In un piccolo paesino è facile annoiarsi, non succede mai niente, ci si conosce tutti e anche le relazioni amorose o sessuali si limitano sempre alle stesse persone, per cui trovare un vero momento di svago o di divertimento è difficile. Non per me, che ho osato spingermi oltre la decenza pur di provare attimi di estremo godimento e l’ho fatto con grande consapevolezza senza pentirmi. Mi chiamo Lucia e ho 34 anni, sono sposata da cinque anni con Luca, ma lui non c’è quasi mai, lavora sulle navi, sta via sei mesi l’anno e sono sicura che mi tradisce con tante troiette, poi torna qui e fa il marito perfetto. Non abbiamo figli e questo mi fa sentire ancora più sole, inoltre, in questo paesino la gente è davvero bigotta, tutti pensano che devo fare la brava moglie che aspetta il marito, ma io sono stufa e così ho deciso di rompere gli schemi. Prima ho iniziato a far venire di notte degli uomini a casa mia, uomini di altri paesi che intorno all’una senza farsi notare, entrano e mi fanno godere, mi sono fatta le migliori scopate, ho provato tanti cazzi, ho scoperto che quello di mio marito è mediamente piccolo e che ci sono uomini che sono molto dotati e che riescono a farmi godere di più. Una sera ho conosciuto Mattia, un ragazzo di 25 anni, aveva una voglia assurda di scopare, la sua ragazza lo aveva lasciato da un po’, non si era ancora ripreso e doveva sfogare, gli ho detto di venire a trovarmi in piena notte, ha bussato puntuale all’una. L’ho consolato facendogli un bel pompino, poi mi ha ringraziata scopandomi a pecorina contro il tavolo della cucina, la mia posizione preferita, mi sento molto porca in quel modo e godo di più. Ma non voglio limitarmi a raccontare le scopate notturne con uomini diversi, quello che voglio rivelare è la scopata più assurda che abbia mai fatto. Ovviamente, all’inizio, dopo aver fatto sesso con altri uomini, mi sono sentita un po’ in colpa, a volte mi svegliavo durante la notte un po’ tormentata, così ho deciso di andare a confessarmi dal parroco. Il prete, Don Luca, un uomo di 40 anni molto affascinante, si è subito mostrato interessato al mio caso, come se fosse la prima cosa interessante che sentisse dopo tanti mesi. Non ci ha messo molto a capire che il mio caso era molto interessante, mi sono seduta nel confessionale ed ho iniziato a raccontare le mie avventure extraconiugali, quello che mi incuriosiva è che mi chiedeva i particolari e ogni tanto sentivo il suo respiro pesante, inizialmente non ci ho fatto caso, poi le successive volte ho capito cosa faceva: si segava sentendo i miei racconti. Non volevo farmi sfuggire questa occasione, il nostro parroco di certo non era casto e probabilmente si masturbava spesso o si scopava le fedeli di nascosto, decisi che anche io avrei assaggiato il suo uccello. Una sera mi recai in chiesa molto tardi, poco prima che chiudesse e gli dissi che avevo urgenza di confessarmi, vidi il suo viso illuminarsi, chiuse la porta della chiesa, mi disse che sarei uscita da quella sul retro, eravamo da soli, entrai nel confessionale e iniziai a raccontargli nel dettaglio come un uomo mi aveva sfondato il culo, descrivendogli attentamente le posizioni e le reazioni della mia figa. Lo sentii chiaramente segarsi, sentivo la punta bagnata del cazzo fare rumore, decisi che era il momento di fare qualcosa, uscii dal confessionale e senza dire una parola mi inginocchiai ai suoi piedi e presi il cazzo in bocca. Lui si lasciò scappare un gemito, poi mi prese per i capelli e mi guidò in quel bel pompino passionale, ogni tanto spingeva con il bacino per scoparmi la bocca più a fondo. Mi sollevi e alzai leggermente la gonna, non indossavo le mutandine, mi sedetti sul cazzo e lo presi tutto dentro, era bello doppio e sentirlo entrare mi provocò un senso di pienezza. Stavo godendo tantissimo, lui non si tirò indietro anzi, mi fece piegare a pecorina e mi prese per i fianchi, mi aggrappai a una panca e mi lascia scopare in quella posizione, so che era blasfemo fare sesso in mezzo alla chiesa, ma del resto era il parroco stesso a violare ogni contegno. Mentre ci dava dentro mi sussurrò qualche parola sconcia all’orecchio, mi disse che avevo la figa rotta e che il suo cazzo era il migliore che avessi mai preso, io annuii tra un gemito e l’altro, lo supplicai di mettermelo in culo, non se lo fece ripetere, affondò dentro con sicurezza, sapeva che era ben dilatato, i racconti che aveva ascoltato erano ben dettagliati. Mi ha sfondato il culo e la figa, mi ha scopato come se stesse pensando e sperando quello da settimane o da mesi, anche se il mio pensiero di fare sesso con lui era stato più recente, ammetto di aver sentito un senso di appagamento nel momento preciso in cui ho sentito il suo bel cazzone entrarmi nella figa. Abbiamo fatto sesso per un’ora, lui non sembrava volerne sapere di venire, a volte si fermava, forse quando si avvicinava molto al limite, poi riprendeva, me lo faceva succhiare lentamente e poi mi scopava nuovamente, io sono venuta molte volte invece, il mio clitoride era arrossato e la figa grondava umori da ogni parte. Quando finalmente ha deciso che era il momento di venire, lo ha tirato fuori e mi ha ordinato di succhiarlo e segarlo velocemente, l’ho fatto e non mi sono fermata fin quando gli schizzi di sperma caldo non mi sono arrivati in faccia e sulle tette. Dopo aver raccolto il suo sperma e ingoiato, mi ha detto di andare a casa a pregare per quanto era successo e di tornare il giorno successivo per farlo ancora, così da quella volta non faccio che andare da lui quando chiude la chiesa e godere del suo cazzo e delle sue perversioni.
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