“La ventina di centimetri in lunghezza, erano corredati dalla prominente circonferenza che, come un grosso pendolo, oscillava ogni passo…”
ISPIRATO AD UNA STORIA VERA
Per le nostre agognate vacanze
estive scegliemmo l’isola più ventosa delle Canarie. Il clima era decisamente più sopportabile di quello lasciato nella città meneghina, e la sistemazione in un residence più che dignitoso, rendeva piacevolissima, la classica atmosfera vacanziera per una giovane coppia come noi.
L’unica nota negativa era rappresentata proprio dal motivo da cui prende il nome l’isola, Fuerteventura!
Dopo aver gustato per qualche giorno uno delle spiagge più suggestive dell’isola, le dune desertiche di Corralejo, decidemmo di vedere altre spiagge. A sud, sulla costa ovest, ci fermammo sulla lunga distesa di sabbia estesa diversi desolati chilometri. Playa de Sotavento.
Scoprimmo, con escursioni in collina, che la popolazione del posto aveva da secoli inventato un ingegnoso sistema per riparare coltivazioni e vigneti dall’incessante spinta ventosa. Costituiti da piccoli massi disposti a semicerchio, alti circa un metro, queste originali architetture amatoriali prosperavano anche sulle varie spiagge. Rilevammo che le numerose coppie naturiste presenti le utilizzavano, risultando essere molto discrete e semi nascoste, tanto da spingerci per la prima volta a praticarlo a nostra volta.
La tranquillità e la mancanza di affollamento facevano da sfondo a quella magnifica atmosfera. E proprio in quella situazione idilliaca si verificò l’evento che modificò le mie perversioni.
Semi straiati sul bagnasciuga a goderci il sole, notai distrattamente lo sguardo di mia moglie, rapito verso un punto poco distante. Notai in quella direzione soltanto una coppia nudista sulla cinquantina, avanzare teneramente abbracciati nella nostra direzione. Cercai interrogativo lo sguardo della mia compagna, che in modo sommesso e quasi imbarazzato, fece cenno proprio verso la coppia. Lei riccioluta e formosa aveva abbondanti fianchi e grossi seni, che con disinvoltura e fierezza, esibiva ancora in tutta la sua femminilità. Lui decisamente più tonico, alto circa 190 cm, incarnava lo stereotipo germanico, brizzolato e robusto. Ma soprattutto l’omone era dotato di un notevole pezzo di carne che gli oscillava tra le gambe. La ventina di centimetri in lunghezza, erano corredati dalla prominente circonferenza che, come un grosso pendolo, oscillava ogni passo. Probabilmente il caldo contatto della consorte contribuiva a renderlo, se non completamente in erezione, quantomeno corroborante rendendo quell’arnese ancora più intimidatorio. (Evidentemente solo per me, però!)
Ecco svelato il misterioso orizzonte in cui mia moglie si era persa…
I due ci passarono distrattamente davanti continuando la loro piacevole conversazione, fino a quando si accorsero del “nostro interesse”. Lui fece un cenno cordiale, e divertito salutando con un: “Guten morgen”, baciò appassionatamente la moglie, sfilandoci davanti.
Abbozzai un sorriso di circostanza ricambiando il buon giorno. Volsi la sguardo a mia moglie che vidi fissarmi con un sorriso malizioso. Scoppiammo in una grossa risata desiderosi di tornare ad oziare come poco prima.
Come nostra consuetudine, dopo l’ora di pranzo tornammo al residence, per mangiare e fare l’amore prima di una siesta ristoratrice. Notai in lei, quel pomeriggio, una spiccata enfasi rispetto al solito, ma sorvolai senza approfondire, abbandonandomi tra le braccia di “Morfeo”.
Ancora dormiente avvertii una strana sensazione di piacevolezza. Aprendo gli occhi, vidi sorprendentemente mia moglie accovacciata sulle mie gambe, che me lo stava succhiando avidamente, strusciandosi sulle mie caviglie. Dall’orologio appeso alla parete mi accorsi di aver dormito circa un’ora, sicuro di non aver mai avuto un simile risveglio. Mi godetti quelle magnifiche labbra sulla cappella, fino a quando il cazzo tornò tonico e pronto per essere cavalcato nuovamente. Eccitata ed euforica si mise sopra appena raggiunto il proposito, penetrandosi con enfasi, estasiandomi con gemiti e mugolii. Mi interrogai per capire da dove venisse tutto quell’entusiasmo inusuale, del prima e dopo siesta, ma probabilmente avevo già la risposta ! Ci volle poco per farci scoppiare nuovamente in un lungo orgasmo che ci sfinì completamente, lasciandoci esausti sulle lenzuola. Dopo qualche tempo tornammo alla vita vacanziera senza toccare l’argomento, consci entrambe, di cosa avesse probabilmente realizzato quella situazione.
Il giorno seguente decidemmo di tornare nella spiaggia del giorno prima. Arrivati sul posto non ci volle molto per rivedere la coppia tedesca passeggiare poco distante. Tornarono a passarci davanti, e riconoscendoci salutarono cordiali. Stavolta però, dopo pochi metri tornarono indietro ancora più sorridenti e gioviali, chiedendoci da dove venissimo. Dopo qualche tentativo alla rinfusa capirono fossimo italiani con i soliti convenevoli lusinghieri sul bel paese. Appurata anche la loro nazionalità, la conversazione fu un miscuglio di tedesco, inglese a qualche temine nostrano, nonostante questo, capimmo chiaramente l’invito verso uno di quei ripari in pietra per dissetarci e allietarci dal vento. Neanche il tempo di convenire, che la donna con le sue forme giunoniche all’aria aperta, prese sotto braccio mia moglie invitandola a seguirla. Non potendo fare altro mi affrettai a seguire l’invito dirigendoci verso il riparo. All’interno vi erano asciugamani distesi su tutto il perimetro, alcuni zaini, un ombrellone ed una grossa borsa frigo. Ci fecero spazio invitandoci ad accomodarci, offrendoci acqua e birra.
Stentavo a credere che, in qualche modo, si stessero materializzando le nostre inconfessate fantasie! Preoccupato e al tempo stesso desideroso di ciò che potesse accadere.
Scambiammo indifferenti chiacchiere sul paesaggio circostante, in un linguaggio composto e promiscuo, ma dopo l’ambientamento iniziale si fecero ardenti gli sguardi che coinvolgevano tutte le nudità all’interno del ristretto spazio. Passato qualche silenzio imbarazzante, condito sempre da fare affabile e caloroso da parte di entrambe, la donna si distese a pancia in giù invitando il marito a massaggiarla con della crema solare. La situazione già arroventata dal clima si fece ancora più incandescente quando notammo, poco dopo, l’ovvia reazione fisica del marito nel tastare attentamente ogni centimetro di quella carne rovente. Con dichiarata soddisfazione della beneficiante ! Dopo un decina di minuti, la frau invitò mia moglie ad approfittare di quell’esperienza decantando l’abilità del marito nell’arte del massaggio. Fu scontata sulle prime la reazione, declinata in modo ovvio e imbarazzato. Ma la donna insistette particolarmente, convinta dell’innocente proposta, aggiungendo che sarebbero partiti il giorno seguente perdendo così l’esperienza sublime, a suo dire, con il suo celebrato campione. Dai che ridai, si verificò che inaspettatamente la mia compagna si trovò sdraiata a pancia in giù. L’uomo più incredulo di me, si avvicinò alla schiena poggiandoci delicatamente le sue possenti mani, dopo aver fatto accuratamente gocciolare crema lungo tutta la spina dorsale. L’inedita situazione venne inequivocabilmente apprezzata da mia moglie con un piacevole sussulto. Nonostante la mole, il tedescone sapeva davvero come muoversi, regalandole evidenti emozioni.
Non solo, ma anch’io a quella visione cominciai a palesare apprezzamento, sentendo gonfiare il cazzo sempre di più. Fu invano il tentativo di coprirmi accavallando le gambe.
La signora accortasi dell’erezione si avvicinò nello spazio angusto della struttura, sorridendomi maliziosamente, fingendo di rovistare all’interno degli zaini sparsi poco distanti. Anche l’uomo pienamente compiaciuto, non si curò minimamente di celare il suo grosso cazzo ormai nel pieno vigore. Vidi la massiccia cappella accostarsi alla coscia della mia compagna che cercò, a sua volta istintivamente di interporre qualche centimetro a quell’aderenza. Tenendo ostinatamente il viso opposto a tutto ciò che stava accadendo, evidenziava maggiormente il mal celato distacco emozionale.
Quando più volte, la consorte tedesca gustandosi la scena, si strusciò “diciamo incidentalmente ” su di me, sentì che avrei dovuto divincolarmi, prima di ritrovarmi da lì a poco imbarazzatamente bagnato. Prendendo una decisione affrettata e confusa, mi scusai con i coniugi e rassicurai mia moglie, dicendogli che sarei tornato subito dopo un bagno rinfrescante, lasciandola incoscientemente sola e libera di vivere a pieno l’eccitazione nascosta. Data l’enfasi della situazione non fecero troppo caso a me. Cercai sollievo fisico e psicologico tra le fredde acque circostanti per quell’inedito turbinio di passione e gelosia che stavo vivendo. Come potevamo realmente ignorare la passione del giorno prima, regalataci da quel cazzo sconosciuto,. Mi rassegnai, godendo, condiscendente al proseguo degli eventi.
Quello che ne seguì fu il resoconto dell’accaduto “estorto” a mia moglie sulla via del ritorno.
Mi raccontò che… una volta uscito l’uomo si fece più ardito con le mani, passandole accuratamente tra i seni, le chiappe, l’interno coscia ecc ecc..! Mi confermò la sua indubbia abilità, che le fecero cadere man mano tutti i f reni inibitori. Sentì nuovamente la cappella, strusciarsi sulle cosce, e questa volta complice la crescente eccitazione e forse la mia assenza, lo lasciò decisamente fare. Mi raccontò che sentì godere con un forte gemito sua moglie, che dopo poco abbandonò il riparo per rinfrescarsi in mare a sua volta. Rimasti soli l’uomo la penetrò delicatamente con le dita, strofinandosi sempre più intensamente. Ormai abbandonata completamente a quelle grandi mani sconosciute, avvertì diversi orgasmi scuoterle il corpo. Complice la completa solitudine, si voltò finalmente a guardare quel sospirato arnese, che le aveva resa così bramosa. L’uomo eccitatissimo si mise sopra, strusciandogli la grossa cappella tra le chiappe. Poi fece scorrere il membro delicatamente verso il basso, avendo cura di sfregarlo sul buco del culo, fino a raggiungere le grandi labbra. Lei sempre sdraiata a pancia in giù, con fica grondante di piacere, si lasciò penetrare parzialmente da quell’asta poderosa, assaporandosi a pieno quella inedita ed inebriante sensazione. Passarono pochi minuti che, accaldato ed eccitatissimo, l’omone aveva raggiunto quasi il suo limite, palesando l’arrivo dell’orgasmo. Sgattaiolando dalla posizione, lei gli si mise seduta di fronte impugnando saldamente l’arnese con due mani. Lo masturbò famelica, desiderosa di farlo godere ed esplodere sopra di se. Ma più seghava e più la concupiscenza continuava ad avvolgerla, spingendola ad assaporare il grosso pezzo di carne. Si chinò fino a sentirlo tra le labbra. La generosa circonferenza la obbligò ad allargare bene la sua calda bocca per accoglierne il più possibile. Stavolta fu troppo anche per il vichingo che esplose poco dopo ! Non fece in tempo a scostarlo, anche per la voracità con cui era avvinghiata a quel cazzo sconosciuto. Dopo aver assaporato il primo getto, indirizzò il rimanente della abbondante colata sulla pancia. Si trovò spalmata dalla copiosa crema che continuava a colare dalla punta. Gli ultimi fiotti furono direttamente sul pelo della fica che l’uomo si apprestò a ripulire con la lingua regalandogli gli ultimi sussurri.
La vidi uscire e gettarsi in acqua, dopo di ché, mi chiese di tornare al residence. In macchina gli domandai di raccontarmi dettagliatamente quello che potevo solo immaginare. Dopo le prime esitazione e disagio, si convinse quando mi vide eccitato e complice. Rendendomi partecipe del racconto, massaggiandomi con la mano, non riuscimmo quasi a toccare il letto, che finimmo ardentemente avvinghiati in una scopata tanto sospirata.
Nonostante i molti anni passati, è sempre vivo e morboso il ricordo di quell’unica, eccitante perversione, vissuta in riva al mare !
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