A Milù quella situazione appariva quasi irreale, come se fosse frutto della fantasia piuttosto del sapiente lavoro della sua perversa amica che, in quel momento, stava dimostrando tutte le sue arti di seduttrice.
La osservava mentre, da una posizione d’apparente sottomissione, dominava l’eccitazione dei due ragazzi al suo fianco; stentava a riconoscerla in quell’atteggiamento, lei sempre così dolce e spesso timida in pubblico, riservata e poco incline a sedurre. Qualità che l’avevano resa attraente prima come amica come amante poi.
Chiara se ne stava in ginocchio tra i due e teneva i loro membri uno per mano, li aveva già trovati eretti e pronti, dispensando delle veloci e quasi mistiche leccatine ad ognuno di loro. Era equa negli stimoli che regalava, se leccava uno immediatamente leccava l’altro e lo stesso faceva quando ingoiava sino in gola uno dei membri, strappando lunghi gemiti al proprietario, subito ingoiava l’altro. Stringeva forte le mani attorno a quella carne, quasi temesse che potesse sfuggirle, ma era attenta a non procurare né dolore né piacere troppo intenso. Teneva i due su di un livello d’altissima eccitazione ma estremamente basso piacere. Milù capiva che li stava preparando con cura, il suo intento era di spingere il loro desiderio oltre i limiti della razionalità, in modo che fossero pronti a fare tutto ciò che gli sarebbe stato chiesto, senza protestare o pensare con la loro testa.
Milù ricordava le parole dell’amica quando affermava che se ad un uomo gli fai salire gli ormoni sino al cervello, allora puoi chiedergli ciò che vuoi, diceva sempre: “Una volta che i testicoli prendono il controllo sono nelle tue mani ‘ specie se quei testicoli li stringi tu!”
Chiara stava agendo in modo da assumere il controllo totale della situazione e al contempo li gratificava illudendoli d’averla in loro potere. Vedendola in ginocchio davanti ai propri membri orgogliosamente eretti, gemente e avida negli ingoi, la credevano succube della loro mascolinità.
Chiara le aveva chiesto di non intervenire all’inizio, di restare muta osservatrice su quella poltrona d’angolo nella stanza. Voleva farsi guardare da lei mentre si godeva le attenzioni dei due amici, desiderava sentire gli occhi dell’amica addosso in quei momenti e sperava di poter prendere il suo posto subito dopo. Quando sarebbero toccato a lei districarsi in un rapporto a tre.
Milù si era sentita stranamente eccitata da quella proposta e acconsentì subito al gioco. Appena entrati nella camera si allontanò dirigendosi verso la sua postazione, immediatamente seguita da uno dei due. Faticò a liberarsene indicando l’amica come primo obiettivo, evidentemente i due pensavano che le ragazze cercassero una piccola orgia, che volessero un gioco a quattro, ma si sbagliavano. Per nulla disturbati dal programma, ora evidente, si dedicarono a Chiara, non prima di aver ottenuto da Milù la promessa di darsi a loro dopo l’amica. Milù accettò e promise ciò che non aveva mai fatto prima di quella volta.
Milù guardò. Osservò Chiara che veniva sollevata, presa per le ascelle, e accompagnata con estrema delicatezza verso il letto; pareva in estasi, tutto del suo viso dimostrava un’intensa concentrazione: la linea delle labbra, gli occhi chiusi e serrati con forza tanto da generare una serie di piccole rughe, la tensione che si leggeva dai suoi zigomi vibranti dalla forza con cui serrava i denti. Pareva che l’amica si stesse sforzando intensamente per riuscire a vincere le sue stesse remore, l’impressione era di una ragazza che si era imposta di provare quel gioco nonostante questo fosse contro i suoi principi. In realtà, ormai Milù conosceva il modo di concentrarsi dell’amica e sapeva che, in quel momento, lei stava memorizzando ogni singolo particolare, ogni carezza, ogni bacio, ogni stimolo per riviverlo in futuro grazie alla sua fantasia.
Chiara di stava lasciando spogliare dai due, assisteva inerte come estraniata dal corpo, osservando nel riflesso dello specchio il suo vestito che scendeva ed il corpo che emergeva da esso. Si godeva le carezze dei due e si offriva loro senza alcun pudore. Restava, però, sempre immobile con le braccia rilassate e le mani appoggiate sulle cosce. Lentamente aprì gli occhi e li posò su quelli di Milù, fissò l’amica lanciandole dei muti messaggi. Voleva da lei il via, il permesso, di continuare in quel gioco prima di superare il punto in cui non sarebbe più stata in grado di tornare indietro. La passione ed il desiderio che si leggeva in quello sguardo generarono altrettanto in Milù, riscaldandola; ricambiò l’occhiata all’amica concedendole di andare avanti, quindi si sistemò più comodamente sulla poltrona ed osservò prima di tutto i dettagli. Seguì con molto interesse i percorso delle mani di uno dei ragazzi, le vide scivolare sui fianchi di Chiara in direzione del seno e lì aprirsi per afferrarlo in una stretta violenta e dolorosa a giudicare dalla smorfia sul viso di lei. La protagonista, però, non si lamentava, anzi spingeva ancora più in avanti il busto in modo da premere la mammella contro quel palmo. Milù sapeva che l’amica amava sfiorare il dolore per meglio assaporare il piacere durante un rapporto; sorrise a questo pensiero, anche in questa situazione così trasgressiva, Chiara, non si negava nulla.
Le mani del ragazzo abbandonarono il seno, subito rimpiazzate da quelle dell’altro, e si diressero lente, scivolando sul bacino, verso il pube già denudato dal primo. Qui si divisero tra le cosce per spingerle verso l’esterno e aprirle. Chiara seguì quell’invito e si aprì a lui, lasciò che le sue mani s’impadronissero del pube aprendolo e giocandoci come meglio credevano. Intanto l’altro la baciava sulla bocca.
Il ragazzo scivolò dal letto e si mise in ginocchio per spingere la testa tra le gambe di Chiara. Milù ebbe la chiara percezione dell’attimo in cui la lingua del ragazzo incontrò il clitoride dell’amica; la vide, infatti, contrarre il bacino e spingere in alto il viso, contro le labbra dell’altro mentre un gemito moriva soffocato nella sua bocca. Il ragazzo in piedi, allora, si staccò da lei lasciandola gemere libera e iniziò a spogliarsi esponendosi alternativamente a Chiara o a Milù. Una volta liberatosi, molto velocemente, dai vestiti si portò nuovamente verso il viso dell’amica, ma non per baciarla questa volta. Prese in mano il suo membro, che aveva risentito nel turgore dei lunghi preliminari, e lo appoggiò alle labbra di Chiara.
L’amica non si fece pregare, lo ingoiò subito. Anche di fronte a questo Milù sorrise soddisfatta, sapeva che Chiara amava in modo particolare sentire un membro crescere tra le sue labbra, avere la certezza di essere lei la fonte di tanto turgore, non poteva rinunciare a questo piacere. Ripensandoci, però, Milù ebbe il sospetto che quei due non fossero degli sconosciuti, troppe erano le mosse giuste nei confronti dell’amica, più gli osservava meglio notava che i due amici stavano agendo proprio come lei amava di più. Si, Chiara le aveva preparato una bella sorpresa, chiaramente lei aveva già avuto modo di conoscere carnalmente i due ragazzi ed aveva deciso di dividerli con lei.
Quale migliore dimostrazione di affetto?
Il ragazzo impegnato a solleticare con la lingua il pube si allontanò da lei, lasciandole la mente libera per districarsi al meglio nel suo gioco orale con l’altro e si spogliò anche lui. Milù notò subito che anche la sua erezione non era totale, segno evidente che quella situazione rappresentava ormai una norma per lui. Un altro ragazzo, al suo primo incontro a tre, non si sarebbe trovato in quello stato ma completamente eccitato, al limite dell’esplosione, o decisamente sgonfio per l’inevitabile imbarazzo nato dal confronto con un altro uomo. Maliziosa Milù gli fece segno d’avvicinarsi, non poteva permettergli di dedicarsi a Chiara in quello stato, voleva solo il meglio per la sua amica.
Prese tra le sue labbra il membro del giovane e lo portò rapidamente a pieno gonfiore poi, quando lo sentì più che pronto, lo spinse via da se ruotandolo verso l’amica e con una rumorosa pacca sul sedere lo spinse verso di lei.
Ora Chiara non poteva esimersi dall’essere penetrata. Il ragazzo che Milù aveva appena assaporato tornò ad inginocchiarsi tra le gambe dell’amica, ma questa volta fu il suo bacino a spingersi verso il pube e non il viso. Dalla sua posizione Milù lo vide armeggiare con il pene tra le cosce di Chiara e poi spingere forte con un colpo di reni. L’amica rantolò di piacere abbandonando il membro tra le sue labbra ed inarcò la schiena per spingere in avanti il pube. Si aprì al massimo delle sue possibilità per prendere sino in fondo il ragazzo. L’altro, allora si sistemò in modo da sorreggerle la schiena per aiutarla ed accarezzarla mentre veniva presa.
Milù osservava con gli occhi sbarrati la scena davanti a lei, non aveva mai assistito ad una scena d’amore in diretta e dal vivo. Guardava con nuovi occhi il corpo di Chiara e studiava come reagiva sotto i colpi possenti del ragazzo, le piaceva soffermarsi sul ventre e immaginare sin dove potesse entrare il membro di quel ragazzo, le pareva d’intuirlo dalle contrazioni dei muscoli. Sapeva quanto era dotato, lo aveva appena tenuto tra le sue labbra, e riusciva ad immaginare quanto potesse essere piacevole averlo nel ventre. Aveva già provato una forte attrazione per il corpo di Chiara, ma si stupì del fatto che trovava più piacevole osservare l’amica piuttosto che i due ragazzi.
Sì, i muscoli dei glutei maschili che guizzavano ad ogni spinta erano molto erotici, come piacevole era soffermarsi sulla muscolatura del petto e delle braccia tesa nello sforzo. Però il corpo di Chiara era, per lei, molto più eccitatane di quello dei ragazzi, le piaceva veder godere l’amica e la trovava bellissima in quello stato.
Il ragazzo lentamente si fermò, chiaramente non riusciva più a reggere il ritmo e temeva di perdere il controllo, fece cenno all’amico il quale si spostò dalla schiena di Chiara al suo fianco sul bordo del letto. Mentre il primo usciva lui già prendeva Chiara per i fianchi invitandola a mettersi sopra di lui. Lei obbedì in silenzio, si alzò in piedi, leggermente barcollante iniziò a guadagnare la nuova posizione. Poco prima di sistemarsi per bene ebbe un ripensamento e ruotò del tutto girando la schiena al ragazzo per volgersi verso l’amica. Milù riuscì quindi ad assistere all’ingresso di quel nuovo membro dentro di lei.
Chiara si sistemò al meglio, lasciando al ragazzo il compito di guidarsi in lei, appena lo sentì in posizione iniziò a scendere lenta con lo sguardo fisso su Milù, come per comunicarle il suo intenso godimento e renderla partecipe. Scese sino ad inglobarlo del tutto dentro di se, poi iniziò un lento ma ampio movimento dei anche che la portavano roteare il bacino in un modo estremamente provocante. Tanto eccitante era quello spettacolo che il ragazzo rimasto escluso, per il momento, dal gioco si avvicinò a lei e le mise una mano aperta sul ventre per seguirne le evoluzioni con il tatto.
Milù osservava l’espressione dell’amica in lenta trasformazione, gradualmente i tratti del viso si distendevano, passando da quelli di un’assoluta concentrazione al totale abbandono. Chiara stava attivamente movendosi su di lui ma passivamente accettando tutto ciò che saliva dal suo ventre, le sensazioni di piacere si stavano diffondendo in lei per tutto il corpo. La mano posata sulla pelle le trasmetteva un calore tanto intenso da amplificare il piacere, pareva che lui non fosse interessato ad intervenire attivamente al gioco. I suoi occhi erano fissi sui genitali dei due, guardava il pene dell’amico che affondava in Chiara, così come faceva Milù che dalla sua posizione si godeva lo spettacolo.
Chiara stava godendo, si muoveva sempre più ispirata e sensuale, mentre Milù tentava di calmare il calore che sentiva nascere in se slacciando ad ogni ansimo dell’amica, più forte del solito, un bottone della sua camicetta. Si ritrovò presto con l’indumento completamente aperto e il seno che premeva forte sul reggipetto segnandolo con i capezzoli, mentre la sua mano scivolava leggera sul pizzo. Osservando l’amica quasi le pareva di sentire anche lei quel membro entrare ed uscire, spingere e riempire il ventre, scivolare attraverso le labbra per andare a colpire, sulle pareti interne della vagina, il punto giusto per farla impazzire. Questa fantasia stimolava la sua voglia, non le bastava più sognarlo, ora lo voleva anche lei. Doveva colmare il senso di vuoto, lenire il dolore provocato dal desiderio insoddisfatto; Milù lasciò scorrere le sue mani dal seno verso le cosce e qui, sollevando il sedere, si tirò su la gonna sino in vita. Senza staccare gli occhi dal pube di Chiara e dal membro che entrava in lei intrufolò un dito sotto gli slip per cercare un minimo di piacere.
L’amica aprì gli occhi proprio in quel momento per studiare l’espressione di Milù, ma notando una luce strana nelle pupille spostò il suo sguardo verso il basso e vide la mano che si muoveva sotto la biancheria. La posizione stessa dell’amica stravaccata sulla poltrona con le gambe spalancate, la camicetta aperta con il seno a stento contenuto dal reggipetto unite alla mano posta sul suo bel pube diedero il colpo di grazia a Chiara che venne raggiungendo un orgasmo intenso quanto inatteso.
Milù la guardò godere, si nutrì di quel piacere e venne mentalmente con lei. Amava vedere il godimento dipinto sul volto dell’amica al punto d’interrompere il lavoro della sua mano per non distrarsi, non voleva perdersi un solo istante di quell’orgasmo che stava esplodendo davanti a lei. Aveva già visto e sentito venire Chiara tra le sue mani, meglio sarebbe dire sotto la sua lingua, ma le mancava lo spettacolo di lei che veniva con un uomo. Milù osservò che in quel momento muoveva il pube in un modo leggermente diverso da come l’aveva percepito muoversi lei, l’amica spingeva forte in avanti il bacino e contraeva i muscoli del ventre mentre si muoveva su e giù per farlo scorrere dentro, incurante dello stimolo procurato al ragazzo. Lui era chiaramente al limite, Milù vedeva le sue mani appoggiate sui fianchi di Chiara pronte a spingerla via, lontano dall’imminente getto di seme, ma a quanto pare lei conosceva bene la resistenza del ragazzo: riuscì a sollevarsi da lui, inginocchiasi davanti al pene e prendere il primo getto di sperma sul viso per poi raccogliere il resto con la bocca.
Chiara era china tra gambe del ragazzo, pareva non voler più lasciare il suo pene, mentre l’altro l’accarezzava su tutto il corpo. Milù era contenta per il piacere provato dall’amica ma ora che l’aveva vista godere sentiva ancora di più il desiderio di essere penetrata da uno di loro. Era tentata dal lanciare un richiamo, dall’attirare la loro attenzione ma temeva di interrompere quell’attimo magico che si era creato tra loro. Aveva deciso di lasciare a lei la conduzione del gioco ed ora doveva aspettare.
Finalmente Chiara sollevò il viso dall’inguine del ragazzo e, con i lineamenti ancora stravolti dal piacere, si voltò verso Milù lanciandole un’occhiata d’intesa, quindi si alzò in piedi per dirigersi verso di lei. La raggiunse camminando lenta attirata dal corpo dell’amica che pareva in sua attesa, si posizionò innanzi a lei a gambe larghe e le mani sui fianchi studiandola. Milù abbassò lo sguardo dagli occhi al pube dell’amica e si soffermò ad osservarne i peli umidi dei suoi umori e fu tentata di leccare i due leggeri rigagnoli che stavano scendendo lungo l’interno delle cosce. Chiara la anticipò raggiungendola per appoggiarle le labbra alla bocca, Milù accettò quello che credeva un bacio ma le labbra dell’amica sfiorarono solo le sue e come lei aprì la bocca sentì qualcosa colare da quella di Chiara. Era il liquido seminale del ragazzo che lei aveva portato sino lì per l’amica. Chiara sapeva quanto amasse quel sapore e desiderava dividerlo con lei, ma Milù si eccitò di più all’idea che l’amica, con quel rito, la stesse rendendo partecipe del proprio piacere. Bevve il succo che colava da quelle labbra poi spinse in alto il viso cercando la sua lingua. Si baciarono senza curarsi della presenza dei due ragazzi, le loro lingue s’intrecciavano dentro e fuori della bocca, s’inseguivano come impazzite. Dei rimasugli di seme venivano passati da una bocca all’altra. Milù aveva perso ogni nozione di spazio e tempo, in quel momento esisteva solo Chiara e la sua bocca. Incurante di quello che avveniva poco più in là non si accorse del ragazzo che si posizionava tra le sue gambe, sentì solo due mani che delicatamente iniziavano a sfilarle gli slip, lei lo lasciò fare indifferente, tutta la sua attenzione era per l’amica.
Senza staccare le labbra da lei, Chiara, iniziò a spogliarla del tutto, le tolse la camicetta e il reggiseno, quindi prese una mano di Milù e la portò sopra la sua testa, poi guidò anche l’altra nella stesso posto e le bloccò stringendo i polsi. Improvvisamente un’altra mano prese il posto di quella dell’amica, un arto più grosso e forte del suo. Chiara si staccò da lei allontanandosi e trascinando con se il ragazzo che era pronto tra le sue gambe. Milù capì dove si trovava il secondo ragazzo, era lui a trattenerle i polsi in quella posizione. Chiara la guardò con una luce strana negli occhi mentre cercava con lo sguardo qualcosa nella stanza. Milù tentò di riportare giù le braccia, in quella posizione iniziavano a farle male, ma appena fece la mossa d’abbassarle la mano che le tratteneva strinse più forte. Se non ci fosse stata anche Chiara nella stanza a quel punto Milù avrebbe urlato, si sentiva prigioniera e non capiva le intenzioni dei due. Si sbagliava, non aveva nulla da temere da loro, era dall’amica che doveva guardarsi quella sera, i due ragazzi erano pedine, come lei, nel suo gioco.
La ragazza si muoveva sicura di se nella sua nudità, con la schiena eretta che spingeva il bellissimo seno in fuori, aveva fatto un giro per la stanza ed ora si stava avvicinando Milù, passò qualcosa al ragazzo e gli sussurrò un ordine. Subito Milù sentì il fruscio di un tessuto che veniva avvolto intorno ai suoi polsi e lì assicurato da una serie di nodi, guardò l’amica con aria interrogativa ma lei non ricambiò lo sguardo, prese, invece, la sciarpa che la legava e la costrinse ad alzarsi in piedi. Milù riuscì, a questo punto, ad inquadrare ciò che la imprigionava e rimase a fissarsi i polsi incredula mentre la sua gonna scivolava giù sino ai piedi. Ora Milù era nuda come tutti in quella camera, Chiara la strattonò verso il letto tirandola per le braccia, indi la spinse a sedersi sul bordo poi le passò alle spalle. Milù fece appena in tempo a vedere qualcosa di scuro passare davanti agli occhi che questo nuovo foulard le venne stretto sulla nuca privandola della vista. Era difficile per lei non protestare ma le calde mani di Chiara, posate sulle spalle, la rassicuravano e il loro lento massaggio riuscì a calmarla. L’amica la trasse verso di se facendola sdraiare con la testa appoggiata sulle sue gambe, poi chiamò uno dei ragazzi e quindi fu il silenzio.
Milù era in attesa degli eventi, sentiva il respiro di Chiara aumentare d’intensità, segno della sua eccitazione; intuiva quindi che qualcosa stava per accadere ma non capiva cosa. Improvvisamente percepì il tocco inequivocabile di una lingua sul ventre, non poteva essere di Chiara, sentiva le sue gambe sode e glabre sotto la nuca, era di certo uno dei due amici. Quest’idea eccitò Milù che aprì le gambe esponendo il pube, subito la lingua s’intrufolò tra i peli e raggiunse abilmente il clitoride. Lei rantolò un gemito più dettato dalla sorpresa che dallo stimolo ricevuto, non sentiva altro che la lingua del ragazzo e si chiedeva dove fosse il resto del corpo; le mani legate non le consentivano d’esplorare i dintorni del letto per capire cosa stesse accadendo intorno a lei, doveva lavorare di fantasia. Dall’angolazione con cui arrivava la lingua, Milù immaginò che il ragazzo si fosse inginocchiato davanti a lei, quindi era nella posizione giusta per spingere qualcosa di più solido nel suo ventre, pensò ora che il piacere iniziava a generare nuovamente quel senso di vuoto nello stomaco già provato prima, mentre Chiara godeva. Sculettando portò il bacino sull’orlo del letto e spalancò le gambe in modo da divaricare il più possibile la vagina, nessuno poteva esimersi di accontentarla di fronte a quel tipo di richiesta!
Un sobbalzo delle gambe di Chiara e la lingua abbandonò il suo pube, certamente lei aveva comunicato al ragazzo, gesticolando vigorosamente, quale era il suo compito ora. Infatti, Milù sentì qualcosa di più solido, ma allo stesso tempo morbido, scivolare tra le grandi labbra. Si muoveva su e giù lungo il tracciato che andava dal suo clitoride al buchino d’ingresso, qui si soffermava provando ad entrare ma, subito, sfuggiva per tornare su. Milù non resisteva più dal desiderio, non poteva vedere il ragazzo ma intuiva perfettamente dove fosse, l’istinto la guidava nei suoi tentativi di prendere dentro quel pene così sfuggente. Il ragazzo, però, era molto abile a farsi rincorrere; Milù sentiva delle veloci vibrazioni venire dalle gambe di Chiara la quale, indubbiamente, stava sogghignando divertita da quello spettacolo. Rinunciò, per un istante, ai suo tentativi, voleva riprendere il controllo dei suoi sensi in modo da dominare meglio il corpo, ma proprio in quell’istante il ragazzo si spinse dentro di lei. Fu colta di sorpresa ma questo non le impedì di sentirlo entrare centimetro dopo centimetro, capì in quel momento quanto fosse eccitata: la forte dilatazione faceva in modo che il suo ventre non offrisse alcuna resistenza al ragazzo; pensò che stava dando un’ottima dimostrazione del proprio desiderio e si domandò cosa potesse pensare lui nel trovarla così pronta e disponibile. Il dubbio non le rimase a lungo, il ragazzo iniziò a muoversi velocemente dandole delle spinte tanto violente da farla sobbalzare sulle ginocchia di Chiara. Milù decise di assecondarlo lasciandosi andare, accettando passivamente i suoi colpi, offrendosi a lui. Sentiva gli occhi dell’amica sul suo pube, riconosceva il respiro di Chiara quando era fortemente eccitata e le piaceva saperla lì con lei. Voleva toccare il ragazzo, sfiorare il corpo di Chiara, appoggiarsi una mano sul ventre e aprirsi ancora di più la vagina per stimolare il ragazzo a spingere sempre più in fondo, ma aveva le mani legate, al contempo si chiedeva dove fosse l’altro.
Milù iniziava a provare un piacere sempre più intenso, ora non riusciva più ad accettare passivamente quello che avveniva laggiù nel suo pube e quindi prese a seguire le mosse del ragazzo con le sue ritmiche contrazioni interne. Sapeva che in questo modo, oltre a godere di più lei, dava uno stimolo maggiore a lui. Era tanto eccitata da non capire se avesse o meno indossato il profilattico, ricordò che con Chiara l’unione era avvenuta senza, ringraziò il cielo di aver preso le opportune precauzioni e decise di spingere il ragazzo a riempirle il ventre. Si muoveva provocante oltre che efficace, il suo bacino seguiva orbite sempre più ampie intorno al perno che la univa al suo amante. Presto sentì l’orgasmo arrivare, prima lentamente quasi in sordina tanto da spingerla a muoversi ancora più intensamente, poi esplose improvviso. Spinse forte la testa sulle gambe di Chiara e sollevò il corpo facendo leva sui piedi. Si offriva in quel modo alle ultime spinte del ragazzo, il quale tentò inutilmente di muoversi in lei sino al termine del suo piacere. Il corpo di Milù inarcato e ansimante erano troppo per lui: dopo un affondo violento nel ventre della ragazza, lei lo sentì contrarsi e rantolare mentre delle ritmiche pulsioni scorrevano il pene in lei. Milù si sentì subito piena, finalmente soddisfatta, rilassò quindi tutti i muscoli e scese per adagiarsi nuovamente sul letto. Il ragazzo rimaneva dentro di lei, sentiva il suo pene ancora duro nonostante l’orgasmo, e le piaceva quella sensazione.
Milù pensava che tutto fosse finito, che il gioco si fosse completato, a giudicare da quanto aveva pulsato in lei il ragazzo, immaginava fosse quello che non aveva goduto prima, quindi facendo due conti risultava che tutti avevano avuto la loro parte di piacere. Si attendeva, pertanto, una mano sulle benda ed un’altra sui polsi per liberarla, ma non si mosse nessuno nella sua direzione. Chiara rimaneva ferma, nella sua posizione, con la testa dell’amica sulle ginocchia accarezzandole i capelli.
Il torpore del dopo orgasmo spingeva Milù in uno stato di languore troppo piacevole per rovinarlo con delle stupide preoccupazioni, sapeva che nulla di male non le sarebbe mai giunto da Chiara, quindi si rilassò lasciandosi trasportare dalle piacevoli sensazioni che invadevano il suo corpo. Le carezze dell’amica rafforzavano la sua convinzione, pareva che dopo aver letto i suoi pensieri si sforzasse di comunicarle tranquillità.
L’attesa del dopo, però, stava diventando insostenibile. Milù continuava a chiedersi perché fosse ancora legata e bendata. La fantasia, che sempre l’aveva aiutata a godere con il suo ex ragazzo, ora la spingeva ad immaginare tutta una lunga serie di piacevoli giochi in cui lei era la protagonista: si vedeva presa in varie posizioni e, soprattutto, immaginava la stupenda sensazione di avere un membro nel ventre ed uno tra le labbra. Si era lasciata trascinare in quel gioco attirata da quella possibilità di sperimentare le attenzioni di due uomini, ma sino a quel momento era rimasta ancora insoddisfatta. Il rapporto appena consumato le aveva dato un grandissimo piacere, stimolato più dalla situazione e dalle bende che dall’aspetto puramente fisico, ma le mancava quello per cui si era mossa quella sera.
Chiara lo sapeva, riusciva quasi sempre ad anticipare i pensieri dell’amica, ed era proprio questa intesa la base della loro amicizia. Lentamente e con estrema dolcezza spinse Milù a sollevarsi dalle sue gambe, quindi le massaggiò la schiena invitandola a salire del tutto sul letto.
Milù obbedì alle mani di Chiara che la guidavano e si ritrovò presto supina in quello che pensava fosse il centro del letto. L’amica la prese per i fianchi e le sollevò il sedere, lei si mise in ginocchio con qualche difficoltà a causa delle mani legate. Ora Chiara la stava spingendo da dietro per farla avanzare verso la presumibile spalliera, mentre si muoveva, Milù, si appoggiò su quella che intuì essere la caviglia di un uomo, allora tastò come poteva i dintorni per dirigersi inesorabile verso di lui. Lentamente scoprì dove erano le sue gambe, quindi le risalì sino all’inguine. Tastò il membro trovandolo più che pronto ma non poteva afferrarlo, la sciarpa era troppo stretta sui polsi, allora scivolò ancora in avanti per raggiungerlo con la bocca. Mentre lo prendeva tra le labbra sentiva le mani di Chiara che le accarezzavano il sedere e lo spostavano, non si preoccupò di loro dedicandosi a leccare e a succhiare quel nuovo membro. Questo non aveva il suo sapore, lo avrebbe riconosciuto, le pareva piuttosto una miscela di maschio e Chiara. Si, lui era quello che si era dedicato all’amica prima. Tenendo in bocca quel pene pensava che l’altra si era tenuta quello più dotato per lei lasciandole l’altro, molto abile, ma meno importante. Non era gelosa né invidiosa, solo le piaceva notare questi piccoli dettagli. Si stava movendo su di lui, scorrendo il pene per tutta la lunghezza che riusciva ad ingoiare e succhiava forte quando lo aveva tutto dentro, le piaceva sentire sulla lingua le piccole fuoriuscite di sperma, segno di quanto lui gradisse quelle attenzioni, quando le mani di Chiara sul sedere lasciarono il posto ad altre due. Milù non osava sperare nella realizzazione del suo sogno ma alzò il sedere e aprì le gambe quanto poteva. Il ragazzo che già conosceva quella zona del suo corpo la penetrò subito, senza tutti i preamboli di prima. Entrò in lei e spinse forte con le reni arrivando in fondo. Milù si sentì nuovamente aprire e mugolò forte quando un leggero dolore segnalò il punto in cui era arrivato.
Il suo sogno prendeva forma, finalmente aveva due uomini tutti per lei. L’idea la eccitava, proiettò nella mente l’immagine del suo corpo visto da una quarta persona in quella situazione e si sentì spregiudicata, femmina e anche un po’ “vacca”. Le piaceva quest’ultima definizione e cercò di muoversi in modo da rafforzare quell’idea. Tentava di trasmettere, con la bocca, all’uomo davanti a lei quello che l’altro alle sue spalle le trasmetteva. Ad un certo punto notò che le pulsioni involontarie e la fuoriuscita di lubrificante dal membro che stimolava con la bocca, aumentavano d’intensità e si ravvicinavano pericolosamente, pensò che se non si calmava presto lui sarebbe esploso. Milù voleva realizzare in pieno il suo sogno, sin nei minimi dettagli, desiderava che i due uomini venissero, se non contemporaneamente, almeno a distanza ravvicinata. L’ideale era riuscire a bere il succo di tutti e due, ma non sapeva come chiederlo. Decise di accontentarsi di sentirne uno pulsare nel ventre e l’altro in bocca, ma dovevano farlo quasi insieme. Presa da questi pensieri rallentò e diminuì lo stimolo verso il primo ragazzo, quindi si concentrò su ciò che arrivava da dietro. Si posizionò in modo da sentire meglio il pene che si muoveva in lei senza però facilitarlo troppo e si limitò a trattenere tra le labbra il membro dell’altro. Ora che poteva focalizzare l’interesse sul suo piacere iniziò a godere sul serio. Prima era più l’idea, la fantasia, che il reale stimolo a darle piacere, ora sentiva tutto nei minimi dettagli, percepiva la presenza del ragazzo e godeva di lui.
Avrebbe raggiunto l’orgasmo molto in fretta se le sue mani non fossero state prese da quelle dell’altro ragazzo e portate in avanti, verso la spalliera del letto. Milù perse l’equilibrio e anche il pene da dentro. Grugnì una mezza protesta poi immaginò che qualcosa di migliore le sarebbe capitato ora. Seguì quella forza che la spingeva ad avanzare verso il bacino dell’uomo che aveva sotto, capì che lui la desiderava a cavallo e il pensiero di accogliere finalmente quel generoso membro tenuto fra le labbra la spinse a muoversi più in fretta. In breve fu sopra di lui con il pube appoggiato al suo pene, lo sentiva durissimo sotto le labbra e si muoveva in modo da aprirle su di lui, un chiaro invito a penetrarla. La trazione sulle mani, però, continuava a tirarla in avanti; non capiva dove intendessero farla arrivare sin che non toccò la spalliera del letto. Ora altre due mani, quelle di Chiara, si occuparono delle sue e le assicurarono ad una delle sbarre metalliche che costituivano la spalliera. In questo modo Milù riusciva a muovere liberamente solo il bacino.
Il ragazzo sotto di lei si sistemò in modo da poterla penetrare, Milù colse i suoi movimenti ed il loro significato quindi tentò d’aiutarlo come poteva. Finalmente il suo pube e il membro del ragazzo si trovarono perfettamente allineati, allora lei iniziò a scendere; era talmente eccitata e dilatata che quasi non lo sentì, si ritrovò seduta sui testicoli completamente riempita dal suo membro senza alcuno sforzo, ma le bastò sentire il corpo di lui tra le cosce, il calore del membro dentro il ventre per ricominciare a godere. Riprese a muoversi, ondeggiando le anche per spingere avanti e indietro il pube mentre lasciava che il suo stesso peso la mantenesse aderente a lui. Le mani bloccate contro la spalliera la costringevano in una posizione scomoda: era troppo inclinata in avanti e non poteva fare forza sulle braccia per sostenersi, il seno premeva contro il viso del ragazzo che n’approfittava per mordicchiarle i capezzoli. Milù non si domandava più il motivo che aveva spinto Chiara a farle cambiare posizione e a legarla al letto, stava godendo e tanto le bastava. Si ritrovò nuovamente molto vicina all’orgasmo, lo dimostrava con il respiro sempre più veloce e la passione con cui si muoveva. Questa volta era decisa ad andare sino in fondo senza più curarsi dell’amica e delle sue idee, ma due mani appoggiate sui glutei la distrassero spingendo la sua attenzione a spostarsi in quella nuova zona. Quelle mani si avvicinavano decise all’ano, Milù rabbrividì al pensiero d’essere stimolata anche lì e iniziò a gemere forte per dimostrare quanto gradisse quelle carezze così particolari. Si spinse giù con forza, facendosi penetrare a fondo, quindi si fermò ad ascoltare il dito che scivolava sulle pareti esterne dell’ano, sperando che al più presto si decidesse ad entrare. Quel pensiero la sconvolse in quanto aveva finalmente intuito le reali intenzioni dell’altro ragazzo. Non aveva mai immaginato, nemmeno nelle sue più calde fantasie, quel tipo di unione con due uomini. Più corretto sarebbe dire che lo aveva sognato e realizzato con la mente, ma mai avrebbe immaginato di viverlo.
Il ragazzo giudicò che l’ano della ragazza fosse pronto, appoggiò il pene e iniziò a spingere piano. Milù provò subito un forte dolore, non era abituata a quel tipo di penetrazione, aveva provato la sodomia solo una volta, solo dopo aver costretto il suo ex ragazzo a prenderla in quel modo. Ora soffriva per quel membro che tentava di violare il suo corpo. Non sapeva quale posizione assumere per meglio facilitarlo, il pene che aveva profondamente piantato nel ventre limitava i suoi movimenti, quindi tentò di rilassarsi, di rilasciare i muscoli contatti dal dolore e lasciò al ragazzo il compito di portare a termine la penetrazione. Poco alla volta lo sentiva entrare, il dolore veniva mano a mano allontanato dall’eccitazione. Sapeva, sperava, che presto sarebbe arrivato il piacere, e così fu.
Milù iniziò a percepire nettamente la presenza dei due membri nel suo corpo, due pezzi di carne estranei che spingevano sulle zone erogene da due punti differenti. Si sentiva, però, ancora contratta e poco aperta analmente, tentò di migliorare la situazione eccitandosi al pensiero di cosa le stavano facendo, visualizzandosi come prima dall’esterno. Il ragazzo dietro di lei la sentì aprire poco alla volta e attese il momento più propizio per effettuare l’ultimo affondo.
Milù era pronta a godere, non sentiva più dolore ma solo un leggero fastidio, tentò di muoversi scivolando in avanti con il bacino per far uscire i due membri da lei, poi tornò verso di loro lentamente. Era stupita dall’adattabilità del suo corpo e dalla facilità con cui accoglieva tutta quella carne. Tornò ad avanzare e quindi a tornare verso di loro più volte, ad ogni corsa si spingeva più indietro, godeva grazie allo stimolo e all’idea del suo corpo violato in quel modo e lo dimostrava con dei lunghi ansimi e gemiti.
Godeva, questa volta ancora più intensamente di prima, forse più di quanto non avesse mai goduto. Milù non capiva più se era vero piacere o solo l’impressione dovuta alla situazione altamente trasgressiva. Sentiva chiaramente i due membri dentro di se, le pareva quasi che lì dentro non fossero separati da nulla, ma che s’incontrassero. Il piacere montava inesorabile, inarrestabile, tanto da prenderle il cervello, da annullare ogni sua capacità razionale. In quel momento voleva solo godere, il piacere era diventato il suo unico obbiettivo. Contrariamente alla sua indole non si preoccupava dei due uomini, solitamente avrebbe prestato attenzione ai sintomi del loro piacere per tentare di muoversi in modo da amplificarlo, questo era il suo carattere. Milù, ringraziò mentalmente tutti i protagonista di quella notte di follia per averle fatto provare il totale abbandono al piacere, questo era il più bel regalo che non avesse mai avuto. Non era mai riuscita con nessuno ad abbandonarsi completamente al punto di divenire egoista nel piacere.
Milù ricacciò indietro questi pensieri, non era il momento di lasciare spazio al cervello, ora doveva assolutamente venire in quel modo senza altro per la mente, si concentrò allora sugli stimoli che giungevano dal basso. Lo stratagemma riuscì tanto bene che presto avvertì i primi sintomi dell’orgasmo. Quei segnali li percepì anche il ragazzo, forse dal suo respiro o più probabilmente dalle involontarie contrazioni del ventre, stimò quindi che era giunto il momento di far sentire alla ragazza tutto il suo pene e spinse anticipando il movimento di rientro di Milù.
Lei si sentì squartare dal pene spinto con forza nelle viscere, ma questa volta il dolore non si presentò, arrivò solo il piacere e con esso lo stimolo finale, quello determinante, per innescare il suo orgasmo. Lo sentì nascere nelle sue viscere e diffondersi per tutto il corpo prima di esplodere nel cervello, si lasciò conquistare da quelle sensazioni reagendo ad esse con dei movimenti convulsi atti a mantenere viva la percezione dei membri dentro di se. I due ragazzi eccitati dalle urla e dai movimenti di Milù si lasciarono andare al loro orgasmo, vennero quasi contemporaneamente dentro di lei proprio nel momento in cui il suo piacere andava ormai scemando. Questo regalò a Milù un piacere supplementare, se i ragazzi avessero iniettato il loro seme durante l’apice dell’orgasmo, Milù non avrebbe percepito con tanta intensità il loro getto.
Mentre il piacere abbandonava il suo corpo per lasciare spazio a quel languido calore che seguiva sempre l’orgasmo, Milù tornava lucida. Solo ora riusciva a realizzare completamente ed in tutte le sue valenze ciò che aveva appena fatto. Lei sapeva di non aver subito quel trattamento anche se era legata e bendata e questo le diceva che, oramai, aveva superato le ultime barriere, gli ultimi punti di contatto con la vecchia Milù. La ragazza che sognava le più efferate trasgressioni mentre faceva l’amore con il suo poco fantasioso ragazzo, ora non esisteva più; aveva lasciato il posto a questa Milù: la ragazza che non sogna più avventure impossibili poiché sa che ora sono realizzabili. I suoi sogni avrebbero d’ora in poi assunto una valenza diversa, poiché lei non avrebbe mai smesso di sognare. Sperava solo di non ritrovarsi a sognare un tipo di rapporto “classico” del tipo di quello che aveva sempre avuto, ma non lo credeva possibile. Troppo bello e troppo intenso era il piacere provato in quell’occasione.
Mentre si lasciava trasportare da questi pensieri venne liberata e poté, in questo modo, sollevarsi dal ragazzo che ancora stava sotto di lei. Stanca e fisicamente provate rotolò sul letto, distendendosi sulla schiena. Come aprì gli occhi vide il viso di Chiara vicinissimo al suo, l’amica non parlava, si limitava ad osservarla con curiosità; aveva gli occhi lucidi dall’emozione e Milù si chiedeva cosa stesse pensando in quel momento. Conosceva bene l’amica, tanto da sapere che il suo silenzio andava rispettato; avrebbe parlato, inondandola di parole e pensieri, quando se la sarebbe sentita. La curiosità, però, era tanta e Milù tentava d’indovinare dai suoi occhi i pensieri che le percorrevano la mente. Le lacrime senza dubbio indicavano un emozione dovuta, senza dubbio, al piacere che aveva visto provare da lei. Chiara le era molto affezionata e più volte aveva affermato che se la vedeva godere, godeva anche lei. Le piccole rughe ai lati degli occhi dicevano a Milù che l’amica non aveva perso un attimo della sua prestazione, l’aveva osservata senza mai staccarle lo sguardo di dosso. Il delicato sorriso, infine, testimoniava la gioia provata nel vederla soddisfare un sogno così trasgressivo che, all’inizio, spaventava anche lei.
Chiara appoggiò una mano sul busto di Milù e prese ad accarezzarla lentamente, senza mai sfiorare alcun punto erogeno, voleva solo trasferirle attraverso le mani l’affetto che provava per lei.
Nel frattempo i due ragazzi si erano rivestiti e dopo aver ripetutamente baciato sulla fronte Milù ringraziandola uscirono. Le ragazze rimasero lì sino a quando non ritrovarono la voglia di vestirsi ed uscire per tornare alle loro case.
Chiara non parlò per tutto il percorso, aveva sempre quell’espressione beata stampata sul viso. Si salutarono sulla porta di Milù, l’amica le promise di passare da lei il pomeriggio successivo per parlare della serata, ora desiderava solo coricarsi dopo una buona doccia per ricordare e rivivere quella serata, lo stesso ambiva Milù. Chiara la salutò con un bacio su di una guancia, poi mentre si spostava sull’altra, Milù le prese la nuca e appoggiò le labbra alle sue sussurrandole un “grazie!” decisamente caldo.
Chiara tornò a casa soddisfatta e certa che l’amica aveva gradito il programma della serata da lei organizzata, questo prometteva interessanti sviluppi per il futuro.
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