“Sorride fra se e se, la truccatrice le tampona il pube rasato con un po’ di talco rinfrescante, un ultimo sorso di tè tiepido:
– Ok, grazie!
Si alza e…”
Autocontrollo.
L’uomo la penetra da dietro, le mani le stringono i fianchi,
il movimento è un ritmo regolare, rapido, tic e tac, tic e tac, tic e tac…
Autocontrollo.
Il piacere, certo, sarebbe un sasso se non provasse piacere, ma bisogna accentuarlo, sospiralo, urlarlo, mimarlo, esprimerlo in tutti i modi possibili, ma facendo particolare attenzione a non esagerare o si scoprirebbe il gioco. L’uomo continua la sua danza, sposta la mano destra, le afferra un gluteo e lo apre tirandolo verso l’esterno e non si ferma. Da quanto va avanti la cosa, 15, 20 minuti? Un’eternità …
Ah, ma sta succedendo qualcosa, lei lo sente, è in arrivo uno…
– STOOOOP!
L’uomo si volta verso il regista, le braccia alzato in segno di resa e un’espressione simpaticamente dispiaciuta:
– Scusatemi!
– OK, facciamo tutti una pausa, 10 minuti… fluffer in azione!
Come due pugili al suono del gong lui e lei si separano e vengono avvolti da accappatoi di spugna bianchi, ognuno in un angolo, mentre il letto dove stavano un attimo prima piomba nella penombra.
– Posso avere un tè per favore?
– Certo Ana, te lo porto subito, hai fame? Vuoi dei biscottini?
– No, ti ringrazio Emma…
– Brava, sei stata brava!
– Grazie Mari!
– Guarda qua, sei pulita, non hai perso nulla!
Si volta verso il regista, lo vede parlare con uno dei tecnici mentre fuma una sigaretta vicino ad una grande finestra aperta:
– Joe
Non la sente.
– …ehi, Joe!
L’uomo si volta, congeda con un rapido cenno il collaboratore e si avvicina rapidamente a lei.
– Brava piccola, sii paziente, ancora un po’ e per oggi abbiamo finito!
– Ecco, volevo chiederti proprio questo, devo passare a prendere mia sorella a scuola…
– Certo, ce la facciamo, riposatevi ancora qualche istante e poi finiamo la scena. Come ti senti piccola?
– ok, ok, sto bene…
– Perfetto! Un minuto e rimettiti in posizione.
Segue l’uomo girarsi e dirigersi verso il “coprotagonista” all’altro angolo della stanza che se ne sta seduto stravaccato sulla poltroncina imbottita, l’accappatoio aperto, un uomo minuto, di mezza età accovacciato fra le gambe che lo masturba con una mano cosparsa di gel lubrificante… “Poveri maschi, basta un attimo di deconcentrazione e ammainano la bandiera!”. Sorride fra se e se, la truccatrice le tampona il pube rasato con un po’ di talco rinfrescante, un ultimo sorso di tè tiepido:
– Ok, grazie!
Si alza e torna verso il lettone sfatto, Mari le toglie l’accappatoio e lei si risistema esattamente nel punto dove sono ancora le impronte lasciate sulle lenzuola dalle ginocchia e dalle mani; mentre la luce torna ad illuminare tutto, il direttore della fotografia avvicina il fotometro ai suoi fianchi prima e poi alla sua testa, la truccatrice risistema i suoi capelli biondi proprio com’erano prima dell’interruzione.
Anche il suo partner riprende posizione, il pene ora è eretto.
– Ana, Marcus pronti! Via tutti eeeeeee…
Lei spinge in fuori al massimo il suo sedere, lui posiziona il suo membro nella vagina.
– Aziooooneee!
Autocontrollo.
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