“Non so perchè, credo che sia questione di un istinto naturale, perchè su come avenisse un rapporto sessuale non ne avevo la minima idea ai tempi!
Col…”
Una delle mie primissime esperienze in materia di scoperta
dell’altro sesso l’ho avuta, neanche a dirlo, con una mia vicina di casa.
Avevamo entrambi 9-10 anni e non so quanto fossimo consapevoli di ciò che stavamo facendo, almeno all’inizio.
Frequentavamo la stessa scuola ed eravamo nella stessa classe e, abitando a pochi metri l’uno dall’altra era normale che il pomeriggio specialmente in primavera con l’arrivo dei primi caldi, ci si trovasse a casa sua per giocare.
Erika, come si chiama la ragazza in questione, aveva i capelli lunghi e castani, gli occhi scuri e abitava in un complesso di case che avevano in comune un grande giardino,
una specie di campo con l’erba abbastanza alta, qualche albero e un casolare per gli attrezzi.
Fu proprio in quel casolare che tutto ebbe inizio.
Un pomeriggio ricordo che stavamo giocando a nascondino, come spesso accadeva, insieme ad altri due ragazzini di un anno più piccoli di noi, e a tutti e due venne in mente casualmente di nasconderci nel casolare.
Sapevamo che gli altri due non sarrebbero mai venuti a cercarci lì perchè in realtà era proibito per noi più piccoli entrarci in quanto c’erano degli oggetti taglienti con cui avremmo potuto farci male.
Una volta dentro, l’ambiente era buio ed illuminato da qualche sottile spiraglio di luce che filtrava fra le lamiere del tetto.
Il tempo passava e ad un certo punto, dopo una decina di minuti che eravamo lì, fermi e in silenzio, Erika si avvicina a me, faccia a faccia (eravamo alti più o meno uguali) e mi dice sorridendo
con l’aria da furbetta: “vuoi essere il mio moroso?”
Inizialmente non rispondo, allora lei si avvicina ancora di più e mi guarda fisso negli occhi, ricordo ancora benissimo che sentivo il suo respiro sulle mie labbra, come probabilmente lei sentiva il mio.
Vedendo che non rispondevo, mi da un bacio sulle labbra…il mio primo contatto ravvicinato con una ragazza…è ancora indelebile nella mia mente il ricordo delle sue labbra umide sulle mie.
Quando si staccò mi disse: “adesso sei il mio moroso perchè ci siamo baciati.”
Io dopo essermi ripreso un po’ dall’imbarazzo e visto che in fondo l’esperienza non mi era dispiaciuta finalmente risposi: “va bene, però non devi dirlo a nessuno”. Risposi così perchè sinceramente a me lei
non piaceva e c’era già un’altra mia compagna di classe nel mio cuore, che però non mi ha mai cagato!
Per quel giorno non successe più nulla, quando uscimmo dal capanno era già ora di cena, degli altri non c’era traccia, probablimente si erano stancati ed erano tornati alle loro case.
I giorni seguenti a scuola facevamo finta di nulla ma il pomeriggio non perdevamo l’occasione di chiuderci nel capanno a baciarci sulle labbra, con le labbra serrate, finchè un giorno le dissi di aver visto in un film che i grandi si baciano “leccandosi la lingua”, così un po’ riluttanti ma incuriositi iniziammo ad avere i primi contatti lingua a lingua, e letteralmente ce la leccavamo, e dopo un paio di giorni iniziammo anche a succhiarcela a vicenda. La cosa piaceva ad entrambi e i nostri corpi già reagivano, infatti il mio bastoncino si induriva e a me veniva naturale farlo sentire a lei prendendola per i fianchi e tirandomela contro la pancia…non so perchè, credo che sia questione di un istinto naturale, perchè su come avenisse un rapporto sessuale non ne avevo la minima idea ai tempi!
Col passare dei giorni iniziammo a farci più curiosi, così iniziarono i primi palpeggiamenti reciproci, fu lei ad iniziare toccandomi il sedere mentre ci baciavamo, così io feci lo stesso, poi mi feci più audace e le chiesi se poteva alzarsi la maglietta per farmi vedere le “tettine” che non erano ancora nemmeno accennate, le mi disse che però voleva vedere anche me senza maglietta, così di comune accordo ce la togliemmo entrambi. Naturalmente rimasi affascinato dal vedere per la prima volta il corpo femminile di una ragazzina da così vicino, lei iniziò ad accarezzarmi sul petto ed allora lo feci anche io. Aveva dei capezzolini rosa, piccini e sottili che le piaceva farsi toccare, a me piaceva molto anche il suo ombelico che era un po’ sporgente a differenza del mio che rientra.
Devo dire che la più avanti in questo campo era lei ed infatti oltre ad accarezzarmi iniziò anche a leccarmi i capezzoli, cosa che io non avrei mai considerato di fare, ma se lo faceva lei a me mi semrbava giusto che anche io lo facessi a lei. Inutile dire che la cosa eccitava entrambi, il pisellino faceva quasi male da quanto era duro e ci rimaneva per molto tempo.
Erika un giorno lo notò e mi abbassò anche i panatloni della tuta, il rigonfiamento sotto le mutandine era visibile e lei era curiosa di vederlo bene, io mi vergognavo un po’, però come era successo con le magliette decidemmo che ci saremmo mostrati senza muntandine contemporaneamente l’una all’altro.
Una volta tolte le mutande, eravamo praticametne nudi in questo casolare (fortuna che non è mai entrato nessuno e ancora oggi non mi spiego il perchè!), le prime reazioni furono identiche per entrambe, io non riuscivo a staccare gli occhi di dosso alla sua patatina e lei cotinuava a fissare il mio pistolino.
Presi coraggio e le dissi che se voleva poteva toccarlo…dopo un attimo di esitazione allungò la sua manina e me lo prese (non troppo delicatamente all’inizio!), poi me lo accarezzò e scese a toccare anche le palline. Provavo sensazioni fantastiche, non mi era mai capitato prima di provare qualcosa del genere.
Ci sedemmo in terra, entrambi con le gambe larghè, lei si avvicinò per poter continuare a toccare e esaminare il mio pisello, le sue gambe erano sovrapposte alle mie e io povevo vedere la sua patatina allargata davanti a me, così la toccai anche io un po’ titubante, ricordo che era umidiccia e ritrassi il dito..lo annusai e sapeva un po’ di pipì…il momento venne interrotto dalla voce di sua mamma che la chiamava, così scattammo in piedi e ci rivestimmo velocemente ed uscimmo di corsa dal capanno.
Nei giorni seguenti Erika non venne a scuola perchè si era ammalata, un po’ di febbre…io abitandole vicino ero l’incaricato di portarle i compiti a casa e nel pomeriggio passavo da lei, dove sua madre ci lasciava soli nella cameretta, visto che lei stava tutto il giorno a letto. Per i primi due giorni ci limitammo a fare i compiti e copiare le lezioni che lei aveva perso, il terzo giorno quando arrivai a casa sua mi accolse la madre e mi disse che Erika stava un po’ meglio ma era ancora a letto e potevo andare in camera sua, mi disse anche che lei doveva uscire per un paio d’ore e se potevo restare io a fare compagnia alla figlia.
Arrivai in camera ed Erika era sotto le coperte, aspettò di sentire la porta d’ingresso chiudersi a chiave e mi disse di avvicinarmi al letto. Quando le fui in parte con una mossa fulminea si levò le coperte lasciandomi vedere che sotto era completamente nuda e mi disse “ti stavo aspettando!”. Subito mi spoglia anche io e avevo già il cazzetto duro. Mi sdraiai nel letto accanto a lei ed iniziammo con i nostri lingua a lingua e carezze, Erika sembrava fouri di se e mi si mise sopra, mi leccava le labbra, scese sul collo e sul petto, poi scese sull’ombelico e arrivò inevitabilmente al pisellino, inizialmente lo saltò per leccarmi le cosce, poi salì e un po’ più titubante di prima mi lecco la punta del cazzetto mi guardò e sorrise “è salato!” e continuò a lecarmelo provocandomi molte sensazioni piacevoli! Dopo qualche minuto si fermò e tenendomi sempre sdraiato si porto con la passerina all’altezza della mia faccia e mi disse che ora toccava a me…io estrassi appena appena la punta della lingua e la appoggia vicino alle labbra della fighetta, poi presi coraggio e diedi una bella leccata, le dissi che era salata anche lei ma mi piaceva, così continuai a leccarla per un po’ poi le dissi che volevo leccarla anche dietro, così si girò restando sempre sopra di me e mi trovai con il culetto tondo e mordbido davanti alla faccia, inizia a leccare fra il solco delle natiche e Erika nel frattempo si abbassò in avanti tornando a leccarmi la punta del pisellino sempre duro, praticamente stavamo facendo il nostro primo 69! Io ricordo che le leccai bene anche il buchino dietro che mi incuriosiva molto, infatti le allargavo bene le chiappette per vederlo meglio.
Venimmo interrotti nei nostri giochi dal rumore della porta di casa che si apriva, erano già passate due ore!
Non so come ma riuscii a rivestirmi prima che la mamma di Erika sbucasse per vedere cosa stavamo combinando e trovò me seduto alla scrivania che fingevo di scrivere su un quaderno (che fra l’altro era girato al contrario) ed Erika nel suo letto con le coperte fino al collo!
Dopo i giochi in camera sua, con Erika non successe più nulla, anche perchè poco tempo dopo lei si trasferì in un’altra abitazione pur rimanendo sempre nello stesso paese, infatti dopo qualche anno, conoscendo qualcosa di più sul sesso e su come funziona, abbiamo avuto l’occasione di ripetere qualche gioco…per questo ci sarà un altro racconto!
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.