“Glielo dico: “é stato bellissimo, ma mi dispiace pensare che potrebbe non ripetersi…”
Non so dire per quanto tempo resto così, sdraiato su di lei,
dentro di lei, sbaciucchiandole dolcemente il collo, ma arriva il momento di sfilarsi fuori, lo faccio lentamente, con un po’ di malinconia.
Glielo dico: “é stato bellissimo, ma mi dispiace pensare che potrebbe non ripetersi…chissà se ci rivedremo…”.
“Non dovremmo rivederci, é stato così bello perché imprevisto, imprevedibile e magari irripetibile. Siamo così diversi, così distanti, poteva non accadere mai, é successo, accontentiamoci”.
Probabilmente ha ragione, penso, ma dopo un’esperienza così é dura accettare che tutto finisca improvvisamente e definitivamente.
“Comunque – prosegue Jolanda – sono le una, è ora di pranzo, mi fai compagnia o devi scappare?”
Un grande sorriso mi allarga la faccia: “resto, naturalmente, ma ad una condizione: mi aspetti qua, mentre io preparo qualcosa, poi mangiamo sul letto”
Non lo dico, ma é sottinteso che restiamo nudi.
“Bella idea tesoro mio! Vai, allora, ti aspetto!”
Giunto in cucina inizio a frugare nella dispensa, nel frigo, non c’è molto da scegliere: grissini, parmigiano, un po’ di frutta (ma niente banane…). Raccolgo tutto su un vassoio e mi avvio verso la camera, portando anche una bottiglia d’acqua.
Rientro nella stanza e Jolanda mi dimostra di volermi compiacere al massimo, facendosi trovare sdraiata a pancia in giù, con un cuscino sotto il bacino e il culo esposto al mio sguardo.
“Ho fatto la cosa giusta? Che dici?”
Non rispondo, appoggio il vassoio e la bottiglia sul cassettone accanto al letto, salgo sopra tra le sue gambe, le allargo e di nuovo affondo la faccia tra le sue chiappe, leccando il buco in uno stato di adorazione, scostandomi di tanto in tanto per ammirarlo, così piccolo, stretto, scuro, ma così intimo e così desiderabile.
“Mmmh che bello tesoro, non avrei mai pensato di poter stare così bene di dietro…riesci a entrare un po’ con la lingua o è troppo stretto? Sai, quando lo hai fatto prima mi é piaciuto tanto…”
Allargo al massimo le chiappone e pigio il più possibile, la punta della lingua si fa strada tra le pieghette che fanno da corona al buchetto e penetra dentro per un centimetro, quanto basta per assaporare quel sapore volgare e inebriante che mi eccita come nient’altro.
“Non pensi che sia ora di mangiare qualcosa tesoro?”
“Si, certo” – le dico staccando la faccia dal culo e alzandomi a prendere il vassoio.
Leti adesso é sdraiata sul fianco destro, io faccio lo stesso ma posizionandomi a 69, con la testa all’altezza dei suoi fianchi e offrendo alla sua vista il cazzo di nuovo bello duro. Il vassoio é in mezzo a noi.
“Non ho portato molto da mangiare, ma so già che questo pranzo sarà indimenticabile!”
“Ah siii? E come mai?” – mi chiede ridendo – “speri forse che io faccia un sol boccone di questo pisellone che mi hai messo davanti?”
“Perché no? E mentre te lo gusti, io mi godo questi grissini, ma come dico io!”
“Cioè?”
“Grissini inzuppati! Tira su la gamba..ecco si, così”
Di nuovo la sua fica davanti ai miei occhi, peli bianchi e radi, grandi labbra larghe e in mezzo un clitoride…come dire…senza età! Avvicino il grissino, sfioro il clito e poi lo appoggio alla fessura, inserendolo piano piano e facendolo roteare dentro, per inzupparlo al massimo dei suoi umori.
“Ma che mi fai?…ma sei matto?”
“Faccio questo” estraggo il grissino e me lo mangio, gustandomi il sapore più buono del mondo.
“Tu mi fai impazzire!” E senza aggiungere altro prende il cazzo in bocca, iniziando un pompino salivoso al massimo.
Per un po’ continuo a mangiare grissini e formaggio, tutto inzuppato a fondo, poi mi abbandono completamente al piacere
Jolanda succhia con passione prendendolo quasi tutto in bocca e alternando le profonde pompate a precisi colpi di lingua sulla cappella.
Ovviamente non resisto a lungo.
“Amore sto per venire ti prego non smettere!”
Mi fa segno di no con la testa e continua a succhiare ricevendo direttamente in gola i copiosi schizzi di sperma
“Aaaaah si si vengo oddio vengo mi fai venire siiiiii!”
Jolanda ingoia tutto il mio piacere, ripulisce la cappella dalle ultime gocce, poi si gira verso di me con il volto sorridente: “avevi proprio ragione tesoro, è stato un pranzo indimenticabile!”
Rido, beato come non mai.
“Adesso però é ora di riverstirsi, io devo riposare e tu devi tornare a casa”
Non me lo aspettavo, mi sta congedando così, all’improvviso; lei legge nei miei occhi la delusione: “é come ti ho detto prima, non possiamo esagerare sapendo che non ci rivedremo, altrimenti poi non riusciamo più a staccarci, o alme io non ci riuscirei….abbiamo anche fatto il bis…”
Capisco, ma in questo momento non condivido; tuttavia mi alzo, allungo a Jolanda una vestaglia appoggiata a una sedia e vado in bagno a rivestirmi.
Quando sono pronto mi riaffaccio alla camera per salutare, mesto e sconsolato nonostante i piaceri provati e vissuti nelle ultime due ore.
Jolanda mi aspetta seduta sul bordo del letto, la aiuto a tirarsi su e andiamo in sala, dove recupera la stampella.
“Allora…ciao” e non riesco a dire altro.
Lei si avvicina e mi bacia sulla bocca, dolcemente, “tu sei un angelo Fabrizio e hai regalato a questa vecchietta una giornata indimenticabile, ti auguro ogni bene, te lo meriti”.
“Grazie Jolanda, io…basta la mia malinconia a spiegare tutto…non ripasseró a cercarti, ma qui c’è il mio numero di telefono, se vuoi chiamami. Ciao”
Mentre scendevo le scale sentii la porta chiudersi alle mie spalle, titolo di coda di un’esperienza che non avrei mai creduto di vivere.
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