per questa sera. Detto questo, visto che è anche più alta di Anna, la sovrasta leggermente e le dice di lasciarsi andare, poi standole di fronte, mentre noi le vediamo di profilo davanti al camino, inizia a slacciarle i bottoni della camicetta che aperta lascia trasparire le forme generose di mia moglie. Anna si lascia fare sorridendo, mentre Gabriel mi fa segno con il pollice alzato a sottolineare come lo spettacolo gli piaccia ( e in effetti essendo rimasto con il pene di fuori dalla patta non sta mentendo). Adesso le falde della camicia sono aperte e rivoltate sulle sue spalle e tutti possiamo ammirarne il seno inguainato da reggiseno, anche se in breve Clara mettendole le mani dentro le coppe libera le mammelle. Noto come i capezzoli di mia moglie siano ingranditi e l’areola raggrinzita e quindi in evidenza rispetto all’incarnato chiaro della sua pelle. Anche Anna prende l’iniziativa e restituisce alla nuova amica il favore. Clara ha un seno molto piccolo, quasi adolescenziale pur essendo una donna di oltre cinquant’anni. La musica di sottofondo è data solo dal rumore del nostro respiro e dal crepitare del fuoco nel caminetto. Clara si rivolge a Gabriel e gli parla in tedesco. Rimango un attimo perplesso perché non capisco cosa gli sta dicendo. “Gli ho detto che stasera dovrà essere lui a soddisfare tua moglie” – mi dice Clara, mentre accompagna Anna verso Gabriel –prendilo come un regalo che vi faccio. Anna non sembra sorpresa e mi viene pure il dubbio che fosse d’accordo fin dall’inizio perché si lascia prendere la mano dal ragazzo che la porta con se verso le scale. Li vedo salire al piano di sopra e rimango solo con Clara che viene a sedermi accanto. “Non essere geloso” – mi dice – “se vuoi dopo andiamo a vedere anche noi quello che fanno, ma adesso rilassati e godi del piacere di sapere e di non sapere” e così dicendo mi estrae il sesso dai calzoni per “liberarmi”, come dice lei, della tensione. Basta poco per venire. Sono ancora frastornato e mi rendo anche conto che qualcuno in fondo al locale ci stava spiando: è il proprietario della locanda. Anche Clara lo ha visto e “Vedi, anche lui si sta divertendo!” mi dice Clara osservando come l’uomo si stia dando piacere da solo. In quel momento rintocca l’orologio a cucù (è il caso di dirlo in effetti) e siamo già al terso giorno.
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