“Cominciai a percepire un’intesa particolare tra noi, possibile che Saretta avesse una debole per me?!?! Per me che avevo quasi il doppio della sua età?? E poi…”
Lavoro ormai da anni come collaboratore in un piccolo studio professionistico della
mia città e spesso in periodi di particolare lavoro chiamiamo giovani e giovane universitari ad aiutare per portare aventi il lavoro.
Qualche tempo fa è arrivata una giovane studentessa di 22 anni che per alcuni mesi ci ha aiutato nel lavoro in studio. Sara si è subito contraddistinta per la sua personalità allegra solare e gioiosa, ma anche per un bel fisico giovane, magro, alta all’incirca 1,70 aveva lunghe gambe affusolate e un culo sodo che spesso lasciava in vista, stretto in jeans aderentissimi o con minigonne vertiginose. I lunghi capelli neri incorniciavano un viso dolce e due occhi grossi azzurro chiaro, quasi grigio. Nel periodo in cui si è fermata da noi ero io che avevo più contatti con lei, addetto a spiegarle cosa e come svolgere i suoi compiti. Cominciammo presto a raccontarci spesso le vicissitudini e le gioie più disparate della nostra vita. Lei era insieme ad un ragazzo più giovane e cominciava a rendersi conto che era troppo infantile per lei. In breve tempo entrammo più in intimità, a pranzo andavamo a mangiare insieme e passavamo le pause sempre assieme, soprattutto il lunedì, giorno in cui in ufficio non c’era mai nessuno oltre a noi. Cominciai a percepire un’intesa particolare tra noi, possibile che Saretta avesse una debole per me?!?! Per me che avevo quasi il doppio della sua età?? E poi…., non è che sono proprio un figo (come si dice) oddio ho ancora tutti i miei capelli (al contrario di molti quarantenni) e non sono neanche bianchi. Non sono proprio grasso, ma non ho neanche un fisico atletico come può averlo un ventenne! Eppure spesso si divertiva a stuzzicarmi parlando del sesso col suo fidanzato, e il più delle volte lamentandosi che non lo trovava più soddisfacente che lo trovava sempre più puerile.
Un giorno cercando dei file nella rete dell’ufficio, mi imbattei in 3 o 4 file jpeg che non dovevano stare in quella cartella. Quando li aprii rimasi basito, erano foto di Saretta distesa sul letto nuda in varie posizioni intriganti. “Mamma che figa che è” le lunghe gambe assottigliate, le tette piccole e sode, quasi infantili, ma con due capezzoli enormi e turgidi, e un tatuaggio, una rosa rossa che dal fianco scendeva giù fino all’inguine e alla figa perfettamente rasata. “No non posso rimanermene con le mani in mano devo provarci prima che Saretta torni a frequentare l’università”. Carpe diem!! Così qualche giorno dopo, di lunedì mentre ero al suo fianco a spiegarle come disegnare alcuni particolari sul pc le chiesi quando si fosse tatuata una rosa! Saretta si voltò allibita e imbarazzata tentò di comprendere come facessi a sapere della sua rosa. Capì in fretta delle foto e cercò di scusarsi, che le foto erano finiti lì per sbaglio e che le aveva cancellate subito.
“Bhè le foto erano bellissime e tu lo sei ancora di più”
Mi avvicinai a lei e mi sporsi per baciarla, le sfiorai piano il collo con le labbra e lei rimase ferma stordita e allibita. “Cazzo speriamo di non aver fatto una stronzata!!! Bhè ormai è fatta non posso più tirarmi indietro”.
Mi spinsi oltre e la baciai piano sulla bocca. Una volta riavutasi dallo stupore Saretta cominciò a rilassarsi, io tirai fuori la lingua e le accarezzai piano le labbra, Percepivo il suo profumo dolce e pulito. Anche lei a questo punto ricambiò il bacio e le nostre lingue cominciarono a intrecciarsi e a roteare in bocca. Saretta si alzò senza dire una parola, sorridendo mi spinse contro lo schienale della sedia, si sedette a cavalcioni sopra di me e cominciò a baciarmi sempre più appassionatamente. Le appoggia le mani sulle natiche sode e lei iniziò a strusciarsi lungo la mia coscia. Con la mano scese piano dal petto verso il basso e l’appoggiò sull’inguine. Avevo l’uccello ormai duro e potevo sentire la sua mano attraverso i pantaloni spostarsi sapientemente lungo la mia asta. Infilai le mani sotto al sua camicetta in cerca di quei capezzoli che ormai da giorni affollavano i miei sogni bagnati.
Appoggiai le mani a coppa sui piccoli seni e afferrai i capezzoli tra indice e pollice, erano veramente grossi!
Saretta gemette nella mia bocca mentre le stuzzicavo piano i capezzoli. Poi si staccò e si inginocchiò tra le mie gambe, mi slacciò i pantaloni ed estrasse il pisello duro all’inverosimile. Lo prese con una mano e con la lingua iniziò a leccarlo lentamente, sul fianco, lungo il filetto, attorno alla cappella. Io mi godevo lo spettacolo da sopra, eccitato come non mai. Proseguì per un po’ a leccare e ad accarezzare l’uccello, poi la feci alzare e lei si sbottonò piano la camicetta e si chinò su di me in modo da offrirmi le sue tette in bocca. le afferrai con le labbra i capezzoli e li ciuccia lentamente prima uno e poi l’altro, mentre lei con una mano mi segava con calma l’uccello. Le slacciai i jeans e lei se li sfilò, rimanendo solo con dei piccoli slip bianchi in piedi davanti a me. Le vedevo la rosa rossa che spuntava dalle mutandine. Cominciai a baciarla lungo il tatuaggio scendendo piano, le sfilai gli slip e scesi con la lingua verso la vulva completamente glabra. Arrivai alla fessura e con la lingua andai in cerca del clitoride, mentre le mie dita esploravano lentamente la sua apertura già ampiamente bagnata. Saretta gemeva sempre più forte, prese la mia testa tra le mani e la premette contro il suo ventre. Io succhiavo avidamente il suo clitoride mentre le dita penetravano dentro il suo corpo caldo e tremante, i gemiti si fecero sempre più intensi potevo sentire il succo del suo piacere colare sulle mie mani e nella mia bocca. Dopo un lungo primo orgasmo si staccò da me a riprendere fiato e io mi spogliai. Saretta mi spinse nuovamente sulla sedia e si mise sopra a cavalcioni, prese in mano il cazzo e se lo puntò nella figa, per poi abbassarsi ed accoglierlo nella sua vagina calda e bagnata. Io ero fermo con l’uccello dentro fino in fondo alla sua figa, sentivo il calore del suo corpo che avvolgeva la mia asta, poi piano cominciò a muoversi su e giù lentamente, vedevo il cazzo che entrava e usciva e le sue labbra che si aprivano per accoglierlo al loro interno. Saretta si sporse in avanti per baciarmi , succhiarmi la lingua e leccarmi le labbra, la sua saliva si mischiava alla mia e colava sul mio corpo. Le afferrai le natiche e con un dito cominciai a massaggiare il suo buchetto posteriore, poi porsi due dita in bocca, che lei succhiò e inumidì bene di saliva. Tornai a massaggiarle lo sfintere con movimenti ritmici, fino a quando l’indice cominciò a farsi largo e a penetrarle il buchino. Saretta aumentò i movimenti lungo la mia asta e prolungò la durata dei suoi gemiti che si trasformarono in grida di piacere, il mio indice le penetrava dentro al culo muovendosi piano al suo interno. Le grida di piacere arrivarono all’apice e Saretta si accasciò su di me a baciarmi, il mio uccello ancora dentro di sé e l’indice ancora nel suo retto. Restai così, fermo dentro di lei per diverso tempo, la sua bocca appiccicata alla mia, poi piano ricominciai a muovermi dentro di lei aumentando progressivamente il ritmo. Sentivo il suo seme caldo che colava su di me e l’eccitazione raggiunse l’apice, stavo anch’io per venire. Saretta se ne accorse e si scostò, si inginocchiò tra le mie gambe e lo prese in bocca, prima solo la cappella, poi piano sempre più in profondità fino ad arrivare ad inghiottirlo tutto fino alla base. Sentivo la cappella che premeva infondo alla gola pulsante di piacere, ma lei rimase così per svariati momenti, per poi estrarlo repentinamente fuori. Di nuovo lo ingoiò fino in fondo e di nuovo fuori, ancora e ancora mentre usava la lingua per massaggiarlo, fino a quando raggiunsi i limiti del piacere e le sborrai sulla bocca. Saretta si fece colare il liquido lungo il mento giù sulle tette. Poi si risollevò, si avvicinò a me e mi baciò appassionatamente. Fu un lungo bacio, le nostre lingue si intrecciarono e le nostre bocche si scambiarono i fluidi, potevo sentire il sapore agrodolce dei miei succhi persistere ancora nella sua bocca. Eravamo tutti sudati coperti dalle secrezioni corporee, la condussi in bagno dove c’era anche una doccia. Cominciai a insaponarle la schiena da dietro, poi le presi le tette, scesi verso il ventre e più giù sulla vulva. Saretta se ne stava ferma e mi lasciava fare, le infilai una mano tra le cosce e una tra le sue natiche, massaggiandola con passione. Non passò certo molto tempo prima che la mia eccitazione tornò a farsi viva, Saretta si girò e iniziò a insaponarmi, dalle spalle scese verso il petto, poi la schiena e più giù sui glutei, con una mano mi prese il cazzo e con l’altra mi massaggiava fra le chiappe, come prima le facevo io. Le sue mani e le sue dita scivolavano sul mio corpo senza sosta procurandomi un piacere intenso. La rigirai di schiena, lei sporse indietro il bacino, le appoggiai l’uccello tra le gambe e comincia a massaggiarla con la cappella, su e giù tra le gambe e tra le chiappe. Poi lo puntai dritto verso il suo culo, ma quando provai a spingere, si girò di scatto “Noo lì no, non così!!!! sono ancora vergine!”. Rimasi un po’ deluso e quasi allibito, non mi sembrava così stretto prima, con il mio dito dentro. Saretta si girò di nuovo appoggiandosi alla parete, sporgendo bene il bacino all’indietro. La penetrai impetuosamente nella figa, quasi con rabbia glielo piantai dentro fino in fondo, rimanendo piantato dentro di lei per qualche momento. Poi presi a stantuffarla avanti e indietro ritmicamente, sempre più violentemente. Saretta gridava sotto i miei colpi che quasi la sollevavano di peso e la sbattevano contro la parete. Con le sue tette tra le mani e il mio cazzo che entrava e usciva violentemente nella sua figa, continuai a sbatterla per parecchio, fino a che non lo estrassi e le riempii la schiena della mia sborra. Saretta rimase appoggiata alla parete ansimante, con l’acqua della doccia che le scorreva addosso, poi si girò a baciarmi. Riprendemmo ad insaponarci e a lavarci, ma questa volta mi spinse fuori dalla doccia “Dai aspetta un attimo…. altrimenti non la finiamo più ‘sta doccia!!!”. Rimasi fuori a guardarla mentre si insaponava, le sue mani affusolate accarezzavano il suo corpo, prima la schiena, poi giù sul culo. Si girò, con fare civettuolo si accarezzò i seni, strinse tra le dita i capezzoli, poi scese piano sul ventre e poi giù fino alla fessura della sua figa rasata. Appoggiò le spalle alla parete e spinse in avanti il bacino, continuando a roteare le dita attorno al clitoride e alle grandi labbra. Non resistetti a quell’immagine celestiale, mi accovacciai davanti a lei e iniziai a leccarla tutta. Le succhiavo il clitoride le lappavo le grandi labbra, le infilavo la lingua nella vagina, mentre le sue dita si introducevano nel suo corpo ancora voglioso di piacere. Mi offrì due dita in bocca da succhiare, per poi tornare a infilarle dentro e fuori. Leccavo e succhiavo tutto attorno, Percepivo Saretta fremere di piacere sotto le mie mani che le accarezzavano i seni e i glutei, fino a quando non sentii la sua figa riempirsi di nuovo del suo piacere e i suoi liquidi colmare la mia bocca. Mi rialzai e la baciai in bocca facendole colare dentro i suoi succhi che lei leccò e succhiò avidamente. Eravamo entrambi spossati, finalmente riuscimmo a terminare la doccia. Ero sfinito stanco e appagato, ma l’idea di quel culetto vergine cominciò a scavare come un tarlo la mia mente.
Fine prima parte
sono ben accetti commenti e consigli
Grazie
A presto
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