“45 ora dell’usuale arrivo del marito…”
Antonella come tutte le sere stava aspettando il rientro del marito dal
lavoro.
Era rilassata comodamente nel divano di casa di fronte alla tv assorta con lo sguardo a contemplare uno di quei noiosi programmi televisivi proposti ormai cosi’ di frequente nei palinsesti serali ma con il pensiero viaggiava da tutt’altra parte. Come sempre in questi momenti, prima di andare a letto si era tuffata nel suo comodo pigiamone che ormai da anni la scaldava nelle fredde notti invernali.
Era tuttavia sua abitudine non indossare per la notte ne mutande ne reggiseno. Sotto al pigiama pertanto era praticamente nuda. Questa abitudine le consentiva di riposare in assoluta liberta’ e comodita e magari nell’evenienza di un qualche improvviso prurito essere in pochi secondi assolutamente pronta allo scambio di effusioni.
Erano ormai le 22.45 ora dell’usuale arrivo del marito. Di li a pochi istanti sarebbe arrivato.
Il rumore delle chiavi nella toppa infatti non tardo’ a farsi sentire. Puntuale come ogni sera rientrava dal turno lavorativo.
Ormai Antonella riconosceva nei suoni la metodicita’ dei suoi movimenti pertanto concessi alcuni minuti necessari per disfarsi di cappotto, cappello, chiavi, scarpe e quant’altro lo legasse all’esterno.
Quando senti’ i passi venire verso di lei si alzo’ dal divano per andargli incontro e dargli il bacio dell’arrivo.
Si incontrarono a poca distanza dal divano … stranamente infatti la distanza che li divideva fu percorsa in un tempo inferiore al solito.
Come al solito si baciarono sulla bocca ma questa volta il bacio fu molto piu’ prolungato e passionale del solito … cosa che stupi’ un po’ Antonella, ma non tanto quanto successe negli attimi immediatamente successivi.
Aldo infatti le prese il viso tra le mani e con decisione la costrinse tra le sue proteste per quel gesto improvviso ad inginocchiarsi davanti a lui proferendo unicamente queste parole: “Anto … fai il tuo dovere!”
Antonella tra il sorpreso e l’incuriosito ora si trovava a pochi centimetri dalla patta dei suoi pantaloni e quindi da quella posizione privilegiata solo ora poteva scorgere l’evidente rigonfiamento che sforzava sulla cerniera. Non c’era dubbio: Aldo era eccitatissimo e Lei avrebbe dovuto sedare quell’uccello gia’ duro e pronto all’incontro delle sue morbide labbra.
In pochi istanti la zip dei pantaloni si apri’ e scostate le mutande finalmente Antonella poteva deliziare le sue dita del calore emanato da quell’asta di carne vogliosa che ora teneva completamente tra le sue mani. Quei momenti erano sempre estatici per lei. Poter misurare il desiderio del suo uomo a seconda dell’ aumentare delle dimensioni e della turgidita’ del suo uccello la estasiava oltre ogni modo.
Trovo’ l’uccello ormai gia’ duro e pronto per essere ingoiato dalla sua famelica gola … suo marito infatti non tardo’ a spingere la sua nuca verso di lui, con forza, e ad Antonella non rimase altra scelta che farne un grosso boccone.
Tanta irruenza la sconcertava un po, ma ormai sentirsi pompare in bocca da quella carne dura comincio’ a rapirle il pensiero.
Il marito diventava sempre piu’ irruento: non contento estrasse l’uccello dalla sua bocca e con un rapido movimento le sfilo’ il pigima sicuro di trovarla nuda.
La vista dei suoi seni enormi lo arrapo’ ancor piu’: costrinse nuovamente Antonella ad ingoiare la sua carne e mentre la pompava la vista dei grossi seni contribuiva a fargli aumentare la voglia. Poi si chino’ su di lei e non soddisfatto del lavoretto che Antonella si stava impegnando a fare sulla sua asta prese bramosamente tra le mani i seni prosperosi accarezzandoli e strizzandoli in preda all’estasi del pompino.
Cio’ di cui Antonella non si era accorta era che il marito aveva lasciato l’uscio di casa intenzionalmente aperto.Presa dalla foga infatti Antonella non si rese conto che in entrata due uomini, amici del marito, erano gia’ pronti all’azione. Questi infatti una volta entrati si erano denudati e ora ringalluzziti dai mugolii tenevano in mano gli arnesi ormai gia’ gonfi e rubizzi.
L’entrata in soggiorno fu davvero una sorpresa per Antonella che improvvisamente si trovo’ di fronte al fatto compiuto. Con la carne in bocca non fece nemmeno in tempo a proferire parola anche perche’ il marito la rassicuro subito dicendo … questa sera cara … ti facciamo la festa!.
Antonella avava sempre desiderato essere posseduta da piu’ uomini ma ora tre la preoccupavano un po. Gli uccelli che aveva di fronte erano onestamente dei bei esemplari … non esagerati ma di generose dimensioni uno, mentre l’altro spiccava piu’ per la circonferenza che per la lunghezza. La cappella di quest’ultimo essendo un po piu’ piccola e appuntita rispetto all’asta conferiva a quel membro un aspetto un po buffo ma di sicuro godimento.
Di li a poco si ritrovo’ infatti le mani degli uomini che la ravanavano in tutti gli orifizi. Fu staccata a forza dall’uccello del marito e gettata letteralmente sul divano. Uno degli uomini le strappo’ di dosso il pigiama approfittando immediatamente della sua nudita’.
Mentre uno le allargava le cosce l’altro comincio’ a ravanare il suo clitoride in parte gia’ eccitato.
Il marito le pianto’ di nuovo l’uccello in bocca e con rinnovato vigore riprese a pomparla sempre piu’ giu’. Antonella si sentiva l’uccello del marito piantato in gola talmente in profondita’ che faceva addirittura fatica a respirare. Il suo viso cominciava ad arrossire per lo sforzo e per le continue attenzioni dei due uomini che intanto si concentravano sulla fica. Ormai avevano gia’ dilatato le grandi labbra e con le dita le stavano sondando l’intimita’ in maniera sempre piu’ efficace. Gli stimoli iniziavano a far mugolare Antonella che nel frattempo aveva gia’ iniziato a bagnarsi abbondantemente.
Le mani rude erano ovunque. Mentre uno le violava la femminilita’ l’altro approfittava dei suoi seni con crescente bramosia.
Alla fine la rivoltarono pancia all’aria sul divano e con violenza quello che le ravanava la fica la impalo’ senza pieta’: le schianto’ di improvviso l’uccello bollente nella fica senza tanti complimenti mentre l’altro dopo aver sistemato il serpente di fuoco tra le tette di Antonella aveva iniziato una spagnola con un ritmo indiavolato.
Antonella era al massimo dell’eccitazione … era posseduta ovunque … una sensazione mai provata prima …. Il fatto di fremere sotto i colpi di quei tre cazzi assatanati … il fatto di essere alla loro merce’ …. Il fatto di essere usata per soddisfare solo la loro libidine … le inebriava la mente.
L’uomo che la stava montando aumentava sempre di piu il ritmo … ormai la stava scopando come un forsennato. il sentirsi penetrare profondamente e con una foga mai provata prima la faceva gemere e ansimare … la figa ormai era in fiamme … gli umori le uscivano copiosi e le bagnavano le coscie … il sudore degli uomini le dava un senso di animalesco e acuiva la sua voglia di sesso e la bramosia per quei cazzi che la stavano sfondando ovunque.
L’uomo dal cazzo grosso ormai si era impadronito dei suoi seni che ormai erano arrossati dalla frizione di quella pelle liscia e calda … la capella era tesa fino allo spasmo pronta ad esplodere sul suo collo.
L’idea di essere inondata di sperma caldo e copioso la faceva godere ancora di piu’ … ormai era prigioniera di un vortice di passione.
Ora l’uomo prigioniero della sua figa famelica aveva rallentato il ritmo ma i colpi di reni la facevano sussultare particolarmente quando la cappella di quest’ultimo le allargava l’intimita’ fin quasi a sconquassarle lo stomaco … i muscoli interni della vagina avvolgevano quell’oggetto del piacere come una mano. Con i muscoli della figa ormai allenati alle cavalcate poteva quasi sentire le vene e le fattezze di quella carne che la stava si sfondando nell’intimita’ ma che le stava donando un piacere sopraffino. Amava sentirlo dentro fin quasi ad ingoiare anche i coglioni … amava essere sbattuta fino allo sfinimento … amava essere usata con violenza … amava quando la forzavano a fare la porca.
I gemiti si susseguivano a ritmo ininterrotto … ormai gli uomini stavano per venire … gli uccelli erano tesi allo spasimo … le cappelle roventi erano al massimo della dilatazione … il primo ad estrarre la spada infuocata fu il marito di Antonella … ormai era alla fine … l’ingoio senza sosta, grazie anche all’abile lingua della giovane donna, lo avevano portato all’apice della lussuria … non gli restavo che pochi attimi.
Estrasse appena in tempo l’uccello prima di venire copiosamente sul viso di Antonella. L’esplosione fu incontenibile e centro la ragazza in pieno viso. Magici merletti di sperma le impreziosirono il volto rendendola ancora piu’ desiderabile per gli altri due eccitati da quella scena di assoluta passione e libidine.
L’uomo che si era impadronito dei seni di Antonella venne praticamente subito dopo con un muggito animalesco. Antonella si trovo’ inondata di sperma bollente. Non aveva mai provato un eiaculazione cosi’ copiosa … sembrava che quei due ciglioni riuscissero a contenere litri e litri di sperma bianco e caldissimo.
La sua candida pelle arrossata dallo sforzo per l’ingroppata senza precedenti era ormai pervasa da fiumi di sborra. Questa le colava da tutte le parti … i seni ne erano completamente invasi … l’odore dolciastro dello sperma le saliva su per le narici e le drogava il cervello.
C’era ancora lo scopatore folle che le stava sfondando l’utero … questi non ne voleva sentire di cedere ma non appena Antonella senti’ dentro di lei aumentare le misure dell’uccello sin quasi a scoppiare capi’ che era il momento … della venuta.
Lo scatto fu fulmineo … giusto il tempo di estrarre la carne martoriata dalla monta forsennata che Antonella fu investita nuovamente da un poderoso fiotto di sperma caldissimo. Nuovamente si trovo’ annaffiata dal pube al collo tanto fu potente l’eiaculazione.
Inarcando leggermente la schiena Antonella si cosparse il corpo di quella linfa vitale, lo spalmo’ sui seni procaci e poi succhio’ le dita per non perderne una goccia.
I tre uccelli la osservavano dall’alto mentre lei distesa sotto di loro ammirava quella carne ormai stanca e penzolante che le aveva donato tanto piacere. Ora li avrebbe succhiati e ripuliti per bene di tutto lo sperma che ancora li imbrattava per non perderne una goccia ma soprattutto nella speranza che la sua abilita’ di pompinara riuscisse a ridonare loro vigore per ricominciare nuovamente!
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