“Mi disse
-cara Lisa ne abbiamo fatte di tutti i colori ma come tutte le cose si inizia e si finisce, ora prenditi cura del tuo Luigi, insegnagli come si fa…”
Sto attraversando un momento della mia vita particolare, con Luigi le cose
non vanno come devono andare, o meglio se la mettiamo sul lato sessuale non ha mai funzionato, lui coniglietto veloce a venire e subito dopo a vedere il calcio lasciandoti piena di voglia e di sperma.
Con Papi le cose si sono calmate, anzi tutto fermo sono tre mesi che non lo facciamo, da quando è tornata l’intesa con mia madre (bene per loro) s’è allontanato da me.
Mi disse
-cara Lisa ne abbiamo fatte di tutti i colori ma come tutte le cose si inizia e si finisce, ora prenditi cura del tuo Luigi, insegnagli come si fa godere una donna, metti in pratica tutta l’esperienza che hai acquisito in questi anni, lo sai che ne hai da vendere.
Rammaricata dovetti accettarlo.
Con Claudia a volte filava come sempre, ma da quando ha conosciuto Valeria, una signora che lavora in banca, non la vedo più interessata a me come un tempo, lei dice che tutto è come prima, invece mente sapendo di mentire. Conoscendola negli ultimi incontri era abbastanza fredda, una sera mi chiamò addirittura Valeria, da lì ho avuto la conferma della sua passione per lei.
Mi resta la signora Gina La trans, un paio di volte sono stata da lei, all’insaputa di Claudia, mi ha riservato dei trattamenti micidiali, una mattinata siamo state 2 ore a fare sesso sfrenato, con un cazzo finto con mutandina me la sono inculata un’infinità di volte, il particolare della mutandina e che teneva all’interno due piccoli cazzi, anzi quello dietro che tenevo infilato nel culetto era circa 6cm quello sul davanti era un affarino di 10 cm, entrambi me li pigliavo e contemporaneamente lo davo, una goduria indescrivibile.
In diverse occasioni se fatta venire in bocca bevendo tutti i miei umori e non solo, spesso mi sono preso nel culetto il suo cazzo e nella fica quello finto, con la ventosa lo fissavamo al tavolino del salotto e dopo avermelo infilato nella fica lei da dietro mi inculava quella mattina mi chiese di farle la pipi in faccia, non stavo più nella pelle, pensai se quella scema di Claudia sapesse questa cosa impazzirebbe. Poi ha ricambiato il favore.
Con G…. Mi trovavo bene, l’unica cosa che non andava erano i suoi problemi famigliari, difatti dovette fare ritorno con urgenza nella sua città.
Eccomi sola, depressa, mi consolo con la Chat erotica; in diverse occasioni ho conosciuto porcellini che mi hanno fatto masturbare come una principiante, mi manca il CAZZO!!
Primi di luglio vado in spiaggia, il solito stabilimento balneare, quest’anno è cambiata la gestione.
Noto subito un bagnino niente male, mulatto penso subito al cazzo di Samir, chissà se l’avrà come lui?
Non passo inosservata, con il mio tanga e il piccolo triangolino si girano anche i ragazzini.
Sto al bancone del chiosco ed eccolo che si avvicina lui, soliti rituali si presenta, si chiama Ahmed è tunisino ma sono 5 anni che vive e studia a Roma, mi offre da bere e restiamo a parlare per diverso tempo, noto il suo bel gonfiore tra le gambe, alcune ragazze mi fissano con invidia, poi ci salutiamo lui deve riprendere il suo posto dandoci appuntamento per la serata, in spiaggia si balla con un gruppo latino americano.
Squilla il telefonino è Luigi, cazzo vuoi vedere che stasera viene a rompermi le uova nel paniere, già mi stavo organizzando la serata, lui mi chiede scusa ma questa sera ha una riunione importante non può venire, avrei urlato ma so contenermi, gli dico di non preoccuparsi mi annoierò starò in veranda a casa a prendermi il sole, dandoci appuntamento per la giornata seguente.
A casa mi prepara per bene, do una ripulita ai pochissimi peli che stavano apparendo all’orizzonte, non so, ma qualcosa mi dice di farmi un pochino dietro, mi faccio un clistere artigianale, svuoto l’intestino come mio solito, do una ripassata con il manico della spazzola tanto per tenerlo allenato, poi una bella profumata, indosso una mini che più corta non si può, una camicetta senza reggiseno legata alla vita mi lego i capelli ed eccomi pronta per la serata.
Vado all’appuntamento lo vedo lì come un vatusso, alto abbronzato con un paio di calzoni colorati, una camicia bianca.
Salutandoci, ci scambiamo un bacio sulla guancia e andiamo a prenderci un aperitivo.
Ci mettiamo a sedere e poco dopo mi invita a fare due passi nel parco, iniziamo a camminare e trascorsi quasi un’ora penso ma questo non si decida a farmi la corte perla di tutto al di fuori del sesso.
Appena giunti ad una panchina gli dico di sederci mi sento stanca, nel sedermi noto una cosa che non avrei mai pensato, lui era eccitato al più non voglio, cavolo non me lo ero accorta tenendo in mano la maglietta riusciva a nascondersi l’erezione, ora sedendosi si vedeva benissimo nonostante tentava di coprirsi sempre con la maglietta e accavallando le gambe, cazzo ma come faccio a dirgli che lo voglio, mi ripetevo dentro di me, lui cercava di nascondersi il più possibile ma era inutile doveva avere un bel affare, poco dopo mi chinai per aggiustarmi un sandalo, e nel farlo posai la mano sul suo bastone, attimo di incertezza da entrambi, poco dopo poso la su mano sulla mia tenendomela ferma sul suo bestione.
È fatta pensai dentro di me, senza aspettare altro iniziai a massaggiarlo, era duro grosso largo doveva a vere un obelisco al posto del cazzo.
Nonostante il luogo non me ne fregava nulla in quel momento lo volevo e basta, eravamo abbastanza appartati nascosti dai cespugli, intrufolo la mano dentro il pantaloncino, fui agevolata dall’elastico, dissi.
-nooo cazzo che cazzoooo!!!
Credevo solo nei film a luce rossa potessero trovarsi simili siluri, messo a confronto a quello di Samir era una proboscide, cazzo come farò a prenderlo un affare del genere?
Lo liberai del tutto dallo slip e pantalone e mi trovai davanti un pilastro di carne, messi in atto tutta la mia esperienza nel fatto di pompini, ne ho fatti tantissimi so come trattare, ma con questo, parevo una debuttante alle prime armi, riuscivo a mala pena e ingoiarne una piccola quantità.
-hai paura?
-devo confessarti che un po’ ce ne ho, ma sicuramente saprai come prendermi, senza farmi male
– sarò dolcissimo, ti confesso che in diverse occasioni appena hanno visto il mio cazzo molte ragazze sono scappate, tu sei diversa ti ho visto l’espressione che hai fatto appena lo hai visto, tu hai esperienza si vede da come lo stringi e lo coccoli, per non dire come sei riuscita a fartelo entrare in bocca.
-hai ragione l’esperienza non mi manca ma la vedo dura di fronte ad un cazzo simile, la paura viene sopraffatta dalla voglia di prenderlo un’occasione simile non capitano spesso.
Iniziai a segarlo e a tenerlo in bocca, gli massaggiavo le palle, erano più grandi di palline da tennis, tra le gambe ero un lago, lui insinuò una mano, trovò il lago, si alzo e vedendo quel cazzo duro pensai dentro di me sicuramente sono matta cribbio quanto è grosso, lui si mise in ginocchio tra le mie gambe e sfilato il perizoma iniziò a leccarmi la fica e tutto il contorno, cavolo anche con la lingua ci sai fare, mi torturava il clito succhiandomelo come se fosse un piccolo cazzo, iniziai a godere esplodendo orgasmi uno dietro l’altro, quanto sentii introdurre prima un dito poi due nel culetto dissi non ci pensare neanche a incularmi, era trascorsa quasi mezzora da quando mi leccava e succhiava lo vidi ammendare con il suo cazzo.
-sei pronta proviamo a farlo entrare?
-vai fai piano, cosparse di saliva all’inverosimile, poi poggiata all’ingresso della fica iniziò a spingere lentamente, man mano che spingeva la mia fica si adattava alla grossezza del cazzo, ero riuscita a prenderne più della metà.
-hai visto non è stato difficile, non mi sbagliavo ci sai fare, ora se vuoi inizio a muovermi, sei pronta
Mi sentivo veramente piena, fai piano proviamo, lui iniziò un lenta avanti e indietro, cavolo mi piace altro che, lui vedendo l’espressione sul mio viso di eccitazione aumentò i movimenti, teneva una gamba sulla sua spalla, se la prese tra le mani e iniziò a sbattermi per bene, cavolo iniziai a godere sul serio, non mi sembrava vero ero riuscita a farmi entrare nella fica quasi tutto quel cazzo, in un momento sentii sbattermi quei coglioni pieni, diedi uno sguardo e contemporaneamente un urlo animalesco, avevo tutto il cazzo nella fica, lui si spaventò e lo tirò subito fuori, gli piantai le dita dietro la schiena dicendogli.
-cosa fai resta lì ora si che mi stai facendo divertire, ritornò a sbattermi, volevo cambiare posizione, lui si sdraiò sulla panchina e io ci salii sopra, lo presi in mano e me lo guidai nella fica, era mostruoso tenerlo in mano figurati riceverlo in fica, ma era troppo bello, mi calali lentamente riuscendo a farmelo entrare del tutto.
Iniziai un su e giù spaventoso, godevo come una forsennata, in questi movimenti lui spesso tentava di infilarmi un dito nel culetto, dopo l’ennesima volta mi venne una voglia di provare, con quello di Samir pure avevo paure di prenderlo nel culetto, ma alla fine ci sono riuscita.
-vorresti il mio culetto vero
-se tu lo vuoi anch’io lo voglio, sei sicura?
-proviamo se sento dolore devi fermarti, giuramelo
-come potrei farlo senza il tuo volere,
Restando in quella posizione raccolsi i miei umori e me li passai sul buchetto, introdussi 3 dita come facevo di solito e quanto mi sentii abbastanza rilassata guidai il super cazzo all’imbocco del culetto.
Appena sentii poggiato sul forellino un brivido di freddo partì dai piedi raggiungendo il cervello, ebbi un attimo di esitazione ma poi provai a farlo entrare, spinsi all’infuori come quando vai al bagno e sentii il glande farsi strada, mi fermai accusando un lieve bruciore, mi alzai e misi dell’altra saliva, poi mi venne in mente che nella borsetta tenevo il mi sapone neutro intimo che porto sempre con me, lo presi e lo spalmai sul quel bastone, altro lo misi all’ingresso del mio forellino e tornai alla carica, questa volta entrò quasi tutto il glande, lentamente lo introducevo e poi lo sfilavo, in questo modo per diverso tempo riuscii a rilassare il mio sfintere, mi lasciai calare un Po di più, arrivai quasi alla metà.
-cazzo, ce lo fatto a farlo entrare, sento bruciarmi ma sono sicura come le altre volte passerà, stetti ferma per diverso tempo facendo in modo che il muscolo si adattasse al quel cazzone, accennai un lento su e giù, lui mi sditalinava facendomi dimenticare il bruciore, pensai ora o mai più, mi alzai e senza farlo uscire mi lasciai calare fino a farmelo entrare del tutto, quando il mio culetto venne a contatto con il suo corpo non riuscivo a capacitarmi, ero riuscita a farmelo entrare tutto nel culetto, cazzo che bello, mi sento veramente piena, nonostante accusai per diverso tempo bruciore non mi levai restai impalata sul quel meraviglioso cazzo,
-cazzo Lisa tu sei formidabile, nessuna ragazza bianca è mai riuscita a infilarselo nel culo,
-davvero ? risposi
-si solo una vecchia baldracca una sera diversi anni fa appena arrivato a Roma riuscii a prenderselo, però un paio di colpi e si levò le faceva male, tu sei diversa, sai resistere al dolore, lo vedo nei tuoi occhi, sai nasconderlo abbastanza bene, inizia a cavalcarlo, era troppo nonostante la mia esperienza era dura a non sentire dolore, poco dopo iniziai a spingere, il mio forellino si adattò per bene e fu tutto piacere, ogni movimenti di spinta versi giù dalla fica uscivano liquidi vaginali, stavo godendo come una vera troia, la testa mi stava scoppiando per il piacere, anche lui non riusciva più a controllare l’orgasmo, mi disse
-Lisa sto per venire,
Mi alzai sfilandomelo del tutto dal culetto, mi inginocchiai davanti a quel mausoleo e senza ritegno me lo presi in bocca, un po’ la penombra un Po lì eccitazione mi accorsi solo dopo che era leggermente sporco, non era la prima volta che mi capitava, chiusi gli occhi e mi lasciai andare iniziando un pompino favoloso che ben presto mi premiò inondandomi tutta la bocca di sperma, ma maggior riuscii a ingoiarla ma era troppo, cazzo chissà da quando non godeva, parecchia fuoriuscì’ dai lati della bocca colandomi sul seno, mi trovai imbrattato tutto il seno, più lo segavo e più usciva sperma, lo spremuto per bene, cazzo, non finisci mai di eruttare sperma.
-sei stata fantastica Lisa, sei riuscita a fare cose che pochissime donne africane hanno fatto.
Mi baciò incurante dello sperma e non solo che tenevo sulle labbra.
Esausta, sfinita tuta gocciolante di sperma mi sdraiai sulla panchina, sentimmo dei fruscii, girandomi vidi un vecchietto con mano il cazzo, si era segato, difatti si stava ripulendo con un fazzolettino.
-te piaciuto lo spettacolo nonnetto, sentendomi, si alzo i pantaloni e scappò via.
Non vi dico la mattina seguente come mi sentivo, avevo un fuoco sotto, sia in fica che nel culetto, mi bruciava, consumai un tubetto di pomata per irritazioni vaginali, nel frattempo mi sentivo soddisfattissima, sazia di cazzo, mi telefonò Luigi dicendomi se poteva passare, visto che ero sola in casa, gli risposi, puoi venire ma solo per un aperitivo orale sai mi sono venute le mie cose, invece non era vero, nemmeno potevo dire lui che erano irritate.
Suonò al citofono aprii e come mi vide mi disse.
-amore hai due occhi, sembri una che se trombata un esercito
-amore ma che dici, lo sai che quando mi viene il ciclo sto cosi anche se questa volte sento più dolore,
-dai, non fa niente lo facciamo alla prima occasione.
-no amore mi dispiace, vieni so io come soddisfarti, ulteriormente una bella bevuta mi farà sentire meglio.
Lo presi in bocca, pareva di tenere un grissino a confronto di quello che avevo preso la sera prima, pochi colpi, me lo feci arrivare in gola, sapevo che questo trattamento non avrebbe resistito neanche un minuto, difatti mi disse amore vengo e mi scaricò in bocca una buona quantità di sperma, la tenni in bocca, non lo so ma in quel momento mi stava dando fastidio, accusai una nausea dovetti sputarla tutta.
-amore scusami ma non sono riuscita a mandarla giù come piace a te.
Ti capisco dai se ti prepari usciamo prender un caffè.
In quel momento volevo solo riposare anche perche camminare non e una cosa piacevole, per via del bruciore.
-sarà per una prossima volta, sono stanca vado a mettermi a letto se non ti dispiace,
-amore ho un regalino per te – tirò fuori dalla tasca una scatoletta, me la porse e aprendola trovai un bel ciondolo,
-grazie amore, non dovevi – lo ringraziai
dandogli un bacio sulla bocca sapendo che lui odia sentire il sapore dello sperma.
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