“M: “Vorrei che… mi inculassi!”
Io: “Dai, M…”
(Consiglio di leggere la prima e la seconda parte. Racconto di pura
fantasia. Riferimenti a fatti o persone reali sono puramente casuali)
M, ansimando, ancora scossa dall’orgasmo non cambia posizione. Fronte a terra, culo in alto e sposta solo le mani portandole sulle sue natiche. Le afferra e le divarica mostrandomi meglio il suo ano che pulsa assieme alla sua figa.
Io: “Mmmm, questo è un ottimo invito.”
Il suo buchino boccheggia: si dilata e restringe leggermente ad ogni profondo respiro, in controtempo.
La figa è aperta, mostra le sue carni e cola umori bianchi a gocce rade. Palpita…è viva e scossa.
Questa visione oscena è estremamente eccitante; un’ora fa non avrei mai detto che mi sarei trovato in questa situazione a dominare, godere, far godere ed usare quella che s’è dimostrata essere una meravigliosa bambola, più che la stronza che conosco da anni.
Il mio cazzo è duro e cosparso dei suoi umori, pulsa a sua volta, eccitato e la mia attenzione viene focalizzata solo sulla voglia di scopare quel culo che mi offre così apertamente.
Ho solo un momento di esitazione, non per paura di esagerare, oramai siamo in ballo entrambi e nessuno dei due ha voglia di fermarsi, anzi, solo che… sono indeciso.
Le preparo un po’ l’ano per questa cavalcata oppure l’inculo senza tanti fronzoli e preparazioni, visto che è già così eccitata?
Le lubrifico lentamente lo sfintere prima con un dito, poi con due, per arrivare infine a tre; usando saliva, lingua ed umori, per finire con il forzare piano l’orifizio ed entrare con calma in quel budello per poi affondare un centimetro alla volta prima d’iniziare a scoparla oppure…
…oppure…
Io: “Sei sicura, troia?”
M: “Sì…voglio…” le tiro un sonoro schiaffo sul culo, giusto sul buco del culo visto che sta divaricandosi le natiche con le mani. “Ahia…scusami…vorrei…”
Io: “Vorresti?”
M: “…”
Io, altro schiaffo un po’ più giù, così da colpire anche la sua figa aperta e grondante umori: “Che fai, ti vergogni? O non sai come dire quello che vuoi perché è troppo osceno? Guarda che non mi scandalizzo!” le do un altro schiaffo sulla figa, più piano e raccolgo un po’ di umori che poi mi spalmo sul cazzo teso.
M: “Vorrei che… mi inculassi!”
Io: “Dai, M., è una frase ridicola…puoi fare di meglio.” Ed un altro schiaffetto, raccolta di umori da spalmare sul cazzo.
M: “Sei uno stronzo…Inculami…scopami il culo…mettimelo nel culo…ti prego non resisto più…”
Io ho ben lubrificato il cazzo con i suoi umori e chissà se se n’è accorta: “Visto che sono uno stronzo allora…” . Mi metto dietro di lei e le appoggio la cappella sull’ano. “…allora te lo tronco nel culo adesso.” ed inizio a spingere infilandole la cappella nel culo e continuando fino a metà cazzo.
M prova ad iniziare ad urlare un “no”, ma si rende conto che è inutile e soprattutto che le piace.
Io: “Allora, che ne dici?”
M: “Oddio, sì, mi piace già adesso…”
Io: “Bene”, inizio ad indietreggiare fino a lasciare solo la cappella per poi tornare avanti allo stesso punto di prima e proseguo questo movimento finché non sento che il cazzo scorre tranquillamente e che lei se lo sta godendo come si deve.
“Ti piace, troia?”
M: “Sììì…”
Accelero un po’ il ritmo stando attento a non andare oltre al punto che mi sono prefissato…le sto scopando il culo con mezzo cazzo e…
Io: “Sembra proprio che ti piaccia parecchio, eh?”
M: “Ah, sì, sì..”
Io: “Allora è il caso di darti più cazzo, magari quello che ti ho dato non ti basta.” Sposto le mani sui suoi fianchi, li stringo bene e la tiro verso di me mentre le infilo il cazzo in culo fino all’ultimo centimetro in una botta sola.
Lei caccia un urlo ed io non cambio il ritmo precedente proseguendo a scoparle il culo fino in fondo.
Urla ancora; fino a metà affondo era bella rilassata e si stava godendo la scopata, il resto invece lo sto scopando senza preparazione.
Per quasi un minuto sento distintamente una differenza tra l’ingresso e l’affondo, tra la rilassatezza dello sfintere ed un po’ di tensione più in profondità. Sento la cappella che si dilata mentre sta uscendo e che viene strizzata quando spingo e la attiro a me.
Solo un minuto, poi anche la tensione cede e lascia spazio ad altro piacere.
Il suo urlo diventa rauco e poi un rantolo di una frase con cui m’implora di non fermarmi, di continuare ad incularla.
Ed io non ho intenzione di fermarmi.
Io: “Appoggia le mani a terra e reggiti.”
Esegue lasciando le sue chiappe.
Appena è posizionata a dovere do due colpi più forti. E lei geme.
Io: “Bene, ora si fa sul serio…” le tiro uno schiaffo forte, da farle arrossare la natica, poi le afferro entrambe e le divarico il più possibile aprendole al massimo vicino all’ano.
L’immagina che si presenta ora è veramente oscena: lei inginocchiata, fronte a terra, braccia protese a cercare un appoggio stabile sul pavimento, schiena inarcata e culo in aria come una cagna che scodinzola; io dietro di lei che le divarico le natiche a piene mani, coi pollici che tendono il più possibile quel buco che sto scopando a ritmo serrato e con tutto il cazzo.
Esco dal culo che resta dilatato.
Ed affondo di nuovo fino all’ultimo centimetro.
Mi ritraggo lentamente ed esco ancora, poi affondo in un colpo solo.
E ripeto il movimento ancora.
Ed ancora.
Poi riprendo a scoparle il culo con tutta la forza che ho. Ogni affondo è un colpo , una martellata in fondo al culo che la scuote e la obbliga a reggersi come può per non finire a terra.
Io sono vicino all’orgasmo e lei non ho idea se e quanto sia venuta.
L’afferro di nuovo per i fianchi ed aumento il ritmo di questa cavalcata di culo fino ad arrivare all’apice, fino ad arrivare al punto di non ritorno in cui ho solo bisogno di vuotarmi le palle, di scaricarmi nel suo culo.
Ed arriva, prepotente, forte, animalesco…il suo culo mi strizza il cazzo, lei urla il suo godimento nel momento in cui il mio cazzo inizia a pulsare ed a scaricarle 3-4 schizzate di sborra nelle viscere.
Ma non riesco a fermarmi.
Mentre lei gode di culo e me lo sta strizzando non riesco a bloccarmi, nonostante sia appena venuto.
I suoi gemiti continuano, ma sono sempre più deboli ed i miei affondi, i miei colpi la sbilanciano in avanti.
Non riesco a fermarmi, mi sento drogato di voglia…le afferro di nuovo i fianchi e continuo a montarla.
Lei è inerme, il suo culo è stretto dall’orgasmo, ma lubrificato dal mio sperma, probabile che le faccia male e le farà male una volta finito.
Ed io non riesco a fermarmi. Ho quasi paura.
Sento montare un altro orgasmo…ma non credo di avere più niente nella palle.
Accelero, voglio finirla.
M, un sussurro, una voce stravolta: “Ti…”
In mezzo ad affondi serrati.
M:“…prego…”
Sono invasato, ad un passo dalla fine, non capisco quasi quello che dice.
M:“Ti…”
Ancora qualche colpo
M:“…supplico…”
Ancora qualche affondo fino ad arrivare a piantarglielo in fondo al culo e sentire un orgasmo asciutto che fa pulsare il mio cazzo in maniera dolorosa.
M:“…basta…”
Crolla a terra a causa del mio peso.
Io mi stendo accanto, ansante, stravolto, sudato e sconvolto.
Lei gira la testa dal mio lato, non credo sia in grado di muovere altro al momento. Ansima anche lei.
M, cercando di deglutire, tra un respiro e l’altro: “Lo sapevo…questa volta ho vinto io.”
Io, sopracciglio a punto interrogativo: “Che?!?”
M: “Ti sei fermato prima che ti supplicassi di smettere.”
Io: “…macheccazz…”
M, con un brillio negli occhi ed arrivando ad afferrarmi il cazzo: “Ritenta…sarai più fortunato…”
Ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale.
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