“Giocando
– Franco non mi dire che hai scoperto la vera natura di mia cugina
– Si, e devo dire non è male affatto
Menai il suo cazzo con movimento…”
La sera che arrivò a casa il cugino Gianni pioveva in maniera
incredibile. Il giardinetto davanti casa era diventato una sorta di palude, e l’acqua scendeva giù ripida come un fiume impazzito. I miei lo aspettavano nel pomeriggio ma un ritardo del treno lo aveva fatto arrivare a casa ormai a sera inoltrata. Mio padre era andato a prenderlo alla stazione per accompagnarlo a casa. Il mare, che avevamo praticamente di fronte, urlava minaccioso tutta la sua rabbia scagliandosi con forza contro le scogliere. Tuoni e fulmini che s’alternavano creavano un ambiente niente male per essere estate. Finalmente sentimmo l’auto entrare nel cortile, le ruote stridere sul selciato le portiere aprirsi. ordini concitati da parte di mio padre e la porta aprirsi di scatto. Entrarono. Bagnati fradici. Gianni, mio padre ed un altro ragazzo che non avevamo mai visto.
– ce l’abbiamo fatta
disse il vecchio
– allora, Gianni non è solo ha con lui un amico, Franco
Il ragazzo si fece avanti e tese la mano davanti a mia madre che non perse tempo a stringerla
– mi scusi per la mia presenza non calcolata ma Gianni ha insistito tanto
– non c’è problema alcuno, anzi è un piacere ci dobbiamo solo sistemare per la notte
-per me non c’è problema
disse Franco,
– mi adatto senza problemi
I tre andarono in bagno ad asciugarsi alla bell’e meglio, dopo cenammo. Infine, ci disponemmo per la notte. Tutti sapevano, in famiglia, delle mie inclinazioni femminili mai esposte ma evidenti solo ai non vedenti. Ma ero un ragazzo e dovevo dormire con i ragazzi. Non poteva essere diversamente. Mia madre mi squadrò in qualche modo comprensiva. Così, noi tre ci accomodammo in un lettone matrimoniale della stanza degli ospiti. Insieme.
Gianni doveva aver parlato di me al suo amico. Mi guardava strano. Indossavo dei pantaloncini corti ed una t-shirt, ero grandicello, ma esile e senza tanti peli sebbene lo sviluppo era completato. Amavo indossare slip femminili con tanti ricami e delicati al tatto, il reggiseno no, quello non potevo proprio troppo evidente anche se sentivo crescere in me prepotentemente la voglia di farlo mio. Quindi il primo problema era spogliarsi davanti ai due ragazzi evitando di mostrare lo slippino nero. Cercai di appartarmi in qualche modo mentre i due scherzavano e ridevano tra di loro. Poi mio cugino mi guardò e mi disse
– dai vieni anche tu
mi avvicinai e presero nel mezzo anche me. Erano ragazzoni più grandi di me di almeno sette anni. Muscolosi e potenti. Mi abbracciarono, sollevavano con una facilità irrisoria. Poi si stancarono e si gettarono su letto. Cosa che feci anche io. Tutti e tre, svegli ci mettemmo a raccontarci le storie. Poi mi addormentai. Mi svegliai in piena notte. Mi accorsi che non avevo indossato il pigiama, avevo ancora gli slippini. Poi mi resi conto che uno dei due ragazzi mi aveva buttato addosso il braccio impedendomi di muovermi senza svegliarlo, l’altro invece mi stava addosso dormendo, apparentemente. In realtà sentivo il suo pene preda di un’erezione mostruosa premere addosso al mio sedere. Lo sentivo muoversi lentamente ma con regolarità, mi spostai per facilitargli i movimenti e permettere al suo affare di arrivare tra le mie natiche. Come mi spostai il cazzo scattò come una molla piantandosi praticamente al mio culo. Non avevo mai avuto un incontro ravvicinato con un cazzo in tiro ed adesso poteva accadere ma dovevo stare attento. Percepivo nell’oscurità i movimenti del ragazzo che adesso si avvicinava sempre di più alla mia fica anale con il suo ariete. Visto che non riusciva ad arrivare all’obbiettivo il ragazzo aveva deciso di passare all’azione così avvicinò la mano al mio sedere e trovatolo protetto dai short pensò bene di sbottonarli, Finsi di dormire e lo lasciai fare.Abilmente sbottonò i pantaloncini e tirò giù la lampo. Pensai:
– adesso vedrai la sorpresa
infatti entrò con la mano nei short ormai liberi ed incontrò il ricamo delicato e leggero della mia lingerie. Sentii il suo cazzo vibrare di eccitazione.
– allora è vero, sei una ragazza!
mormorò Franco. Come risposta allungai il braccio verso di lui e con la mano cercai il suo cazzo. Mamma mia, quanto era duro e grosso. Lui lanciò un soffocato mugolio di piacere mentre io iniziai a menare il suo attrezzo. Prima cercai di capire bene la consistenza del pene eretto. Poi mi concentrai sulla cappella serica e delicata ma gonfia di piacere. L’accarezzai bene e con palmo della mano passai a massaggiare il prepuzio. Cose che avevo visto fare dalle attrici nei porno film che avevo visto nel cinema di città. La cosa sembrava funzionare visto che il godimento di Franco era evidente. Mi piazzo un dito tra le natiche cerco il buchino e lo violò. Quando entrò dentro di me non potei trattenere un urletto di piacere che fece sobbalzare Gianni. Avevo un dito di Franco ben piantato in fica ed in mano il suo cazzo, non era una situazione idilliaca da far vedere ad un cugino. Gianni aprì gli occhi al buio. Mi cercò con al mano. Emisi un gemito perché Franco aveva mosso il dito.
– Che succede?
disse.
Strinsi forte il cazzo di Franco.
– Niente Gianni – dissi con un filo di voce effeminata – io e Franco stavamo… giocando
– Franco non mi dire che hai scoperto la vera natura di mia cugina
– Si, e devo dire non è male affatto
Menai il suo cazzo con movimento leggero per ringraziarlo dell’apprezzamento, rispose, come mi aspettavo, sditalinando la mia fica che ora era vittima di un ritmico movimento ad accelerare del suo dito. Adesso volevo di più, la presenza di tutto quel testosterone mi dava alla testa, ero ubriaca di sesso. Gianni si mosse al buio. Si staccò da me e lo sentii alzarsi e riavvicinarsi. Mi fece girare a faccia in su e questo costrinse Franco ad uscire e io dovetti lasciare la presa su quel bigolo enorme. Dopodiché, mi cavalcò sul petto in modo da avere il suo cazzo davanti alla faccia. Non lo avevo mai visto prima e devo dire che non era grosso come quello dell’amico ma più lungo e meno nodoso. Infatti, istintivamente lo presi in mano e lo smanacciai. Mi fece fare. Dopo ordinò
– alza la testa
infilò un cuscino sotto di essa
Mi posizionai in modo da avere il suo membro davanti alle labbra. In un film porno la protagonista si fece scopare da un gigantesco cazzone nero che splendeva e riluceva per la sua durezza. Entrava ed usciva dalle labbra con velocità variabile sino a eruttare un fiume di sborra bollente che lei non riusci ad ingoiare tutta. Di quella scena che, evidentemente, doveva essere molto gradita all’attrice, mi tornò in mente lei che tastava il corpo del maschio mentre la scopava in bocca seguendo il profilo dei muscoli.
– Brava hai capito
disse il cugino infoiato
Il suo cazzo era in tiro si avvicinò alle mie labbra
– dai giochiamo, so che ti piace
Schiusi le labbra come farebbe la fica e lui piano entrò, benvenuto direi. Si assestò cosa che feci anche io in previsione della cavalcata a seguire. Si buttò avanti aggrappandosi alla testata del letto. Adesso era sopra di me. Il suo cazzo nella mia bocca, le mie mani sul sacco scrotale e giocare con i testicoli ora lasciati alla gravità. Uscì dalla bocca lentamente, respirai e subito riaffondò. Prese le misure ed iniziò il suo galoppo. Mi sentivo femmina, desidera e sensuale. Un maschione mi scava la bocca con il suo cazzo, Un altro è in agguato ed intanto gioca con la mia figa. Le mie dita sul suo corpo sudato seguivo il profilo dei muscoli tesi da maschio, poi mi gingillavo con i testicoli. Tutto come farebbe una donna. Franco intanto, ce l’aveva con il mio culo e lo voleva. Era in ginocchio, mi bloccò le caviglia e le tirò su fino a poggiarle sulle sue spalle. Divaricò così le natiche esponendo la fica al suo cazzone. Ero così presa da quanto stava portando avanti Gianni che non mi accorsi di quel che accadeva giù se non quando sentii il glande sfiorare il buchino. Mi venne in mente una zia che disse ad una delle figlie di stare attenta alla “rosetta” perché sarebbe stata importante per lei. Invidiai la mia cugina perché aveva la rosetta importante. Adesso la mia stava per essere violata da un ramo di quercia. Entrò lentamente infilando parte del glande ed uscendo subito dopo per riaffondare di nuovo questa volta tutta la testa era entrata. Uscì nuovamente. Dai Franco, pensai mettilo tutto, lo voglio. Entrò nuovamente ma stazionò più a lungo prima di uscire. Seguitò così per qualche altra volta in modo che, senza che me ne accorgessi, tutto il suo cazzo era dentro di me.
Gianni continuava a scoparmi in bocca. La mia saliva lubrificava i suoi movimenti. Era infoiato
– ti voglio
– anche io
Uscì dalla bocca e subito mi sentii orfana del suo cazzo
– perché?
– alzati
mi disse in tono secco
Franco usci dalla fica
– inginocchiati dai
così feci,
– mettiti come un cagnolino, a quattro zampe
mi disse in tono suadente
Capii le sue intenzioni. Allargai al massimo le gambe e poi mi buttai ingiù tenendomi per le mani
Franco non perse tempo. Riscaldò il buchino con un dito e poi riaffondò il suo arnese facendomi urlare di piacere. Gianni era in ginocchio davanti a me. Il suo cazzo ancora bagnato dalla mia saliva davanti alla mia bocca. Franco scopava da Dio. Colpetti secchi rallentati e poi più decisi e veloci. Ogni tanto si fermava per farmelo assaporare tutto e poi ricominciava. Il mio corpo sussultava ad ogni suo colpo di reni. Per poter godere in fica ed in bocca contemporaneamente dovevo necessariamente aggrapparmi ai fianchi di Gianni. In modo che ogni stoccata di Franco come un’onda del mare s’infrangesse in Gianni. Così feci.
Franco mi scopava, ed io con la bocca andava sull’asta turgida di Gianni. I muscoli addominali di Gianni erano duri e lo apprezzai da brava ragazza che ero. Andammo avanti così per un po. Forse quello che ogni donna normale sogna stava accadendo a me.
– Sto per godere
mormorò Gianni
– Si
– Vuoi che venga in bocca?
Che gentile pensai, quanto è premuroso
Intensificai il ritmo del pompino per fargli intendere la mia risposta
s
Sentii i suoi muscoli vibrare. Stava per arrivare l’onda bollente di piacere.
Non mi fermai, ma indietreggiai in modo da avere in bocca solo testa del suo pene. Lui mi prese la testa e la tenne ferma. Lanciò un gridolino soffocato. Mi fermai aspettai due o tre secondi. Arrivò un primo schizzo leggero staccai le labbra dal cazzo e me la gustai, poi vomitò sperma a getto continuo come solo i ragazzi possono fare. Le mie mani sui testicoli e li sprimacciavo e lui gettava sborra sul mio viso, sulla mia bocca. Quando finì mi aggrappai ai suoi fianchi e tornai a prendere il suo membro in bocca er ancora durissimo. Franco intanto ci stava dando dentro anche lui. Mi scopava ed adesso che ero libera nei movimenti poteva sfogarsi come meglio riteneva opportuno. Mi cavalcava con sapienza, poi accelerò e capii che era arrivato anche per lui il momento di darmi soddisfazione. Si sfilò e velocemente si mise davanti a me. Avevo in bocca il sapore di Gianni. Mi disse
– menalo tu fino a farlo esplodere
Così feci e bastarono pochi colpetti che esplose copiosamente.
Solo allora mi accorsi che indossavo ancora i miei slip
– Sei brava più di tante ragazze
– io sono una di loro
Ci addormentammo.
Mi svegliai, come sempre, all’alba. In bocca il sapore di maschio. Ai miei lati i due ragazzi., La luce che filtrava dalla finestra lasciava intendere che sarebbe stata una bella giornata di sole dopo la burrasca della sera. Vedevo i profili dei due maschi. Franco era riverso di faccia sul cuscino. Gianni invece dormiva sulla schiena. Tutti e due nudi. Addosso solo i boxer. Mi avvicinai a Gianni. Il suo cazzo era in tiro o era uno scherzo dei miei occhi? No, trattenuto a stento dai boxer quella meraviglia di cazzo era in tensione spasmodica. Bisognava intervenire. Con due dita tirai indietro il lembo delle mutande e subito fece capolino la testa gonfia e rosso che tanto mi aveva dato godimento la notte. Con un dito mi soffermai sul filetto. Lui iniziò ad apprezzare anche se era chiaramente addormentato. Stava sognando qualcuno che gli faceva un bel pompino.
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