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Sara e Max

“Risalgo tra le natiche per portare piacere anche al buchino più stretto facendo correre la lingua e forzandola ad entrare…”

Ero seduto al bar ad aspettare, in anticipo come d’accordo.
Nel bicchiere
il ghiaccio si scioglieva immerso in un liquido rosso e una fetta di arancia completava il tutto. Non conoscevo nessuno e i pochi clienti non si curavano di me. Solo la barista aveva accennato ad un sorriso nel chiedermi l’ordinazione, era carina ed aveva un bel culo che avevo attentamente guardato quando si era voltata per preparare la mia ordinazione.
Fuori era freddo, senza vento, ma molto freddo.
Ero distratto nei miei pensieri quando la coppia arrivò.
Entrò per primo LUI, vestito normale con un giaccone impermeabile su dei jeans, mantenne la porta aperta perche LEI potesse entrare senza problemi. Indossava un cappottino scuro che le arrivava a mezza coscia, con una cintura che le pronunciava i fianchi da sotto spuntavano alcuni centimetri della gonna che arrivava sopra il ginocchio, le gambe erano fasciate da calze coprenti a righe intonate alla gonna e al foulard che era stretto attorno alle maniglie dal bauletto che portava, ai piedi aveva dei tronchetti con plateau e gran tacco.
Alcuni astanti si voltarono a guardarla. Tutto secondo copione.
Si sedettero distanti da me ma con la visuale libera.
LEI aveva gli occhi truccati in modo leggero e appena un po’ di colore sulle guance, solo le labbra erano coperte con un rossetto rosso nella stessa tonalità delle unghie laccate.
Pensai che sfilandole le scarpe avrei potuto ammirare delle unghie smaltate dello stesso colore ma il mio pensiero fu allontanato dalla cameriera che mi si era posta davanti per chiedere loro l’ordinazione.
Quando ripassò davanti a me la cameriera non potei resistere a guardarle il culo cosa che lei notò e abbozzò un sorriso nella mia direzione.
Mi alzai per andare in bagno, entrai mi lavai le mani e lasciai le chiavi di casa sopra il lavabo. Uscii e davanti la porta c’era LUI in attesa. Entrò.
LEI rimasta sola guardava attraverso la vetrina la gente che passava per strada.
LUI ritorna e le dice qualcosa all’orecchio, Lei sorride. Escono.
Mi guardo intorno e poi li seguo.
Fuori è veramente freddo e mi stringo nel mio cappotto, loro sono dall’altra parte della strada e camminano abbracciati. Sento una risata, è LEI che mi guida nella loro direzione come se ne avessi bisogno, li vedo baciarsi e mi fermo. Proseguono a camminare ed io con loro ad una certa distanza.
Arrivo sottocasa e il portone è aperto, mi blocco e combatto con l’eccitazione che mi invita a correre e la calma che mi chiede di lasciar loro il giusto tempo. Faccio le scale fino alla porta di casa mia che è socchiusa. Entro. L’unica luce accesa proviene dalla camera da letto. Percorro il corridoio e mi affaccio.
Lui da le spalle alla finestra, probabilmente ha tirato le tende, LEI è carponi sul letto e lo spompina famelica. Il suo culo troneggia sul mio letto tra lo spacco della gonna si intravede l’orlo delle autoreggenti. Sento il mio cazzo stringere nelle mutande. Hanno tolto solo i soprabiti e si sono lasciati prendere dalla passione. LUI mi guarda e mi strizza l’occhio, si china in avanti e inizia a tirarle su la gonna. Mi si scoprono prima due deliziose cosce strette nelle autoreggenti e poi un poderoso culo. Il perizoma nero a malapena riesce a contenere una gonfia fica e a coprire lo stretto buchino, lui inizia a tirarlo verso l’alto facendolo strusciare con forza sulla fica che vedo già umida. LEI mugola senza il lavoro di lingua sol dritto cazzo. Dopo uno strattone deciso di LUI molla la presa e digrigna i denti inspirando mentre alza il mento per guardarlo in faccia.
Il rossetto gli ha macchiato il cazzo mentre è quasi scomparso dalle labbra di LEI.
LUI mi indica con un cenno della testa, allora LEI volta la testa lentamente nella mia direzione, mi fissa e con piglio deciso ma voce dolcissima mi dice:
“Cosa stai aspettando lì impalato leccami tra le gambe altrimenti non posso accogliere a dovere il mio amore”.
Si volta verso LUI gli sorride dolcemente si toglie il golfino che indossa sbuffando e lascia che LUI le toglie il reggiseno stuzzicandole un po’ i capezzoli LEI riprende a pompare.
Lascio lo stipite della porta e mi dirigo verso il letto, le accarezzo il culo e le scosto il perizoma mi si presenta una fica umida e giĂ  aperta che chiede solo di essere leccata cosa che inizio a fare con piacere.
LEI ha un sapore inebriante acre e dolce come poche volte ho avuto modo di provare, lecco i suoi petali e giro la lingua intorno al suo clitoride che ancora coperto si dimostra timido ad uscire. LEI sembra gradire mugolando e sporgendo il culo nella mia direzione. Infilo con forza la lingua nella sua fica che me la stringe continuando a succhiare. Mi allontano per mordicchiare le cosce e ritornare poi alla fica. Di tanto in tanto scambio uno sguardo d’intesa con LUI che sembra approvare ogni mia azione.
Risalgo tra le natiche per portare piacere anche al buchino piĂą stretto facendo correre la lingua e forzandola ad entrare.
Allontano la faccia dal culo di LEI e vi appongo un sonoro schiaffo che la trova pronta a riceverlo senza tentennamenti.
Poi LEI si ferma e guarda LUI.
“Voglio essere scopata, muoviti!” dice, si volta verso di me per offrirgli il suo didietro e rivolgendosi a me: “Tu siediti e non muoverti”.
Io mi allontano dal letto e mi siedo su una sedia in un angolo, ho il cazzo duro e mi inizio a svestire per iniziare a segarmi.
Loro si sono denudati e LUI inizia a prenderla a pecorella, LEI gradisce e guardandomi dice:
“Bravo, quello è il tuo posto e poi agli uomini piace essere comandati.”
LUI la sbatte perbene afferrandola per i fianchi lei stringe le lenzuola sotto i sui colpi, con una mano cerca di rallentarlo spingendo su una coscia per poi cercare di tirarlo verso di se tirandolo.
“Forza mettile il cazzo in bocca” mi dice LUI.
LEI non mi guarda mi avvicino e la afferro per i capelli dietro la nuca e le avvicino il mio cazzo alla bocca. Non oppone resistenza, anzi devo resistere io al suo risucchio che credo mi provochi una strana espressione perché LUI mi sorride. LEI è brava, molto brava e mi sta facendo montare una voglia di scoparla pazzesca.
LUI si ferma le dice di mollarmi perché vuole guardare la sua faccia da troia mentre viene scopata e succhia un altro uomo. La gira e mi dice di rimetterglielo in bocca, LEI acconsente a tutto docilmente, poi alza le gambe per offrirgli la fica fradicia che LUI riprende a pompare.
La mia voglia sta aumentando sempre di più. Non so per quanto riuscirò a rimanere al mio posto.
LUI la tiene sotto le ginocchia per mantenere le gambe aperte ma i suoi colpi sono diventati pi rapidi e di minore forza.
LEI mi allontana: “Torna a sedere e non ammosciarti!”
Io ubbidisco.
LUI spinge ancora per un po’ esortato da LEI a chiavarla, poi esce e LEI rapida gli ingoia il cazzo per accogliere la sua venuta. LUI sussulta e si lascia cadere di schiena sul letto.
LEI si passa un asciugamano sulla bocca e tra le cosce umide, poi lo bacia e rivolgendosi ancora a me: “Io ho ancora voglia di essere scopata” si alza e viene a infilzarsi sul mio cazzo sulla sedia.
La sento. E’ meravigliosamente umida e mi avvolge completamente. Ha le braccia attorno al mio collo e si dimena. Io la afferro per i fianchi cercando di guidare il movimento. Vedo i suoi capezzoli appuntiti, ho voglia di succhiarne uno ma la posizione non me lo consente. Affondo la faccia sul suo collo passandole la lingua cercando di scendere LEI sembra capire e allontana allenta la presa dal mio collo allontanandosi, io sposto le mani sulla sua schiena. LEI si sporge all’indietro e mi offre le tettine che inizio a leccare.
LUI si è alzato dal letto e ha iniziato a scattare qualche foto.
Poi mi alzo e la porto verso il letto senza uscire da dentro la sua fica. La stendo sulla schiena e mi tenendole in alto le cosce faccio perno selle mie ginocchia per non farle sentire tutto il mio peso.
Le ho passato le mani dietro le spalle e con una le stringo il collo da dietro per tenerla ferma. Do colpi con il bacino che lei apprezza vista la quantitĂ  di succo che sento nella sua fica.
Ho la bocca vicino al suo orecchio e le sussurro quanto è troia e LEI approva sottolineando ogni sconcezza con un “si” molto prolungato e affondando le unghie nella mia schiena.
Sono al limite e quando mi morde la spalla io tocco il mio culmine e mi alzo, esco dalla sua fica e mi do gli ultimi due colpi prima di riempire la sua pancia e il suo petto di spruzzi.
LUI immortala la doccia con alcuni scatti.
LEI sembra gradire, poi ruota verso di me e lecca una goccia del mio sperma dal mio cazzo.
“E così adesso sono circondata solo da cazzi mosci” sorride.
Io guardo LUI che mi risponde con uno sguardo complice: forse non finisce qui.

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Trio

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