Angelo stava comodamente seduto su una delle poltroncine nella sala d’aspetto dello studio della sua Psicologa. A riempire la sala c’era solamente lui che fissava le pareti bianche della stanza, assorto nei suoi mille pensieri.
-“Chissà … Forse questa è la volta buona…”-
Il ragazzo espresse la sua opinione con una voce flebile e impastata che solo lui era in grado di capire. Ormai i suoi problemi erano in gran parte risolti, ma avvertiva spesso un vuoto dentro di lui che solo quella figura professionale era in grado di colmare. Mai avrebbe pensato di conoscere una giovane ragazza come Nadia in grado di ascoltare e comprendere i problemi che affliggevano la sua esistenza.
All’improvviso, il forte cigolio della porta che si apriva di fronte a lui lo riportò amaramente alla realtà . Sì alzò di scatto dalla poltroncina avvertendo un forte giramento di testa, sentendo come se qualcuno gli avesse dato un colpo alla nuca. Il ragazzo si sentì disorientato, faticò a capire cosa stesse accadendo, mentre una figura femminile gli faceva cenno che poteva entrare nello studio. Angelo la seguì come un automa, accettando il suo invito e, una volta entrato, richiuse senza pensarci la porta alle sue spalle. La sensazione di dolore stava lentamente svanendo, mentre guardava la ragazza sulla poltrona di fianco al lettino, pronta ad avviare una nuova seduta, rimanendo colpito dalla sua bellezza.
Quel pomeriggio Nadia sprizzava una forte carica erotica: i suoi lunghi ricci erano divinamente raccolti in una coda di cavallo tenuta in vita da un fiocchetto celeste che le donava un’aria innocente, contornando un viso dai lineamenti giovani e graziosi. Il suo vestiario, sobrio e informale, era composto da una semplice maglietta viola abbinata ad un paio di jeans, e fu in grado di richiamare l’attenzione di Angelo. A Nadia non piaceva portare abiti formali e il ragazzo era l’unico a sapere il vero perché.
-“Li odio quel tipo di abiti, capisci? Non mi piace essere ricordata come una Psicologa. Desidero che la gente mi ricordi come un’amica a cui può confidare i suoi pensieri, le sue paure, le sue insicurezze. Eppure quando me lo chiedono, rispondo solo che non mi piacciono, tu sei l’unico cui confido questo segreto.”-
Glielo aveva confessato in una delle loro prime sedute. Questo suo modo di pensare la rendeva unica, diversa da tutte le altre ragazze che aveva conosciuto e tra i due s’instaurò quasi subito un legame di fiducia reciproca, che rendeva le loro sedute più che professionali, amichevoli e, più volte, Nadia gli confessò di sentire un certo feeling tra loro due, come due buoni amici. La fantasia di Angelo era volata a tal punto da fargli credere che quel rapporto di amicizia si potesse trasformare in qualcosa di più esplicito, e quel pomeriggio poteva essere il momento adatto.
-“Accomodati”- disse Nadia mentre sciolse lentamente le gambe accavallate e prese il blocco note poggiato sul tavolino accanto a lei.
Angelo si sentì di nuovo mancare, mentre le gambe gli tremavano leggermente e il cuore iniziò a battere all’impazzata, creandogli un nodo alla gola che bloccò le sue parole. Nel frattempo la giovane tolse il cappuccio alla penna e rivolse uno sguardo ad Angelo, che trovò i suoi occhi verdi semplicemente deliziosi. La ragazza era dotata di uno sguardo dolce ma allo stesso tempo penetrante, in grado di scioglierti ed estrapolare i tuoi segreti più nascosti. E quelle iridi capirono subito che qualcosa era diverso, che qualcosa potesse cambiare, ma la sua mente non era in grado di immaginarsi esattamente cosa.
-“Scommetto che non sei venuto per un’altra seduta… vuoi fare una chiacchierata come facciamo di solito?”-
Angelo emise un leggero sospiro che sciolse tutti i suoi dubbi, ma subito dopo un silenzio quasi imbarazzante scese nella stanza. Nadia continuò a guardare il ragazzo mentre il blocco note poggiato sulle sue gambe scivolava pian piano bramando terra. Poco dopo il forte tonfo e scroscio dei fogli che cadevano sul pavimento furono in grado di riportarli nel mondo circostante.
-“Accidenti!”- esclamò Nadia.
Angelo non perse tempo e andò subito in suo soccorso, mentre Nadia si piegò per cercare di riprenderlo. Ed è lì che avvenne: un tocco di mani caldo, fugace. La giovane guardò negli occhi il ragazzo che subito si mise a sedere sul lettino, lasciandogli campo libero. Quel tocco fu in grado di scuotere i loro animi e subito si ritrovarono entrambi in un leggero sorriso.
Nadia però era nervosa, iniziava a capire che qualcosa in lei si stava trasformando. Più lo guardava, più fantasticava su di lui e la sua gentilezza. Iniziò a pensare che forse avrebbe potuto avere una chance in quel momento, e si riscosse.
-“Di cosa vuoi parlare Angelo?”- gli chiese con educata compostezza.
Eppure dentro la ragazza provava un mare di emozioni. Angelo cedette presto alla sua domanda.
–
“Del futuro”- mormorò, poi aggiunse ritrovando la voce -“Di quello che potrebbe accadere.”-
La sua affermazione fu in grado di rompere ogni indugio che balenava nella mente di Nadia. Un tuffo al cuore e qualche battito di troppo fecero sì che la ragazza allungò una mano su una delle cosce di Angelo che subito sentì un brivido inondarlo di piacere.
-“E cosa potrebbe accadere?”- chiese maliziosamente Nadia.
Il ragazzo allungò anche lui una mano e la poggiò sulla coscia di Nadia. Per qualche minuto nella stanza scese un silenzio imbarazzante. La ragazza sapeva dove voleva andare a parare, ma lo lasciò fare. Un brivido intenso la colpì provocandole stilettate di piacere, mentre Angelo muoveva avanti e indietro la sua mano strofinandole le cosce da sopra i pantaloni.
-“Bè… Potrebbe accadere che… Non so come dirtelo… Potremmo finire per stare insieme…”-
Nadia sorrise mentre arrossì. In un batter d’occhio sentì un calore prendere possesso del proprio corpo. Non era una giornata particolarmente calda e nel suo studio si stava bene, ma all’improvviso avvertì che doveva togliersi qualcosa di dosso.
–
“Nadia…”- mormorò il ragazzo -“Tu mi piaci, ci conosciamo, mi piaci e…”-
La ragazza le tolse le mani di dosso e si alzò, lasciando Angelo a bocca asciutta.
-“Io, bè, provo lo stesso per te, ma…”-
-“Ma?”- chiese il ragazzo mentre la guardava attentamente.
-“Vorrei amarti, ma ho paura che il nostro rapporto si incrini, ecco.”-
Angelo si alzò, senza togliergli per un istante gli occhi di dosso.
-“Si è giĂ incrinato. PerchĂ© tu credi che venga qua a chiacchierare con te ogni volta? Lo vedo come accetti le mie avance, il modo in cui mi guardi, il modo in cui mi sorridi, il modo in cui parli con me, così sciolto e amichevole…”-
Il ragazzo aveva ragione e Nadia lo sapeva. In cuor suo lo amava: si era infatuata del suo viso, quella folta chioma di capelli ricci, il suo naso un poco gobbo, le sue labbra, la sua magrezza, il suo modo di vestire, di parlare, di fare, di ascoltare… insomma impazziva e stravedeva per lui.
Angelo scattò in avanti e la strinse a se. Quella stretta amorevole fu in grado di sciogliere tutti i suoi dubbi e tra le sue braccia si sentì incredibilmente protetta. Chinò leggermente il capo e i loro nasi ora si toccavano, mentre le loro labbra erano incredibilmente vicine, ma un forte bussare interruppe quel momento. Si sciolsero in un istante, mentre la segretaria di Nadia entrò nella stanza, trovandoli in piedi uno di fronte all’altro.
-“Scusate se vi ho interrotti, ma un paziente chiede di te, è al
telefono, dice che è importante.”-
Nadia non se lo fece ripetere e si allontanò insieme alla sua segretaria. Poco prima di uscire dalla stanza fece cenno ad Angelo di aspettarla, poi lo lasciò solo. Il ragazzo sentì l’eccitazione svanire in un istante, e si sdraiò sul lettino, in attesa della sua psicologa.
-“Scusami se vi ho interrotto, ma…”-
-“Non ti preoccupare”- disse Nadia -“Recupereremo.”-
Dopo mezz’ora di conversazione con il suo paziente riuscì a chiudere la questione e a congedare la sua segretaria. Finalmente era finita: niente più piantagrane fino all’indomani mattina e poteva godersi quei momenti con il suo paziente preferito. Ritornò velocemente in stanza, dove trovò Angelo appisolato sul lettino. Una strana voglia le pervase in quel momento i pensieri e decise di assecondarla. Si avvicinò alla scrivania e iniziò lentamente a svestirsi: con movimenti leggiadri si tolse le sue scarpette, in seguito si sbottonò rapidamente il collo della maglietta e se la tolse, dopodiché si fece scivolare i pantaloni lungo le gambe, rimanendo poco dopo in intimo nero. Il colore era in grado di risaltare le sue forme e valorizzare la sua bellezza.
Angelo la spiò a occhi socchiusi e ne rimase estasiato, Aveva voglia sì di scoparla, ma anche di farla diventare qualcosa di più di una semplice amica.
Nadia poggiò tutti i suoi vestiti sulla sedia della scrivania e si girò verso Angelo, vedendolo ancora tra le dolci braccia di Morfeo. Decise di fargli una sorpresa e gli andò incontro, disponendosi a cavalloni sopra di lui, e con la sua intimità si strusciò contro la sua erezione. In un lampo l’eccitazione tra i due crebbe a dismisura. Angelo si risvegliò dal dormiveglia e non si aspettava minimamente di trovarsela in quella posizione. Subito la libido si svegliò, facendo irrigidire il suo membro già sull’attenti. Nadia si fermò e si sciolse il fiocchetto celeste, mostrando al suo amante tutta la bellezza della sua capigliatura rossa e ribelle, mentre un fuoco ardeva dentro di lei, infiammandola. La giovane ragazza gli alzò la sua maglietta, scoprendo il suo ventre piatto con qualche ciuffetto di peli e iniziò a tastarlo. Angelo non ce la faceva più e avvertì il suo membro reclamare la libertà da quella gabbia, e subito Nadia lo capì. Qualche attimo dopo si spostò sempre a cavalcioni ai piedi del lettino, portandosi con il bacino ai suoi piedi, mentre con le mani le calò la zip dei pantaloni, scostandogli leggermente i boxer. Rimase interdetta alla sua visione: quel membro era così invitante che subito decise di accarezzarlo. Un brivido d’eccitazione attraversò Angelo, dalla nuca fino in mezzo alle gambe, e restò spiazzato. Nadia riuscì a trovare il contatto visivo con il suo paziente, intanto che la sua mano scivolava sul pene dalla punta, passando per l’asta e scivolando fino alla base. Il piacere che stava provando il ragazzo era tale che dalle sue labbra scappò qualche gemito di piacere. Angelo continuò a mantenere il contatto visivo con gli splendidi occhi verdi della sua amante che ora ardeva di passione. Nadia era bollente: percorrere tutta la rigidità di quel membro le bagnava la sua femminilità . I suoi umori riuscirono a inzupparle l’intimo, intanto che dal pene fuoriuscì qualche goccia di liquido bianco che le scivolò sulle dita. La ragazza si fermò all’istante. Angelo non era ancora venuto, ma comprese che se avrebbe continuato così sarebbe tutto terminato nel giro di qualche minuto. Il giovane faticò a ritrarre l’eccitazione, ma fortunatamente l’allarme cessò poco dopo. Nadia lo guardò con uno sguardo pieno di malizia.
-“Sei sempre convinto di volere me come tua ragazza? Dopotutto ce ne sono altre mille che potrebbero farti provare ciò che ti sto facendo sentire io… Ma immagino che tu già lo sappia…”-
Angelo annuì. Aveva avuto altre esperienze prima di quella volta, con alcune ragazze anche più belle e focose di lei, ma Nadia era l’unica a saperlo portare su di giri in quel modo e dopo così poco tempo. La colpa era da addossare a tre semplici qualità : abilità , bellezza ed erotismo. La sua psicologa le aveva tutte e tre, e costatarlo sulla propria pelle lo rese veramente felice.
-“Nadia…”- mormorò il ragazzo, poi aggiunse riprendendo una tonalità adeguata -“Voglio che tu diventi mia…”-
-“Io sono già tua, non te ne sei accorto? Se non fossi “tua” non avrei fatto nulla di tutto ciò. Vuoi aggiungere altro?”-
Il ragazzo ci pensò con cautela. Il silenzio scese nello studio e in quegli istanti si potevano percepire i loro intensi respiri.
-“Sei unica…”-
La giovane psicologa chinò il capo e portò le labbra all’altezza del membro, donandogli sulla punta un bacio rapido e sfuggevole che fu in grado di far rabbrividire Angelo.
-“Grazie…”- sorrise, riprendendo il contatto visivo con il suo amante.
Nadia capì che era ora: si sciolse dalla posizione in cui stava e si alzò in piedi. Dando le spalle al giovane si slacciò il reggiseno e si tolse il perizoma nero che metteva in risalto i suoi prosperi glutei. Angelo deglutì, mentre la guardò compiere quei gesti con estrema finezza. Voleva saltarle addosso e farla godere, ma Nadia si girò di nuovo. I suoi piccoli seni avevano i capezzoli turgidi e irresistibili. Si rimise a cavalcioni, nella stessa posizione in cui stava prima, solo che poco dopo si sedette sulle gambe del ragazzo. Angelo avvertì sulla sua pelle l’umidità della fica, nel frattempo che la ragazza si sfiorava le mammelle con le punte delle dita.
-“Le vedi queste belle forme? Le vuoi? Perché se le brami allora, dovrai farmi sentire speciale, proprio come ti ho fatto sentire io poco fa.”-
Il giovane sospirò.
-“Sono pronto mia principessa.”-
-“Bene…”- approvò Nadia finendo di stuzzicarsi -“Per prima cosa dovrai rilassarti e chiudere gli occhi…”-
Angelo non se lo fece ripetere due volte e seguì alla lettera le sue istruzioni, assecondando le sue voglie più intime. Rimase stupito quando avvertì il suo membro venire stimolato dalla bocca della ragazza. Nadia iniziò un fellatio che fece raggiungere ad Angelo un’eccitazione indescrivibile. La lingua della psicologa stuzzicava la punta del suo membro, finché non arrivò il momento che Nadia aspettava fin da quando si era spogliata. La sua bocca si allontanò dal pene giusto in tempo, e con i suoi occhi si gustò lo spettacolo. Dalla sommità del membro fuoriuscirono gocce di liquido, alcune schizzarono in aria per poi ricadere sul suo ventre, altre gli scivolarono sull’asta, colando fino alla base. Angelo emetteva grida di piacere, intanto che Nadia avvertì un senso di soddisfazione crescere in lei: era felicissima di aver fatto godere il suo nuovo ragazzo.
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