“Il giorno dopo, come d’abitudine io, mio marito e mio figlio andammo allo stadio…”
Sono Paola, vivo a Torino e sono grande tifosa Juventina.
Lavoro come
impiegata in una ditta di trasporti.
Ho sempre a che fare con uomini, anche abbastanza abbrutiti dal duro mestiere del camionista.
Ho 33 anni, sono felicemente sposata da 5 anni ed ho un bellissimo figlio.
Di me dicono che sono carina, nel mio metro e cinquantacinque; minuta di fisico, bionda occhi verdi, capelli castani che porto a caschetto.
Mi tengo in forma frequentando la palestra di arti marziali, cosa molto utile sul mio ambiente di lavoro.
Non ho un gran seno (3° scarsa) ma, dicono che abbia charme e riesca involontariamente ad attirare l’attenzione dei maschietti.
Sono sempre stata fedele a mio marito e sono soddisfatta sotto ogni punto di vista.
In ditta di maschi ne passano tantissimi, alcuni ci provano ma ho imparato a metterli in riga.
Ultimamente è arrivato un nuovo camionista, un ragazzotto sui 25 anni, snello di fisico, ben messo come muscolatura e stranamente anche educato.
Non è come gli altri che tra parolacce e bestemmie non riescono a mettere assieme un concetto, lui è diverso e si è subito fatto notare tra la marmaglia.
Capita spesso che scambiamo qualche parola e che ci fermiamo insieme per la pausa caffè.
Parlando scopro che è single per scelta ma che ha anche un altro grosso difetto per me, è Torinista !
Ci divertiamo a prenderci in giro, io Juventina e lui Torinista.
Mi ricordo che era la vigilia del derby (25/04/2015), eravamo in ditta di sabato per smaltire qualche arretrato quando, scherzando e parlando del derby lui mi dice: “scommettiamo che quest’anno vinciamo noi”?
Io appassionata di statistiche, sapevo che il Torino erano 20 anni che non vinceva un derby, quindi dico: “certo, accetto la scommessa ma cosa scommettiamo”?
Lui mi guarda dall’alto in basso e mi stupisce: “tu mi piaci, se vinco io tu vieni a letto con me se invece vinci tu io … ti do metà della mia busta paga” di questo mese !
L’idea di tradire mio marito non mi era mai passata per la testa, ma caspita, il sapore di almeno 600/700 euro erano allettanti.
Ero tremendamente indecisa.
Lui mi piaceva e certo è che, se avessi perso ne avrei beneficiato ugualmente.
Stavo per rifiutare alla scommessa quando, la mia bocca non diede retta al mio cervello e mi trovai a dire: “va bene accetto”!
Era fatta ! L’avevo combinata grossa !!! Non mi restava che sperare nella mia adorata squadra !
Lui mi sorrise compiaciuto e per tutta la giornata non tornammo sulla scommessa.
Il giorno dopo, come d’abitudine io, mio marito e mio figlio andammo allo stadio.
La partita pareva mettersi bene, Pirlo portò in vantaggio la Juventus ma, sul finire del primo tempo, Darmin pareggiò!
Tra me pensavo, non ci saranno né vincitori né vinti quindi mi poteva anche andar bene.
Nel secondo tempo un maledetto gol di Quagliarella regalò la vittoria finale al Torino, dopo 20 anni il Torino usciva vittorioso in un derby !
Mio marito si rese subito conto di quanto ero dispiaciuta, piangevo!
Cercò di consolarmi dicendo che non dovevo prendermela così per una partita persa ma, non sapeva in quale guaio mi ero cacciata !!!
Il giorno dopo mi misi in malattia, simulai di sentirmi male e non andai al lavoro.
Ero in crisi, non sapevo come uscire da quella situazione. Non potevo assentarmi per sempre.
Il martedì tornai in ditta, cercando di far finta di nulla. Lui non c’era, era fuori col camion.
Nel pomeriggio però ricevetti un sms “scommessa vinta domani il capo non c’è, alle 17, dopo la chiusura, ti aspetto in magazzino! “
Un senso di ansia mi pervase ma. Avrei dovuto nuovamente mettermi in malattia?
No, dovevo onorare la scommessa ! Avrei tradito mio marito !
La notte non riuscivo a dormire, una parte di me era arrabbiata mentre, nel basso ventre, sentivo un prurito inaspettato, una voglia che cresceva di ora in ora.
Arrivai alla conclusione che almeno “avrei dovuto divertirmi”.
Il mattino, dopo aver accompagnato il bimbo all’asilo ed organizzato con una mia amica che andasse lei a riprenderlo, adducendo che io avrei dovuto fare straordinario al lavoro, mi fermai in farmacia a prendere dei preservativi ed uno spermiocida, per evitare rischi.
Mi ero vestita come d’abitudine, pantaloni, camicia e scarpe tutto rigorosamente come da divisa aziendale. Volevo provare a smontarlo! Imbruttirmi il più possibile sperando che desista.
Il tempo passava velocemente grazie agli impegni di lavoro ma, il pomeriggio mi appariva pesante come un macigno. L’ora di chiusura stava per arrivare !
Arrivarono le 17, io restai al mio posto come fossi impegnata in un lavoro urgente aspettando che tutti i colleghi uscissero.
Con l’animo di uno che va al patibolo mi diressi verso il magazzino.
Roberto, così si chiamava, era già lì ad aspettarmi!
“temevo tu non venissi” mi disse sorridente.
Non mi dette la possibilità di rispondere, mi abbraccio ed appoggiando le labbra alle mie, introdusse la lingua nella mia bocca.
Aveva un buonissimo sapore, e sapeva baciare benissimo.
Io chiusi gli occhi e mi abbandonai a lui.
Le sue mani mi toccavano ovunque, mi carezzavano dolcemente cariche di desiderio; ero una bambolina nelle sue mani.
Inizialmente rimasi rigida poi piano piano iniziai a sciogliermi e risposi ai suoi baci.
Il mio respiro si faceva sempre più affannoso e si capiva che l’eccitazione stava prendendo il sopravvento sul rimorso di tradire mio marito.
Dopo poco il pensiero di mio marito scomparve del tutto e mi trovai a concentrarmi solo sul piacere.
Mentre seguivo i miei pensieri non mi resi conto che Roberto mi aveva tolto la divisa da lavoro e che ero rimasta in mutandine e reggiseno.
Lui si era completamente denudato !
Un bell’arnese di circa 22 cm si ergeva con evidente segno di gradimento.
Mi ammirava e pregustava il momento in cui sarei stata sua.
Rimasi stupefatta della sua dotazione, allungai una mano per tastare le sue doti.
Mi inginocchiai davanti a lui, avvicinai la mia bocca e con la lingua iniziai ad assaporare la sua cappella.
Ero partita! Ormai avrei solo pensato a godere ed a far godere.
Succhiai il suo membro da prima concentrandomi sul prepuzio con leccatine leggere poi, allargai la bocca e lo accolsi totalmente, cosa che a lui parve far molto piacere.
La sua mascolinità era molto preponderante, rischiavo di soffocare nel tenerla tutta in bocca ma, con impegno ce la feci a farlo entrare tutto.
Prolungai il pompino nell’intenzione di farlo venire, al fine di sperare che, una volta ottenuto il piacere mi esentasse dal resto ma, mi sbagliavo.
Venne copiosamente nella mia bocca, lo sentii arrivare e provai a staccarmi dal suo membro ma, tenne la mia testa fino a quando non ebbi ingoiato tutto il suo seme.
Mi alzai, sperando che fosse finita nell’intenzione di rivestirmi.
Lui invece mi afferrò e riprese a baciarmi.
“Non puoi mica cavartela con così poco”!
Mi tolse il reggiseno, mettendo in evidenza le mie piccole tette con i capelli irti dall’eccitazione.
Da prima li afferrò tra le sue dita nodose stringendoli e provocandomi gridolini di dolore poi
iniziò a baciarli mentre, con la mano andò alla ricerca del mio sesso.
I capezzoli eccitati erano talmente eccitati che ci si poteva attaccare un quadro.
Mi leccava le aureole in modo circolare aumentando la mia eccitazione.
Naturalmente in breve tempo le mutandine raggiunsero il reggiseno sul pavimento.
Le sue mani rugose esploravano la mia intimità.
I suoi polpastrelli callosi tintillavano il mio clitoride.
Un dito di dimensioni ragguardevoli si fece strada nella mia fichetta, rubandomi un rantolo di piacere.
Iniziò a masturbarmi mentre con l’altro dito, complici i miei umori vaginali, dopo averlo lubrificato a dovere iniziò a stuzzicarmi il culetto.
Ero in estasi !
Avevo un dito in fica ed uno in culo che ritmicamente mi masturbavano.
Grondavo umori come una fontana.
Inutile dire che venni senza neppure accorgermene.
Mi prese di peso, appoggiandomi su un pancale!
Spalancandomi le gambe si mise a succhiare il nettare che stava uscendo dal mio piacere.
Io deliravo, dicevo frasi sconnesse.
Eh venne il momento!
In quella posizione ginecologica, si mise in piedi difronte a me, afferrò il suo arnese grondante di piacere, lo puntò all’entrata della mia fichetta ed in un sol colpo fu dentro di me!
Io urlai contro di lui, non di dolore o piacere ma, per non essersi messo il preservativo.
Lo implorai di uscire e metterselo ma, non volle ascoltarmi.
Mi guardava come un leone osserva la sua preda.
Iniziò a pomparmi come un forsennato. Io piangevo per la paura di restare incinta.
Il ritmo si fece più assiduo, le mie paure stavano sparendo lasciando spazio al piacere che arrivava dal mio basso ventre.
Il suo cazzo nodoso si addentrava in me ed io ero in estasi!
Sapeva scopare eccome, alternava il ritmo, mentre con la bocca mi baciava capezzoli e bocca alternandoli.
Da quanto ero eccitata arrivai a desiderare di sentire il suo sperma dentro di me! Mi scordai che avevo lo spermicida e quanto altro, stavo godendo e questo bastava!
Volle cambiare posizione, mi mise in piedi girandomi di spalle. Io ingenuamente pensavo che volesse penetrarmi in quel modo invece mi stupì nuovamente.
Mentre ero spalle a lui con le mani appoggiate sul pancale in attesa di essere penetrata nella fichetta, con un movimento rapido, sfruttando gli umori, punto il suo arnese al mio culetto (ancora vergine ma non lo sapeva) e zac ! Era dentro.
Questa volta urlai di dolore. Lui se ne rese conto.
“Scusa non potevo immaginare tu fossi ancora vergine lì”
“Ormai è fatta, vedrai che in poco proverai piacere”
Stette fermo per farmi abituare al corpo estraneo e dopo poco iniziò dei movimenti crescenti che in breve, effettivamente, mi portarono a godere di essere inculata.
Si accorse dai miei gemiti che la cosa iniziava a piacermi ed aumentò il ritmo.
Cambiò ancora posizione. Si stese a terra e con quel totem bene in vista mi invitò ad impalarmi.
Ero sotto il suo dominio. Ubbidii.
Mi misi a cavalcioni su di lui e mi calai piano, impalandomi faccia a lui
Le sue mani andarono sui miei seni.
Io mi impalavo e lui aggiungeva piacere giocando con i miei capezzoli che mi trasmettevano ondate di piacere.
Ero in fiamme. Venni in quella posizione almeno 3 volte.
Il mio bacino si muoveva in modo autonomo come un amazzone cavalca il suo stallone.
Lui era al limite, lo capii, speravo che mi facesse alzare in tempo invece…mi inondò l’utero con una sborrata infinita. Lo sentivo pulsare dentro di me.
Quando me ne accorsi era troppo tardi.
Mi alzai di scatto ma ormai il peggio era compiuto.
Grondavo sborra dalla mia fica.
E’ fatta, sono incinta pensai.
Mi arrabbiai mandandolo a fare in culo.
Lui beffardo sorrise dicendo “almeno ti è piaciuto, hai urlato come una pazza”.
Mi stavo rivestendo per andarmene quando mi disse: “voglio farti un regalo che è anche una confidenza- sono sterile quindi tranquilla è impossibile tu sia incinta”.
Andai verso di lui, lo baciai e mi lascia sfuggire “ a quando la prossima scommessa”?
– to be continued –
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