“Si accorse della eccitazione nata da quelle curiosità e mi propose, l’indomani, invece di andare in giro con i commilitoni, di vedersi a casa sua, per…”
CONSAPEVOLEZZA DI ESSERE BISEX
Da ragazzo ero incrollabilmente convinto di
essere rigorosamente eterosessuale, anche se non avevo chiaro il concetto di omosessualità .
Ma cosa se ne farà mai, un maschio, di un altro cazzo con cui giocare? Mi chiedevo!
La prima risposta la ebbi, durante il servizio militare, tornando da una libera uscita.
Ero in divisa, la caserma era un po’ fuori città e quella sera l’autobus si era fatto attendere già parecchio.
Una macchina si fermò ed il guidatore, un giovane più o meno mio coetaneo, mi chiese se volessi un passaggio, considerato che lui andava in direzione della caserma.
Percorso qualche chilometro chiacchierando di gusti e di sesso, il ragazzo accostò al margine della strada.
Mi raccontò di essere gay, di amare i maschi e di essersi tanto eccitato per la mia presenza, da aver bisogno di farsi una sega davanti a me.
Convinto che la cosa non mi avrebbe disturbato più di tanto, lo invitai a liberarsi di quella pressione dello sperma, che anche a me era tanto ben nota.
Si tolse i pantaloni e lo slip ostentando una poderosa erezione.
Quel cazzo era decisamente molto bello ed eccitante: diritto, gonfio e rosso, duro come pietra.
Cominciò ad accarezzarsi ed a scappellarsi ritmicamente il glande, mentre alcune gocce di liquido cominciavano a formarsi alla punta del suo cazzo.
Incredibilmente, anche a me venne una incontenibile erezione, di cui egli si accorse ben presto.
Mi chiese di aiutarlo a liberarsi e, mentre la mia mano sostituiva la sua nel saliscendi sul suo cazzo, la sua si intrufolava nel mio slip.
Venimmo contemporaneamente, spruzzando una quantità incredibile di sborra sui tappetini dell’auto.
Gli chiesi di spiegarmi in quante maniere potesse esprimersi l’omosessualità ed egli mi raccontò di quando i partner lo inculavano, di quando il cazzo era lui a prenderlo in bocca ed a berne lo sperma e di tutte le varianti a due o più partners che l’omosessualità rendeva possibili.
Si accorse della eccitazione nata da quelle curiosità e mi propose, l’indomani, invece di andare in giro con i commilitoni, di vedersi a casa sua, per continuare a parlare di sesso e, se ne avessi avuto voglia, di sperimentarlo.
Non dormii tutta la notte: il cazzo in erezione mi tormentava e, sebbene la inevitabile sega mi avesse prosciugato di quantità impressionanti di sborra, la giovane età non gli consentiva di ammosciarsi e trovare pace.
L’indomani, all’ora della libera uscita, Carlo era fuori ad aspettarmi.
Andammo a casa sua, dove erano pronti un proiettore ed uno schermo piuttosto grande.
Mi invitò a spogliarmi per assistere più comodamente ad un film porno, godendo più agevolmente della eccitazione che inevitabilmente mi avrebbe procurato.
Nel film, a colori, si snodavano eccitantissime scene gay, con splendidi ragazzi e cazzi enormi e perfetti.
Alle inculate con sborrata sulla schiena seguivano pompini con ingoio, spruzzi di sperma sul viso, seghe in serie e ricopertura del ragazzo più fortunato con lo sperma prodotto da tutto il gruppo.
Con il cazzo rosso, gonfio e durissimo, non potendone più, mi gettai sul mio ospite e lo penetrai selvaggiamente: la sensazione di immenso piacere non fu molto diversa da quella dolce che tante altre volte avevo provato infilando il cazzo in una vagina. Accogliente.
Lo chiavavo come non avevo mai fatto con una donna, gridando: “prendi questo cazzo”, “ti riempio di sborra”, “bevila tutta” e tante altre che potrete immaginare.
Con un ultimo lamento, svuotai il mio cazzo dentro il suo culo e, quando lo sfilai ormai molle, un rivolo del mio sperma colò lungo le sue cosce.
Ora era il mio turno da passivo: con decisa circospezione, mi avvicinai al suo magnifico attrezzo e ne presi in bocca il glande, completamente scappellato, rimanendone estasiato.
Cominciai a leccarglielo circolarmente, mentre le prime goccioline di sperma si affacciavano al piccolo orifizio.
Passai al filetto ed ai testicoli e le gocce aumentarono in quantità e frequenza.
Affondai la bocca fino ad accogliere per intero quella meraviglia e, dopo pochi colpi, mi ritrovai la bocca inondata del suo seme, che inghiottii fino all’ultima stilla.
Ora era venuto il momento di perdere anche la mia verginità anale!
“Il mio cazzo è troppo grosso per il tuo culetto da verginello”, mi disse Carlo canzonandomi.
Fra poco, continuò, arriverà un mio caro amico che, disponendo di un cazzo bellissimo, lungo, duro e d affusolato ma sottile, ti darà la possibilità di godere del piacere della prima inculata, senza soffrire il dolore fisico della perdita della verginità .
Poco dopo, uno squillo di campanello annunciò l’arrivo di Luigi: un bel ragazzo alto, biondo e snello, con una muscolatura da atleta.
Ci presentammo, noi nudi e lui vestito, e cominciammo a chiacchierare del più e del meno.
Eccitato per quello che avrebbe dovuto accadere, il mio cazzo cominciò ad alzare la sua testina diventando rosso e turgido, duro da far temere che scoppiasse.
Anche nei pantaloni di Luigi qualcosa cominciava a d accadere: un rigonfiamento si accentuava sempre di più, in corrispondenza della cerniera-lampo.
Si spogliò completamente, mostrando il bel cazzo che già avevo intuito e con quello cominciò ad accarezzarmi circolarmente il viso, accostandolo sempre di più alla mia bocca: fu un lampo e lo presi interamente in bocca, mentre Luigi cominciava a torcersi dal piacere.
Mi piacerebbe incularti, mi disse, ed io, che non attendevo altro che questa nuova esperienza, mi misi prontamente in posizione.
Si cosparse il glande di vaselina e lentamente, appoggiatolo al mio ano, cominciò a spingere dolcemente.
La grande eccitazione mi aiutò ed il cazzo entrò lentamente, per intero e senza alcun dolore, fino al profondo delle mie viscere: lo sentivo andare avanti ed indietro, solleticandomi la prostata, come se facesse parte integrante del mio corpo.
A quella vista, Carlo non resistette ed, a sua volta, infilò il suo cazzo nel culo di Luigi.
Il mio piacere divenne doppio: ai colpi di Luigi si aggiungevano quelli di Carlo.
Il mio cazzo non resistette a tanto ed io sborrai copiosamente sotto l’ennesimo, duplice colpo, seguito immediatamente da Luigi che mi riempì del suo sperma e da Carlo che riempì Luigi di sborra.
Sdraiati in terra, stillando sperma dai culi e dai cazzi ormai sfiniti, attendemmo che forze ci ritornassero, per ricominciare.
E meno male che io ero eterosessuale!!!!
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