“Silvana torna alla scrivania e si siede di fronte a me appoggiando i gomiti sul piano, e cosi facendo la giacchetta del tailleur si allarga un po’ all’altezza…”
Arrivo davanti al palazzo dell’assicurazione e parcheggio la moto. Come al solito
intravvedo spuntare le facce degli impiegati dalle finestre per vedere cos’è tutto quel casino.
Indosso gli stivali, i pantaloni aderenti leggermente a zampa, una delle mie magliette con disegni ironici (uno zombie che timbra il cartellino “the working dead”), il gilet di pelle e i miei RayBan a specchio.
Smonto dalla moto, fisso il casco al lucchetto, sciolgo i capelli e m’incammino verso l’ingresso sperando di non venir troppo spennato dalla nuova assicurazione.
“Tra l’altro c’è un’impiegata nuova” dico tra me e me “sarà una vecchia megera”.
Salgo le scale e incontro solo sguardi incuriositi dal mio aspetto, molti dei quali lanciati da donne trasandate e con poca voglia di vivere…il cattivo presentimento si fa sempre più forte.
Arrivo davanti alla porta degli uffici, entro e chiedo di Silvana. Di lei non so nulla se non il nome con cui ha firmato l’email per l’appuntamento. È un nome che mi piace, quindi tutto sommato sono ottimista nonostante l’ambiente circostante.
La segretaria mi indica l’unica stanza all’interno dello studio open space, parete di vetro e porta di legno.
Appena entro vedo una signora che mi dà le spalle, intenta a litigare con un foglio inceppato nella stampante. È vestita con un tailleur verde petrolio, la gonna stretta sulle gambe e la giacchetta che evidenzia la curva dei fianchi.
“Bel completino! E quello che c’è dentro al completino sembra niente male!” mi dico rinfrancandomi dai cattivi presentimenti.
Noto, infatti, che la gonna fascia un sedere tondo e sodo sorretto da due cosce toniche, slanciate da due polpacci muscolosi accompagnati da due scarpe col tacco.
“Permesso…” dico bussando sullo stipite della porta.
Silvana si gira e wow…rimango folgorato! Mi si presenta davanti una bella donna, sui 45 anni. Un fisico slanciato ma non magro, con la carne sui punti giusti. Due occhi grandi, luminosi di un colore che non riesco a decifrare per colpa delle ombre ma che sono in grado di inchiodarti alla parete mentre ti fissano.
Pensavo mi accogliesse in malo modo visto che si era ben innervosita con la stampante, invece si gira su se stessa, due secondi per inquadrarmi e poi mi sfoggia un bellissimo sorriso:
“Luca vero?”
Annuisco inebetito, già immaginandomi cosa farei con quella bocca: due labbra affusolate, ben disegnate da rossetto malizioso ma non appariscente o volgare. Mi rendo conto che forse non dovrei cominciare a fantasticare su queste cose mentre sono lì in piedi con la faccia da pesce lesso…ma quando partono i film non si riesce a fermarli!
“Prego accomodati e diamoci del tu” e Silvana mi fa segno di sedermi sulla sedia di pelle davanti alla sua scrivania. Nel mentre mi aggira e va a chiudere la porta. Seguendo quel sedere meraviglioso con lo sguardo, noto che la vetrata ha anche una tendina aperta del tutto e la mia mente ricomincia a correre con questo nuovo dettaglio a disposizione.
Silvana torna alla scrivania e si siede di fronte a me appoggiando i gomiti sul piano, e cosi facendo la giacchetta del tailleur si allarga un po’ all’altezza del primo bottone facendomi intravvedere un décolleté invitante e la linea sinuosa dei seni che spariscono sotto i vestiti.
La mia mente ormai non connette più, è partita per la tangente e mi sto immaginando un miliardo di film di me e questa splendida donna mentre facciamo di tutto e di più…
“…Luca? Hai capito cos’ho detto?”
A un certo punto colgo queste parole e ritorno in me…un po’ imbarazzato perchè è palese che ero incantato a guardare i seni rispondo:
“Ehm, no…chiedo scusa ero un po’ distratto”
“L’ho notato!” risponde lei ridendo.
Ed ecco…questo è quel momento in cui un uomo deve dimostrare di esser uomo: incassare la figuraccia o buttarcisi a capofitto!
Sfrontato per sfrontato, decido per la seconda opzione!
“Ehm…si…il fatto è che ero incantato dalla curva dei tuoi seni…non capita tutti i giorni di vederne così”.
Silvana tace, mi guarda per qualche interminabile secondo. Mi aspetto di esser cacciato con tanto di schiaffo. E infatti si alza e mi viene vicino…ma con mia enorme sorpresa non si avvicina per cacciarmi a pedate ma anzi! Si inchina un po’ davanti a me e mi sussurra:
“Cosi le vedi meglio?”.
Senza aspettare la mia risposta, si slaccia il bottone della giacchetta e lascia che la camicia sia libera di seguire la forza di gravità mostrandomi dove quelle linee andavano a nascondersi… dentro un reggiseno bianco e verde, perfettamente intonato ai vestiti, col bordo in pizzo che sorregge due seni apparentemente perfetti come forma e dimensioni.
Si rialza, va verso la tendina e comincia a chiuderla.
Io ho smesso di respirare da qualche minuto, sono senza parole! Dentro di me continuo a chiedermi “Sta succedendo davvero? O ho preso una botta in testa facendo le scale?”
Appena la tenda è tutta chiusa, Silvana mi guarda maliziosa e sempre a mezza voce dice:
“Cosi nessuno ci disturba” e cosi facendo chiude anche a chiave la porta.
Poi ritorna alla scrivania come se nulla fosse successo e ricomincia a illustrarmi le varie polizze dimostrando un autocontrollo inimmaginabile.
Io mi sento intontito da quello che è appena successo, disorientato dalla sua sfrontatezza e dal suo repentino cambio di marcia ritornando a parlare di polizze assicurative.
Ma il mio amico lì sotto ha deciso di voler prendere in mano la situazione e senza neanche rendermene conto sono in piedi, dietro di lei…che ha smesso di parlare e sta cercando di capire cosa sto per fare…
Le mie mani si muovono da sole verso le sue spalle, vanno in cerca dei lembi della giacchetta per sfilarla, dei bottoni della camicia per aprirla… e infine sento sotto le mie dita l’intricato disegno del pizzo sul reggiseno.
Come immaginavo i suoi seni sono perfetti, si adagiano perfettamente nelle mie mani, che cominciano a stringere, prima delicatamente poi sempre più forte. Il mio istinto animale ormai non riesce più a stare a bada e sta per prendere il sopravvento!
Così, in un gesto improvviso, prendo il reggiseno e lo strappo liberando i seni…
A Silvana scappa un gemito, un po’ di paura, un po’ di sorpresa ma soprattutto di eccitazione perchè mi prende le mani e se le rimette sui seni facendomi stringere forte…la sua testa si inarca all’indietro e mi guarda:
“Baciami” mi dice e non me lo faccio ripetere!
Lei si alza, la camicia aperta, il reggiseno rotto, i seni col segno rosso delle mie dita, i capelli un po’ spettinati: dio che sexy! La voglio! Voglio quel corpo e voglio farne ciò che voglio! Ora!
La prendo e la faccio sedere sulla scrivania, lei allarga le gambe e mi tira a sé per baciarmi di nuovo…e mentre mi bacia comincia ad armeggiare con la mia cintura. Con pochi e semplici movimenti mi ritrovo senza mutande, con il pene eretto ben stretto nelle sue mani.
“Pulsa” mi dice “Freme perchè mi vuole?”
“Si” rispondo “Ma non è ancora ora”.
Con un gesto imperativo della mano la faccio stendere sulla scrivania, la sua schiena è appoggiata alla tastiera e una serie di “B” comincia a correre sullo schermo.
Le sfilo la gonna e le mutandine poi prendo la sua sedia, mi metto comodo e…davanti a me si schiude un bocciolo, due labbra affusolate che circondano un batuffolino…il centro del piacere.
Sulla sommità un ciuffetto di pelo, invitante, morbido. Lo accarezzo, annuso il suo profumo.
Con un dito sfioro le labbra, le allargo leggermente. Sono umide…bagnate…vogliose…assaggio quel nettare solo con la punta della lingua prima di lanciarmi a leccare e succhiare quel batuffolino.
Sono deciso a farla venire, voglio farla urlare anche se quella tenda che ci nasconde da occhi indiscreti sicuramente non fermerà i suoni!
Ma lei dopo qualche minuto mi blocca e mi fa alzare mettendomi una mano sotto il mento…
“Ti voglio dentro”
e riprendendo il mano il mio pene, se lo avvicina e si fa penetrare in un solo e deciso colpo.
Sto un po’ fermo li, dentro di lei. Sento le sue contrazioni che mi massaggiano l’asta, sento i calore dei suoi umori che mi bagnano sempre più e comincio a muovermi, a spingere forte, sempre più forte. Con il pollice comincio a massaggiarle il clitoride e mentre spingo, spingo e ancora spingo finalmente lei inarca la schiena, si mette una mano sulla bocca per impedirsi di urlare e….viene…sento le gocce del suo orgasmo colare sulle mie palle e la cosa mi esalta.
Appena si riprende mi guarda e senza dire niente mi caccia via, con lo stesso gesto con cui io l’ho buttata sulla scrivania prima lei adesso ha buttato me sulla sua sedia.
Si inginocchia davanti a me e dice “Ora tocca a me scoprire che gusto hai…”
e se lo infila in bocca, tutto in un sol boccone.
Sento le sue labbra morbide, la sua lingua che mi accarezza la cappella, poi scende e mi bacia le palle, le succhia, poi ancora lo riprende tutto in bocca.
Non resisto più, sto per venire…lei lo sa, lo sente.
Mi prende le palle e comincia a massaggiarle… mi piazza quei due fanali che ha per occhi sui miei e non li stacca finché tutto il mio seme non le ha riempito la bocca e i miei spasmi non si son quietati…
Poi si alza, si pulisce con le dita le labbra, si leva il reggiseno rotto e si riveste.
Il tutto senza proferire una sola parola.
Allora mi rivesto anche io, lei mi guarda mentre riallaccio la cintura e nel frattempo vedo che fa qualcosa col computer e parte la stampante…
Tra me e me mi chiedo se sono stato io a condurre il gioco o se lei avesse premeditato tutto sin dall’inizio.
Appena ho finito di ricompormi, si avvia alla porta, gira la chiave, la apre ed esce nello spazio comune dell’ufficio.
Con sguardo serio mi dice:
“Purtroppo ora ho un altro appuntamento, se potesse ripassare domani per visionare meglio anche tutte le altre pratiche…” e mi porge un plico di una decina di fogli pieni zeppi di B.
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