Il mio nome è Rosalia S., ho 39 anni e di professione faccio la direttrice in un carcere.
Per ovvi motivi di privacy non vi dico la città dove è sita la casa di pena di cui sono responsabile.
Nel carcere che io dirigo vi sono 70 detenuti, tra cui molti extra comunitari, tutti di sesso maschile ed una ventina a di secondini.
Io sono una bella donna mora alta circa 1.75 cm, molto formosa (quarta misura di reggiseno) due belle gambe lunghe e ben tornite e soprattutto un culo che non lascia gli uomini indifferenti.
Sono bene in carne ma non grassa, peso 62-63 kg , insomma sono una femmina con tutte le curve al posto giusto.
Infatti non lascio gli uomini indifferenti ed in particolare i detenuti e le stesse guardie carcerarie.
La casa circondariale da me diretta è sita su un’isola, quindi sia io che le guardie viviamo nel carcere insieme ai detenuti, io in un appartamento tutto per me, le guardie nella caserma all’interno del carcere, i detenuti naturalmente nelle celle.
Le guardie sono tutte di sesso maschile ed età molto giovane: vanno dai 20 ai 30 anni massimo, anche i detenuti sono mediamente di età molto giovane (il più giovane ha 20 anni il più vecchio ha 42 anni).
Quindi in definitiva vivo su un isola da sola con quasi 90 maschi , che data l’assenza di donne sono in perenne stato di eccitazione.
Io indosso sempre biancheria intima molto sexy: calze a rete o con la riga sempre di colore nero, sorrette da reggicalze o da giarrettiere.Anche reggiseno e mutandine sono molto provocanti, il primo è sempre molto scollato (in pratica copre appena i capezzoli) e le seconde sono estremamente sgambate (sono poco più che un tanga) e lasciano scoperte le chiappe nella loro interezza. Inoltre calzo sempre delle scarpe con tacchi molto alti 12-15 cm e questo oltre a slanciarmi ulteriormente, quando cammino, mi fanno ancheggiare mettendo ancora più in risalto il mio bel culo.
Sopra questa biancheria intima, indosso degli austeri tailleur la cui gonna mi arriva sotto il ginocchio, ma che in compenso mi aderiscono come una seconda pelle, dandomi un aria austera e provocante nello stesso tempo.
Come vi ho già detto sia i secondini che i detenuti fanno su di me fantasie molto sconvenienti per una signora perbene come me e questo naturalmente lusinga oltremodo la mia vanità femminile.
Infatti mi è capitato di ascoltare, non vista , i pesanti apprezzamenti con cui si rivolgevano nei mie confronti, sia i detenuti che le guardie, ad esempio :
– guarda che faccia da troia che ha la direttrice ‘
– che labbra fatte apposta per succhiare il cazzo che si ritrova ‘
– e il culo , come vorrei infilarci il mio cazzone fino a farla urlare ‘
– guarda come sculetta la vacca, sono sicuro che lo fa per provocarci la zoccolona ‘
Sentire questi commenti ,oltre a lusingarmi ,provoca in me un grosso stato di eccitazione, che sono costretta a placare con estenuanti sedute di masturbazione.
Infatti possiedo un vasto campionario di cazzi di plastica di ogni dimensione che mi infilo, durante dette sedute, sia nel culo che nella figa sia alternativamente che contemporaneamente.
Inoltre, mentre mi masturbo, amo anche riprendermi con una telecamera o farmi fotografie mediante autoscatto.Oramai possiedo circa un centinaio di foto dove sono ritratta senza abiti(solo calze e scarpe) in posizioni molto oscene e sullo stesso soggetto sono basate anche una decina di video cassette.
E proprio queste foto e queste videocassette hanno cambiato radicalmente la mia vita nel carcere che io dirigo.
Infatti io ho sempre tenuto ben nascoste nel mio appartamento le foto e le videocassette in oggetto.
Tra i servizi che i detenuti svolgono nel carcere vi è compresa la pulizia del mio appartamento.
Per queste visite io mi diverto a lasciare qualche capo di biancheria intima ben in vista e spesso li ritrovo macchiati inequivocabilmente con della sborra.
Durante l’ultimo servizio di pulizia presso la mia abitazione, i due detenuti di servizio( due bei ragazzi venticinquenni), hanno trovato l’album fotografico e le videocassette ed hanno sottratto alcune foto ed una videocassetta, lasciando al loro posto un messaggio per me:
– illustrissima dottoressa Rosalia S., sono ormai in nostro possesso alcune fotografie ed una videocassetta, che la ritraggono in pose inequivocabili, che dimostrano senza ombra di dubbio che razza di TROIA sia lei.
Se non vuole che queste foto e questa videocassetta la sputtanino sarà meglio che lei,domani pomeriggio, si faccia trovare presso la sua abitazione quando verremo per le solite pulizie domestiche.
Gradiremmo oltremodo trovarla vestita come è ritratta nelle suddette fotografie.
Io mi sono accorta della lettera e dell’ammanco, delle foto e della videocassetta, la sera stessa che erano state sottratte.
Appena lessi la lettera mi sentii mancare , poi fattami coraggio mi informai su chi erano i due detenuti addetti alle pulizie del mio appartamento in quella settimana.
Scoprii che erano due ragazzi di venticinque anni Carmelo D. e Ignazio C.
I due erano stati condannati per stupro a 15 anni di detenzione.
Erano due omoni alti oltre 1.85 m ed avevano un fisico veramente molto muscoloso, inoltre il loro corpo era ricoperto di una folta peluria che gli conferiva un’ aria molto virile e proprio questa caratteristica li rendeva ai miei occhi molto seducenti (sono sempre stata attratta dagli uomini pelosi).
Così, eccitata e spaventata nello stesso tempo, mi preparai al fatidico incontro.
La notte precedente feci molta fatica ad addormentarmi e la mattina dopo in ufficio ero molto distratta per l’ansia che mi attanagliava al pensiero di quanto mi sarebbe accaduto nel pomeriggio. Tornai a casa mezzora prima di mezzogiorno e mi preparai molto accuratamente : feci una doccia , mi pitturai le unghie dei piedi e delle mani con uno smalto rosso fuoco, raccolsi i capelli tirandoli all’indietro in uno chignon e mi truccai il viso rimarcando di nero le ciglia e marcando di un rosso molto acceso le mie labbra.
Come vestiario indossai solo un paio di calze nere con la riga , sorrette da giarrettiere anch’esse nere, un giro collo di perle e due orecchini, sempre di perla, fissi sui lobi.
Ovviamente calzavo un paio di scarpe , anche loro nere, con un tacco di circa 12 cm.
E così addobbata attesi trepidante l’arrivo delle due canaglie.
Alle quattordici in punto i due maschioni entrarono nel mio appartamento , naturalmente erano da soli come da mie istruzioni. Infatti avevo ordinato alle guardie di tradurli fino al mio appartamento e di tornare a riprenderli 3 ore più tardi .
Appena entrati si accomodarono sul divano nel soggiorno e mi rivolsero la parola :
– ma brava la signora direttrice, si è agghindata come una troia per riceverci –
– Grande bagascia ti sei divertita ad arraparci sculettandoci davanti agli occhi per tutti questi anni e adesso ti facciamo la festa –
– Dai sculetta per il locale lurida puttana, facci vedere come sai agitare quelle chiappe ‘
– Dai troia fammi vedere il buco del culo , ti piace ficcarci i cazzi di plastica ? fra un po’ ti facciamo provare quelli veri ‘
– Adesso avvicinati puttanona, che ti palpeggiamo il culo e ti mungiamo quelle tette da vacca che ti ritrovi ‘
Io ubbidii immediatamente e mi avvicinai ai due maschioni i quali iniziarono, appena fui a portata di mano, a palpeggiarmi tutta : mi strizzavano le tettone , mi davano manate sul culo e mi ficcavano le dita sia nel culo che nella figa.
– ragazzi farò tutto quello che vorrete , ma per carità ridatemi le foto e la videocassetta che mi avete sottratto ‘ dissi io
– ma certo troia quando avremo finito di scontare la pena ti restituiremo tutto , perciò dovrai aspettare i prossimi nove anni, nel frattempo ci farai da troia soddisfando ogni nostro capriccio ‘ mi rispose uno dei due che poi continuò
– ci dovrai fare adibire in pianta stabile alla pulizia del tuo appartamento , così tutti ipomeriggi potrai farci da puttana, tutto chiaro troiona ? ‘
– certo tutto chiaro ‘ risposi io ‘
A questo punto estrassero i loro enormi cazzoni (almeno 25 cm) e dopo avermi fatta inginocchiare mi intimarono di sbocchinarli
– su troia, bando alle chiacchiere ed inizia a succhiarci i cazzi , che abbiamo i coglioni carichi di sborra e pronti a riempirti la bocca ‘
– dai facci vedere che brava succhiacazzi sei, in fondo tutti in questa prigione ,sia i detenuti che le guardie siamo convinti che tu sia una grande bocchinara. ‘
– le tue labbra hanno sempre alimentato pensieri peccaminosi , qui dentro ci siamo tutti segati pensando a quella grandissima troia che sei ‘
Mentre i due maschioni mi apostrofavano pesantemente, iniziai a leccare le due superbe aste.Mi alternavo sui due cazzi e passavo la lingua su tutta l’asta, dalle palle al filetto, poi prendevo la cappella in bocca e mi affondavo il cazzo in gola, fino a sfiorare i peli pubici con le labbra.
Poi i due maschioni che fino ad allora erano rimasti passivi , mi afferrarono , prima uno e poi l’altro, per le orecchie ed iniziarono a chiavarmi in bocca e tra insulti irripetibili mi scaricarono una enorme quantità di sborra in bocca, che riuscii a fatica ad ingoiare tutta.
– bene troia adesso che ci siamo un pochettino placati , possiamo iniziare a divertirci con tutta calma ‘
– mettiti a quattro zampe ed inizia a sculettare per la stanza ‘
Io docile come una cagna obbedii prontamente ed iniziai a sculettare a quattro zampe per il locale.
Nel frattempo i due maschioni iniziarono a percuotermi sulle chiappe con le cinture fino ad arrossarmi, a furia di cinghiate , tutto il culo.
Poi mi fecero alzare e mi ordinarono perentoriamente di recarmi a prendere il mio armamentario di cazzi di plastica.
– dai troia nelle foto ti abbiamo vista ritratta con tutti quei cazzoni infilati in ogni buco e vogliamo vederti così agghindata, pure dal vivo. ‘
Sculettai così verso la camera da letto,qui presi la valigia contenente tutto l’armamentario di cazzi finti e feci ritorno dai miei aguzzini.
– dai puttana sdraiati per terra e solleva e allarga le cosce , che adesso facciamo qualche bel giochino ‘ disse uno dei due maschioni
Quindi presero dalla valigia i due cazzi più grossi( 26 cm) e me li ficcarono senza alcuna delicatezza uno nel culo e l’altro nella figa , quasi per la loro interezza.Poi mediante le cinghie di cui i cazzi erano provvisti me li legarono addosso ( in modo che non potessero più uscire).
Mi fecero sollevare e con i due cazzoni infilati mi costrinsero a camminare mentre mi percuotevano le chiappe , sia con potenti cinghiate , che con sonore sculacciate.
– dai troiona cammina , sculettaci davanti agli occhi, facci vedere che puttana sei ‘
– ti piaceva provocarci , ti divertivi a sculettarci davanti agli occhi e a farci arrapare adesso cara la nostra troiona , te le faremo pagare tutte ‘
Continuarono a farmi camminare davanti a loro e a percuotermi sul culo per più di un’ora , poi , eccitati come mandrilli, mi sfilarono i cazzi finti da entrambi i buchi e mi penetrarono , dopo avermi sollevato, stavolta con i loro cazzi di carne.
Mi scoparono a sandwich per un’altra mezzora fino a che non mi farcirono tutte e due i buchi con il loro sperma.
– tieni troia prendi i nostri cazzi ora , sono meglio di quelli finti con cui sei solita trastullarti ? vero troia ?
– minchia come sei fradicia , sei solo una grandissima puttana , più ti torturiamo e più godi sei solo una grandissima vacca ‘
– tieni troia prendi la sborra , ti riempiamo di sperma –
Dopo aver goduto seguitarono a scoparmi (avevano parecchia fame arretrata) , si alternarono in tutte e due i miei buchi per un’altra ora.
Mi lasciarono ansante e soddisfatta da più orgasmi , quasi priva di conoscenza , sdraiata sopra il pavimento.
Poi si avvicinarono tenendo i loro cazzi, ormai mosci, in mano e puntandomeli addosso iniziarono a pisciare, dirigendo l’immondo getto sulla mia faccia.
– Troia apri la bocca che te la riempiamo di piscio ‘
– Si puttana ti usiamo come cesso ‘
Finito di pisciare si rivestirono e attesero che le guardie venissero a prenderli per ricondurli nelle loro celle.durante tale attesa si raccomandarono per il giorno dopo, dicendo che questo non era altro che l’inizio e che avevano altre sorprese per me.
Quel giorno le sorprese non finirono con l’incontro con i due detenuti, infatti appena questi se ne furono andati, ricevetti la telefonata del capo delle guardie :
– dottoressa Speciale sono Anselmi il capo delle guardie ‘
– le telefono per dirle che noi guardie siamo al corrente dei suoi maneggi erotico ‘ sessuale con i detenuti. Quindi se vuole comprare il nostro silenzio deve sottomettersi a noi tutti, accettando di obbedire ai nostri ordini, vedrà che ,troia com’è , si divertirà parecchio con noi. ‘ poi aggiunse
– la aspettiamo stasera alle otto e mezza presso le nostre camerate, agghindata nella stessa maniera in cui ha ricevuto , oggi pomeriggio, i due detenuti a casa sua.
– Le conviene non mancare , perché anche noi abbiamo del materiale fotografico che la compromette parecchio ‘ e continuò
– Si lavi e si profumi per bene , che non vogliamo sentire alcuna traccia del piscio che i due detenuti le hanno lasciato addosso ‘ e senza attendere nessuna risposta riattaccò.
Oramai ero caduta dalla padella nella brace, adesso oltre ad essere la troia privata di due detenuti , sarei diventato sollazzo da cazzo anche di tutte le guardie.
Quindi mi lavai e mi preparai accuratamente per l’appuntamento della sera e spaventata , ma nel medesimo tempo anche molto eccitata , indossando solo un paio di calze a rete nere , sorrette da due giarrettiere dello stesso colore e calzando un paio di scarpe blu con tacco di 14 cm , alle otto e trenta in punto,mi recai all’appuntamento con le guardie carcerarie.
Erano tutti riuniti in una sola camerata al mio arrivo fui accolta con un fragoroso applauso. Le guardie si disposero nel corridoio centrale della camerata, in due file una di fronte all’altra ed io fui fatta camminare in mezzo a queste due file.
Durante questa passeggiata fui palpeggiata da tutti i maschioni i quali completarono l’opera coprendomi di insulti.
– Dai zoccola sculetta in mezzo a noi che poi ti facciamo divertire ‘
– Stasera ci dovrai far sborrare tutti quanti ‘
Tra frasi ingiuriose e palpeggiamenti varie percorsi avanti ed in dietro i dieci metri dove le guardie erano schierate.
Poi il loro capo mi rivolse la parola :
– adesso cara la mia troia ti metti a quattro zampe, ti ficchi questa candela nel culo e percorri tutto il perimetro della camerata e poi sempre a quattro zampe, vieni sotto ognuno di noi e ci succhi il cazzo fino a farci sborrare, in quella tua bocca da succhiacazzi ‘ e poi aggiunse
– per oggi ci accontentiamo di un pompino a testa ma da domani, ogni sera, 4 di noi verranno a casa tua e tu li accoglierai nuda come sei adesso e soddisferai ogni loro richiesta per tutta la serata ‘
Così con una candela ficcata nel culo mi apprestai a succhiare a tutti i presenti il cazzo.
Erano tutti ben dotati (il più piccolo superava i 20 cm, il più grande raggiungeva i 27 cm) , inoltre erano notevolmente eccitati.Infatti mi bastarono poco leccate per ogni cazzo, per ricevere in cambio una copiosa sborrata.Alla fine dopo il ventesimo cazzo avevo la faccia , la testa e le tette coperte di sborra.
I maschioni a questo punto decisero di sciacquarmi il viso con il loro piscio.Infatti uno alla volta puntarono il loro cazzo verso il mio viso e dopo avermi intimato di aprire la bocca , vi diressero il getto di piscia.
Così dopo le venti sborrate fui sommersa anche da venti pisciate.Finito di pisciare ,mi fecero rotolare nella pozza di piscio che si era formata e poi sempre a quattro zampe mi fecero tornare alla mia abitazione, tra insulti e calci in culo.
Arrivata alla mia abitazione mi feci immediatamente una doccia per ripulirmi da quanto ero rimasta insozzata dal piscio e dalla sborra dei miei nuovi aguzzini.
Durante la doccia rimuginai su quanto mi era accaduto e su quello che d’ora innanzi mi sarebbe toccato subire.
Infatti ero ormai diventata la troia di due detenuti, che per tre volte alla settimana avrebbero goduto delle mie grazie, mentre anche 4 guardie ogni sera ,si sarebbero sollazzate con il mio corpo.
Facendo questi pensieri, pensierosa e preoccupata ma nello stesso tempo eccitata dalla nuova situazione, che mi recai a dormire.
L’indomani mattina mi preparai accuratamente alla mia nuova giornata , indossai le solite calze nere con la riga sorrette da due giarrettiere , le scarpe erano sempre con tacco molto accentuato (tredici centimetri).Mentre la gonna del tailleur per l’ occasione arrivava sopra il ginocchio.
Così agghindata mi recai nel mio ufficio, durante il percorso incrociai gli sguardi ammiccanti delle guardie e di qualche detenuto addetto a mansioni amministrative.
Quando giunsi nel mio ufficio trovai una sorpresa che mi lasciò esterrefatta, infatti sulla parete di fronte alla mia scrivania vi erano appese delle fotografie che mi ritraevano nuda in varie posizioni.
Appena ripresami dalla sorpresa sentii bussare alla porta , era il capo delle guardie che dopo essere entrato inizio ad informarmi della nuova situazione:
– signora le foto che vede qui appese sono state distribuite anche in tutte le celle , ormai tutti i detenuti sono a conoscenza della sua troiaggine, quindi se vuole che la cosa rimanga tra di noi qui nell’isola lei deve sottostare a quanto le vado ora ad esporre –
– Lei dovrà girare per il penitenziario indossando solo scarpe e calze , durante la giornata ognuno tra guardie e detenuti possono insultarla a loro piacimento , inoltre hanno facoltà anche di darle qualche manata sul culo.
– Tra i suoi compiti giornalieri lei dovrà praticare un bocchino a dieci persone tra guardie e carcerati, l’elenco di queste persone lo troverà ogni mattina sulla sua scrivania , questo dovrà avvenire nella mattinata.Nel pomeriggio riceverà nel suo ufficio 2 persone che si intratterranno con lei per tre ore e durante queste tre ore lei dovrà esaudire ogni loro desiderio.
– Poi la sera riceverà altre 2 persone nel suo appartamento ed anch’esse potranno abusare di lei a loro piacimento ‘
– Adesso si spogli e si rechi presso i 10 detenuti indicati su questo foglio e vada a sbocchinarli, naturalmente dopo avermi succhiato il cazzo.
Rassegnata alla nuova situazione mi spogliai come ordinatomi e mi inginocchiai a succhiare il cazzo al capo delle guardie.Gli praticai un bocchino a regola d’arte leccandogli tutto il cazzo, di notevoli dimensioni, dalle palle alla cappella.Poi quando mi accorsi che stava per godere presi tutta la cappella in bocca e mi feci schizzare in bocca tutto lo sperma , che bevvi avidamente.Dopo avergli ripulito a colpi di lingua il cazzo , mi rimisi il rossetto sulle labbra e tutta sculettante mi diressi verso le celle per adempiere ai miei nuovi doveri di succhiacazzi.
Uscita dal mio ufficio mi venne incontro un secondino che mi disse :
– dove vai troia ?
– vado a sbocchinare questi detenuti ‘ risposi io porgendogli la lista
– bene ti accompagno io alle celle , sculettami pure davanti ‘
Così scortata dal secondino mi diressi verso le celle.Durante il tragitto il secondino si divertiva ad insultarmi e di tanto in tanto mi tirava qualche sonora pacca sul culo.
– dai cammina troia , che ci sono dieci cazzoni che aspettano le tue labbra da bocchinara ‘
– spero che ti piaccia l’idea di essere diventata la puttana di 90 maschi arrapati ‘
– se non ce la fai , potresti invitare tua sorella qui sull’isola , così potreste divedervi i compiti , due troie come voi sarebbero sicuramente in grado di soddisfarci tutti ‘
– eh troiona non la trovi una buona idea ? mi chiese
– certo potrebbe essere una soluzione , in effetti mia sorella mi ha confessato che le piacerebbe venire a stare sull’isola con 90 maschioni arrapati ‘
Arrivata presso le celle i detenuti vedendomi nuda iniziarono pure loro ad insultarmi pesantemente
– E’ arrivata la direttrice succhiacazzi ragazzi ‘
– Puttanona hai finito di provocarci adesso sei solo il nostro sollazzo da cazzo ‘
Quindi fui tradotta presso una cella dove erano stati riuniti i dieci uomini che dovevo soddisfare con la bocca quella mattina.
– Ecco la vostra troia , è qui per succhiarvi i cazzi ‘ disse il secondino spingendomi nella cella con una pacca sul culo.
– Bene era ora che arrivavi puttanona , abbiamo già i cazzi in tiro ‘ disse uno dei detenuti rivolgendosi a me
Quindi mi inginocchiai ed iniziai a prendere in bocca quei magnifici cazzi ed anche questa volta, dato lo stato di arrapamento degli uomini, non dovetti faticare molto per ricevere le loro sborrate in bocca, infatti nel giro di 40 minuti riuscii a farli godere tutti e dieci grazie alle mie arti di esperta bocchinara.
Durante questi 40 minuti i maschioni si succedettero in rapida successione nella mia bocca e mi insultarono per tutta la durata dei bocchini.
– dai direttrice succhiacazzi fammi godere nella tua bocca ‘
– puttana fammi sborrare ‘
– troia adesso succhiami il cazzo , poi quando sarà il mio turno per passare i pomeriggi con te vedrai che festa ti farò ‘
– puttana bocchinara di sborro in gola ‘
Finito di far godere i maschioni chiamai il secondino che mi fece uscire dalla cella e mi ricondusse nel mio ufficio.Passai il resto della mattinata a svolgere le mie normali mansioni lavorative. All’ora di pranzo mentre ero in mensa e stavo per prendere il vassoio con il mio cibo , fui bloccata dal capo delle guardie.
– ferma troia , per te oggi pranzo speciale , per cominciare mettiti a quattro zampe come una cagna-
A questo punto, tra l’ilarità dei presenti, prese una ciotola per cani e ci piscio dentro. Poi aprì una scatoletta di carne e la verso nella ciotola colma di piscio, con una forchetta amalgamo tutto facendo un immondo pappone.
– dai troia mangia ‘ mi disse spingendomi il muso nella ciotola
tra il divertimento dei presenti dovetti mangiare come una cagna quell’immonda mistura di carne e piscio, poi fu il turno dell’insalata.Anche questa fu condita con le pisciate delle altre guardie presenti nel refettorio.
Quando ebbi finito di mangiare mi fecero bere un bicchiere colmo anch’esso di piscio e solo dopo aver bevuto mi permisero di tornare nel mio appartamento, naturalmente sculettando a quattro zampe.
Nel mio appartamento mi feci una doccia e mi preparai a ricevere , disposta a soddisfare ogni loro desiderio, i due uomini destinati ad essere soddisfatti da me quel pomeriggio.
In sintesi questa è così che sono diventata la troia del carcere che dirigo.
Adesso, ormai è un hanno, che soddisfo da sola i novanta uomini presenti sull’isola, ho spiegato questa storia a mia sorella gemella e l’ ho invitata a raggiungermi nell’isola per aiutarmi ad assolvere questa incombenza.
Naturalmente ha accettato e la sto aspettando per la prossima settimana , così potremo meglio soddisfare i maschioni dell’isola, ma questa è un’altra storia
Salve sono sempre Rosalia la direttrice troia del carcere di ***** .
Come ho descritto nel primo racconto (sono la troia del carcere che dirigo), sono diventata la svuota coglioni dei secondini e dei detenuti del carcere di cui sono la direttrice .
Come vi dicevo nel mio primo racconto sono una bella donna trentanovenne mora alta circa 1.75 cm, molto formosa (quarta misura di reggiseno) due belle gambe lunghe e ben tornite e soprattutto un culo che non lascia gli uomini indifferenti sono bene in carne ma non grassa, peso 62-63 kg.
Avevo confidato quanto mi stava accadendo sull’isola, a Concetta mia sorella gemella che ,eccitata da quanto appreso, aveva molto insistito per partecipare anch’essa a questa avventura.
Mia sorella è laureata in medicina ed esercita la professione di medico presso la ASL della nostra città natale.
E fu proprio grazie alla sua professione che potetti farla trasferire sull’isola.
Infatti, il medico del carcere per motivi familiari dovette trasferirsi lasciando vacante il posto . E anche grazie alla influenza del capo delle guardie, riuscii a far trasferire mia sorella , che divenne così, il medico del carcere dove io sono direttrice.Naturalmente era nei patti che anche lei avrebbe svolto la funzione di vacca per tutti gli uomini del penitenziario.
Naturalmente tutti i detenuti e le guardie furono felici di sapere che oltre a me avrebbero avuto a disposizione mia sorella gemella.
Ovviamente ,anche lei come me, avrebbe svolto le sue funzioni abbigliata solo con scarpe con tacco altissimo e di calze sorrette da giarrettiere o reggicalze e nulla d’altro oltre a collane , anelli e orecchini. Va da se che anche il trucco doveva essere consono alla nostra situazione cioè doveva evidenziare i nostri lineamenti da grandissime troie(siamo quel che si dicono 2 facce da troia).
Vi evito la sua descrizione fisico in quanto essendo mia sorella gemella mi somiglia in tutto anche nelle forme generose.
Sia le guardie che i detenuti accolsero con naturale compiacimento la notizia del futuro arrivo di mia sorella e pretesero che si facesse precedere da alcune sue foto, che la ritraessero nuda mentre si ficcava sia in culo che in figa ogni sorta di oggetti, in modo che da poterle aggiungere alle mie, che già tappezzavano parecchie pareti all’interno del carcere,prima del suo arrivo in modo da poterle preparare un degno benvenuto.
Durante i giorni precedenti il suo arrivo fui trattata peggio del solito ,infatti oltre alle incombenze quotidiane (sbocchinare 6 detenuti la mattina, farmi fare di tutto da 3 detenuti il pomeriggio e da due guardie la sera, oltre al quotidiano pompino la capo delle guardie vd ,racconto precedente)venivo “molestata “ continuamente,ossia non potevo mangiare una pietanza senza che questa non venisse “condita” con una sborrata la stessa cosa avveniva per caffè o te, unica variante era, che la sborrata a volte poteva essere sostituita con della piscia, anche questa elargita con generosità sia dai secondini che dai detenuti. Anche gli insulti e le pacche sul culo erano stati intensificati ,infatti nessuno si rivolgeva a me chiamandomi solo signora direttrice o dottoressa , ma ci aggiungevano sempre qualche epiteto molto colorito tipo grandissima succhiacazzi,grande troia,rottoinculo ecc.
– vieni qui direttrice succhiacazzi , mettimi una firma su questo documento zoccola –
– passami quel fascicolo grandissima puttana di una dottoressa –
– signora direttrice e grandissima puttana i detenuti della cella n’ 22 la attendono per farsi succhiare il cazzo –
Questi sono solo alcuni esempi del dialogo surreale che si svolgeva tra me ed i miei aguzzini.
Ed in codesta maniera arrivammo al giorno in cui mi sorella venne a stabilirsi anch’essa sull’isola.
Io quella mattina mi ero conciata come il mio solito e cioè : scarpe nere con il tacco da 13 cm,calze nere con la riga sorrette da giarrettiere dello stesso colore, un foulard di seta rossa che mi fasciava il collo ed il solito trucco che metteva in particolare risalto le mie labbra da succhiacazzi.
E sculettando sui miei altissimi tacchi mi recai incontro a mia sorella seguita da quattro guardie che mi ingiuriavano in ogni maniera.
– dai troia cammina che andiamo a prendere quella vacca di tua sorella –
e mentre avanzavo mi davano delle vigorose pacche sul culo o addirittura mi ci ficcavano delle candele , costringendomi a proseguire la mia marcia con quelle intrusioni nell’ano, commentando ironicamente o addirittura ridendo in modo sguaiato :
– guarda la troia come stringe le chiappe per non far uscire la candela dal culo –
– si troia stringi bene il culo,perché se ti fai uscire la candela vedi come te le arrossiamo per bene le tue chiappone da cavalla
– si te le arrossiamo a nerbate e te ne diamo tante che farai fatica a sederti per qualche giorno –
Arrivati davanti alla saletta d’attesa posta all’entrata della palazzina del carcere le quattro guardie estrassero i loro nodosi bastoni dalle patte dei calzoni e mi fecero inginocchiare mettendomi alternativamente in bocca il loro cazzoni,li sbocchinai con la mia consueta maestria ,per più di mezzora , fino a farli sborrare.
– prendi troia ti sborro sulla faccia
– si svuota palle neanche una goccia ne devi bere tutta sulla quella faccia da troia te la verso –
– si così quella puttana di tua sorella appena ti vede capisce subito quello che le aspetta –
– certo ragazzi , comunque a mia sorella ho già spiegato io quello che dovrà subire qui nell’isola – dissi io di rimando
Sborra che mi schizzarono lungo tutta la faccia, infatti non vollero che ne bevessi neanche una goccia e con questa maschera di sperma che mi colava lungo il viso che mi accinsi ad entrare,seguita dalle quattro guardie e dalle loro ingiurie naturalmente, nella saletta dove seduta su di una panca c’era mia sorella ad attendermi.
Era ancora vestita , indossava un miniabito verde molto scollato ed aderente che la fasciava come una seconda pelle evidenziandone le giunoniche forme, calzava anche lei delle scarpe nere molto scollate e con un tacco di 13 cm .Accanto a lei sedeva il capo delle guardie, il quale vistami entrare, la ingiunse ad alzarsi e accentuò l’ordine dandole una sonora pacca sul culo e dicendole :
– alzati troia e bacia quella zoccola di tua sorella , con la lingua –
Così incurante della sborra che mi colava sul viso mia sorella avvicinò le sue labbra alle mie e ci baciammo con la lingua mentre tutti i presenti ci insultavano pesantemente :
– guarda che lesbicone incestuose , queste due sono una più troia dell’altra –
– si è vero ma hanno trovato pane per i loro denti qui sull’isola queste baldracche
aggiunse una delle quattro guardie.
Poi intimarono a mia sorella di leccarmi tutta la sborra dalla faccia , cosa che la zoccola fece con sommo piacere e neanche a dirlo mentre i nostri aguzzini ci coprivano di insulti.
– dai troiona pulisci la faccia di quella vacca di tua sorella –
– ti piace la sborra puttana ? Vedrai quanta te ne faremo bere puttanone che non sei altro
Quindi finita l’opera di pulizia la fecero denudare lasciandole solo calze e scarpe e ci ordinarono di sculettargli davanti che era arrivato il tempo di far conoscere la nuova zoccola anche agli altri residenti sull’isola (carcerati e secondini).
Così obbedendo al loro ordine ancheggiando come due troie li precedemmo verso il salone centrale del carcere.
Qui trovammo ad attenderci tutto il resto delle guardie ed una decina di detenuti questi ultimi in rappresentanza di tutta la colonia dei carcerati.
Il capo delle guardie ci portò al centro della stanza e ordinandoci di roteare su noi stesse ci esibì davanti allo sguardo arrapato degli uomini presenti nel salone e iniziò a parlare rivolgendosi ai presenti come un venditore in un mercato:
– guardate signori queste due belle vacche come si somigliano , fino ad oggi avevamo a disposizione solo una grandissima troia adesso ne abbiamo addirittura due. Ho pensato di dare il benvenuto alla sorella della nostra amatissima direttrice che ci ha raggiunti oltre che per sollazzarci e svuotarci i coglioni , anche per svolgere la funzione di medico del carcere –
e poi aggiunse
– dicevo per festeggiare il nuovo arrivo , avrei pensato, di praticare alle due troie un bel
clistere di alcool puro in modo da scaldarle per bene ha-ha-ha .Comunque ora lascio la
parola alla zoccola che così potrà presentarsi da sola –
e così prese la parola mia sorella :
– Sono la dottoressa Concetta S…. come sapete sono la sorella della vostra direttrice anche io come lei , come potete notare anche dal mio abbigliamento, sarò sottomessa ai vostri desideri e sarò felice di soddisfare ogni vostra perversione come ha fatto fino adesso quella troia di mia sorella. –
A questo punto il capo delle guardie ci intimò di metterci alla pecorina e imbracatoci mani e piedi (per bloccarci), iniziò a prepararci per il clistere di alcool puro tra l’eccitazione degli uomini presenti .
– visto come sono ubbidienti queste due zoccole –
– adesso gli scaldiamo per bene interno del buco del culo a queste due cagne –
– si belle troione adesso vi riempiamo l’intestino con quattro litri di alcool ciascuno –
– per carità quattro litri sono troppi – disse mia sorella spaventata dalla quantità che volevano iniettarci nell’intestino
– non ti preoccupare troia e una quantità che abbiamo già provato ad iniettare a quella troia della signora direttrice – e poi rivolgendosi a me
– diglielo anche tu baldracca che hai gia provato a prenderti quattro litri di alcool in culo –
– e spronandomi con un calcetto nel culo mi invitò a tranquillizzare mia sorella –
– Si Concetta ho già provato a farlo, è un po’ doloroso ma si riesce a sopportare , anzi dopo un po’ ci si eccita pure –
Dopo ci ficcarono le cannule nel culo e così alla pecorina ed immobilizzate braccia e gambe attendevamo il nostro supplizio con stato d’animo che oscillava tra l’eccitato e lo spaventato.
Quindi , i nostri aguzzini, aprirono i rubinetti iniziando a far fluire il liquido nei nostri buchi del culo. Appena l’alcool iniziò a penetrarci nell’intestino ci diede dapprima una sensazione di freddo che dopo poche decine di secondi si trasformò in un intenso bruciore.
A questo punto iniziammo a lamentarci e supplicare i nostri torturatori di interrompere il supplizio
– pietà smettetela non resisto , farò tutto quello che vorrete ma per carità smettetela con questa tortura – disse mia sorella piangendo
– si vi supplico anche io, il dolore è troppo forte , vi ho sempre obbedito vi ho servito come un schiava , mi sono fatta fare di tutto e continuerò a farlo ma per carità interrompete questa sofferenza – aggiunsi io in lacrime
Ma le nostre preghiere non sortirono alcun effetto , anzi sembrava che le nostre suppliche non facessero altro che eccitare ulteriormente i nostri dominatori.
– si luride troie, piagnucolate pure che così ci arrapate di più –
– tanto non smettiamo fino a che l’ultima goccia dei quattro litri che vi abbiamo promesso non vi sarà entrata nel culo-
– Guardatele queste due troie adesso messe alla pecora e con la cannula nel culo non hanno più quell’aria da nobildonne –
– Vero dottoressa Concetta che sei solo una puttana schifosa ??? –
– Dai troia rispondi – disse uno dei torturatori mollandole una pacca sul culo
– Si sono una troia , una puttana , una rottainculo ma vi prego vi scongiuro smettetela non ce la faccio più a resistere , brucia pietà –
Comunque gli aguzzini non si impietosirono e continuarono a farcirci di alcool fino a che i due bottiglioni non si sono svuotati completamente.
A quel punto ci hanno sfilato le cannule dal culo e al loro posto hanno inserito dei tappi di gomma in modo che il liquido permanesse nell’intestino senza fluire al di fuori.
Hanno poi provveduto a slegarci mani e gambe e ci hanno fatto alzare invitandoci tra mille volgarità a camminare per il salone, mentre con dei frustini di tanto in tanto ci colpivano le chiappe.
Camminavamo in maniera goffa con le spalle indietro la pancia in avanti e le gambe larghe, sembravamo due papere, tanto che ci imposero di imitarne il verso , cosa che noi facemmo immediatamente :
– qua ,qua ,qua – ripetevamo mimando anche con l’espressione del viso l’aria stolta e stupida delle papere che stavamo rappresentando –
ciò rendeva ridicole agli occhi che degli uomini che ridevano veramente divertiti dai nostri versi e sottolineavano i loro gradimento insultandoci e percotendoci sul culo con leggeri colpetti di frustino.
– guarda che facce che fanno ste due zoccole mi sa che si stanno abituando all’alcool nel culo
– facciamogli imitare altri animali – suggerì qualcuno
– si bagasce, adesso fate le galline – ci ordinò qualcun altro
– coccode ,coccode, coccode – iniziammo a dire noi mentre muovevamo le braccia a mo di ali.
– Sono proprio brave le gallinelle – disse uno dei torturatori mentre continuavano a percuoterci con i frustini sul culo ridendo sguaiatamente
Dopo quasi un’ora di tale trattamento ci fecero uscire dalla sala e per farci recare in un giardino dove ci fu permesso di toglierci i tappi dal culo e quindi evacuare il liquido contenuto nell’intestino.
Naturalmente fummo costrette ad evacuare davanti a tutti e nel mentre venivamo insultate pesantemente da tutti i presenti-
– guarda le due troie pisciano dal buco del culo –
– che vacche non si vergognano di nulla –
– brave zoccole fatela tutta ah ah ah –
questi sono solo alcuni esempi delle frasi con cui venivamo apostrofate.
Liberatoci l’intestino ci fecero rientrare nella palazzina e qui si divertirono a farci correre , naturalmente mentre correvamo le nostre tette (4^ misura) ballonzolavano vistosamente e ciò divertiva non poco i nostri aguzzini .Queste corse erano della gare di velocità tra me e mia sorella e la perdente veniva punita con dieci nerbate sulle chiappe.
Ovviamente anche in questo caso risultavamo essere molto goffe visto gli altissimi tacchi delle scarpe che indossavamo e le prorompenti forme di cui madre natura ci aveva dotate.
Poi ci imposero di metterci a quattro zampe e così ci fecero trotterellare per il locale percotendoci di tanto in tanto le chiappe.
– su da brave fate le cagnette –
– su fateci sentire come abbaiate –
– bau – bau- bau – bau – rispondevamo noi perfettamente calate nella parte
ci lanciavano un pallina e noi scattavamo ,sempre a quattro zampe, la raccoglievamo con la bocca e sempre tenendola in bocca gliela porgevamo. Per completare l’opera , i nostri aguzzini , ci ficcarono nel culo un frustino , così eravamo fornite anche della coda dissero loro.
Poi il capo delle guardie , dopo circa mezzora di questo giochino , si accovaccio e ci mise le mani nelle nostre fighe e si accorse che eravamo completamente bagnate:
– ragazzi queste due troie hanno la fica che è un vero e proprio lago , più le maltrattiamo e più godono queste puttane –
– brave troie adesso visto che vi siete ben comportate è arrivato il momento del premio . tre cazzoni a testa – disse il capo delle guardie
Quindi chiamò sei uomini , tre detenuti e tre guardie, evidentemente già precedentemente sorteggiati e gli disse che potevano scoparci .
Questi si denudarono immediatamente ,esibendo cazzi da paura (almeno 24 cm) grossi e nodosi come bastoni e sollevateci da terra ci piantarono letteralmente sui loro cazzi .
– toh troia prendi questo cazzo nel culo , disse uno dei tre prima di sodomizzarmi
– ti voglio scopare in bocca lurida svuotacoglioni – aggiunse un altro
Ognuna di noi due aveva un cazzo in culo e l’altro in figa mentre il terzo uomo ci scopava in gola .
A causa del fatto che fossero estremamente eccitati non resistettero a lungo , infatti ci penetrarono per solo qualche minuto e sborrarono quasi all’unisono riempiendoci di sborra ogni buco, lasciandoci però ancora estremamente eccitate ma ancora insoddisfatte.
Incuranti di questo ,fummo costrette a sbocchinare tutti gli altri (dieci per uno) fino a farli godere nelle nostre bocche e sui nostri visi.
Dopo aver finito di spompinare i maschioni avevamo le facce letteralmente ricoperte di sborra, il che suggerì a nostri aguzzini la necessità di lavarci il viso.
– non gli si vede più la pelle tanta è la sborra che hanno in faccia ste due zoccole –
– bisogna pulirle per bene – suggerì qualcuno
Infatti ci fecero inginocchiare a terra e ci ordinarono di aprire la bocca e a due a due ci pisciarono tutti in bocca dirigendo l’immondo e getto alternativamente in bocca e sul viso e sui capelli , facendoci fare la parte delle latrine viventi, delle cloache umane.
Quindi dopo averci insozzato con il contenuto delle loro vesciche , solo allora , ci dissero di ritirarci nel nostro appartamento e piene di piscio e di sborra sculettammo verso i maschioni chiedendo di essere scopate perché eravamo ancora eccitate in quanto non avevamo ancora goduto.
– per favore maschioni scopateci abbiamo bisogno dei vostri bei cazzi , siamo troppo eccitate
– levatevi di torno troie schifose , puzzate come una latrina alla stazione, ora ci fate proprio schifo –
– andate a casa lavatevi e preparatevi per stasera e vi consiglio di non sditalinarvi perché avrete tanto di quel cazzo che rischierete un’indigestione –
così arrapatissime e anche molto contrariate ubbidimmo e sculettammo verso casa, naturalmente dopo aver lavato il pavimento dal piscio dei nostri padroni.
Arrivate a casa ci lavammo con cura e poi parlammo della nostra situazione sull’isola , io le spiegai che era molto piacevole che i nostri aguzzini sapevano alternare con maestria piccole torture, umiliazioni ma che alla fine sfociavano il orgasmi fantastici. Mia sorella a sentire queste mie parole si eccitò ulteriormente ed iniziò a baciarmi e accarezzarmi. Io per un po’ la lasciai fare e contraccambiai pure , ma poi le dissi che era meglio stare calme perché la sera avremmo preso tanto di quel cazzo che era meglio non soddisfare ora le nostre voglie. Ma nonostante i miei buoni propositi non riuscii a contenere l’esuberanza di mia sorella e iniziammo così a lesbicare.
Dapprima ci baciammo sulla bocca mentre con le mani ci stuzzicavamo a vicenda il clitoride , per poi finire a leccarci la fica ed il buco alternando leccate a penetrazioni con le dita prima e con oggetti poi , per concludere con un vibratore nel culo ed un altro nella fica che ci provocarono il tanto sospirato orgasmo.
Quindi, continuammo a parlare di quanto fossimo troie e ricordammo come da ragazzine, ci eccitammo spiando nostra madre mentre veniva scopata ed umiliata dal padrone di casa e due suoi amici.
– ti ricordi come la usavano e come la insultavano –
– certo Concetta che mi ricordo quello che le dicevano –
– dai troia succhiaci il cazzo facci sborrare, bevi la nostra sborra –
– ti piacciono i nostri cazzi eh , sono meglio del cazzettino di quel cornuto tuo marito –
– si maschioni usatemi fatemi quello che volete voi si avete dei bei cazzoni –
– si fatemi godere come quella troia che sono –
Il vederla così troia, invece di sconvolgerci , ci eccitò tanto che segnò in maniera indelebile il nostro modo di vivere il sesso.
Infatti scoprimmo che ci piaceva moltissimo essere maltrattate ,usate, umiliate ed infatti da allora subimmo volentieri per non dire che cercammo le sopraffazioni i ricatti sessuali di professori prima , di superiori nel lavoro poi fino a culminare nella nostra attuale vita depravata che conduciamo io da qualche mese i mia sorella da oggi qui sull’isola.
Finito con i nostri ricordi ci preparammo accuratamente per la serata : le solite scarpe con tacco altissimo calze nere soggette da giarrettiere trucco da gran signore molto sofisticato , gioielli , giro colo in perle,orecchini e particolare cura la dedicammo ai capelli.
Infatti raccogliemmo i nostri capelli neri in uno chignon in modo,spiegai a mia sorella ,da tenere libere e scoperte le orecchie , in quanto i maschioni gradivano usare le nostre orecchie come maniglie per afferrare le nostre teste nel caso avessero gradito scoparci in bocca .
– questo perché noi dobbiamo impegnarci con tutte le nostre energie per soddisfare i nostri uomini dobbiamo fargli capire che noi siamo solo le loro troie e che il nostro scopo è quello di soddisfarli in ogni loro desiderio,anche il più depravato ed umiliante nei nostri confronti-
E quando furono le otto della sera, così agghindate e armate di tali propositi ci recammo,sempre sculettando sui nostri altissimi tacchi, verso la sala mensa dove stavolta sole guardie (una ventina di maschioni) ci attendevano.
Erano anche loro abbastanza spogliati, indossavano infatti solo le scarpe (un paio di anfibi) ed i boxer.Essendo tutti giovani (il più anziano aveva 35 anni) e molto prestanti fisicamente io e mia sorella ci bagnammo immediatamente la fichetta , solo a vederli così belli abbronzati e muscolosi.
Ci aspettavano schierati su due file una di fronte all’altra e noi passammo in mezzo mentre loro allungavano le mani su di noi strizzandoci i seni o dandoci qualche sonora pacca sul culo.
Passammo in rassegna le due file di guardie schierate, alternandoci sulla fila ,prima io a destra e mia sorella a sinistra l’andata e viceversa per il ritorno.
Naturalmente il loro linguaggio nei nostri confronti era molto colorito e vacche depravate e luride troie erano solo alcune delle frasi e non tra le peggiori ,con cui i maschioni commentavano il nostro passaggio.
Dopo questa passeggiata tra le fila intervenne il comandante delle guardie che era in piedi poco distante alle due file :
– Bene care le mie care bagasce, come vi ho promesso questa mattina adesso è giunto per voi, il momento di avere la giusta dose di cazzo.Per cominciare inginocchiatevi e rimanete a bocca aperta come si confà a due succhiacazzi come voi –
– Adesso uno ad uno i ragazzi vi infileranno il loro cazzo in bocca e vi scoperanno fino a riempire la vostra bocca di sana e gustosissima sborra ,contente??
– Certo signor comandante – risposi io
– Bene ragazzi iniziate pure, le zoccole sono pronte – rispose lui di rimando
Quindi uno alla volta i maschioni poggiarono la loro cappella tra le nostre labbra e afferratoci la testa per le orecchie attirandoci verso il cazzo ci penetravano di botto in gola ,portando le nostre labbra a sfioragli i peli pubici .
Dato le enormi dimensioni dei loro bei cazzi (non meno di 24 cm), noi per respirare eravamo costrette a dilatare al massimo le narici e a volte dovevamo reprimere i conati di vomito visto il martellare delle loro enormi cappelle sulle nostre ugole.
Comunque riuscimmo , non senza difficoltà, a farli sborrare tutti nelle nostre bocche e questa volta non ne facemmo perdere neanche una goccia bevendola tutta.
Finito di farli godere fecero mettere i nostri colli e le nostre mani negli appositi fori di una gogna e ci lasciarono così bloccate e piegate a 90 gradi.
A questo punto prese di nuovo la parola il comandante :
– ora che avete fatto sfogare i ragazzi possiamo divertirci con tutta calma
– adesso vi arrosseremo quelle belle chiappone con un po’ di nerbate
– no pietà vi abbiamo obbedito in tutto perché ci volete punire signore – disse mia sorella spaventata dai propositi del comandante
– e proprio tu parli troia ? cosa vi avevo detto questa mattina quando ci siamo lasciati ?
– su troia rispondi !- ma visto che mia sorella non rispose nulla riprese a parlare il comandante
– Vi avevo detto di non masturbarvi nel pomeriggio , mentre voi due troie vi siete messe a lesbicare e a ficcarvi in fica ed in culo ogni sorta di oggetto , vero le mie care troione ??
– Vero bagasciona – aggiunse poi riferendosi a me e dandomi una sonora pacca sul culo
– Haii , si è vero signore – risposi io
Quindi poi aggiunse che per questo motivo dovevamo essere punite e quindi ognuno di loro ci avrebbe dato 5 nerbate sul culo.Essendo loro in ventuno ci beccammo 105 nerbate a testa.
Finita la punizione il comandante mise le mani nelle nostre fiche e appena constato che eravamo fradice riprese con la solita litania di insulti.
– ma guarda queste troie masochiste più le picchiamo e più godono ne ho viste di troie in vita mia ma due zoccole come queste non mi erano ancora capitate –
E mentre ci insultava riprese a colpirci le ormai purpuree chiappe.
Ormai i maschioni erano nuovamente arrapati con il loro nodosi bastoni superbamente eretti uno dopo l’altro ci sodomizzarono e scoparono a loro piacimento e solo dopo aver sborrato tutti , o nelle nostre fiche o nei nostri culi, ci liberarono dalle gogne.
Questa volta però, a differenza di quanto successo in mattinata, durarono parecchio e ci permisero di avere innumerevoli orgasmi , tanto che alla fine eravamo veramente spossate. Avevano mantenuto alla promessa di fornirci quantità di cazzo veramente “industriali”.
Mentre noi eravamo esauste sdraiate per terra i nostri aguzzini si stavano dando da fare con delle ciotole e scatole di carne per cani.
Infatti avevano messo in due ciotole per cani (non due ciotole nuove ma quelle dove i due pastori tedeschi in dotazione al carcere,mangiavano abitualmente) della carne anch’essa specificatamente per cani .Quindi completarono l’opera pisciando nelle due scodelle ed amalgamando con una forchetta l_’immondo pappone.
Finita l’operazione prese nuovamente la parola il comandante :
– ormai è ora di cena e adesso voi due da brave cagnette quali siete venite qui trotterellando a quattro zampe e vi mangiate questa leccornia che vi abbiamo preparato –
– non fate le schizzinose che queste sono delle prelibatezze per due scrofe come voi
Ubbidienti e sottomesse sculettammo a quattro zampe verso le ciotole e intingemmo i nostri musi nelle scodelle e mangiammo tutto il contenuto.
Alla fine del pasto parti un fragoroso applauso con cui le guardie si complimentarono con noi , quindi si misero tutti in cerchio e estratti i loro cazzi dai boxer iniziarono a pisciare dirigendo i loro getti su di noi ,inondandoci completamente con il loro piscio.
Dopo che ebbero finito di scaricare il contenuto delle loro vesciche su di noi pensammo che per quella sera avessero concluso di maltrattarci , invece ci sbagliavamo e di grosso, infatti avevano in serbo ancora una sorpresa per noi e che sorpresa.
Infatti mentre eravamo accucciate letteralmente in una pozzanghera di piscio dapprima sentimmo e poi vedemmo entrare nella sala i due pastori tedeschi sopra menzionati , che erano a fatica tenuti al guinzaglio da due guardie.Infatti i due cani ,due splendidi esemplari maschi di pastore tedesco, erano fortemente attratti da noi due , forse per l’odore forte di cui eravamo impregnate.
Quindi il comandante rivolgendoci la parola disse :
– Ora care le mie cagne, dovete sapere , che queste due povere bestie sono su quest’isola, soli senza neanche una femmina della loro razza e proprio per questo motivo ho pensato che due laide cagne come voi possono prestarsi a soddisfare due splendidi animali come questi –
E poi aggiunse :
– Ora li slegheremo e voi da brave ve ne starete buone buone così alla pecorina in attesa che le due bestie vi usino quali le cagne che siete e vi conviene starvene tranquille prime che si innervosiscano a che vi sbranino –
– Per carità se ci mordono fermateli , noi staremo ferme a farci scopare ma se ci mordono vi prego di fermarli – risposi io terrorizzata mentre dalla paura iniziai a pisciare, immediatamente imitata da mia sorella
Tra le risate generali e gli insulti furono lasciati i cani che si precipitarono su di noi e come se non avessero mai fatto altro iniziarono a scoparci tra gli incitamenti dei presenti.
A poco a poco la paura si trasformo in eccitazione tanto, che iniziammo ad avere successione di orgasmi multipli che ci fecero perdere la nozione del tempo ed anche i sensi .
Infatti io mi ripresi mentre i cani e le guardie uscivano dal salone raccomandandoci di lavarci per bene perché per il giorno dopo ci volevano fresche e profumate e soprattutto disponibili ad esaudire ogni loro desiderio.
Usciti tutti dal salone rimanemmo li per terra in quella pozzanghera di piscio io e mia sorella e, guardandoci negli occhi, ci abbracciammo e iniziammo a baciarci sulla bocca per poi scendere sempre più giù fino a lanciarci in uno splendido sessantanove. E ognuna nella fica dell’altra sentiva il sapore della sborra dei nostri aguzzini dei cani il sapore del piscio e così laidamente godemmo per un’ultima volta in quella giornata , che sarebbe stata la prima di molte giornate in avvenire .
ERAVAMO ORMAI IRREVOCABILENTE LE TROIE PER TUTTI I MASCHI DELL’ISOLA E NON SOLO QUELLI UMANI E CONSIDERATO CHE SULL’ISOLA C’ERA ANCHE UN CAVALLO CHISSA’ CHE TORBIDE SORPRESE AVREMMO VISSUTO FUTURO.
FINE
Posta elettronica : adolfozenetti@virgilio.it
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