“Il tizio senza fiatare si sedette vicino a noi continuando ad osservarci…”
Avevamo passato delle ore veramente liete ed ora spenta la telecamera,
ci eravamo tutti assopiti, ognuno in un posto diverso. L’esperienza non era stata male ci aveva donato sensazioni forti e in alcuni casi ignote. La nottata era terminata e data l’ora tarda, il sonno ci avvolse tutti tra le sue braccia . L’indomani mattina di buon ora , iniziammo ad avvicinarci alla cucina per preparare la colazione. Dopo esserci lavati ed aver fatto colazione, ci mettemmo tutti esclusa Rita che aveva da fare, nel balcone godendoci il bel sole mattutino. Per non cadere nella noia e nella monotonia, Marina da buona padrona di casa, ci propose un nuovo gioco: Ci avrebbe deliziato con un racconto ad alto contenuto erotico avuto da ragazza ai tempi del liceo, uno scheletro nell’armadio che teneva ibernato da anni.
Era da poco iniziato l’anno scolastico e trovandomi in classe mista, mi affrettai per occhieggiare un bel maschietto per svernare senza problemi. Purtroppo nella mia classe non vi era nulla di congeniale ai miei gusti, così orientai la mia ricerca nelle altre classi. Passò un bel po’ di tempo senza neanche l’ombra di un bel ragazzo da spupazzare. Premetto che fin da ragazza ero sempre stata brava nelle pratiche erotiche; non mi era mai capitato di non soddisfare un uomo;ero abile sia di mano che di bocca. All’epoca ero ancora vergine ; in compenso davo il culo; ero stata sverginata di culo da un fidanzatino con un cazzo da cavallo: dopo di lui avevo continuato a prenderlo nel di dietro da tutti i ragazzi con cui stavo. La storia durò per circa un paio di anni. Tutti mi chiedevano di scopare ma io un po’ per educazione un po’ per paura mi rifiutavo sempre. Ero divenuta una grande esperta in pippe pompini ed inculate, alcune volte mi cimentavo pure in spagnole, godendo nel farmi imbrattare i capezzoli di sborra. Un giorno in una campagna vicino Roma con tanto di ruscelletto, mentre lo stavo prendendo bene bene nel culo, fummo sorpresi da un indigeno pressappoco della nostra età, provai imbarazzo per il mio stato, ero con i jeans tirati giù fino alle ginocchia, la camicetta completamente sbottonata con le mie tettine prive di reggiseno, completamente all’aria. Entrambi spaventati a morte cercammo di ricomporci. Il tizio senza fiatare si sedette vicino a noi continuando ad osservarci. Il mio ragazzo gli offrì una sigaretta e l’atmosfera piano piano si normalizzò allontanando ogni tipo di paura o imbarazzo. Iniziammo a parlare con il giovane dai modi garbati e graziosi. Durante la discussione, essendo al centro di tutte le loro attenzioni, mi sentii desiderata sia dall’uno che dall’altro; non ci volle molto, per decidermi ad accontentarli entrambi:non mi era mai capitato di andare con due ragazzi, chissà se poi mi fosse mai ricapitato; mi era stato chiesto fino all’esasperazione, io avevo sempre rifiutato per non sentirmi una troia. Li feci alzare in piedi davanti a me e con movimenti lenti, iniziai a spogliarli; in quel preciso momento il giovane sconosciuto , ci invitò ad andare nella stalla del suo casale dove saremmo stati più tranquilli ed appartati, in compagnia solo delle oche e delle galline. Stavo per essere presa da due uomini in covone di fieno tra lo starnazzare delle oche ed il pigolio delle galline. Mentre ci avvicinavamo alla costruzione rurale, sentivo dalla mia fica fuoriuscire del liquido , mi sembrava quasi di pisciarmi addosso tanto era l’abbondanza delle secrezioni vaginali; non era mai accaduto in vita mia di bagnarmi così tanto solo al pensiero. Una pazza idea spesso fantasticata, che ora stava divenendo realtà. Finalmente sarei stata sottoposta all’attenzione di due maschietti che si sarebbero prodigati per farmi godere il più possibile, cimentandosi in una sfida animale per conquistare la femmina. Avevo spesso nell’intimità della mia camera sotto le lenzuola, dopo essermi tolta i pantaloni del pigiama, pensato ad un occasione simile, arrivando inevitabilmente a titillarmi la clitoride aiutata dal flaconcino di profumo sul mio comodino sempre pronto all’uso, dato al sua particolare forma fallica. Il sogno stava diventando realtà , non appena varcata la porta d’ingresso, fui invitata dai due spasimanti a stendermi su di un telo di cotone sovrastante a del fieno. Mi spogliarono entrambi molto lentamente, lasciandomi in poco tempo completamente nuda. Immediatamente i due si tolsero gli abiti e si misero uno sulla destra e l’altro sulla sinistra. Insomma, come si suol dire, fui messa in mezzo. Avere i due ragazzi affianco e soprattutto poter guardare senza alcuna remora o imbarazzo il loro pene fece crescere notevolmente la mia voglia di sesso, avevo al mio fianco due bei cazzi vogliosi,al massimo della loro erezione e pronti a scaricare tutto il proprio piacere inondandomi da lì a poco di sborra calda. Iniziai nell’accarezzarli assieme, le carezze ben presto si trasformarono in vere e proprie pippe. I due ansimavano e con le loro mani mi tastavano tutto il corpo, prediligendo le zone erogene più scontate; seni, cosce, chiappe ed inguine. Persa dall’eccitazione di tutte quelle mani sul mio corpo nudo, non potei fare a meno di spalancare la bocca per accogliere ed assaporare il cazzo dello sconosciuto. Succhiavo ed aspiravo il grosso cazzo del ragazzo, quando di un tratto mi sentii un cazzo che si apriva un varco tra le mie chiappe cercando di entrare, nel mio buchetto ormai ben dilatato e navigato, impedito momentaneamente solo dalla folta peluria tra le natiche, Ero alla pecorina con un cazzo nel culo che violentemente mi sodomizzava, lasciandomi senza fiato ed un altro in bocca che si gonfiava sempre di più, insinuandosi nel profondo della mia gola , pronto ad espellere tutta la sborra, da un momento all’altro. I due si agitavano dentro di me dando il meglio di loro stessi; il mio ragazzo mentre me lo sbatteva nel culo , mi leccava tutta la schiena massaggiandomi con le due mani i capelli e le orecchie. L’altro mi strizzava con le mani, i capezzoli massaggiandomi tutte le tette; mentre con il piede si strusciava tra le cosce stimolandomi la clitoride. Sottoposta a tale diletto, non potendo urlare , dato il corpo estraneo che tenevo stretto nella bocca, mugugnavo ed ansimavo come una cagna in calore. I ragazzi poco dopo decisero di scambiarsi i ruoli estraendo i loro possenti cazzi dal mio corpo alla ricerca di una nuova posizione. Non so come e tantomeno perché, ma fui proprio io a prendere l’iniziativa; feci mettere uno dei due supino ed iniziai a spompinarlo a mestiere, non tralasciando di roteare la lingua zuppa di saliva, lungo tutta la circonferenza della enorme cappella gonfia di piacere. Nel mentre che aspiravo tutto il suo cazzo nella mia bocca, gli praticavo un bel massaggio anale infilandogli due dita nel buco del culo. Più lo penetravo e più sentivo il suo cazzo inturgidirsi e aumentare di volume. Preparato per benino dopo averlo lubrificato, salii su di lui ed allargandomi bene il buco del culo con due mani, feci sparire il suo cazzo tra le mie natiche. Senza esagerazione me lo sentii in gola; mi aveva praticamente rotta trafiggendomi con la sua verga, fino ad sprofondare i suoi coglioni nei peli del culo. Andavo su e giù con un forte sforzo delle cosce, aiutandomi con i piedi nudi appoggiati sulle sue gambe. Arrapata all’ennesima potenza, chiesi senza indugio di essere scopata dall’altro ragazzo; lo implorai di sverginarmi ; quale occasione migliore per essere deflorata, era finalmente arrivato il mio momento: me lo ero immaginato per anni in tanti modi ma così mai. Mi prese per i piedini e delicatamente mi alzò le cosce, iniziando con la bocca succhiarmi il dito pollice del piede, me lo succhiava ed aspirava proprio come io facevo con i cazzi che prendevo. Avvicinò la cappella tentando di insinuarsi tra il pelo abbondante all’ingresso della vagina poggiando l’estremità del membro tra le grandi labbra; lo sentivo aprirsi un varco poco alla volta millimetro dopo millimetro. Furono secondi interminabili di ansia e sgomento; poi eccolo poco alla volta, stava entrando e lentamente iniziava il suo percorso scomparendo quasi completamente dentro di me avvolto dalla pelle della mia fica aderente a tutta la circonferenza. Si apprestava a perforare l’imene: era la fine della mia verginità . Ero tesissima (non posso dire con il culo stretto in quanto era bello dilatato da un altro cazzo che andava su e giù) ,nell’attesa dei due litri di sangue che mi sarebbero usciti dalla fica a detta di tutte le persone male informate ed allarmiste con cui avevo parlato. Al momento fatidico quando il cazzo entrò fino in fondo nella mia fica, sentii un leggero dolorino, subito attenuato dall’enorme piacere di godermi due bei cazzi uno nel culo e l’altro nella fica. Presi dalla foga i due iniziarono ad aumentare il ritmo dei loro assalti fino a capitolare entrambi spruzzando nei miei orifizi tutta la loro sborra calda ed abbondante. Esausti uscirono contemporaneamente dal mio corpo. Eccitatissima ed ancora vogliosa, li succhiai entrambi per pulire i loro cazzi, degustando gli odori ed i sapori del mio corpo. Avevo raggiunto il mio scopo primario, ormai non rimanevano che piccole curiosità, per non avere rimpianti di nessun tipo, mi volli togliere dato l’occasione propizia, qualche altro pensierino proibito: feci alzare i due giovani e in ginocchio tra di loro li esortai nel pisciarmi addosso ,lavandomi con la loro urina. I due si presero il cazzo tra le mani e lo puntarono sul mio corpo, liberandosi completamente la vescica. Finita la minzione tutta nuda sculettante, mi avviai verso il ruscello limitrofo per darmi una sciaquatina. Mi sentivo una grossa troia , però molto appagata e soddisfatta delle scelte felici che avevo fatto.
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