“Ho raccontato (senza entrare nei dettagli!) che ho una vita sessuale molto attiva e che ho cominciato a girare dei porno, loro hanno ascoltato, poche…”
È successo… Ho appena parlato con i ragazzi appena sono rientrati dalle
vacanze col padre. Ho raccontato (senza entrare nei dettagli!) che ho una vita sessuale molto attiva e che ho cominciato a girare dei porno, loro hanno ascoltato, poche domande, tanta, tantissima timidezza da parte mia e loro, tante cose non dette ma credo comunicate, e ora si sono chiusi ognuno nella propria stanza. Non sembra essere stato un dramma, ma i problemi veri cominceranno adesso, lo so. Ci vuole coraggio. Cambiare vita non è semplice.
Prendo il telefono e scrivo un messaggio ad Anna, non la sento da quella sera della piccola orgia. “Ciao cara, sei a Milano?”
Vedo che legge il messaggio, attendo la risposta. Vorrei parlare con lei, è l’unica che forse può capirmi. Ho bisogno di parlare con qualcuno. Perché non rispondi?
Mi butto sul letto, con lo sguardo fisso al soffitto. Niente rimorsi, Viola, niente rimpianti. Mi raccomando.
Ding. Un messaggio! È lei!
“Sono all’estero, non so quando tornerò, non ho in programma spettacoli a Milano.”
La freddezza di queste parole mi gela il cuore. Non rispondo. Almeno non ora.
Sono già le undici di sera, forse posso provare a dormire… Ma il caldo è insopportabile, prima di andare a letto è meglio se faccio una doccia fresca.
Quando torno in camera c’è una chiamata persa del mio padrone ed un messaggio: “Chiamami, urgente, ottime novità.”
Oddio, lo chiamo qui con i ragazzi che possono sentire? Non è il momento.
“Posso chiamarti domani?” Scrivo.
“Possiamo sentirci adesso? È urgente. E ti assicuro è un’ottima notizia.”
“Dammi qualche minuto.”
Mi vesto con una gonna leggera, canottiera e sandali, anche se siamo ai primi di settembre è ancora una serata molto calda, mi sistemo comunque il trucco e scendo in strada.
“Ciao, dimmi.” Faccio io quando il padrone mi risponde.
“Viola!” Grida lui al telefono. “Anzi, Lady Violet! Sei una grandissima pornostar, lo sai?”
“Non esageriamo, adesso…”
“Da oggi non è più una esagerazione.”
“In che senso?”
“È uscito ieri, anticipatamente rispetto ai tempi, Anal Milf Sluts 4, ha già decine di migliaia di spettatori paganti, l’azienda che monitora la distribuzione lo ha già trovato in decine di siti pirata, tutto in un giorno, e sai perché?”
“Perché?”
“Perché una delle porcone che si fa aprire il culo in quel film è entrata nelle nomination sia di miglior scoperta milf che di miglior scena three way.”
“Three way?”
“Sì, un cazzo in bocca, uno in figa e uno in culo.”
“Ah, ok.”
“Non puoi non sapere cosa è un three way, visto che hai la nomination come miglior scena!”
“Io ho la nomination?”
“Sì, guarda, sei brava, ma cazzo, così brava non immaginavo. Forse…”
“Forse?”
“Forse hai ricevuto una bella spinta. Sai quel tizio che ti ha scopato con Nastia a Praga? Se ricevi ben due nomination al tuo primo film secondo me è stato grazie ad una sua spinta, si vede che anche a lui è piaciuto il tuo bel culetto.”
“Veramente non mi ha inculato. Neanche scopato… Ci ha solo fustigato e pisciato in bocca.”
“Be’, posso capire, sì… sì, si dice che è uno dai gusti un po’ particolari. Ma chi se ne frega del perché e del come, sta di fatto che sei una star, comunque vada l’assegnazione del premio. Hai il passaporto valido?”
“Il passaporto?”
“Sì, ai primi di ottobre andiamo a Los Angeles per le premiazioni.”
“A Los Angeles?” Oddio, questo non me lo aspettavo.
“Comunque ne parliamo a Praga.”
“Praga?” È su di giri, non lo seguo.
“Sì, per i film.”
“Quali film?”
“Ah, è vero, non te l’ho detto ancora. Hanno confermato Les Anal Slaves, farai una scena a tre con altre due donne, è un film BDSM ricordi? Poi vediamo se sarai la mistress o la slave. Oltre a quello c’è in programma un’altra scena per te, questa volta un anale a due, tu e una ragazzina giovane, con Derrik Driller!”
“Chi è?”
“Cavolo, Viola, devi farti una cultura, è una delle icone del porno. Un cazzo signorile, sta duro per ore, spaccherà il tuo culo e quello della disgraziata che girerà con te, ti giuro vi aprirà in due.”
“Prospettiva interessante…” commento io con fare ironico.
“Non scherzarci, è un onore girare con Derrik, cazzo Viola, non so se ti rendi conto, ma visto che sei nelle nomination il tuo cachet crescerà e non poco. Dobbiamo andare a Praga e starci almeno un paio di settimane, giriamo le due scene e parliamo con la produzione, c’è un apertura per un tuo progetto personale.”
“In che senso?”
“Possiamo pensare a fare un film in cui sarai tu la protagonista, con il nome nel titolo, farti comparire in quasi tutte le scene, insomma, Viola, sei una star.”
Ci accordiamo sulle date del viaggio a Praga, poi chiude la telefonata dicendo che mi manderà una mail con i contratti dei due nuovi film, parleremo di Los Angeles fra un paio di giorni e non devo preoccuparmi di nulla, è tutto spesato.
“Ah, ti contatterà domani un’agenzia di comunicazione, li ho ingaggiati per darti una mano sui social network, metterti a posto tutti i profili, aumentare i follower, non fare nulla online finché non hai parlato con loro, sei una star, ricordatelo.”
Sono una star. Quando metto già il telefono continuo a ripetere dentro di me: sono una star.
Durante la passeggiata, mentre parlavo, sono arrivata un po’ lontana da casa, in una piccola via con due o tre baretti che conosco anche se non li frequento di solito. Ci sono molti ragazzi giovani nei tavolini fuori, è una bellissima serata. Sono una star, festeggiamo con un bicchiere, penso fra me e me.
Arrivo al primo bar e vado al bancone.
“Cosa ti servo?” Mi chiede la barista, carina anche se troppo ricoperta di tatuaggi e piercing per il mio gusto.
“Devo festeggiare, un bicchiere di bianco frizzante.”
“Ok.” Mi risponde con un monosillabo. Prende il bicchiere, versa la bottiglia che ha in ghiaccio sul bancone. “5 euro.”
Pago e prendo il bicchiere. Mi rilasso sullo sgabello e mando giù una buona sorsata di vino freschissimo, mi ci voleva! Sono una star. Altri due sorsi e il bicchiere è finito. Sono una star.
Appoggio il bicchiere al bancone e la ragazza me lo riempie.
“No, grazie, non ne ho chiesto un altro.”
“È offerto da loro.” Fa un cenno del capo a una coppia di ragazzi sulla ventina seduti all’altro capo del bancone che mi guardano con il telefono in mano.
Prendo il bicchiere, mi alzo e mi avvicino a loro.
“Grazie, ragazzi.”
“Non c’è di che. Sono Fabio.” Dice uno allungandomi la mano, che stringo. “E io Claudio.” Fa l’altro.”
“Piacere, Viola.” Rispondo.
“È Violet!” Sussurra uno dei due all’altro.
“Come?” Chiedo io stupita.
“Sei Lady Violet?”
Rimango perplessa.
“Scusa, forse abbiamo sbagliato persona…” Fa uno di loro, visto il mio silenzio.
“Forse. O forse no.” Rispondo io, allungandomi per guardare cosa c’è sullo schermo del suo telefono. Lui lo sta tenendo nascosto, si guardano fra di loro. C’è molto imbarazzo.
“Sai chi è Lady Violet?” Mi chiede uno.
“L’attrice?” Chiedo io.
I due si guardano. Poi uno gira il telefono verso di me, c’è la copertina di Anal Milf Sluts 4 in cui sono montate le foto delle partecipanti, io sono ripresa di spalle, mentre tengo il culo aperto e faccio l’occhiolino al fotografo.
“Posso vedere?” Allungo la mano e lui mi da il telefono. Allargo l’immagine con due dita per vedere meglio. “Sapete una cosa divertente? Non avevo ancora visto la copertina.” Gli restituisco il telefono con l’immagine zoomata sul mio buco aperto. “Sono venuta bene, però, che dite?”
I due esplodono in mille complimenti, si danno dei colpi uno con l’altro. “E’ un onore.” “Sei veramente tu.” “Non ho mai conosciuto una pornostar.” “L’ho visto oggi, sei una bomba.”
“Grazie, ragazzi,” faccio io accompagnando con un gesto della mano come a dire smettetela, “sono lusingata. Volete un autografo?”
“Possiamo farci un selfie?”
“Certo.” Poi penso alle parole del mio padrone, non fare nulla sui social prima di aver parlato con l’agenzia. “Oh, mi spiace, ma non posso…”
“Non puoi?”
“Sapete com’è, ho un’agenzia che mi cura l’immagine, niente selfie al momento.” Sono una star. E non sono neanche ne vestita ne truccata bene.
I due rimangono delusissimi.
“Ho un’idea, ragazzi, venite con me.”
I due si guardano perplessi, poi uno scende dallo sgabello e fa cenno all’altro di seguirlo. Li porto in bagno, apro la porta del bagno degli uomini e faccio segno di seguirmi. Quando siamo dentro chiudo con il gancio. “Datemi i telefoni.”
“I telefoni?”
“Sì, niente foto, fidatevi di me.”
Loro mi danno i telefoni, che metto nella borsetta, poi mi chino davanti a loro. “Abbassate i pantaloni.”
I due si guardano negli occhi, sono come bambini che incontrano dal vivo babbo natale. Dopo un attimo di perplessità si aprono i pantaloni e se li calano.
“Anche le mutande.”
Non aspettano un secondo. Sono già entrambi duri, uno è messo anche bene, l’altro poveretto non è stato graziato dalla natura, ma non importa. Anzi, inizio a spompinare proprio lui. I due sono ammutoliti, comincio un doppio pompino con grande maestria, guardando entrambi negli occhi mentre passo la lingua da glande a glande, poi giù fino alle palle e su di nuovo al glande. Hanno la bocca spalancata e non fiatano, mi guardano con occhi meravigliati, pieni di intenso piacere.
Il primo viene mentre lo sego con decisione con la cappella appoggiata alla lingua, per non sporcarmi il volto prendo subito la cappella in bocca e succhio tutto il suo nettare. Lo sento gemere, mi godo il sapore dello sperma.
Poi abbandono il suo cazzo e prima di dedicarmi al secondo lo incito: “Dai, sborrami in bocca anche tu.”
Lui resiste per meno di un minuto, poi mi regala anche lui una bevuta di sborra calda.
Mi rialzo soddisfatta, loro hanno il volto felice, luminoso.
“Grazie ragazzi.”
“Wow, grazie a te.”
Riprendo i loro telefoni e glie li restituisco.
“Sicura che non possiamo fare un selfie? Vorremmo un ricordo…”
“Mmmm… no, un selfie no, ma aspetta.” Mi sfilo le mutandine, bagnate come spesso capita quando spompino, e glie le allungo. “Ecco. Non litigatevele.”
I due esplodono in mille ringraziamenti.
“Ok, ragazzi, io adesso esco. Voi aspettate un minuto prima di uscire.”
Mentre torno verso casa con il sapore di sborra in bocca e il fresco dell’aria settembrina sul mio sesso libero dalle inutili mutandine mi sento leggera, viva, felice.
Incredibile, posso permettermi di fare sesso con chiunque, quando voglio, anche con dei ragazzi giovani a cui insegnare il sesso. Aspetta… Scrivo un messaggio al mio padrone: “Ho avuto un’idea per un film, domani ti chiamo e ne parliamo.”
Sono una star. Una porno star.
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